Latino: dall'autore Properzio, opera Elegie parte Libro II, Elegia VIII
ERIPITVR nobis iam pridem cara puella: et tu me lacrimas fundere, amice, vetas
Mi è strappata la fanciulla cara già da tempo: e tu, amico, mi vieti di versare lacrime
nullae sunt inimicitiae nisi amoris acerbae: ipsum me iugula, lenior hostis ero; possum ego in alterius positam spectare lacerto
Nessuna inimicizia è amara se non quella dell'amore: sgozzami, sarò un nemico più debole; posso stare a guardare mentre si poggia sulla spalla di un altro
[5] nec mea dicetur, quae modo dicta mea est
[5] Non sarà detta più mia, colei che poco fa era detta mia