Seneca, Lettere a Lucilio: Libri 09-10 Parte 01, pag 2

Seneca, Lettere a Lucilio: Libri 09-10 Parte 01

Latino: dall'autore Seneca, opera Lettere a Lucilio parte Libri 09-10 Parte 01
Ne levi quidem opera aut parvo labore cognoscitur; sed est tanti laborare omnia bona semel occupaturo

Unum est enim bonum quod honestum: in illis nihil invenies veri, nihil certi, quaecumque famae placent

Quare autem unum sit bonum quod honestum dicam, quoniam parum me exsecutum priore epistula iudicas magisque hanc rem tibi laudatam quam probatam putas, et in artum quae dicta sunt contraham

Omnia suo bono constant Vitem fertilitas commendat et sapor vini, velocitas cervum; quam fortia dorso iumenta sint quaeris, quorum hic unus est usus, sarcinam ferre; in cane sagacitas prima est, si investigare debet feras, cursus, si consequi, audacia, si mordere et invadere: id in quoque optimum esse debet cui nascitur, quo censetur

In homine quid est optimum

ratio: hac antecedit animalia, deos sequitur
E neppure la si può apprendere con poca fatica o scarso impegno; ma vale la pena darsi da fare per conquistare tutti i beni in una sola volta

L'unico bene è l'onestà: negli altri apprezzati dalla massa non troverai niente di vero, niente di sicuro

Secondo te, nella mia lettera precedente non ho trattato il problema esaurientemente e ho dedicato più spazio alle lodi che alla dimostrazione; ti ripeterò allora in breve perché sostengo che la virtù sia l'unico bene

Ogni cosa vale per il bene che ha in sé: la fertilità e il sapore del vino dà pregio alla vite, la velocità al cervo; dei cavalli da tiro, che sono utilizzati solo per il trasporto di carichi, si chiede se hanno la schiena forte; la principale qualità di un cane è il fiuto, se deve scovare le fiere, la velocità se deve inseguirle, il coraggio, se deve assalirle e azzannarle; ognuno deve raggiungere la perfezione in quello per cui nasce, per cui viene valutato

E nell'uomo qual è la caratteristica migliore

La ragione: grazie a essa è superiore agli animali e di poco inferiore agli dèi
Ratio ergo perfecta proprium bonum est, cetera illi cum animalibus satisque communia sunt

Valet: et leones

Formonsus est: et pavones

Velox est: et equi

Non dico, in his omnibus vincitur; non quaero quid in se maximum habeat, sed quid suum

Corpus habet: et arbores

Habet impetum ac motum voluntarium: et bestiae et vermes

Habet vocem: sed quanto clariorem canes, acutiorem aquilae, graviorem tauri, dulciorem mobilioremque luscinii

Quid est in homine proprium

ratio: haec recta et consummata felicitatem hominis implevit

Ergo si omnis res, cum bonum suum perfecit, laudabilis est et ad finem naturae suae pervenit, homini autem suum bonum ratio est, si hanc perfecit laudabilis est et finem naturae suae tetigit

Haec ratio perfecta virtus vocatur eademque honestum est
Quindi la ragione perfetta è un suo bene peculiare; le altre qualità le ha in comune con gli animali e le piante

forte: lo è anche il leone

bello: anche il pavone

veloce: anche il cavallo

Senza dire che in tutte queste qualità è superato; io non cerco la sua qualità migliore, ma quella sua propria

Ha un corpo: anche gli alberi

Ha slanci e movimenti volontari: li hanno anche le bestie, anche i vermi

Ha la voce: ma i cani ce l'hanno tanto più forte, le aquile più acuta, i tori più profonda, gli usignoli più dolce e agile

Qual è la qualità peculiare dell'uomo

La ragione: se questa è onesta e perfetta, dà all'uomo una felicità completa

Quindi se ogni cosa, quando ha portato a perfezione il suo bene, è lodevole e raggiunge il suo fine naturale, e il bene proprio dell'uomo è la ragione, se egli lo ha portato a perfezione, è lodevole e ha toccato il suo fine naturale

La ragione perfetta si chiama virtù e coincide con l'onestà
Id itaque unum bonum est in homine quod unum hominis est; nunc enim non quaerimus quid sit bonum, sed quid sit hominis bonum

Si nullum aliud est hominis quam ratio, haec erit unum eius bonum, sed pensandum cum omnibus

Si sit aliquis malus, puto inprobabitur; si bonus, puto probabitur

Id ergo in homine primum solumque est quo et probatur et inprobatur

Non dubitas an hoc sit bonum; dubitas an solum bonum sit

Si quis omnia alia habeat, valetudinem, divitias, imagines multas, frequens atrium, sed malus ex confesso sit, inprobabis illum; item si quis nihil quidem eorum quae rettuli habeat, deficiatur pecunia, clientium turba, nobilitate et avorum proavorumque serie, sed ex confesso bonus sit, probabis illum
Pertanto è l'unico bene nell'uomo, poiché è l'unico bene proprio dell'uomo: noi non stiamo cercando che cosa sia il bene, ma quale sia il bene proprio dell'uomo

Se esso consiste solo nella ragione, questa sarà l'unico suo bene, ma va confrontato con tutti gli altri

Se uno è malvagio, verrà, a mio parere, giudicato negativamente; se è buono, positivamente

Quindi, nell'uomo, primo e solo bene è quello per cui egli riceve approvazione e disapprovazione

Tu non dubiti che questo sia un bene, dubiti che sia il solo bene

Se uno ha tutti gli altri beni, salute, ricchezza, antenati famosi, una massa di clienti, ma è chiaramente un malvagio, lo disprezzerai; così se uno non ha alcuno dei beni suddetti, è privo di denaro, di clienti, di nobiltà e di una sfilza di avi e bisavoli, ma è palesemente virtuoso, lo apprezzerai

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Ergo hoc unum est bonum hominis, quod qui habet, etiam si aliis destituitur, laudandus est, quod qui non habet in omnium aliorum copia damnatur ac reicitur

Quae condicio rerum, eadem hominum est: navis bona dicitur non quae pretiosis coloribus picta est nec cui argenteum aut aureum rostrum est nec cuius tutela ebore caelata est nec quae fiscis atque opibus regiis pressa est, sed stabilis et firma et iuncturis aquam excludentibus spissa, ad ferendum incursum maris solida, gubernaculo parens, velox et non sentiens ventum

gladium bonum dices non cui auratus est balteus nec cuius vagina gemmis distinguitur, sed cui et ad secandum subtilis acies est et mucro munimentum omne rupturus; regula non quam formosa, sed quam recta sit quaeritur: eo quidque laudatur cui comparatur, quod illi proprium est
Quindi è questo l'unico bene dell'uomo: chi lo possiede, anche se gli mancano gli altri beni, merita apprezzamento; chi non lo possiede, è disapprovato e disprezzato, benché di tutti gli altri beni ne abbia in abbondanza

Identica la condizione dell'uomo e quella delle cose: non si definisce buona la nave dipinta con colori preziosi o quella col rostro d'oro o d'argento o che ha il dio protettore scolpito in avorio o che è carica di tesori o ricchezze degne di un re, ma quella stabile e sicura, compatta in modo che non entri acqua, solida e resistente alla furia del mare, docile al timone, veloce e non soggetta alla violenza del vento

non definirai buona una spada se ha il cinturino d'oro o il fodero tempestato di gemme, ma se ha la lama dal taglio affilato e una punta in grado di trapassare ogni difesa; non si richiede che una riga sia bella, ma che sia perfettamente diritta: ogni oggetto è apprezzato in virtù dell'uso per cui è fatto e che gli è proprio
Ergo in homine quoque nihil ad rem pertinet quantum aret, quantum feneret, a quam multis salutetur, quam pretioso incumbat lecto, quam perlucido poculo bibat, sed quam bonus sit

Bonus autem est si ratio eius explicita et recta est et ad naturae suae voluntatem accommodata

Haec vocatur virtus, hoc est honestum et unicum hominis bonum

Nam cum sola ratio perficiat hominem, sola ratio perfecte beatum facit; hoc autem unum bonum est quo uno beatus efficitur

Dicimus et illa bona esse quae a virtute profecta contractaque sunt, id est opera eius omnia; sed ideo unum ipsa bonum est quia nullum sine illa est

Si omne in animo bonum est, quidquid illum confirmat, extollit, amplificat, bonum est; validiorem autem animum et excelsiorem et ampliorem facit virtus
Dunque, anche in un uomo non importa quanta terra abbia, quanto frutto ricavi dai suoi capitali, quanta gente gli renda omaggio, se dorme in un letto prezioso, se beve in una coppa scintillante, ma la sua onestà

Ed è onesto se la sua ragione è libera, giusta e realizzata in armonia con l'inclinazione della sua natura

Questa si chiama virtù, questa è l'onestà ed è l'unico bene dell'uomo

Solo la ragione può rendere perfetto l'uomo, solo la ragione, quindi, può renderlo perfettamente felice e questo è l'unico bene che da solo rende felici

Noi definiamo beni anche quelli che scaturiscono e nascono dalla virtù, cioè tutte le sue opere; perciò la virtù è l'unico bene, poiché non esiste bene senza di lei

Se ogni bene risiede nell'anima, tutto ciò che la rafforza, la innalza, l'accresce, è un bene; ma è la virtù a rendere più forte, più eccelsa, più grande l'anima

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Nam cetera quae cupiditates nostras inritant deprimunt quoque animum et labefaciunt et cum videntur attollere inflant ac multa vanitate deludunt

Ergo id unum bonum est quo melior animus efficitur

Omnes actiones totius vitae honesti ac turpis respectu temperantur; ad haec faciendi et non faciendi ratio derigitur

Quid sit hoc dicam: vir bonus quod honeste se facturum putaverit faciet etiam sine pecunia si laboriosum erit, faciet etiam si damnosum erit, faciet etiam si periculosum erit; rursus quod turpe erit non faciet, etiam si pecuniam adferet, etiam si voluptatem, etiam si potentiam; ab honesto nulla re deterrebitur, ad turpia nulla invitabitur
Gli altri beni che accendono i nostri desideri, avviliscono l'anima, la abbattono e apparentemente la elevano, in realtà la gonfiano e la ingannano con false apparenze

Quindi l'unico bene è quello che rende migliore l'anima

Ogni azione dell'intera nostra esistenza è regolata dalla considerazione del bene e del male; su di essi si basa la norma dell'agire e del non agire

Ecco qual è: l'uomo virtuoso farà quello che ritiene onesto anche se gli costerà fatica, anche se lo danneggerà o sarà rischioso; non compirà, invece, un'azione indegna, anche se gli procurerà denaro o piacere o potenza: niente lo distoglierà dal bene, niente lo indurrà al male
Ergo si honestum utique secuturus est, turpe utique vitaturus, et in omni actu vitae spectaturus haec duo, nec aliud malum quam turpe, si una indepravata virtus est et sola permanet tenoris sui, unum est bonum virtus, cui iam accidere ne sit bonum non potest

Mutationis periculum effugit: stultitia ad sapientiam erepit, sapientia in stultitiam non revolvitur

Dixi, si forte meministi, et concupita vulgo et formidata inconsulto impetu plerosque calcasse: inventus est qui divitias proiceret, inventus est qui flammis manum inponeret, cuius risum non interrumperet tortor, qui in funere liberorum lacrimam non mitteret, qui morti non trepidus occurreret; amor enim, ira, cupiditas pericula depoposcerunt
Quindi, se perseguirà sempre l'onestà, eviterà sempre la disonestà e in ogni azione della sua vita terrà presente questi due princip, non c'è altro bene che l'onestà, non c'è altro male che la disonestà; se solo la virtù è incorrotta e sola rimane sempre uguale a se stessa, la virtù è l'unico bene e non può succedere che non sia un bene

Non corre il pericolo di cambiare: lo stolto può salire con fatica alla saggezza, il saggio non può ripiombare nella stoltezza

Ho già detto, se te ne ricordi, che molti obbedendo a uno slancio inconsulto si sono messi sotto i piedi tutto quello che la massa desidera o teme: abbiamo trovato uomini che hanno rinunciato alla ricchezza, che hanno messo la mano nel fuoco, che hanno continuato a sorridere anche sotto tortura, che non hanno versato una sola lacrima al funerale dei figli, che hanno affrontato coraggiosamente la morte; amore, ira, ambizione li hanno portati a sfidare i pericoli

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Quod potest brevis obstinatio animi, aliquo stimulo excitata, quanto magis virtus, quae non ex impetu nec subito sed aequaliter valet, cui perpetuum robur est

Sequitur ut quae ab inconsultis saepe contemnuntur, a sapientibus semper, ea nec bona sint nec mala

Unum ergo bonum ipsa virtus est, quae inter hanc fortunam et illam superba incedit cum magno utriusque contemptu

Si hanc opinionem receperis, aliquid bonum esse praeter honestum, nulla non virtus laborabit; nulla enim obtineri poterit si quicquam extra se respexerit

Quod si est, rationi repugnat, ex qua virtutes sunt, et veritati, quae sine ratione non est; quaecumque autem opinio veritati repugnat falsa est

Virum bonum concedas necesse est summae pietatis erga deos esse

Itaque quidquid illi accidit aequo animo sustinebit; sciet enim id accidisse lege divina qua universa procedunt
Se arriva a tanto una momentanea risolutezza, prodotta da un qualche stimolo, quanto più potrà compiere la virtù: la sua forza non dipende da un impulso improvviso, ma è sempre uguale a se stessa e duratura

Ne consegue che quanto viene disprezzato spesso da gente temeraria e sempre dai saggi, non è né bene, né male

La virtù è, quindi, l'unico bene e avanza superba tra la buona e la cattiva sorte, disprezzandole entrambe

Se, invece, ti convincerai che c'è qualche altro bene oltre l'onestà, vacilleranno tutte le virtù; non potrà mantenersene nessuna, se prenderà in considerazione altro fuori di sé

Se è così, questa affermazione contrasta con la ragione da cui scaturiscono le virtù, e con la verità, che non esiste senza la ragione; ma qualunque opinione sia in contrasto con la verità, è falsa

Devi ammettere che un uomo virtuoso ha una grandissima venerazione per gli dèi

Sopporterà perciò con animo sereno tutto quello che gli accade; sa che è accaduto per la legge divina che muove l'universo
Quod si est, unum illi bonum erit quod honestum; in hoc enim positum est et parere diis nec excandescere ad subita nec deplorare sortem suam, sed patienter excipere fatum et facere imperata

Si ullum aliud est bonum quam honestum, sequetur nos aviditas vitae, aviditas rerum vitam instruentium, quod est intolerabile, infinitum, vagum

Solum ergo bonum est honestum, cui modus est

Diximus futuram hominum feliciorem vitam quam deorum, si ea bona sunt quorum nullus diis usus est, tamquam pecunia, honores

Adice nunc quod, si modo solutae corporibus animae manent, felicior illis status restat quam est dum versantur in corpore

Atqui si ista bona sunt quibus per corpora utimur, emissis erit peius, quod contra fidem est, feliciores esse liberis et in universum datis clusas et obsessas
Se è così, per lui l'unico bene sarà l'onestà; essa comprende l'obbedienza agli dèi, non adirarsi per gli imprevisti, non deplorare la propria sorte, ma accogliere con rassegnazione il destino e fare quello che comanda

Se c'è qualche altro bene oltre all'onestà, ci perseguiterà la bramosia di vivere, la bramosia dei beni che corredano la vita, tutti desideri insopportabili, senza limiti e incerti

Il solo bene è dunque l'onestà che ha una misura

Come ho già detto, la vita degli uomini sarebbe più felice di quella degli dèi, se fossero veri beni quelli di cui gli dèi non godono, come il denaro, gli onori

Aggiungi ora che, se pure le anime sopravvivono alla morte del corpo, le aspetta una condizione più felice di quando si trovano nel corpo

Se, però, sono beni veri quelli di cui godiamo per mezzo del corpo, una volta persi, la condizione dell'anima sarebbe peggiore; ma è impossibile credere che le anime chiuse e oppresse nei corpi siano più felici che libere e proiettate nell'universo

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Illud quoque dixeram, si bona sunt ea quae tam homini contingunt quam mutis animalibus, et muta animalia beatam vitam actura; quod fieri nullo modo potest

Omnia pro honesto patienda sunt; quod non erat faciendum si esset ullum aliud bonum quam honestum

Haec quamvis latius exsecutus essem priore epistula, constrinxi et breviter percucurri

Numquam autem vera tibi opinio talis videbitur, nisi animum adleves et te ipse interroges, si res exegerit ut pro patria moriaris et salutem omnium civium tua redimas, an porrecturus sis cervicem non tantum patienter sed etiam libenter

Si hoc facturus es, nullum aliud bonum est; omnia enim relinquis ut hoc habeas

Vide quanta vis honesti sit: pro re publica morieris, etiam si statim facturus hoc eris cum scieris tibi esse faciendum
Avevo anche detto che se sono veri beni quelli che toccano tanto agli uomini quanto agli animali, anche gli animali vivrebbero una vita felice; e questo non è assolutamente possibile

Per la virtù bisogna sopportare tutto, ma ciò non sarebbe necessario se ci fosse qualche altro bene oltre la virtù

Ho riassunto ed esposto in breve questi concetti sebbene li abbia trattati più ampiamente in precedenza

Ma tu non potrai mai condividere un'opinione come questa, se non elevi il tuo spirito e non ti domandi se saresti pronto a offrire non solo con rassegnazione, ma anche volentieri, la testa, nel caso che le circostanze richiedano di morire per la patria e di pagare con la vita la salvezza di tutti i cittadini

Se la risposta è sì, non esiste nessun altro bene, perché tu rinunci a tutto per ottenerlo

Guarda quanta forza ha la virtù: morirai per la patria, anche se dovrai farlo subito, non appena ti renderai conto che è tuo dovere

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