Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 19, Paragrafi 113-189, pag 3

Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 19, Paragrafi 113-189

Latino: dall'autore Plinio il Vecchio, opera Naturalis Historia parte Libro 19, Paragrafi 113-189
condiuntur quoque aceto melle diluto addita laseris radice et cumino, ne quis dies sine carduo sit

[154] Cetera in transcursu dici possunt

ocimum Parilibus optime seri ferunt, quidam et autumno iubentque, cum in hiemem seratur, aceto semen perfundi

eruca quoque et nasturtium vel aestate vel hieme facillime nascuntur

eruca praecipue frigorum contemptrix diversae est quam lactuca naturae concitatrixque veneris

[155] idcirco iungitur illi fere in cibis, ut nimio frigori par fervor inmixtus temperamentum aequet

nasturtium nomen accepit a narium tormento, et inde vigoris significatio proverbio usurpavit id vocabulum veluti torporem excitantis

in Arabia mirae amplitudinis dicitur gigni

[156] Ruta quoque seritur favonio et ab aequinoctio autumni
Sono conservati anche con l'aceto diluito con miele con aggiunta la radice di laser pizio e il cumino, affinché non ci sia alcun giorno senza il cardo

[154] Gli altri possono essere trattati incidentalmente

Dicono che il basilico sia seminato ottimamente durante le feste di Pale, alcuni consigliano anche in autunno e, quando è seminato durante l'inverno, che il seme sia bagnato con l'aceto

Anche l'erica e il nasturzio nascono molto facilmente sia in estate sia in inverno

La ruca è particolarmente tollerante dei freddi di una natura diversa dalla lattuga e suscitatrice di passione amorosa

[155] Perciò è unita a quella per lo più nei cibi, affinché il pari calore mescolato al troppo freddo uguagli la temperatura

Il nasturzio prende il nome dall'irritazione delle narici, e poi il significato del vigore assegnò alla frase questo vocabolo come di cosa che caccia il torpore

In Arabia si dice essere prodotto di notevole grandezza

[156] Anche la ruta è seminata col favonio e dall'equinozio d'autunno
odit hiemem et umorem ac fimum, apricis gaudet ac siccis terraque quam maxime lateraria, cinere vult nutriri

hic et semini miscetur, ut careat urucis

auctoritas ei peculiaris apud antiquos fuit

invenio mulsum rutatum populo datum a Cornelio Cethego, in consulatu collega Quinti Flaminini, comitiis peractis

amicitia ei cum fico tanta, ut nusquam laetior proveniat quam sub hac arbore

[157] seritur et surculo, melius in perforatam fabam indito, quae suco nutrit conprehendendo surculum

serit et se ipsa, namque incurvato cacumine alicuius rami cum attigit terram, statim radicatur

eadem et ocimo natura, nisi quod difficilius arescit semen

ruta runcatur non sine difficultate, pruritivis ulceribus, ni munitis manibus id fiat oleove defensis

condiuntur autem et eius folia servanturque fasciculis
Odia l'inverno e l'umidità e il concime, gode dei luoghi soleggiati e secchi e del terreno argilloso al massimo, vuole essere nutrita di cenere

Questa è mescolata anche al seme, affinché si liberi dai bruchi

Per essa ci fu un prestigio particolare presso gli antichi

Trovo che da Cornelio Cetego, collega di Quinto Flaminio nel consolato, conclusi i comizi, fu dato al popolo vino dolce con ruta

Per essa tanta la sintonia col fico, che in nessun luogo cresce più rigogliosa che sotto quest'albero

[157] E' piantata anche con un germoglio, meglio inserito in una fava perforata, che nutre col succo racchiudendo il germoglio

Si semina anche da se stessa, infatti quando con la punta curvata di qualche ramo tocca il terreno, subito mette radici

La stessa caratteristica anche per il basilico, se non che il seme inaridisce più difficilmente

La ruta è pulita non senza difficoltà, con ferite pruriginose, se ciò non avviene con le mani protette o difese con l'olio

Anche le sue foglie sono poi conservate e sono mantenute in piccoli fasci
[158] Ab aequinoctio verno seritur apium semine paulum in pila pulsato

crispius sic putant fieri aut si satum calcetur cylindro pedibusve

proprium ei, quod colorem mutat

honos in Achaia coronare victores sacri certaminis Nemeae

[159] Eodem tempore seritur menta planta vel, si nondum germinet, spongea

non minus haec umido gaudet

aestate viret, hieme flavescit

genus eius silvestre mentastrum; ex hoc propagatur ut vitis vel si inversi rami serantur

mentae suavitas odoris apud Graecos mutavit, cum alioqui mintha vocaretur, unde veteres nostri nomen declinaverunt; nunc autem coepit dici ἡδυοσμον

[160] grata tomento mensas odore percurrit in rusticis dapibus

semel sata diutina aetate durat

congruit puleio, cuius natura in carnariis reflorescens saepius dicta est
[158] Dall'equinozio primaverile si pianta il sedano col seme pestato un po' nel pestello

Pensano che così diventi più crespo o se piantato è battuto con un cilindro o con i piedi

Caratteristico per esso, che cambia colore

In Acaia l'onore d'incoronare i vincitori della gara sacra di Nemea

[159] Nello stesso periodo è piantata la menta col pollone o, se non è ancora germogliata, con la radice intrecciata

Questa non gode meno dell'umidità

Verdeggia in estate, ingiallisce in inverno

Il mentastro la sua specie selvatica; da questo si sviluppa come la vite o se i rami sono piantati al contrario

La soavità dell'odore fece cambiare (nome) alla menta presso i Greci, essendo chiamata da qualcuno minta, da qui i nostri antenati derivarono il nome; ora invece comincia ad essere chiamata hedyosmon

[160] Gradita nelle pietanze campagnole riempie le mense con intenso odore

Piantata una volta dura a lungo nel tempo

S'accorda col puleggio, la cui caratteristica si è detta che rifiorisce più spesso nelle dispense

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Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 21, Paragrafi 91-100
Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 21, Paragrafi 91-100

Latino: dall'autore Plinio il Vecchio, opera Naturalis Historia parte Libro 21, Paragrafi 91-100

haec quoque servantur simili genere, mentam dico puleiumque et nepetam

condimentorium tamen omnium, quae fastidiis, cuminum amicissimum

[161] nascitur in summa tellure vix haerens et in sublime tendens in putribus et calidis maxime locis, medio serendum vere

alterum eius genus silvestre, quod rusticum vocant, alii Thebaicum, si tritum ex aqua potetur, in dolore stomachi prodest

in Carpetania nostri omnis maxime laudatur, alioqui Aethiopico Africoque palma est; quidam in hoc Aegyptium praeferunt

[162] Sed praecipue olusatrum mirae naturae est

hipposelinum Graeci vocant, alii zmyrnium

e lacrima caulis sui nascitur

seritur et radice

sucum eius qui colligunt, murrae saporem habere dicunt, auctorque est Theophrastus murra sata natum
Anche queste sono conservate nello stesso modo, dico la menta e il puggio e la nepitella

Tuttavia di tutti i condimenti, quelli che per le nausee, il cumino il più propizio

[161] Nasce a fior di terra aderendo appena e tendendo verso l'alto soprattutto in luoghi molli e caldi, va seminato a metà primavera

Selvatica l'altra sua specie, che chiamano rustica, altri tebaica, se tritato è bevuto con acqua, giova nel dolore di stomaco

Di tutto quello nostro è apprezzato soprattutto in Carpetania, altrove il primato è per l'etiopico e l'africano; alcuni preferiscono l'Egitto su questo

[162] Ma particolarmente l'olusatro è di notevole caratteristica

I Greci lo chiamano ipposelino, altri smirnio

Nasce da una stilla del suo gambo

E' seminato anche con la radice

Quelli che raccolgono il suo succo, dicono che il sapore sa di mirra, e Teofrasto sostiene derivato dalla mirra piantata
[163] hipposelinum veteres praeceperunt in locis incultis, lapidosis iuxta maceriam seri- nunc et repastinato seritur et a favonio post aequinoctium autumnum-, quippe cum capparis quoque seratur sic, siccis maxime, area ideo fossa inclusa ripisque undique circumstructis lapide; alias evagatur per agros et cogit solum sterilescere

floret aestate, viret usque ad vergiliarum occasum, sabulosis familiarissimum

vitia eius, quod trans maria nascitur, diximus inter peregrinos frutices

[164] Peregrinum et careum gentis suae nomine appellatum, culinis principale

in quacumque terra seri vult ratione eadem, qua olusatrum, laudatissimum tamen in Caria, proximum Phrygia

[165] Ligusticum silvestre est in Liguriae suae montibus; seritur etiam ubique

suavius sativum, sed sine viribus

panacem aliqui vocant
[163] Gli antichi suggerirono che l'ipposelino sia seminato in luoghi incolti, pietrosi vicino a un muro- ora è piantato anche nel terreno rizappato e dal momento del favonio dopo l'equinozio autunnale-, inoltre anche con i capperi si semina così, soprattutto in luoghi secchi, in un'area quindi scavata e limitata da argini da ogni parte costruiti di pietra; diversamente si spande per i campi e costringe il suolo a seccare

Fiorisce in estate, verdeggia fino al tramonto delle vergilie, molto comune nei luoghi sabbiosi

Abbiamo elencato fra gli arbusti stranieri i difetti di quello, che nasce oltre i mari

[164] Straniero anche il cario chiamato col nome della sua regione, elemento principale per le cucine

Vuole essere seminato in qualsiasi terreno con lo stesso metodo, dell'oleastro, tuttavia molto apprezzato in Caria, subito dopo in Frigia

[165] Il ligustico selvatico si trova sui monti della sua Liguria; è anche piantato dovunque

Più dolce quello piantato, ma senza forze

Alcuni lo chiamano panacea

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Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 26, Paragrafi 126-133
Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 26, Paragrafi 126-133

Latino: dall'autore Plinio il Vecchio, opera Naturalis Historia parte Libro 26, Paragrafi 126-133

Crateuas apud Graecos cunilam bubulam eo nomine appellat, ceteri vero conyzam, id est cunilaginem, thymbram vero quae sit cunila

haec apud nos habet vocabulum et aliud, satureia dicta in condimentario genere

seritur mense Februario

origano aemulo nusquam utrumque additur, quippe similis effectus

sed cunilae Aegyptium origanum tantum praefertur

[166] Peregrinum fuit et lepidium

seritur a favonio, dein, cum fruticavit, iuxta terram praeciditur, tunc runcatur stercoraturque

per biennium hoc postea, iisdem fruticibus, utuntur, si non saevitia hiemis ingruat, quando inpatientissimum est frigorum

exit et in cubitalem altitudinem, foliis lauri, sed mollius

usus eius non sine lacte

[167] Git pistrinis, anesum et anetum culinis et medicis nascuntur; sacopenium, quo laser adulteratur, et ipsum in hortis quidem, sed medicinae tantum
Crateva presso i Greci chiama con questo nome la cunila bovina, gli altri invece coniza, cioé cunilagine, invece timbra quella che è la cunila

Presso di noi questa ha anche un altro nome, detta santoreggia nel tipo da condimento

E' piantata nel mese di Febbraio

Ciascuno dei due non è mescolato mai all'origano simile, poiché di uguale effetto

Ma solo l'origano egiziano è preferito alla cunila

[166] Forestiero fu anche il lepidio

E' piantato nel momento del favonio, poi, quando germoglia, viene tagliato vicino al terreno, allora viene sarchiato e concimato

Dopo per due anni fanno uso di questo, con gli stessi germogli, se non imperversa la durezza dell'inverno, poiché è molto intollerante dei freddi

Spunta anche fino all'altezza di un cubito, con le foglie del lauro, ma più teneramente

Il suo uso non senza il latte

[167] La nigella per i forni, l'anice e l'aneto nascono per le cucine e i medici; il sacopenio, con cui è adulterato il laserpizio, lo stesso certo anche negli orti, ma solo per la medicina
Sunt quaedam comitantia aliorum satus; papaver namque cum brassica seritur ac porcillaca, et eruca cum lactuca

[168] papaveris sativi tria genera: candidum, cuius semen tostum in secunda mensa cum melle apud antiquos dabatur; hoc et panis rustici crustae inspergitur, adfuso ovo inhaerens, ubi inferiorem crustam apium gitque cereali sapore condiunt

alterum genus est papaveris nigrum, cuius scapo inciso lacteus sucus excipitur

[169] tertium genus rhoean vocant Graeci, id nostri erraticum; sponte quidem, sed in arvis cum hordeo maxime nascitur, erucae simile, cubitali altitudine, flore rufo et protinus deciduo, unde et nomen a Graecis accepit

de reliquis generibus papaveris sponte nascentis dicemus in medicinae loco
Ci sono alcune che accompagnano la semina di altre; infatti il papavero è seminato col cavolo e la portulaca, e la ruca con la lattuga

[168] Tre i tipi del papavero coltivato: bianco, il cui seme tostato era dato in seconda portata col miele presso gli antichi; questo è cosparso anche di crosta di pane rustico, aderendovi con un uovo spalmato, dove il sedano e la nigella condiscono la crosta inferiore col sapore del cereale

L'altro tipo di papavero è nero, dal cui gambo inciso è ricavato un succo latteo

[169] I Greci chiamano rea il terzo tipo, i nostri questo errante; nasce certo spontaneamente, ma soprattutto nei campi con l'orzo, simile alla ruca, con l'altezza di un cubito, con il fiore rosso e subito caduco, da cui prese anche il nome dai Greci

Sugli altri generi di papavero che nasce spontaneamente parleremo nella sezione della medicina

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Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 33, Paragrafi 123-164
Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 33, Paragrafi 123-164

Latino: dall'autore Plinio il Vecchio, opera Naturalis Historia parte Libro 33, Paragrafi 123-164

fuisse autem in honore apud Romanos semper indicio est Tarquinius Superbus, qui legatis a filio missis decutiendo papavera in horto altissima sanguinarium illud responsum hac facti ambage reddidit

[170] Rursus alio comitatu aequinoctio autumni seruntur coriandrum, anetum, atriplex, malva, lapathum, caerefolium, quod paederota Graeci vocant, et acerrimum sapore igneique effectus ac saluberrimum corpori sinapi, nulla cultura, melius tamen planta tralata

quin e diverso vix est sato semel eo liberare locum, quoniam semen cadens protinus viret

[171] usus eius etiam pro pulmentario in patellis decocto, citra intellectum acrimoniae

cocuntur et folia, sicut reliquorum olerum

sunt autem trium generum: unum gracile, alterum simile rapi foliis, tertium erucae

semen optimum Aegyptium
L'essere stato poi sempre in pregio presso i Romani è prova Tarquinio il Superbo, che col tagliare i papaveri più alti nell'orto dette agli ambasciatori mandati dal figlio quel responso sanguinario con quest'allusione del gesto

[170]Ancora con altro accompagnamento sono piantati nell'equinozio d'autunno il coriandolo, l'aneto, l'atrepice, la malva, il lapazio, il cerfoglio, che i Greci chiamano pederota, anche la senape molto piccante nel sapore e dell'effetto del fuoco ma molto salutare per il corpo, di nessuna cura, tuttavia meglio col fusto trapiantato

Anzi al contrario a stento si riesce a liberare un luogo una volta che questa è piantata, perché il seme cadendo verdeggia subito

[171] Il suo uso anche come companatico cotto in padelle, contro la capacità di asprezza

Sono cotte anche le foglie, come (quelle) delle altre verdure

Sono poi di tre tipi: uno tenero, l'altro simile alle foglie della rapa, il terzo alla ruca

Ottimo il seme egiziano
Athenienses napy appellaverunt, alii thlaspi, alii saurion

[172] Serpyllo et sisymbrio montes plerique scatent, sicut Threciae

itaque deferunt ex his avulsos ramos seruntque, item Sicyone ex suis montibus et Athenis ex Hymetto

simili modo et sisymbrium serunt

laetissimum nascitur in puteorum parietibus et circa piscinas ac stagna

[173] Reliqua sunt ferulacei generis, ceu feniculum anguibus, ut diximus, gratissimum, ad condienda plurima, cum inaruit, eique perquam similis thapsia, de qua diximus inter externos frutices; deinde utilissima funibus cannabis

seritur a favonio; quo densior est, eo tenerior

semen eius, cum est maturum, ab aequinoctio autumni destringitur et sole aut vento aut fumo siccatur

ipsa cannabis vellitur post vindemiam ac lucubrationibus decorticata purgatur
Gli Ateniesi lo chiamarono granello di senape, altri crescione, altri seme di senape

[172]La maggior parte dei monti abbonda di serpillo e sisimbrio, come quelli della Tracia

Pertanto portano via da essi e piantano i rami staccati, così a Sicione dai suoi monti e ad Atene dall'Imetto

Nello stesso modo piantano anche il sisimbrio

Nasce molto rigoglioso sulle pareti dei pozzi e intorno alle peschiere e agli stagni

[173] I rimanenti sono del tipo ferulaceo, come il finocchio molto gradito alle serpi, come abbiamo detto, per i condimenti di diverse pietanze, quando secca, e molto simile ad esso il crescione, di cui abbiamo parlato tra gli arbusti stranieri; poi la canapa molto utile per le funi

E' piantata al momento del favonio; quanto più fitta è, tanto più tenera

Il suo seme, quando è maturo, è raccolto dopo l'equinozio d'autunno ed è seccato col sole o il vento o il fumo

La canna stessa è raccolta dopo la vendemmia e decorticata è pulita nei lavori notturni

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[174] optima Alabandica, plagarum praecipue usibus

tria eius ibi genera: inprobatur cortici proximum aut medullae; laudatissima est e medio quae mesa vocatur

secunda Mylasea

quod ad proceritatem quidem attinet, Rosea agri Sabini arborum altitudinem aequat

[175] ferulae duo genera in peregrinis fruticibus diximus

semen eius in Italia cibus est; conditur quippe duratque in urceis vel anni spatio

duo ex ea genera, caules et racemi

corymbian hanc vocant corymbosque quos condiunt

[176] Morbos hortensia quoque sentiunt sicut reliqua terra sata

namque et ocimum senectute degenerat in serpyllum, et sisymbrium in zmintham, et ex semine brassicae vetere rapa fiunt, atque invicem

et necatur cuminum αἱμοδωρω, nisi repurgetur; est autem unicaule, radice bulbo simili, non nisi in gracili solo nascens
[174] Ottima l'alabandica, specie per gli usi delle ferite

Qui tre i suoi tipi: è disapprovata la parte vicina alla corteccia o al midollo; è molto pregiata quella del centro che è detta mesa

Seconda quella di Mileto

Per quello che riguarda poi l'altezza, la rosea della campagna sabina uguaglia l'altezza degli alberi

[175] Abbiamo citato due tipi di ferula fra gli arbusti stranieri

Il suo seme è un cibo in Italia; viene condito dunque e dura negli orci anche per il periodo di un anno

Da questa due specie, gambi e racemi

Chiamano questa corimbia e corimbi quelli che condiscono

[176] Anche gli ortaggi avvertono le malattie come gli altri prodotti piantati nella terra

Infatti anche il basilico per la vecchiaia degenera in serpillo, e il sisimbrio in menta, e dal seme invecchiato del cavolo diventano rape, e viceversa

Il cumino è anche distrutto dall'emodoro, se non è ripulito; è poi di un solo gambo, con la radice simile a un bulbo, che nasce solo in un terreno povero

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