[20] Ah, quotiens teneras resonant mea verba sub umbras, Scribitur et vestris Cynthia corticibus | [20] Ah, quante volte le mie parole risuoneranno sotto le tenere ombre, e Cinzia sarà scritta sulle vostre cortecce |
En tua quot peperit nobis iniuria curas, Quae solum tacitis cognita sunt foribus | Forse il tuo torto mi avrà procurato degli affanni, che sono noti solo alle silenziose porte |
Omnia consuevi timidus perferre superbae [25] Iussa neque arguto facta dolore queri | Da timido mi abituai a sopportare tutte le cose della superba [25] né lamentai con profondo dolore le azioni imposte |
Maybe you might be interested
Properzio, Elegie: Libro II, Elegia VII
Latino: dall'autore Properzio, opera Elegie parte Libro II, Elegia VII
Pro quo divini fontes et frigida rupes Et datur inculto tramite dura quies; Et quodcumque meae possunt narrare querelae, Cogor ad argutas dicere solus aves | In cambio di ciò fonti divine e fredde rupi e un duro riposo è dato in un incerto sentiero; e qualunque cosa possono narrare i miei lamenti, sono costretto a parlare da solo agli uccelli canori |
[30] Sed qualiscumque es, resonent mihi "Cynthia" silvae, Nec deserta tuo nomine saxa vacent | [30] Ma comunque tu sia, le selve risuonino per me "Cinzia", né le deserte rupi siano prive del tuo nome |
Maybe you might be interested
Properzio, Elegie: Libro IV, Elegia XI
Latino: dall'autore Properzio, opera Elegie parte Libro IV, Elegia XI