Francisco Goya curato dal dottor Arietta

Francisco Goya curato dal dottor Arietta

Goya era convinto che la sua ora fosse arrivata. Riusciva a malapena a reggere in piedi quel suo corpo anziano ormai privo di forze, con la bocca perennemente piegata dal dolore e lo sguardo spento

E' in queste condizioni che il 74enne Francisco Goya si raffigurò nel suo ultimo autoritratto, sorretto dall'amorevole dottor Arrieta che gli porge un farmaco per alleviare la sofferenza e che viene ringraziato dall'artista nella parte inferiore della tela: " Goya, grato, all'amico Arrieta, per la cura e l'attenzione con cui gli salvò la vita durante la sua acuta e pericolosa malattia insorta alla fine del 1819, all'età di 73 anni. Lo dipinse Nel 1820 ". 

In questo quadro, il pittore è circondato da inquietanti figure funerarie immerse nel buio: forse le Parche in attesa di recidere il filo della sua vita, creature sinistre, gracili  e deformi. Sono le ombre con cui Goya conviveva nella sua Quinta del Sordo, una fattoria alle porte di Madrid che aveva acquistato nel febbraio del 1819 a un contadino affetto da sordità, da cui deriva il nome della casa.

Goya curato dal dottor Arietta - Francisco Goya, 1820 Goya curato dal dottor Arietta - Francisco Goya, 1820

I giorni di gloria a Corte erano passati, la maggior parte degli amici scomparsi così come la moglie e sei dei suoi figli (il piccolo Xavier fu l'unico a raggiungere l'età adulta). Tra le mura di questa casa vuota e silenziosa, scavando nel profondo di sé, questo artista solo e rassegnato dipinse 14 grandi Oli su intonaco che gli storici dell'arte avrebbero poi chiamato "pitture nere", per il loro colore dominante ma soprattutto per i terribili soggetti raffigurati:

  • un corpo umano dilaniato da un gigantesco cannibale con gli occhi spalancati: Saturno che divora i suoi figli
  • una processione di mendicanti, zingari e altre figure lubriche sfilano come demoni allucinati in un paesaggio scuro: Pellegrinaggio alla fontana di San Isidro
  • due contadini che si prendono a bastonate mentre affondano nelle sabbie mobili: duello Rusticano
  • e ancora Il sabato delle streghe, dove Satana si rivolge alla folla febbrile e invasata riunita intorno a lui
Goya non parlò mai di questi suoi dipinti sinistri, un'arte occulta frutto di una fantasia macabra e inquieta 

1972: INIZIANO 36 ANNI DI SORDITA'

Goya per almeno 20 anni dipinse abiti vistosi e sgargianti, soggetti piacevoli e divertenti di vita urbana o o campestre, atmosfere mondane e allegre, destinate allo sguardo ironico e condiscendente dell'aristocrazia e della corte spagnola. Lo fece fino alla fine del 1792, quando questo mondo idilliaco implose è tutto precipitò.

Mentre si trovava in Andalusia, il pittore fu colpito da un misterioso malore di cui ancora oggi è difficile stabilire le cause, un improvviso malessere che lo costrinse a letto per diverse settimane, bloccato da una pericolosa paralisi e colpito da nausea, vertigini, feroci emicranee, disturbi visivi e sordità. La lunga convalescenza fece scomparire la maggior parte dei sintomi ma lui non ritrovò più il senso dell'udito, rimanendo sordo per gli ultimi 36 anni della sua vita.

Dopo la malattia, abbandonò i panni dell'ambizioso pittore di corte - il ritrattista mondano incantato dalla briosità della vita a Palazzo che si vantava con gli amici delle ingenti somme ricevute e che sfrecciava per le strade di Madrid con la sua meravigliosa carrozza inglese - e iniziò a dipingere per sé, creando opere senza committenti e decidendo autonomamente se, come e quando venderle. Non divenne soltanto un uomo nuovo ma anche, di fatto, un artista moderno. Imprigionato ormai in un silenzio claustrofobico, sviluppò allora una particolare sensibilità per i suoni dell'animo umano, le nostre vibrazioni interne, iniziando un introspezione dell'inconscio.

L'irrazionalità, la violenza, l'allucinazione, la malattia, la paura ebbero progressivamente sempre più spazio nella sua pittura. Non lo interessava più la Madrid francesizzata e illuminista ma la Spagna della magia nera, quella che andava ancora a caccia di streghe, spaventava dai mostri e dalle superstizioni lucidamente raccolti dall'artista

3 maggio 1808 - Francisco Goya

La famiglia dell’infante Don Luis ritratto di Francisco de Goya

Il volo delle Streghe - Francisco Goya

l’esorcismo - nella tela di Francisco Goya

La Casa dei matti - Francisco Goya 1812-19

san Pietro penitente - Francisco Goya