Properzio, Elegie: Libro IV, Elegia IX

Properzio, Elegie: Libro IV, Elegia IX

Latino: dall'autore Properzio, opera Elegie parte Libro IV, Elegia IX
Amphitryoniades qua tempestate iuuencos egerat a stabulis, o Erythea, tuis, uenit ad inuictos pecorosa Palatia montis, et statuit fessos fessus et ipse boues, qua Velabra suo stagnabant flumine quoque[5] nauta per urbanas uelificabat aquas Al tempo in cui il figlio di Anfitrione aveva rubato i buoi dalle tue stalle, o Eritea, giunse alle cime intatte del Palatino ricco di greggi, e stanco lui stesso fermò i buoi pure stanchi,dove anche il Velabro ristagnava col suo corso, [5] il marinaio veleggiava attraverso le acque urbane
sed non infido manserunt hospite Caco incolumes: furto polluit ille Iouem Ma non rimasero incolumi, a causa di Caco ospite infido:quello offese Giove con un furto
incola Cacus erat, metuendo raptor ab antro, per tria partitos qui dabat ora sonos Caco era un abitante, predone dall'antro orrido, e che attraverso tre bocche emetteva suoni

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Properzio, Elegie: Libro II, Elegia III
Properzio, Elegie: Libro II, Elegia III

Latino: dall'autore Properzio, opera Elegie parte Libro II, Elegia III

[10] hic, ne certa forent manifestae signa rapinae, auersos cauda traxit in antra boues, nec sine teste deo: furem sonuere iuuenci, furis et implacidas diruit ira fores [10] Costui, affinché non fossero certi i segni della chiara rapina, trascinò nelle caverne i buoi tirati all'indietro per la coda, non senza un dio testimone: i buoi stordirono il ladro, e l'ira travolse con le furie le porte selvagge
Maenalio iacuit pulsus tria tempora ramo[15] Cacus, et Alcides sic ait: "ite, boues, Herculis ite boues, nostrae labor ultime clauae, bis mihi quaesitae, bis mea praeda, boues, aruaque mugitu sancite Bouaria longo: nobile erit Romae pascua uestra Forum Caco giacque percosso alle tre teste dalla clava menalia, [15] e l'Alcide così disse: "Andate, buoi,andate buoi di Ercole,ultima fatica della nostra clava,buoi due volte richiestimi, due volte mia preda, e consacrate con un lungo muggito il Campo Boario: il vostro pascolo sarà il nobile Foro di Roma"

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Properzio, Elegie: Libro II, Elegia XXXII
Properzio, Elegie: Libro II, Elegia XXXII

Latino: dall'autore Properzio, opera Elegie parte Libro II, Elegia XXXII

"[20] dixerat, et sicco torquet sitis ora palato, terraque non ullas feta ministrat aquas [20] Aveva parlato,e la sete tormenta la bocca con la gola secca, e la terra fertile non offre alcuna acqua
sed procul inclusas audit ridere puellas, lucus ubi umbroso fecerat orbe nemus, femineae loca clausa deae fontesque piandos[25] impune et nullis sacra retecta uiris Ma lontano sentì ridere le fanciulle al chiuso, dove la selva aveva creato un bosco con un cerchio ombroso, luogo chiuso di una divinità femminile e fonti da onorare [25] riti impunemente svelati a nessun uomo

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Properzio, Elegie: Libro II, Elegia XXII
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Latino: dall'autore Properzio, opera Elegie parte Libro II, Elegia XXII

deuia puniceae uelabant limina uittae, putris odorato luxerat igne casa, populus et longis ornabat frondibus aedem, multaque cantantis umbra tegebat auis Bende purpuree velavano le soglie solitarie, una capanna putrida brillava per un fuoco profumato, e un pioppo ornava con lunghi rami il tempio, e molta ombra era rifugio dell'uccello canoro
[30] huc ruit in siccam congesta puluere barbam, et iacit ante fores uerba minora deo: "uos precor, o luci sacro quae luditis antro, pandite defessis hospita fana uiris [30] Qui corre con la polvere raccolta sulla barba ispida, e lancia davanti alle porte parole inadeguate a un dio: " Vi prego, o voi che scherzate nel sacro antro del bosco, aprite a uomini stanchi i templi ospitali

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Properzio, Elegie: Libro II, Elegia IV
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Latino: dall'autore Properzio, opera Elegie parte Libro II, Elegia IV

fontis egens erro circaque sonantia lymphis;[35] et caua succepto flumine palma sat est Erro intorno in cerca di una fonte e in luoghi che risuonino di acque; [35] e basta un palmo cavo dopo aver attinto dal fiume

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