Et primo cum procul cernerent, ueluti flammas spirantium miraculo attoniti constiterunt; deinde ut humana apparuit fraus, tum uero insidias rati esse, cum maiore tumultu concitant se in fugam Leui quoque armaturae hostium incurrere; ceterum nox aequato timore neutros pugnam incipientes ad lucem tenuit Interea toto agmine Hannibal transducto per saltum et quibusdam in ipso saltu hostium oppressis in agro Allifano posuit castra [18] Hunc tumultum sensit Fabius; ceterum et insidias esse ratus et ab nocturno utique abhorrens certamine, suos munimentis tenuit |
al primo momento, scorgendoli da lontano, i soldati romani si arrestarono attoniti come dinanzi ad una apparizione prodigiosa di esseri che spirassero fiamme; poi, come apparve chiara l'umana frode, si convinsero allora che si trattava di insidie ed in gran confusione si precipitarono alla fuga Si imbatterono anche in gruppi di nemici armati alla leggera; ma la notte, rendendo uguale il timore da una parte e dall'altra li trattenne in modo che nessuno dei due avversari fino all'alba osò cominciare la battaglia Frattanto Annibale, fatto passare tutto l'esercito attraverso il giogo dopo aver assalito alcuni nemici proprio sul valico pose gli accampamenti nel territorio di Alife 18 Fabio si accorse di quel tumulto; d'altra parte pensando che si trattasse di un'insidia, trattenne i suoi entro i ripari essendo soprattutto contrario al combattimento notturno |
Luce prima sub iugo montis proelium fuit, quo interclusam ab suis leuem armaturam facile (etenim numero aliquantum praestabant) Romani superassent, nisi Hispanorum cohors ad id ipsum remissa ab Hannibale superuenisset Ea adsuetior montibus et ad concursandum inter saxa rupesque aptior ac leuior cum uelocitate corporum, tum armorum habitu, campestrem hostem, grauem armis statariumque, pugnae genere facile elusit Ita haudquaquam pari certamine digressi, Hispani fere omnes incolumes, Romani aliquot suis amissis in castra contenderunt Fabius quoque mouit castra transgressusque saltum super Allifas loco alto ac munito consedit |
Uno scontro avvenne all'alba sotto la cresta del monte, dove i Romani che erano superiori di numero avrebbero vinto facilmente i soldati armati alla leggera, tagliati fuori dal resto dell'esercito, se proprio a questo scopo non fosse giunta una coorte di Spagnoli mandata da Annibale Questi soldati più abituati ai monti e più atti a correre qua e là tra rocce e rupi nonché più leggeri sia per l'agilità del corpo sia per la forma delle armi, dato il tipo di combattimento si presero facilmente gioco di un nemico avvezzo a combattere in pianura con armi pesanti e a mantenersi fermo al suo posto Così dopo essersi separati alla fine di uno scontro che ebbe esito impari, si diressero verso i loro accampamenti gli Spagnoli quasi tutti incolumi, i Romani, invece, con parecchie perdite Anche Fabio mosse il campo e' attraversato il passo sopra Alife si fermò in un luogo alto e reso forte dalla stessa sua posizione |
Tum per Samnium Romam se petere simulans Hannibal usque in Paelignos populabundus rediit; Fabius medius inter hostium agmen urbemque Romam iugis ducebat nec absistens nec congrediens Ex Paelignis Poenus flexit iter retroque Apuliam repetens Gereonium peruenit, urbem metu, quia conlapsa ruinis pars moenium erat, ab suis desertam: dictator in Larinate agro castra communiit Inde sacrorum causa Romam reuocatus, non imperio modo sed consilio etiam ac prope precibus agens cum magistro equitum, ut plus consilio quam fortunae confidat et se potius ducem quam Sempronium Flaminiumque imitetur |
Allora Annibale, fingendo di dirigersi verso Roma attraverso il Sannio ritornò, invece, nella regione dei Peligni per darsi al saccheggio; Fabio, a sua volta in una posizione intermedia fra l'esercito nemico e la città di Roma, guidava i suoi senza allontanarsi dal nemico e senza affrontarlo Dalle terre dei Peligni Annibale ripiegò indietro la marcia e volgendosi verso l'Apulia giunse a Gereonio città abbandonata dai suoi abitanti impauriti dal fatto che parte delle sue mura era andata in rovina; il dittatore pose un campo fortificato nel territorio di Larino Di qui richiamato a Roma per i sacrifici, cercò di convincere, non solo col comando, ma anche col consiglio e quasi con le preghiere, il maestro della cavalleria perché avesse più fiducia nella prudenza che nella fortuna ed imitasse piuttosto lui come capitano, che Sempronio e Flaminio |
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Livio, Ab urbe condita: Libro 04. 09-14
Latino: dall'autore Livio, opera Ab urbe condita parte Libro 04. 09-14
ne nihil actum censeret extracta prope aestate per ludificationem hostis; medicos quoque plus interdum quiete quam mouendo atque agendo proficere; haud paruam rem esse ab totiens uictore hoste uinci desisse ac respirasse ab continuis cladibus,haec nequiquam praemonito magistro equitum Romam est profectus [19] Principio aestatis qua haec gerebantur in Hispania quoque terra marique coeptum bellum est Hasdrubal ad eum nauium numerum, quem a fratre instructum paratumque acceperat, decem adiecit; quadraginta nauium classem Himilconi tradit atque ita Carthagine profectus nauibus prope terram, exercitum in litore ducebat, paratus confligere quacumque parte copiarum hostis occurrisset |
Lo pregò di non credere che si fosse fatto proprio nulla passando quasi tutta l'estate nel tenere a bada il nemico perché anche i medici talvolta curano i malati più col riposo che col moto forzato; non era poca cosa avere almeno evitato di essere vinti da un nemico tante volte vittorioso e di avere così preso un po' di respiro dopo una serie di sconfitte; dopo aver invano con tali parole ammonito il maestro della cavalleria, partì per Roma 19 Al principio di quell'estate durante la quale avvenivano queste cose anche in Spagna si accese la guerra per terra e per mare Asdrubale aggiunse dieci navi a quelle ben attrezzate e pronte che aveva ricevuto dal fratello; consegnò ad Imilcone una flotta di quaranta navi e così, partito da Cartagine guidava le navi lungo le coste e l'esercito sulla spiaggia pronto ad attaccare battaglia in qualunque delle due parti o per terra o per mare avesse incontrato il nemico |
Cn Scipio postquam mouisse ex hibernis hostem audiuit, primo idem consilii fuit; deinde minus terra propter ingentem famam nouorum auxiliorum concurrere ausus, delecto milite ad naues imposito quinque et triginta nauium classe ire obuiam hosti pergit altero ab Tarracone die [ad] stationem decem milia passuum distantem ab ostio Hiberi amnis peruenit Inde duae Massiliensium speculatoriae praemissae rettulere, classem Punicam stare in ostio fluminis castraque in ripa posita Itaque ut improuidos incautosque uniuerso simul offuso terrore opprimeret, sublatis ancoris ad hostem uadit Multas et locis altis positas turres Hispania habet, quibus et speculis et propugnaculis aduersus latrones utuntur |
Cn Scipione, avendo saputo che i nemici si erano mossi dai quartieri d'inverno, dapprima pensò di fare la stessa cosa, ma poi, non osando combattere per terra a causa della grandissima fama delle nuove milizie ausiliarie fatti salire sulle navi gruppi di soldati scelti s'avviò ad affrontare i Cartaginesi con una flotta di trentacinque navi Il secondo giorno dopo la partenza da Tarragona giunse ad una insenatura che distava diecimila passi dalla foce del fiume Ebro Successivamente, due navi dei Marsigliesi, mandate avanti in esplorazione, riferirono che la flotta cartaginese si era ancorata alla foce del fiume ed aveva posto il campo sulle sponde Pertanto, per sorprendere e sopraffare i Cartaginesi che incautamente non se l'aspettavano, Scipione dopo aver sparso tutto intorno il terrore levate le ancore si avviò contro i nemici In Spagna ci sono molte torri poste in luoghi elevati, che servono come osservatori e baluardi contro i pirati |
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Livio, Ab urbe condita: Libro 04, 01- 03
Latino: dall'autore Livio, opera Ab urbe condita parte Libro 04, 01- 03
Inde primo conspectis hostium nauibus datum signum Hasdrubali est, tumultusque prius in terra et castris quam ad mare et ad naues est ortus, nondum aut pulsu remorum strepituque alio nautico exaudito aut aperientibus classem promunturiis cum repente eques alius super alium ab Hasdrubale missus uagos in litore quietosque in tentoriis suis, nihil minus quam hostem aut proelium eo die exspectantes, conscendere naues propere atque arma capere iubet: classem Romanam iam haud procul portu esse haec equites dimissi passim imperabant; mox Hasdrubal ipse cum omni exercitu aderat, uarioque omnia tumultu strepunt ruentibus in naues simul remigibus militibusque, fugientium magis e terra quam in pugnam euntium modo |
Di qui fu dapprima segnalato ad Asdrubale che si vedevano navi nemiche; sorse allora una gran confusione, prima in terra e negli alloggiamenti che in mare e sulle navi, o perché non si era ancora udito il battere dei remi od altro rumore tipico delle navi o perché i promontori non lasciavano ancora apparire la flotta romana Subito dopo, all'improvviso, alcuni cavalieri mandati uno dopo l'altro da Asdrubale apparvero ai soldati che passeggiavano sulla spiaggia o che se ne stavano tranquilli nelle loro tende e che tutto si aspettavano fuor che i nemici e la battaglia e comandarono a loro di affrettarsi a salire sulle navi e a prendere le armi, poiché la flotta romana non era lontana dal porto I cavalieri mandati qua e là davano questi ordini; subito dopo lo stesso Asdrubale comparve con l'esercito; un alto strepito vario e confuso riecheggiava per tutto intorno mentre i soldati e i rematori si precipitavano sulle navi come gente che, più che correre alla battaglia fuggisse dalla terra |
Vixdum omnes conscenderant cum alii resolutis oris in ancoras euehuntur, alii, ne quid teneat, ancoralia incidunt; raptimque omnia [ac] praepropere agendo militum apparatu nautica ministeria impediuntur, trepidatione nautarum capere et aptare arma miles prohibetur Et iam Romanus non appropinquabat modo sed direxerat etiam in pugnam naues |
Tutti si erano appena imbarcati quando alcuni sciolti gli ormeggi si gettarono sulle ancore; altri, perché nulla più trattenesse le navi tagliarono le gomene dell'ancora e, poiché tutto si svolgeva con travolgente rapidità l'opera dei marinai era ostacolata dai soldati che si preparavano a combattere, mentre i soldati a loro volta erano impediti dall'afferrare e dal vestire le armi, a causa della fretta ansiosa dei marinai E già i Romani non solo si avvicinavano, ma avevano anche schierate le navi in ordine di attacco |
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Livio, Ab urbe condita: Libro 21; 41-50
Latino: dall'autore Livio, opera Ab urbe condita parte Libro 21; 41-50
itaque non ab hoste et proelio magis Poeni quam suomet ipsi tumultu turbati, temptata uerius pugna quam inita in fugam auerterunt classem; et, cum aduersi amnis os lato agmini et tam multis simul uenientibus haud sane intrabile esset, in litus passim naues egerunt, atque alii uadis, alii sicco litore excepti, partim armati, partim inermes ad instructam per litus aciem suorum perfugere; duae tamen primo concursu captae erant Punicae naues, quattuor suppressae [20] Romani, quamquam terra hostium erat armatamque aciem toto praetentam in litore cernebant, haud cunctanter insecuti trepidam hostium classem naues omnes, quae non aut perfregerant proras litori inlisas aut carinas fixerant uadis, religatas puppibus in altum extraxere; ad quinque et uiginti naues e quadraginta cepere |
Pertanto, i Cartaginesi, sbigottiti più dal loro stesso scompiglio che dai nemici e dalla battaglia appena accennato più che veramente iniziato il combattimento, volsero le navi in fuga; poiché la foce del fiume con la corrente contraria non si prestava certo a far entrare una così larga schiera di navi, molte delle quali si avvicinavano contemporaneamente i Cartaginesi spinsero le navi qua e là sulla riva e rifugiatisi alcuni nei guadi, altri sulla spiaggia, parte armati parte inermi poterono riparare presso il loro esercito di terra disposto sul litorale; al primo scontro tuttavia i Romani si erano impadroniti di due navi; quattro ne affondarono 20 I Romani per quanto la terra fosse in possesso dei nemici ed essi scorgessero schierato lungo la spiaggia l'esercito cartaginese avendo inseguito senza indugio la flotta nemica disorientata, riuscirono a portar fuori in alto mare avendo legato con corde le poppe, tutte le navi cartaginesi che non avevano infranto le prore contro il litorale, o che non erano rimaste incagliate nei bassifondi; si impadronirono perciò di circa venticinque navigli su quaranta |
Neque id pulcherrimum eius uictoriae fuit sed quod una leui pugna toto eius orae mari potiti erant Itaque ad Onusam classe prouecti; escensio ab nauibus in terram facta Cum urbem ui cepissent captamque diripuissent, Carthaginem inde petunt, atque omnem agrum circa depopulati postremo tecta quoque coniuncta muro portisque incenderunt Inde iam praeda grauis ad Longunticam peruenit classis, ubi uis magna sparti [erat] ad rem nauticam congesta ab Hasdrubale Quod satis in usum fuit sublato ceterum omne incensum est Nec continentis modo praelecta est ora, sed in Ebusum insulam transmissum |
Né fu questa la parte più importante di quella vittoria ma il fatto che i Romani si erano potuti impadronire con una sola rapida battaglia di tutto il mare che fronteggiava quel tratto di spiaggia Partirono poi con la flotta alla volta di Onusa dove sbarcarono Dopo aver preso la città e averla saccheggiata si mossero verso Cartagena e avendo devastato tutto il territorio intorno, alla fine incendiarono anche le case vicine alle mura ed alle porte Di qui la flotta onusta di preda giunse a Longuntica, dove Asdrubale aveva accumulato una gran quantità di sparto Portato via quanto era necessario per l'uso il resto fu dato alle fiamme La flotta non solo costeggiò il litorale, ma passò oltre l'isola di Ebuso |
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Livio, Ab urbe condita: Libro 05, 26-30
Latino: dall'autore Livio, opera Ab urbe condita parte Libro 05, 26-30
Ibi urbe, quae caput insulae est, biduum nequiquam summo labore oppugnata, ubi in spem inritam frustra teri tempus animaduersum est, ad populationem agri uersi, direptis aliquot incensisque uicis maiore quam ex continenti praeda parta cum in naues se recepissent, ex Baliaribus insulis legati pacem petentes ad Scipionem uenerunt Inde flexa retro classis reditumque in citeriora prouinciae, quo omnium populorum, qui [cis] Hiberum incolunt, multorum et ultimae Hispaniae legati concurrerunt; sed qui uere dicionis imperiique Romani facti sunt obsidibus datis, populi amplius fuere centum uiginti Igitur terrestribus quoque copiis satis fidens Romanus usque ad saltum Castulonensem est progressus Hasdrubal in Lusitaniam ac propius Oceanum concessit |
Qui dopo avere per due giorni invano assalita con sommo sforzo la città capitale, i Romani si accorsero che si consumava inutilmente il tempo per una vana speranza; si diedero allora a devastare i campi e ad incendiare alcuni villaggi; avevano già accumulato un bottino più grande di quello che era stato preso sulla terra ferma ed erano già risaliti sulle navi, quando dalle isole Baleari vennero a Scipione degli ambasciatori per chiedere la pace Di qui la flotta volse indietro il corso e ritornò nelle regioni citeriori della provincia, dove accorsero ambasciatori di tutte le popolazioni che abitano vicino all'Ebro ed anche quelli di molte genti della Spagna ulteriore; quelli, pertanto, che con la consegna di ostaggi si diedero veramente in potere dei Romani furono più di centoventi Scipione poi, potendosi abbastanza fidare anche delle popolazioni di terra, avanzò fino ai monti di Castulone Asdrubale si ritirò in Lusitania ancor più vicino all'oceano |