La somma persa era stata depositata nella banca di Venezia ed era il frutto dei suoi lavori svolti in precedenza a Roma e a Napoli. Sacaut, che aveva conosciuto a Napoli quale segretario d'ambasciata presso il barone Talleyrand, e che sotto la Repubblica fu ministro di Francia a Firenze, si era occupato degli affari dell'artista, affinchè lei potesse dedicarsi completamente alla pittura; dato che prevedeva quello che sarebbe avvenuto in Europa, non smetteva mai di consigliare alla donna di scrivere a Venezia per ritirare i suoi fondi.
Elisabeth però non si preoccupava: dei repubblicani non attaccheranno mai una repubblica diceva. Poi le truppe francesi, comandate dal Generale Bonaparte, si impadronirono di Venezia, i cavalli dorati, i quadri, i tesori furono portati via come pure la banca della città. Bonaparte aveva ordinato a Monsieur Haler, il banchiere, che i fondi dell'artista fossero conservati e che glie ne venisse pagata la rendita. Una volta partito Bonaparte, le reiterate sollecitazioni di Haler non poterono far rispettare l'ordine del generale: il denaro passò a Milano
Palazzo Ducale a Venezia, 1881
a fine 500 Venezia contava all'incirca 150.000 abitanti - di contro i 200.000 di Londra e ai 216.000 di Parigi - e molti erano greci, ebrei, armeni, t...