tum virgam capit: hac animas ille evocat Orco pallentis, alias sub Tartara tristia mittit, dat somnos adimitque, et lumina morte resignat | Allora prende la verga: con questa egli richiama le anime pallide dall'Orco, altre le invia sotto i tristi Tartari, dà i sonni e li toglie, e libera gli occhi dalla morte |
illa fretus agit ventos et turbida tranat nubila | Munendosi di essa spinge i venti e trapassa le torbide nuvole |
iamque volans apicem et latera ardua cernit Atlantis duri caelum qui vertice fulcit, Atlantis, cinctum adsidue cui nubibus atris piniferum caput et uento pulsatur et imbri, nix umeros infusa tegit, tum flumina mento praecipitant senis, et glacie riget horrida barba | Ormai volando vede la vetta ed i fianchi ripidi del duro Atlante che regge col capo il cielo, di Atlante, cui la testa ricca di pini frequentemente è cinta di nere nubi ed è battuta da vento e da pioggia, la neve scesa copre le spalle, poi fiumi precipitano dal mento del vecchio e l'ispida barba s'irrigidisce pel ghiaccio |
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Virgilio, Eneide: Libro 06 - I CAMPI ELISI
Latino: dall'autore Virgilio, opera Eneide parte Libro 06 - I CAMPI ELISI
hic primum paribus nitens Cyllenius alis constitit; hinc toto praeceps se corpore ad undas misit aui similis, quae circum litora, circum piscosos scopulos humilis volat aequora iuxta | Qui dapprima il Cillenio splendente si fermò con l'ali appaiate; di qui con tutto il corpo si lanciò capofitto nell'onde simile ad uccello, che attorno alle spiagge, attorno ai pescosi scogli vola basso vicino alle acque |
haud aliter terras inter caelumque volabat litus harenosum ad Libyae, ventosque secabat materno veniens ab avo Cyllenia proles | Non diversamente volava tra cielo e terra verso il lido sabbioso di Libia, e la prole cillenia provenendo dall'avomaterno tagliava i venti |
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ut primum alatis tetigit magalia plantis, Aenean fundantem arces ac tecta novantem conspicit | Appena con le piante alate toccò i sobborghi, vede Enea che fonda le rocche e crea nuove case |
atque illi stellatus iaspide fulva ensis erat Tyrioque ardebat murice laena demissa ex umeris, dives quae munera Dido fecerat, et tenui telas discreverat auro | Egli aveva pure una spada costellata di rosso di aspro ed un mantello di porpora tiria,che scendeva dalle spalle, splendeva: questo dono l'aveva fatto la ricca Didone e l'aveva trapuntato la stoffa d'oro sottile |
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continuo invadit: 'tu nunc Karthaginis altae fundamenta locas pulchramque uxorius urbem exstruis | Subito l'assale: Tu adesso poni le fondamenta della grande Cartagine e ligio alla moglie costruisci una bella città |
heu, regni rerumque oblite tuarum | Ahimè, dimentico del regno e delle tue imprese |
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ipse deum tibi me claro demittit Olympo regnator, caelum et terras qui numine torquet, ipse haec ferre iubet celeris mandata per auras: quid struis | Lo stesso re degli dei mi invia dallo splendidoOlimpo, lui che con potenza volge cielo e terra,lui ordina di recare questi ordini nei cieli veloci:cosa combini |