Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 19, Paragrafi 113-189, pag 4

Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 19, Paragrafi 113-189

Latino: dall'autore Plinio il Vecchio, opera Naturalis Historia parte Libro 19, Paragrafi 113-189
alius privatim cumini morbus scabies

et ocimum sub canis ortu pallescit

omnia vero accessu mulieris menstrualis flavescunt

[177] bestiolarum quoque genera innascuntur, napis pulices, raphano urucae et vermiculi, item lactucis et oleri, utrisque hoc amplius limaces et cocleae, porro vero privata animalia, quae facillime stercore iniecto capiuntur condentia in id se

ferro quoque non expedire tangi rutam, cunilam, mentam, ocimum auctor est Sabinus Tiro in libro κηπουρικων, quem Maecenati dicavit

[178] Idem contra formicas, non minimum hortorum exitium, si non sint rigui, remedium monstravit limum marinum aut cinerem obturandis earum foraminibus

Sed efficacissime heliotropio herba necantur

quidam et aquam diluto latere crudo inimicam his putant
Altra malattia specificatamente per il cumino la scabbia

Anche il basilico perde colore sotto il sorgere della canicola

Tutte in verità ingialliscono con l'avvicinamento di una donna mestruata

[177] Nascono anche tipi di insetti, le zanzare dai navoni, bruchi e vermetti dal rafano, come per le lattughe e il cavolo, per entrambe oltre a ciò lumache e chiocciole, al porro invece insetti particolari, che sono catturati molto facilmente con letame versato nascondendosi in esso

Non convenire che la ruta, la cunila, la menta il basilico siano toccati neanche col ferro, testimonia Sabino Tirone nel libro La coltivazione, che dedicò a Mecenate

[178] Lo stesso contro le formiche, flagello non piccolo dei giardini, se non sono irrigati, indicò come rimedio il fango marino o la cenere per otturare le loro buche

Ma sono uccise molto efficacemente nell'erba dal girasole

Alcuni ritengono loro nemica anche l'acqua con argilla cruda diluita
[179] naporum medicina ervi aliquid una seri, sicut olerum cicer; arcet enim urucas

quo si omisso enatae sint, remedio est absinthi sucus decocti inspersus vel sedi; genus hoc herbae, quam alii ἀειζωον vocant, diximus

[180] semen olerum si suco eius madefactum seratur, olera nulli animalium obnoxia futura tradunt; in totum vero necari urucas, si palo inponantur in hortis ossa capitis ex equino genere, feminae dumtaxat

adversus urucas et cancrum fluviatilem in medio horto suspensum auxiliari narrant

sunt qui sanguineis virgis tangant ea, quae nolint iis obnoxia esse

infestant et culices riguos hortos, praecipue si sint arbusculae aliquae

hi galbano accenso fugantur
[179] Una cura dei navoni che sia piantato un qualcosa dell'ervo, come il cece dei cavoli; infatti impedisce i bruchi

Se tralasciato questo siano nati, per il rimedio c'è il succo dell'assenzio decotto o l'aspersione del sedo; abbiamo citato questo tipo di erba, che altri chiamano sempreverde

[180] Se il seme dei legumi è piantato bagnato col suo succo, tramandano che i legumi non saranno nocivi per nessun animale; che certamente i bruchi sono completamente uccisi, se su un palo sono sovrapposte negli orti le ossa della testa di tipo equino, specialmente di una femmina

Contro i bruchi dicono che aiuti anche un granchio di fiume sospeso in mezzo all'orto

Ci sono quelli che toccano con verghe bagnate di sangue quelle piante, che non vogliono siano danneggiate da essi

Anche le zanzare infestano gli orti irrigati, specialmente se ci sono alcuni arboscelli

Queste si cacciano con il galbano acceso
[181] Nam quod ad permutationem seminum attinet, quibusdam ex his firmitas maior est, ut coriandro, betae, porro, nasturtio, sinapi, erucae, cunilae et fere acribus; infirmiora autem sunt atriplici, ocimo, cucurbitae, cucumi, et aestiva omnia hibernis magis; minime autem durat gethyum

sed ex his, quae sunt fortissima, nullum ultra quadrimatum utile est, dumtaxat serendo, culinis et ultra tempestiva sunt

[182] Peculiaris medicina raphano, betae, rutae, cunilae in salsis aquis, quae et alioqui plurimum suavitati et fertilitati conferunt

ceteris dulcium aquarum rigua prosunt

utilissimae ex his quae frigidissimae et quae potu suavissimae

minus utiles e stagno et quas elices inducunt, quoniam herbarum semina invehunt

praecipue tamen imbres alunt, nam et bestiolae innascentes necantur
[181 Infatti ciò che riguarda il mutamento dei semi, per alcuni di questi la solidità è maggiore, come per il coriandolo, la bieta, il porro, il nasturzio, la senape, la ruca, la cunila e in genere per quelli aspri; sono invece più deboli per l'atrepice, il basilico, la zucca, il cetriolo, e tutti quelli estivi più di quelli invernali; pochissimo poi dura il gezio

Ma fra questi, che sono molto resistenti, nessuno è utile oltre i quattro anni, almeno per il seminare, per le cucine sono opportuni anche dopo

[182] Rimedio peculiare per il rafano, la bieta, la ruta, la cunila nelle acque salate, che del resto contribuiscono moltissimo anche alla soavità e alla fertilità

Agli altri giovano le irrigazioni di acque dolci

Fra queste quelle molto fresche e quelle molto gradevoli a bersi

Meno utili dallo stagno e quelle che conducono i canali, perché trasportano anche i semi delle erbe

Tuttavia soprattutto le piogge nutrono, infatti sono uccise anche gli insetti che stanno nascendo

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Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 21, Paragrafi 91-100
Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 21, Paragrafi 91-100

Latino: dall'autore Plinio il Vecchio, opera Naturalis Historia parte Libro 21, Paragrafi 91-100

[183] His horae rigandi matutino atque vespera, ne infervescat aqua sole, ocimo tantum et meridie; nam etiam satum celerrime erumpere putant inter initia ferventi aqua aspersum

omnia autem tralata meliora grandioraque fiunt, maxime porri napique

in tralatione et medicina est, desinuntque sentire iniurias, ut gethyum, porrum, raphani, apium, lactucae, rapa, cucumis

[184] omnia autem fere silvestria sunt et foliis minora et caulibus, suco acriora, sicut cunila, origanum, ruta

solum vero ex omnibus lapathum silvestre melius

hoc in sativis rumix vocatur, omnium, quae seruntur nascunturque, fortissimum; tradunt certe semel satum durare nec vinci umquam a terra, maxime iuxta aquas

[185] usus eius cum tisana tantum in cibis; leniorem gratioremque saporem praestat

silvestre ad multa medicamina utile est
[183] Per essi le ore dell'irrigazione al mattino e al tramonto, affinché l'acqua non si riscaldi col sole, solo per il basilico anche a mezzogiorno; infatti ritengono che anche quello piantato spunti velocemente bagnato agli inizi con acqua calda

Inoltre tutte le piante diventano migliori e più grandi trapiantate, soprattutto i porri e i navoni

Anche nel trapianto c'è un vantaggio, e cessano di sentire i mali, come il gezio, il porro, i rafani, il sedano, le lattughe, la rapa, il cetriolo

[184] Sono poi quasi tutte selvatiche e più piccole nelle foglie e nei gambi, più aspre nel succo, come la cunila, l'origano, la ruta

Fra tutti invero il solo lapazio selvatico migliore

Questo nelle piantagioni è chiamato romice, il più resistente di tutte quelle che sono coltivate e nascono; tramandano che certamente una volta piantato resiste e non è eliminato mai dal terreno, soprattutto vicino alle acque

[185] Il suo uso solo nei cibi con la tisana d'orzo; offre un sapore più leggero e più gradevole

Il selvatico è utile per molti medicamenti
(Adeoque nihil omisit cura, ut carmine quoque comprehensum reperiam, fabis caprini fimi singulis cavatis, si porri, erucae, lactucae, apii, intubi, nasturtii semina inclusa serantur, mire provenire

Quae sunt et silvestria, eadem sativis sicciora intelleguntur et acriora

) [186] Namque et sucorum saporumque dicenda differentia est, vel maior in his quam in pomis

sunt autem acres cunilae, origani, nasturti, sinapis, amari absinthi, centaurei; aquatiles cucumeris, cucurbitae, lactucae; acuti thymi, cunilae; acuti et odorati apii, aneti, feniculi

salsus tantum e saporibus non nascitur; aliquando extra insidit pulveris modo, et cicerculis tantum
(A tal punto la ricerca non trascurò nulla, che troverò anche in un carme la scoperta, con palline di sterco di capra singolarmente forate, se sono piantati semi introdotti di porro, ruca, lattuga, sedano indivia, nasturzo, svilupparsi meravigliosamente

Quelle che sono anche selvatiche, le stesse sono considerate più asciutte e più aspre delle coltivate)

[186] Infatti bisogna anche spiegare la differenza dei succhi e dei sapori, e maggiore in questi che nei frutti

Sono quindi aspri le cunile, gli origani, i nasturzi, le senapi, amari gli assenzi, i centaurei; acquosi i cetrioli, le zucche, le lattughe; acuti i timi, le cunile; acuti ed odorosi i sedani, gli aneti, i finocchi

Soltanto il salato non nasce fra i sapori; talvolta s'apprende all'esterno al modo della polvere, e solo per le cicerchie

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Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 26, Paragrafi 126-133
Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 26, Paragrafi 126-133

Latino: dall'autore Plinio il Vecchio, opera Naturalis Historia parte Libro 26, Paragrafi 126-133

[187] Atque ut intellegatur vana ceu plerumque vitae persuasio, panax piperis saporem reddit et magis etiam siliquastrum, ob id piperitidis nomine accepto, libanotis odorem turis, zmyrnium murrae

de panace abunde dictum est

libanotis locis putribus et macris ac roscidis seritur semine

radicem habet olusatri, nihil ture differentem

usus eius post annum stomacho saluberrimus

quidam eam nomine alio rosmarinum appellant

zmyrnium olus seritur iisdem locis murramque radice resipit

[188] eadem et siliquastro satio

reliqua a ceteris et odore et sapore differunt, ut anetum, tantaque est diversitas atque vis, ut non solum aliud alio mutetur, sed etiam in totum auferatur

apio eximunt coqui obsoniis acetum, eodem cellarii in saccis odorem vino gravem

[189] Et hactenus hortensia dicta sint, ciborum gratia dumtaxat
[187] E affinché sia ritenuta vana la convinzione come per la maggior parte della vita, la panacea offre il sapore del pepe e anche più il siliquastro, avuto per questo il nome di piperite, il libanote l'odore dell'incenso, lo smirnio della mirra

Della panacea è stato detto abbondantemente

Il libanote è seminato col seme in luoghi molli e magri e umidi

Ha la radice dell'olusatro, in niente differente dall'incenso

Il suo uso molto salutare per lo stomaco dopo un anno

Alcuni la chiamano con altro nome rosmarino

Lo smirnio un ortaggio è seminato negli stessi luoghi e nella radice ha sapore di mirra

[188] La stessa semina anche per il siliquastro

I rimanenti differiscono dagli altri sia nell'odore sia nel sapore, come l'aneto, ed è tanta la diversità a la forza, che non solo uno si cambia nell'altro, ma anche si annullano completamente

I cuochi nelle pietanze eliminano l'aceto col sedano, nello stesso modo gli osti l'odore forte del vino nelle sacche

[189] E fin qua siano stati riportati gli ortaggi, limitatamente a motivo dei cibi
maximum quidem opus in iisdem naturae restat, quoniam proventus tantum adhuc summasque quasdam tractavimus, vera autem cuiusque natura non nisi medico effectu pernosci potest, opus ingens occultumque divinitatis et quo nullum reperiri possit maius

ne singulis id rebus contexeremus, iusta fecit ratio, cum ad alios medendi desideria pertinerent, longis utriusque dilationibus futuris, si miscuissemus

nunc suis quaeque partibus constabunt poteruntque a volentibus iungi

Resta quindi il lavoro più grande della natura su di essi, poiché abbiamo trattato finora solo la nascita e alcune cose essenziali, ma la vera natura di ognuno non può essere conosciuta se non con un effetto medico, impresa notevole e occulta della divinità e di cui nulla può essere trovata più grande

Affinchè non intrecciamo ciò con singoli argomenti, la ragione fece cose giuste, poiché i desideri riguardavano altri modi di curare, con lunghe disquisizioni future di entrambe, se avessimo mescolato

Ora tutte consisteranno delle proprie parti e potranno essere unite da quelli che vorranno

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