questa sostanza atavica, primitiva, ci tiene essenzialmente in vita: i neuroni della dopamina prodotti in una parte del cervello detta substantia nigra sono per certi versi ciò che ci fa gioire di essere vivi. Si ritiene che una rara malattia detta "febbre mediterranea familiare" distrugga i recettori della dopamina negli esseri umani e produca una condizione detta anedonia: l'incapacità di provare piacere. Si pensa inoltre che l'alcol abbia un effetto sfavorevole sul neurotrasmettitore GABA - acido gamma-aminobutirrico -, che regola l'inibizione del sistema nervoso dei mammiferi.
Il più puro stimolatore della dopamina è la cocaina, ma l'alcool ci va molto vicino, anche se per certi aspetti è "più sporco", più complesso e più pericoloso, perché agisce su diverse recettori e non solo su quelli della dopamina. Avendo però il potere di farci straripare di dopamina, l'alcool ci rigenera, ci esalta, ci libera, acuisce i nostri sensi. Mentre ci risveglia, ci fa lentamente del male.
Forse per questo che da sobri all'inizio ci sentiamo così soli. La vita sembra meno intensa, non c'è frenesia, si ripresenta l'inibizione - cioè la separazione. L'alcol è in grado di creare un senso di comunione quando si beve in compagnia, specialmente quando a bere sono uomo e una donna. L'alcolista solitario è una delle tante declinazioni del bere.