[113] maturescentium caules depressi in terram obruuntur; ita cavetur, ne in frondem luxurient in frigidis utilius vere seri quam autumno cetero ut odore careant, omnia haec iubentur seri, cum luna sub terra sit, colligi, cum in coitu sine his Menander e Graecis auctor est alium edentibus, si radicem betae in pruna tostam superederint, odorem extingui [114] sunt qui et alium et ulpicum inter Compitalia ac Saturnalia seri aptissime putent alium et semine provenit, sed tarde primo enim anno porri crassitudinem capite efficit, sequenti dividitur, tertio consummatur, pulchriusque tale existimant quidam in semen exire non debet, sed intorqueri caulis satus gratia, ut caput validius fiat |
[113] I gambi di quelli maturati spinti verso terra sono sotterrati; così si evita, che si arricchiscano nella fronda Nei luoghi freddi più conveniente essere seminati a primavera che in autunno Per il resto affinchè perdano il cattivo odore, consigliani che siano seminate tutte queste cose, quando la luna sia sotto la terra, siano raccolte, quando (è) in congiunzione Senza queste indicazioni Menandro fra i Greci testimonia che viene eliminato l'odore per quelli che mangiano l'aglio, se avranno poi mangiato una radice di bietola tostata sulla brace [114] Ci sono quelli che ritengono che l'aglio e l'upiglio siano piantati molto opportunamente fra i Compitali e i Saturnali Anche l'aglio deriva da un seme, ma lentamente Infatti nel primo anno assume nel capo la grandezza del porro, nel seguente si divide, nel terzo si completa, e alcuni considerano questo più gradevole Non deve andare in semente, ma il gambo essere attorcigliato a motivo della semina, affinché la testa diventi più forte |
[115] quod si diutius alium cepamque inveterare libeat, aqua salsa tepida capita unguenda sunt; ita diuturniora fient melioraque usui et in satu sterilia alii contenti sunt primo super prunas suspendisse abundeque ita profici arbitrantur, ne germinent, quod facere alium cepamque extra terram quoque certum est et cauliculo acto evanescere aliqui et alium palea servari optime putant [116] alium est et in arvis sponte nascens, alum vocant, quod adversus improbitatem alitum depascentium semina coctum, ne renasci possit, abicitur, statimque quae devoravere aves stupentes manu capiuntur et, si paulum commorere, sopitae est et silvestre, quod ursinum vocant, odore simili, capite praetenui, foliis grandibus [117] In horto satorum celerrime nascuntur ocimum, blitum, napus, eruca |
[115] Perciò se si vuole conservare più lungamente l'aglio e la cipolla, bisogna ungere le teste con acqua salata tiepida; così diventeranno più duraturi e migliori per l'uso e sterili nella semina Altri sono contenti di averli anzitutto appesi sulle braci e pensano impedire abbondantemente così, che non germoglino, cosa che è certa fare l'aglio e la cipolla anche fuori del terreno e titato il gambo consumarsi Alcuni ritengono anche che l'aglio sia conservato ottimamente nella paglia [116]C'è anche l'aglio che nasce spontaneamente nei campi, lo chiamano consolida, che viene gettato cotto contro l'avidità degli uccelli che mangiano i semi, affinché non possa rinascere, e appena gli uccelli li hanno mangiati sono catturati storditi con la mano e, se hanno indugiato un po', addormentati C'è anche il selvatico, che chiamano ursino, con un odore simile, con un capo molto piccolo, con foglie grandi [117] Di quelle piantate nell'orto nascono molto velocemente il basilico, la bietola, il navone, la ruca |
tertio enim die erumpunt, anetum quarto, lactuca quinto, raphanus sexto, cucumis, cucurbita septimo, prior cucumis, nasturtium, sinapi quinto, beta aestate sexto, hieme decimo, atriplex octavo, cepae XVIIII aut XX, gethyum X aut duodecimo, contumacius coriandrum, cunila quidem et origanum post XXX diem, omnium autem difficillime apium XL enim die cum celerrime, L maiore ex parte emergit [118] aliquid et seminum aetas confert, quoniam recentia maturius gignunt in porro, gethyo, cucumi, cucurbita, ex vetere autem celerius proveniunt apium, beta, cardamum, cunila, origanum, coriandrum mirum in betae semine: non enim totum eodem anno gignit, sed aliquid sequenti, aliquid et tertio; itaque ex copia seminis modice nascitur |
Infatti fuoriescono nel terzo giorno, l'aneto nel quarto, la lattuga nel quinto, il rafano nel sesto, cetriolo, zucca nel settimo, prima il cetriolo, il nasturzio, la senape nel quinto, la bieta in estate nel sesto, in inverno nel decimo, l'atrepice nell'ottavo, le cipolle nel 19° o 20°, il gezio nel 10° o 12°, più lento il coriandolo, la cunila poi e l'origano dopo 30 giorni, il più difficile di tutti poi il sedano Infatti spunta quanto più velocemente nel 40° giorno, nella maggior parte nel 50° [118] Anche l'età dei semi comporta qualcosa, perché i freschi maturano più velocemente nel porro, nel gezio, per il cetriolo, nella zucca, da uno vecchio invece derivano più rapidamente il sedano, la bieta, il cardamo, la cunila, l'origano, il coriandolo Una cosa strana nel seme delle bieta: infatti non produce tutto nello stesso anno, ma qualcosa nel successivo, qualcosa anche nel terzo; perciò nasce moderatamente anche da un'abbondanza di seme |
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Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 21, Paragrafi 91-100
Latino: dall'autore Plinio il Vecchio, opera Naturalis Historia parte Libro 21, Paragrafi 91-100
quaedam anno tantum suo pariunt, quaedam saepius, sicut apium, porrum, gethyum; haec enim semel sata pluribus annis restibili fertilitate proveniunt [119] Semina plurimis rotunda, aliquis oblonga, paucis foliacia et lata, ut atriplici, quibusdam angusta et canaliculata, ut cumino differunt et colore nigro, candidiore, item duritia surculacea in folliculo sunt raphanis, sinapi, rapo nudum semen est coriandri, aneti, feniculi, cumini, cortice obductum bliti, betae, atriplicis, ocimi, at lactucis in lanugine [120] nihil ocimo fecundius cum maledictis ac probris serendum praecipiunt, ut laetius proveniat; sato pavitur terra et cuminum qui serunt, precantur ne exeat quae in cortice sunt, difficillime inarescunt maximeque ocimum, et ideo siccantur omnia ac sunt fecunda |
Alcuni producono solo nel loro anno, alcuni più spesso, comeil sedano, il porro, il gezio; infatti questi piantati una volta spuntano per più anni con una fertilità continua [119] Per la maggior parte semi rotondi, per alcuni oblunghi, per pochi fogliacei e larghi, come per l'atrepice, per alcuni stretti e scanalati, come per il cumino Differiscono anche per il colore nero, più chiaro, anche per la durezza legnosa Stanno in un follicolo per i rafani, la senape, la rapa Il seme è scoperto per il coriandolo, l'aneto, il finocchio, il cumino, coperto da un rivestimento per la bietola, la barbabietola, l'atrepice, il basilico, e in una lanugine per le lattughe [120] Niente più fertile del basilico Consigliano che va seminato con maledizioni ed offese, affinché cresca più rigoglioso; a quello seminato viene battuto il terreno Anche quelli che seminano il cumino, pregano che non esca Quelli che sono in un rivestimento, molto difficilmente seccano e soprattutto il basilico, e perciò tutti vengono seccati e sono fertili |
utique meliora nascuntur acervatim sato semine quam sparso ita certe porrum et apium serunt in laciniis colligatum, apium etiam paxillo caverna facta ac fimo ingesto [121] nascuntur autem omnia aut semine aut avolsione, quaedam semine et surculo, ut ruta, origanum, ocimum, praecidunt enim et hoc, cum pervenit ad palmum altitudinis, quaedam et semine et radice, ut cepa, alium, bulbi et si quorum radices anniferorum relinquuntur eorum vero, quae a radice nascuntur, radix diuturna et fruticosa est, ut bulbi, gethyi, scillae fruticant alia et non capitata, ut apium et beta [122] caule reciso fere quidem omnia regerminant exceptis quae non scabrum caulem habent, et in usum vero ocimum, raphanus, lactuca; hanc etiam suaviorem putant a regerminatione raphanus utique iucundior detractis foliis, antequam decaulescat hoc et in rapis |
Certo nascono migliori col seme piantato a mucchi che sparso Così certamente seminano il porro e il sedano legati in pezze, il sedano anche in una buca fatta col paletto e con letame gettato [121] Tutte poi nascono o dal seme o dallo sradicamento, alcune dal seme e dal pollone, come la ruta, l'origano, il basilico, infatti tagliano anche questo, quando arriva ad un palmo di altezza, alcune anche dal seme e dalla radice, come la cipolla, l'aglio, i bulbi e di quelli che producono nell'anno se le radici sono lasciate a riposo Inoltre di quelle, che nascono dalla radice, la radice è duratura e fruttuosa, come i bulbi, i gezi, le scille Le altre fruttificano anche senza i capi, come il sedano e la bieta [122] Reciso il gambo certo quasi tutte rigermogliano eccetto quelle che non hanno il gambo ruvido, e in realtà in uso il basilico, il rafano, la lattuga; anzi ritengono questa più dolce dopo la rigermogliazione Il rafano comunque più gustoso con le foglie strappate, prima che metta il gambo Questo anche nelle rape |
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Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 26, Paragrafi 126-133
Latino: dall'autore Plinio il Vecchio, opera Naturalis Historia parte Libro 26, Paragrafi 126-133
nam et eadem dereptis foliis cooperta terra crescunt durantque in aestatem [123] Singula genera sunt ocimo, lapatho, blito, nasturtio, erucae, atriplici, coriandro, aneto haec enim ubique eadem sunt, neque aliud alio melius usquam rutam furtivam tantum provenire fertilius putant, sicut apes furtivas pessime nascuntur autem etiam non sata mentastrum, nepete, intubum, puleium contra plura genera sunt eorum, quae diximus dicemusque, et in primis apio [124] id enim, quod sponte in umidis nascitur, helioselinum vocatur, uno folio nec hirsutum, rursus in siccis hipposelinum, pluribus foliis, simile helioselino tertium est oreoselinum, cicutae foliis, radice tenui, semine aneti, minutiore tantum |
Infatti tolte le foglie anche queste crescono coperte di terra e durano fino all'estate [123] Ci sono singoli generi per il basilico, il lapazio, la bietola, il nasturzio, la ruca, l'atrepice, il coriandolo, l'aneto Infatti questi generi sono gli stessi dovunque, né mai un altro migliore in altro luogo Ritengono che la ruta cresca più abbondantemente solo rubata, come pessimamente le api rubate Nascono poi anche non seminate il mentastro, la nepitella, l'indivia, il puleggio Al contrario ci sono diversi generi di quelli, che abbiamo trattato e tratteremo, e fra i primi per il sedano [124] Infatti questo, che nasce spontaneamente in luoghi umidi, è detto elioselino, con un'unica foglia nemmeno ispido, poi nei luoghi aridi l'ipposelino, con diverse foglie, simile all'elioselino Terzo è l'oreoselino, con le foglie della cicuta, con una radice sottile, col seme dell'aneto, solo più piccolo |
et sativi autem differentiae in folio denso, crispo aut rariore et leviore, item caule tenuiore aut crassiore, et caulis aliorum candidus est, aliorum purpureus, aliorum varius [125] Lactucae Graeci tria fecere genera: unum lati caulis, adeo ut ostiola olitoria ex iis factitari prodiderint, folium his paulo maius herbaceo et angustissimum, ut alibi consumpto incremento, alterum rotundi caulis, tertium sessile, quod Laconicum vocant alii colore et tempore satus genera discrevere; esse enim nigras, quarum semen mense Ianuario seratur, albas, quarum Martio, rubentes, quarum Aprili, et omnium earum plantas post binos menses differri [126] diligentiores plura genera faciunt: purpureas, crispas, Cappadocias, Graecas, longioris has folii caulisque lati, praeterea longi et angusti, intubis similis |
Anche di quello seminato poi le differenze nella foglia fitta, crespa o più rada e più leggera, così nel gambo più sottile o più grosso, e il gambo di alcuni è chiaro, di altri purpureo, di altri vario [125] I Greci distinsero tre tipi di lattuga: uno di gambo largo, tanto che hanno tramandato fatti con questi cancelli per orti, per questi la foglia un po' più grande dell' erbacea e molto stretta, poiché la crescita avvenuta altrove, l'altro di gambo rotondo, il terzo sessile, che chiamano laconico Alcuni hanno distinto i generi per colore e tempo di semina; che ci sono infatti le nere, il cui seme è piantato nel mese di Gennaio, le bianche, di cui a Marzo, le rosse, di cui ad Aprile, e che le piante di tutte queste si distinguono dopo due mesi [126] Quelli più attenti distinguono più generi: le purpuree, le crespe, della Cappadocia, le greche, queste di foglia più lunga e di gambo largo, inoltre lungo e stretto, simile alle indivie |
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Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 33, Paragrafi 123-164
Latino: dall'autore Plinio il Vecchio, opera Naturalis Historia parte Libro 33, Paragrafi 123-164
pessimum autem genus cum exprobratione amaritudinis appellavere πικριδα est etiamnum alia distinctio albae, quae μηκωνις vocatur a copia lactis soporiferi, quamquam omnes somnum parere creduntur apud antiquos Italiae hoc solum genus earum fuit, et ideo lactucis nomen a lacte [127] purpuream maximae radicis Caecilianam vocant, rotundam vero ac minima radice, latis foliis αστυτιδα quidamque εὐνουχειον, quoniam haec maxime refragetur veneri est quidem natura omnibus refrigeratrix et ideo aestate gratia stomacho fastidium auferunt cibique adpetentiam faciunt [128] divus certe Augustus lactuca conservatus in aegritudine fertur prudentia Musae medici, cum prioris C |
Hanno chiamato picride poi un genere pessimo col biasimo dell'amarezza C'è anche un'altra distinzione per la bianca, che è detta meconide dall'abbondanza di latte soporifero, sebbene tutte sono ritenute procurare il sonno Presso gli antichi in Italia ci fu quest'unico genere di esse, e perciò per le lattughe il nome dal latte [127] Chiamano ceciliana la purpurea di radice grandissima, in verità rotonda e con radice minima, con foglie larghe la astytis e alcuni (la chiamano) eunochion, perché questa si oppone soprattutto alla passione C'è per tutte sicuramente una natura rinfrescante e perciò di gradimento in estate Tolgono imbarazzo allo stomaco e danno appetito di cibo [128] Certamente è descritto salvato dalla lattuga il divino Augusto durante una malattia per la saggezza del medico Musa, mentre la proibiva l'eccessivo scrupolo del (medico) precedente C |
Aemilii religio nimia eam negaret, in tantum recepta commendatione, ut servari etiam in alienos menses eas oxymeli tum repertum sit sanguinem quoque augere creduntur est etiamnum quae vocatur caprina lactuca, de qua dicemus inter medicas, et ecce cum maxime coepit inrepere sativis admodum probata quae Cilicia vocatur, folio Cappadociae, ni crispum latiusque esset [129] Neque ex eodem genere possint dici neque ex alio intubi, hiemis hi patientiores virusque praeferentes, sed caule non minus grati seruntur ab aequinoctio verno, plantae eorum ultimo vere transferuntur est et erraticum intubum, quod in Aegypto cichorium vocant, de quo plura alias Inventum omnes thyrsos vel folia lactucarum prorogare urceis conditos et recentes in patinis coquere |
Emilio, avendo conseguito prestigio tanto, che si è scoperto allora che esse sono conservate anche nei mesi contrari con l'ossimele Sono ritenute anche aumentare il sangue C'è anche quella che è detta lattuga caprina, di cui parleremo fra le piante mediche, e da poco cominciò a diffondersi soprattutto fra le coltivate quella alquanto apprezzata che è detta cilicia, con la foglia (di quella) della Cappadocia, se non fosse crespa e più larga [129] Né le indivie possano essere considerate dello stesso genere né di un altro, queste più tolleranti dell'inverno e che emettono cattivo odore, ma non meno gradite per il gambo Sono seminate dopo l'equinozio primaverile, le loro piante sono trapiantate a fine primavera C'è anche l'indivia selvatica, che in Egitto chiamano cicoria, di cui (diremo) più cose altrove Si è scoperto che tutti i gambi o le foglie delle lattughe durano conservati negli orci e che i freschi si cucinano nelle padelle |
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Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 02, Paragrafi 224-248
Latino: dall'autore Plinio il Vecchio, opera Naturalis Historia parte Libro 02, Paragrafi 224-248
[130] seruntur lactucae anno toto laetis et irriguis stercoratisque, binis mensibus inter semen plantamque et maturitatem legitimum tamen a bruma semen iacere, plantam favonio transferre aut semen favonio, plantam aequinoctio verno [131] albae maxime hiemem tolerant umore omnia hortensia gaudent et stercore, praecipue lactucae et magis intubi seri etiam radices inlitas fimo interest et repleri ablaqueatas humo quidam et aliter amplitudinem augent, recisis, cum ad semipedem excreverint, fimoque suillo recenti inlitis candorem vero putant contingere his dumtaxat, quae sint seminis albi, si harena de litore a primo incremento congeratur in medias atque increscentia folia contra ipsa religentur [132] Beta hortensiorum levissima est |
[130] Le lattughe sono piantate tutto l'anno nei luoghi fertili ed irrigati e concimati, con due mesi fra il seme e la pianta e la maturazione Tuttavia regolare che il seme si depositi dal solstizio d'inverso, che la pianta sia trapiantata col favonio o il seme col favonio, la pianta nell'equinozio primaverile [131] Le bianche soprattutto sopportano l'inverno Tutti gli ortaggi godono dell'umidità e del concime, particolarmente le lattughe e di più le indivie Interessa anche che le radici siano piantate piene di letame e rimosse siano riempite di terreno Alcuni aumentano anche diversamente la grandezza, a quelle recise, quando sono cresciute fino a mezzo piede, inzuppate con letame fresco e suino In realtà pensano che il candore spetti soltanto a queste, che sono di seme bianco, se viene gettata in mezzo sabbia dalla spiaggia al primo spuntare e le foglie mentre crescono siano legate contro le stesse piante [132] Degli ortaggi la bietola è la più leggera |