Il consiglio alla vendetta - Francesco Hayez

Il consiglio alla vendetta - Francesco Hayez

la tipica bautta nera assume un significato sinistro e nasconde le sembianze della perfida delatrice Rachele mentre riesce a convincere la riluttante Maria a denunciare l'amante che l'aveva tradita consegnandolo nelle mani degli inquisitori di Stato

l'epilogo della vicenda era stato già rappresentato in un altra opera Accusa segreta con la sola figura di Maria che affida la sua delazione alla bocca di un leone marmoreo utilizzato per raccogliere le denunce anonime. Il consiglio alla vendetta ha perduto la sua cornice originale in cui era riportato il verso: "Via dal mio core sì vil pensiero". 

Hayez dipinge con maestria la Venezia nella luce pallida del mattino, col suo cielo rosseggiante, con le acque cerulee, coi suoi palazzi pieni di armonia e di mistero. E' un fondo bellissimo del quadro che da risalto al dramma che si compie sul davanti. L'efficacia drammatica con cui era stata resa la scena, veniva identificata nel riuscito contrasto tra i due diversi caratteri femminili e nel sentimento di soffocante attesa che la domina, fermata proprio nel momento in cui Maria sta per afferrare la lettera di delazione in uno sguardo pensoso, intenso e pieno di dolore mentre l'altra donna, maligna sotto la maschera


Due opere straordinarie come l'accusa segreta e il consiglio alla vendetta componevano, insieme al perduto La vendetta di una rivale, un trittico dedicato al tema della vendetta per motivi amorosi, nel quale la critica aveva prontamente riconosciuto la svolta compiuta dall'artista nel rivoluzionare l'immagine pittorica di Venezia, attraverso una sofisticata reinvenzione formale.

Hayez - figlio di un povero pescatore della laguna veneziana, originario di Valenciennes - è testimone di importanti avvenimenti storici e mutamenti di gusto tale da rivoluzionare il mondo. Assiste giovanissimo alla caduta della gloriosa Repubblica di Venezia, la città dove è nato e dalla quale resta lontano per la maggior parte della sua vita, trascorsa prima a Roma e poi a Milano, la sua patria ad adozione. Ne conserva comunque sempre un dolce ricordo, legato soprattutto oltre che al dialetto, alla sua storia, che rappresenta in numerose opere degli anni maturi

 

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