Latino: dall'autore Properzio, opera Elegie parte Libro II, Elegia XIX
ETSI me invito discedis, Cynthia, Roma, laetor quod sine me devia rura coles
Sebbene ti allontani da Roma contro la mia volontà, o Cinzia, sono contento poiché senza me frequenterai terre solitarie
nullus erit castis iuvenis corruptor in agris, qui te blanditiis non sinat esse probam; nulla neque ante tuas orietur rixa fenestras,[5] nec tibi clamatae somnus amarus erit
Non ci sarà nessun giovane seduttore nelle caste campagne, che con lusinghe non ti permetta di essere onesta; e nessuna lite nascerà davanti alle tue finestre, [5] né il sonno sarà amaro per te invocata
sola eris et solos spectabis, Cynthia, montis et pecus et finis pauperis agricolae
Sarai sola, o Cinzia, guarderai i monti solitari e il gregge e la terra del povero contadino
Latino: dall'autore Properzio, opera Elegie parte Libro II, Elegia VII
illic te nulli poterunt corrumpere ludi, fanaque peccatis plurima causa tuis
Lì nessuno spettacolo ti potrà corrompere, e le cerimonie frequentissima causa per i tuoi peccati
[10] illic assidue tauros spectabis arantis, et vitem docta ponere falce comas; atque ibi rara feres inculto tura sacello, haedus ubi agrestis corruet ante focos; protinus et nuda choreas imitabere sura;[15] omnia ab externo sint modo tuta viro
[10] Lì guarderai i tori che arano assiduamente, e la vite deporre sotto l'esperta falce i rami; e là porterai scarsi incensi in un sacello disadorno, dove un capretto cadrà davanti ai fuochi agresti; subito e a gambe nude imiterai le danze;[15] purché tutte le cose siano al sicuro da gente estranea
Latino: dall'autore Properzio, opera Elegie parte Libro II, Elegia XV
ipse ego venabor: iam nunc me sacra Dianae suscipere et Veneris ponere vota iuvat
Io stesso caccerò: già ora mi è caro fare sacrifici a Diana e abbandonare i riti di Venere
incipiam captare feras et reddere pinu cornua et audaces ipse monere canis;[20] non tamen ut vastos ausim temptare leones aut celer agrestis comminus ire sues
Comincerò a catturare le fiere e appendere le corna a un pino e io stesso a istruire i cani coraggiosi; [20] tuttavia non fino a che io osi tentare i grandi leoni o veloce avvicinare i cinghiali selvaggi
Latino: dall'autore Properzio, opera Elegie parte Libro IV, Elegia XI
haec igitur mihi sit lepores audacia mollis excipere et structo figere avem calamo, qua formosa suo Clitumnus flumina luco[25] integit, et niveos abluit unda boves
Dunque per me ci sia questa audacia a catturare le lepri delicate e trafiggere l'uccello con una freccia fabbricata, dove il Clitumno copre i bei fiumi col suo bosco,[25] e l'onda lava i bianchi buoi
tu quotiens aliquid conabere, vita, memento venturum paucis me tibi Luciferis
Tu, vita, ogni volta che desidererai qualcosa, ricorda che sto per giungere a te fra pochi giorni
Latino: dall'autore Properzio, opera Elegie parte Libro IV, Elegia III
hic me nec solae poterunt avertere silvae, nec vaga muscosis flumina fusa iugis,[30] quin ego in assidua mutem tua nomina lingua: absenti nemo non nocuisse velit
Qui né le selve solitarie potranno distogliermi, né vaghi fiumi scorrenti in muschiosi gioghi, [30] anzi io cambierò il nome tuo in un discorso continuo: nessuno voglia nuocere a chi è assente