Adolph Hitler lo adorava per la sua efficienza. La ghigliottina tedesca era veloce e facile da spostare per il paese. Più piccola di quella francese e con una lama più pesante. I nazisti la usavano contro:
- dissidenti politici
- persone contrarie alla guerra
- chi parlava male del governo alla radio
Reichhart viaggiava per la nazione portando con se la ghigliottina e indossando abiti formali. Giustiziava i nemici del regime e questo lo faceva sentire nel giusto. Era un uomo austero che raramente sorrideva.
La lama veniva sollevata fino in cima pronta all'uso, il condannato veniva trascinato da due aiutanti è legato sull'abaco. Veniva piegato in avanti e fatto scivolare fino a quando non gli veniva bloccato il capo. Per Reichhart non era ancora abbastanza veloce, rimuove la bascula e niente più fibbie. Due aiutanti l'avrebbero tenuto fermo, non c'era tempo da perdere, erano troppe le esecuzioni da affrontare. In un attimo la testa cadeva, un imbuto speciale raccoglieva il sangue che veniva assorbito dalla segatura. Ogni meccanismo era studiato per uccidere più persone nel minor tempo possibile. Ogni esecuzione doveva essere eseguita dal suono di una campana così che i prigionieri sentendola, capissero quello che stava succedendo. Quando la campana si fermava l'esecuzione era terminata. Reichhart riesce a decapitare 168 persone in una sola notte.
Hilter si convinse che la ghigliottina doveva diventare il principale strumento di esecuzione della Germania nazista. Ne vengono costruiti 20 e fatti consegnare alle prigioni del reich.
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SOPHIE SCHOLL
Il 22 febbraio 1943 tra le vittime di Reichhart finisce anche Sophie Scholl. Il suo crimine era stato quello di essere uno dei leader del movimento della rosa bianca che si opponeva in modo non violento al regime scrivendo e distribuendo volantini agli studenti universitari di Monaco.
Si stima che i nazisti uccisero con lo strumento della ghigliottina circa 16.500 persone. Il mestiere del boia era un lavoro che rendeva molto ricchi. Reichhart riceveva uno stipendio di 3.000 marchi a cui si doveva aggiungere un bonus di 75 marchi per ogni esecuzione. Aveva accumulato una fortuna di oltre 200 mila marchi l'equivalente di oltre un milione di sterline attuali.
Il regime pretese che i parenti dovessero accollarsi la spesa per le carte burocratiche e di esecuzione. Da questa somma veniva presa la paga di Reichhart, quindi i parenti pagavano per l'uccisione del caro defunto.
Quando si intravede la fine della guerra, Berlino viene costantemente bombardata dagli aerei degli alleati ma Reichhart non si ferma e gira il paese per rispettare la sua tabella delle esecuzioni. Verrà infine catturato e per non passare il resto della vita in carcere, accetta la proposta dei nemici. Doveva uccidere per impiccagione e decapitazione gli ufficiali e soldati tedeschi imprigionati. Sarebbe stato il famoso boia nazista ad ucciderli, in una sorta di vendetta psicologica