le Ligne oltre a maresciallo dell'esercito del Sacro Romano Impero, era diplomatico, letterato, uomo di raffinata cultura e grande seduttore. Il suo garbo, le sue arguzie, la sua eleganza e la sua allegria conquistarono le corti di tutto il continente. Il soprannome deriva dalla livrea tradizionale della sua casata e dalla sua personale predilezione per il colore in questione, in particolare nell'abbigliamento e negli accessori, ma anche dall'ottimismo e dal buon umore che lo caratterizzavano. a dimostrazione che, sul finire del XVIII secolo, il simbolismo del rosa era già legato alla gioia di vivere, al piacere e alla spensieratezza; non si trattava però di una rosa chiaro, bensì di un rosa energico e saturo, un rosso chiaro e vivo.
Quello del Principe di Ligne rimane tuttavia un esempio eccezionale anche un po' tardivo. Durante la rivoluzione, il rosa maschile diventerà più raro, per poi trasformarsi , ai primi dell'Ottocento, in un colore quasi esclusivamente femminile. intorno al 1820, in pieno fermento romantico, ormai nessun uomo si veste più di rosa, a meno di non voler destare scalpore. Il colore tuttavia è associato all'omosessualità maschile. Ancora una volta, interpretare come un comportamento effeminato la scelta di vestirsi di rosa nella seconda metà del XVIII secolo e i primi anni del XIX sarebbe anacronistico, e oltretutto assurdo. Il principe di Ligne, che per decenni si mostrò in pubblico vestito di rosa, ebbe 16 figli della moglie e un gran numero di amanti sparse in tutta Europa. Le donne non resistevano al suo fascino. Nel 1808, quando ormai 73enne ricevette nella sua casa di Vienna Germaine de Stael, ecco che cosa quest'ultima scrisse alla sua amica Juliette Récameir:
quest'uomo, l'uomo più attraente della terra, mi tratta come una figlia. Come una figlia ... ahimè!
Germaine de Stael
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La scienza contemporanea non considera il rosa come un colore. Non è né un colore-materia, né un colore-luce, bensì una semplice sfumatura del rosso che non appartiene allo spettro solare. Quando nel 1666 Isaac Newton riuscì a scomporre in raggi di diversi colori la luce bianca del Sole, il rosa non era presente. Da allora, alla fisica e le varie scienze che si ricollegano a essa si sono sempre rifiutate di considerare il rosa come un colore o persino come un semi-colore, ma solo come una sfumatura