Svetonio, Vite dei dodici cesari: Libro 05, Par 01 - 30, pag 6

Svetonio, Vite dei dodici cesari: Libro 05, Par 01 - 30

Latino: dall'autore Svetonio, opera Vite dei dodici cesari parte Libro 05, Par 01 - 30
In quinque et triginta senatores trecentosque amplius equites R tanta facilitate animadvertit, ut, cum de nece consularis viri renuntiante centurione factum esse quod imperasset, negaret quicquam se imperasse, nihilo minus rem comprobaret, affirmantibus libertis officio milites functos, quod ad ultionem imperatoris ultro procucurrissent

Nam illud omnem fidem excesserit quod nuptiis, quas Messalina cum adultero Silio fecerat, tabellas dotis et ipse consignaverit, inductus, quasi de industria simularentur ad avertendum transferendumque periculum, quod imminere ipsi per quaedam ostenta portenderetur
Mandò al supplizio trentacinque senatori e più di trecento cavalieri romani con tale leggerezza che un centurione, annunciandogli dopo l'esecuzione di un ex console che era stato fatto ciò che aveva ordinato, si sentì rispondere che non aveva dato nessun ordine, ma che tuttavia approvava la sua condotta, perché i suoi liberti dicevano che i soldati avevano fatto il loro dovere, preoccupandosi spontaneamente di vendicare il loro imperatore

Ma ciò che supera ogni credibilità è il fatto che, per le nozze di Messalina con il suo amante Silio, lui stesso firmò il contratto relativo alla dote perché gli si era fatto credere che essi simulavano un matrimonio con l'intenzione di stornare e far ricadere su un altro il pericolo che gli sovrastava in seguito a certi presagi
[30] Auctoritas dignitasque formae non defuit ei, verum stanti vel sedenti ac praecipue quiescenti, nam et prolixo nec exili corpore erat et specie canitieque pulchra, opimis ceruicibus; ceterum et ingredientem destituebant poplites minus firmi, et remisse quid vel serio agentem multa dehonestabant: risus indecens, ira turpior spumante rictu, umentibus naribus, praeterea linguae titubantia caputque cum semper tum in quantulocumque actu vel maxime tremulum

30 La sua persona non mancò né di prestanza, né di nobiltà, sia quando stava seduto, sia in piedi, ma soprattutto in posizione di riposo, perché aveva la figura slanciata, ma non gracile, un bell'aspetto, bei capelli bianchi, il collo pieno; ma quando camminava, la debolezza delle sue gambe lo faceva esitare; se parlava, sia scherzando, sia seriamente, aveva molti tratti ridicoli: una risata sgradevole, una collera ancora più odiosa che faceva sbavare la bocca ben aperta e inumidiva le narici, inoltre una balbuzie e un ondeggiamento della testa che, se era sempre continuo, si intensificava ad ogni atto, per quanto piccolo fosse

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