mollia, Pegasides, date vestro serta poetae: non faciet capiti dura corona meo; [20] at mihi quod vivo detraxerit invida turba, post obitum duplici faenore reddet Honos; omnia post obitum fingit maiora vetustas: maius ab exsequiis nomen in ora venit | [20] Ma ciò che la folla invidiosa avrà tolto a me da vivo, dopo la morte la Gloria restituirà in doppia misura; dopo la morte il tempo che passa rende più grandi tutte le cose: più grande giunge il nome sulla bocca dopo le esequie |
nam quis equo pulsas abiegno nosceret arces,[25] fluminaque Haemonio comminus isse viro, Idaeum Simoenta Iovis cum prole Scamandro, Hectora per campos ter maculasse rotas | Infatti chi conoscerebbe le rocche distrutte da un cavallo di legno, [25] e i fiumi essere andati vicino all'eroe Emonio, l'Ideo Simoenta con lo Scamandro prole di Giove, Ettore aver insanguinato per tre volte le ruote attraverso le pianure |
Deiphobumque Helenumque et Pulydamantis in armis qualemcumque Parim vix sua nosset humus | E Deifobo ed Eleno e Pulidamante e Paride qualunque fosse con le armi a stento saprebbe la sua terra |
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[30] exiguo sermone fores nunc, Ilion, et tu Troia bis Oetaei numine capta dei | [30] Ora ci sarebbero poche parole , o Ilio, anche tu Troia per due volte presa dal dio dell'Eta |
nec non ille tui casus memorator Homerus posteritate suum crescere sensit opus; meque inter seros laudabit Roma nepotes:[35] illum post cineres auguror ipse diem | E quell'Omero cantore della tua rovina sentì crescere la sua opera con la posterità; e Roma mi loderà fra i tardi nipoti: [35] io stesso mi auguro quel giorno dopo i funerali |
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ne mea contempto lapis indicet ossa sepulcro, provisum est Lycio vota probante deo | Non indichi le mie ossa una lapide su una dimenticata sepoltura, fu provveduto con il dio Licio che approva la richiesta |