La vita degli italiani al fronte nella Grande Guerra

La vita degli italiani al fronte nella Grande Guerra

All'entrata in guerra gli italiani erano circa 36 milioni, il 60-65% erano alfabeta, il 75% contadini. Durante la guerra vengono chiamate alle armi circa sei milioni di persone, in totale 24 classi, quelli più anziani erano nati nel 1874 quelli più giovani nel 1899 chiamati dopo la sconfitta di Caporetto

i renitenti alla leva furono parecchi, oltre 700.000, la maggioranza di loro alla guerra avevano preferito espatriare. Per molti soldati l'immagine che avevano dell'Italia era opaca o poco chiara, si fermava al paese vicino dove erano nati e dove vivevano, al massimo qualcuno si era spostato sino al paese vicino, molti di loro non avevano mai visto e mai viaggiato in treno. Tutta la popolazione venne coinvolta nella guerra, chi non era al fronte, era a lavorare in fabbrica e a produrre materiale bellico. 

19 giugno 1918. Sentinelle all'erta nella fangosa trincea di prima linea lungo l'argine del Piave 19 giugno 1918. Sentinelle all’erta nella fangosa trincea di prima linea lungo l’argine del Piave

LA CUCINA IN TRINCEA

il rancio che arrivava nelle trincee veniva cucinato altrove, a volte anche molto lontano. Veniva trasportato di notte, a volte non arrivava proprio se il trasportatore veniva ucciso. La pasta e il riso cucinati da diverso tempo arrivavano alle trincee Scotti e freddi, anche la carne e il brodo contenuto in grandi casseruole durante il trasporto diventavano freddi e gelatinosi. 

Riscaldare questi alimenti non conveniva, riscaldarli peggiorava la situazione perché rendeva il cibo ancora più immangiabile. La scarsa qualità del cibo veniva sopperita dalla quantità che era sufficiente. Ai soldati delle trincee veniva distribuito ogni giorno:

  • 500-600 g di pane
  • 80/100g di carne
  • pasta o riso
  • due o tre volte alla settimana la verdura
  • uno o due bicchieri di vino
  • caffè
un problema era l'acqua potabile da bere (quella per lavarsi quasi mai era presente). Ne veniva distribuita mezzo litro al giorno. La gamella (o Gavetta) per i soldati delle trincee era un po' più grande, a volte al rancio quotidiano venivano distribuite come supplemento scatolette di carne, cioccolato e liquori. Quasi sempre le scatolette erano decorate con motivi patriottici

MALATTIE DA TRINCEA

La vita in trincea oltre a essere difficile e pericolosa causava delle malattie. Per la scarsità d'acqua nei primi 15 o 20 giorni del proprio turno in prima linea non ci si lavava, si consumava il rancio tra i rifiuti e la sporcizia, le pantegane regnavano sovrane. In quelle condizioni tutti avevano i pidocchi.

L'assenza degli antibiotici favoriva il corso della malattia. La febbre alta durava un paio di settimane, dopo chi era già debilitato correva il rischio di morire per arresto cardiaco. La febbre da trincea è stata la responsabile di quasi il 10% delle perdite dei soldati che hanno svolto il servizio in trincea

SHOCK DA BOMBARDAMENTO / MUTILATI DELL'ANIMA / SCEMI DI GUERRA

Un'altra grave malattia riscontrata per i soldati fu lo shock da bombardamento. Per oltre 4 anni si trovarono a convivere nelle trincee migliaia e migliaia di soldati esposti ai continui bombardamenti delle artiglierie e al fuoco delle mitraglie avversarie.

Tutti gli eserciti si trovarono a fare i conti con questa nuova malattia mentale. Era una malattia che non provocava lesioni fisiche, ferite o altro, ma:

  • crisi isteriche
  • delirio
  • mania di persecuzione
  • amnesie
  • perdita della parola
  • incontinenza
  • lo sguardo sbarrato in avanti

La medicina e i medici non erano ancora preparati a questa nuova malattia, quelli che ne venivano colpiti venivano ricoverati nei manicomi. La terapia più comune era la scarica elettrica. Quando i medici credevano che il malato fosse guarito decidevano di rimandarlo al fronte, ma i recidivi erano il 100%.

I soldati che vennero colpiti furono chiamati Mutilati dell'anima ma questa definizione venne contrastata dai vertici militari perché la mutilazione per loro poteva essere solo fisica e non mentale. Quanti sono stati i colpiti dal trauma da bombardamento, popolarmente chiamati scemi di guerra:

  • nei manicomi italiani nei transitarono quasi 40.000 anche se le cifre non sono ufficiali
  • in Germania furono oltre 250.000
  • 70.000 in Inghilterra
  • 95.000 negli Stati Uniti d'America
Le altre malattie della Prima Guerra Mondiale sono state il tifo, il colera e la spagnola. La sola spagnola causò la morte di molti milioni di persone (30-35 milioni nel mondo) la cifra esatta non si saprà mai. Si chiamò spagnola perché erano gli unici giornali quelli spagnoli non censurati che riportarono la notizia dell'epidemia

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