[21] Domuit autem partim ductu partim auspiciis suis Cantabriam, Aquitaniam, Pannoniam, Delmatiam cum Illyrico omni, item Raetiam et Vindelicos ac Salassos, gentes Inalpinas Coercuit et Dacorum incursiones, tribus eorum ducibus cum magna copia caesis, Germanosque ultra Albim fluvium summovit, ex quibus Suebos et Sigambros dedentis se traduxit in Galliam atque in proximis Rheno agris conlocavit Alias item nationes male quietas ad obsequium redegit |
21 Sottomise, vuoi personalmente, vuoi con imprese fortunate, la Cantabria, l'Aquitania, la Pannonia, la Dalmazia, con tutto l'Illirico, e inoltre la Retia, i paesi dei Vindelici e dei Salassi, popolazioni delle Alpi Pose fine alle incursioni dei Daci, uccidendo tre loro capi, insieme con un gran numero di soldati Respinse i Germani al di là dell'Elba, ad eccezione degli Svevi e dei Sigambri che fecero atto di sottomissione e, trasportati in Gallia, furono sistemati sui territori vicini al Reno Ridusse all'obbedienza anche altri popoli poco tranquilli |
Nec ulli genti sine iustis et necessariis causis bellum intulit, tantumque afuit a cupiditate quoquo modo imperium vel bellicam gloriam augendi, ut quorundam barbarorum principes in aede Martis Ultoris iurare coegerit mansuros se in fide ac pace quam peterent, a quibusdam vero novum genus obsidum, feminas, exigere temptaverit, quod neglegere marum pignora sentiebat; et tamen potestatem semper omnibus fecit, quotiens vellent, obsides recipiendi Neque aut crebrius aut perfidiosius rebellantis graviore umquam ultus est poena, quam ut captivos sub lege venundaret, ne in vicina regione servirent neve intra tricensimum annum liberarentur Qua virtutis moderationisque fama Indos etiam ac Scythas, auditu modo cognitos, pellexit ad amicitiam suam populique Romani ultro per legatos petendam |
Per altro non fece mai guerra a nessuna nazione senza un motivo legittimo e senza necessità e fu tanto alieno dalla brama di ingrandire l'Impero con qualsiasi pretesto e di accrescere la sua gloria militare che costrinse alcuni capi barbari a giurare nel tempio di Marte Vincitore che sarebbero rimasti fedeli alla pace che avevano chiesto Da alcuni poi pretese un nuovo genere di ostaggi: si fece consegnare delle donne, perché si era accorto che essi non davano importanza ai maschi lasciati come pegno Tuttavia lasciò sempre a tutti la possibilità di riprendersi gli ostaggi ogni volta che volessero Quando poi essi ricominciavano le guerre con troppa frequenza, o senza curarsi della parola data, non spinse la sua rappresaglia oltre la vendita dei prigionieri, ordinando che fossero schiavi in un paese lontano e non venissero liberati prima di trent'anni Così la fama della sua virtù e della sua moderazione spinse Indiani e Sciti, dei quali si conosceva soltanto il nome, ad inviare spontaneamente ambasciatori per chiedere la sua amicizia e quella del popolo romano |
Parthi quoque et Armeniam vindicanti facile cesserunt et signa militaria, quae M Crasso et M Antonio ademerant, reposcenti reddiderunt obsidesque insuper optulerunt, denique, pluribus quondam de regno concertantibus, nonnisi ab ipso electum probaverunt [22] Ianum Quirinum, semel atque iterum a condita urbe ante memoriam suam clausum, in multo breviore temporis spatio terra marique pace parta ter clusit Bis ovans ingressus est urbem, post Philippense et rursus post Siculum bellum Curulis triumphos tris egit, Delmaticum, Actiacum, Alexandrinum, continuo triduo omnes |
Perfino i Parti non solo gli cedettero senza difficoltà l'Armenia che egli rivendicava, ma, dietro sua richiesta, gli restituirono anche i trofei militari che avevano strappato a M Crasso e M Antonio e in più offrirono degli ostaggi Infine, una volta che erano in molti a disputarsi il trono, riconobbero soltanto quelli che lui aveva scelto 22 Il tempio di Giano Quirino che, dalla fondazione di Roma, non era stato chiuso che due volte prima di lui, sotto il suo principato fu chiuso tre volte, in uno spazio di tempo molto più breve, poiché la pace si trovò stabilita in terra e in mare Due volte entrò in Roma con gli onori dell'ovazione: la prima volta dopo la guerra di Filippi, la seconda dopo la guerra di Sicilia Tre volte celebrò il trionfo curule: per la Dalmazia, per Azio e per Alessandria, tutti e tre in tre giorni consecutivi |
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[23] Graves ignominias cladesque duas omnino nec alibi quam in Germania accept, Lollianam et Varianam, sed Lollianam maioris infamiae quam detrimenti, Varianam paena exitiabilem, tribus legionibus cum duce legatisque et auxiliis omnibu caesis Hac nuntiata excubias per urbem indixit, ne quis tumultus existeret, et praesidibus provinciarum propagavit imperium, ut a peritis et assuetis socii continerentur Vovit et magnos ludos Iovi Optimo Maximo, si res P in meliorem statum vertisset: quod factum Cimbrico Marsicoque bello erat Adeo denique consternatum ferunt, ut per continuos menses barba capilloque summisso caput interdum foribu illideret, vociferans: Quintili Vare, legiones redde diemque cladis quot annis maestum habuerit a lugubrem |
23 Non subì che due gravi e ignominiose sconfitte e tutte e due in Germania: quella di Lollio e quella di Varo La prima procurò più vergogna che perdite, ma la seconda fu quasi fatale, perché furono massacrate tre legioni con i loro generali, i loro luogotenenti e tutte le truppe ausiliarie Quando giunse la notizia, Augusto fece collocare sentinelle in tutta la città per evitare disordini e prolungò il comando ai governatori delle province, perché eventuali moti degli alleati fossero controllati da gente pratica ed esperta Promise a Giove Ottimo Massimo giochi solenni, se gli affari dello Stato fossero migliorati: ciò avvenne con la guerra contro i Cimbri e i Marsi Dicono infine che si mostrasse così costernato da lasciarsi crescere per mesi la barba e i capelli e da sbattere di tanto in tanto la testa contro le porte gridando: 'Quintilio Varo, restituiscimi le mie legioni ' Dicono anche che considerò l'anniversario di quella disfatta come un giorno di lutto e di tristezza |
[24] In re militari et commutavit multa et instituit, atque etiam ad antiquum morem nonnulla revocavit Disciplinam severissime rexit: ne legatorum quidem cuiquam, nisi gravate hibernisque demum mensibus, permisit uxorem intervisere Equitem Romanum, quod duobus filiis adulescentibus causa detrectandi sacramenti pollices amputasset, ipsum bonaque subiecit hastae; quem tamen, quod inminere emptioni publicanos videbat, liberto suo addixit, ut relegatum in agros pro libero esse sineret Decimam legionem contumacius parentem cum ignominia totam dimisit, item alias immodeste missionem postulantes citra commoda emeritorum praemiorum exauctoravit Cohortes, si quae cessissent loco, decimatas hordeo pavit |
24 In campo militare introdusse una serie di riforme e di innovazioni e, in alcuni punti, ristabilì anche le usanze di un tempo Mantenne la più rigorosa disciplina Perfino i suoi luogotenenti non ottennero mai, se non a fatica e solamente durante i mesi invernali, il permesso di andare a trovare le loro mogli Fece vendere all'asta, con tutti i suoi beni, un cavaliere romano che aveva amputato il pollice ai suoi figli per sottrarli; al servizio militare; quando però si accorse che gli appaltatori pubblici si accingevano ad acquistarlo, lo fece aggiudicare ad un suo liberto, ordinandogli di relegarlo in campagna, ma di lasciarlo vivere come un uomo libero Congedò tutta quanta, con ignominia, la decima legione, perché ubbidiva con una certa aria di rivolta; parimenti lasciò libere altre, che reclamavano il congedo con eccessiva insistenza, senza dare le ricompense dovute al loro servizio Se alcune coorti si erano ritirate durante la battaglia, le faceva decimare e nutrire con orzo |
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Centuriones statione deserta, itidem ut manipulares, capitali animadversione puniit, pro cetero delictorum genere variis ignominis adfecit, ut stare per totum diem iuberet ante praetorium, interdum trunicatos discinctosque, nonnumquam cum decempedis, vel etiam cespitem portantes [25] Neque post bella civilia aut in continione aut per edictum ullos militum commilitones appellabat, sed milites, ac ne a filiis quidem aut privignis suis imperio praeditis aliter appellari passus est, ambitiosius id existimans, quam aut ratio militaris aut temporum quies aut sua domusque suae maiestas postularet |
Quando i centurioni abbandonavano il loro posto li mandava a morte come semplici soldati e per tutte le altre colpe faceva infliggere pene infamanti, come lo stare, per suo ordine, tutto il giorno davanti alla tenda del generale, per lo più vestito di una semplice tunica, senza cinturone, tenendo in mano ora una pertica lunga dieci piedi, ora una zolla erbosa 25 Mai dopo le guerre civili, sia nelle arringhe, sia nei proclami, chiamò i suoi uomini 'compagni d'armi' ma sempre 'soldati' e non permise né ai suoi figli né ai suoi figliastri, quando avevano il comando, di chiamarli diversamente, perché pensava che la prima formula fosse più pretenziosa di quanto richiedesse sia la disciplina militare, sia la tranquillità dei tempi, sia la dignità sua e della sua famiglia |
Libertino milite, praeterquam Romae incendiorum causa et si tumultus in graviore annona metueretur, bis usus est: semel ad praesidium coloniarum Illyricum contingentium, iterum ad tutelam ripae Rheni fluminis; eosque, servos adhuc viris feminisque pecuniosioribus indictos ac sine mora manumissos, sub priore vexillo habuit, neque aut commixtos cum ingenuis aut eodem modo armatos Dona militaria, aliquanto facilius phaleras et torques, quicquid auro argentoque constaret, quam vallares ac murales coronas, quae honore praecellerent, dabat; has quam parcissime et sine ambitione ac saepe etiam caligatis tribuit M Agrippam in Sicilia post navalem victoriam caeruleo vexillo donavit |
Se si fa eccezione dei casi di incendio e di quelli in cui la carenza di approvvigionamenti fece temere l'insorgere di tumulti, due volte soltanto arruolò i liberti come soldati: la prima per proteggere le colonie vicine dell'Illirico, la seconda per sorvegliare la riva del Reno Si trattava di schiavi che dovevano essere forniti da uomini e donne facoltosi, ma egli li fece subito affrancare e li collocò in prima linea, senza mescolarli ai soldati di origine libera e senza dar loro le stesse armi Come ricompense militari concedeva preferibilmente le decorazioni, le collane e tutte le altre insegne d'oro e d'argento, invece delle corone obsidionali e murali dal valore puramente simbolico Le diede sempre più raramente, senza ricerca di popolarità e spesso anche a semplici soldati Fece dono a M Agrippa di una bandiera azzurra dopo la sua vittoria navale in Sicilia |
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Solos triumphales, quamquam et socios epeditionum et participes victoriarum suarum, numquam donis impertiendos putavit, quod ipsi quoque ius habuissent tribuendi ea quibus vellent Nihil autem minus perfecto duci quam festinationem temeritatemque convenire arbitrabatur Crebro itaque illa iactabat: Speude bradeos Asphales gar est ameinon e thraasus stratelates Et, Sat celeriter fieri quidquid fiat satis bene Proelium quidem aut bellum suscipiendum omnino negabat, nisi cum maior emolumenti spes quam damni metus ostenderetur Nam minima commoda non minimo sectantis discrimine similes aiebat esse aureo hamo piscantibus, cuius abrupti damnum nulla captura pensari posset [26] Magistratus atque honores et ante tempus et quosdam novi generis perpetuosque cepit |
I comandanti che avevano riportato il trionfo, benché seguaci delle sue spedizioni e partecipi delle sue vittorie, furono i soli ai quali credette di non dover concedere queste ricompense, perché riteneva che si fossero guadagnati il diritto di sceglierle a loro piacimento Pensava insomma che per un buon generale niente fosse meno indicato della fretta e della temerarietà Per questo andava ripetendo frequentemente il detto: 'Affrettati lentamente Per un capo è meglio la prudenza che l'ardimento,' oppure: 'si fa sempre fin troppo rapidamente ciò che si fa bene Sosteneva che non si doveva assolutamente ingaggiare una battaglia o dichiarare una guerra se la speranza di guadagno non fosse stata maggiore della possibilità di danneggiamento Paragonava coloro che osavano molto per guadagnare assai poco a dei pescatori che si servivano di un amo d'oro, la cui perdita, se si fosse rotto il filo, non poteva essere compensata da nessuna buona pesca 26 Assunse cariche ed onori prima del tempo legale: alcuni furono creati appositamente per lui o gli furono attribuiti a vita |
Consulatum vicesimo aetatis anno invasit, admotis hostiliter ad urbem legionibus, missisque qui sibi nomine exercitus deposcerent; cum quidem cunctante senatu Cornelius centurio, princeps legationis, reiecto sagulo ostendens gladii capulum, non dubitasset in curia dicere: Hic faciet, si vos non feceritis Secundum consulatum post novem annos, tertium anno interiecto gessit sequentis usque ad undecimum continuavit, multisque mox, cum deferrentur, recusatis duodecim magno, id est septemdecim annorum, intervallo et rursus tertium decimum biennio post ultro petiit, ut C et Lucium filios amplissimo praeditus magistratu suo quemque tirocinio deduceret in forum Quinque medios consulatus a sexto ad decimum annuos gessit, ceteros aut novem aut sex aut quattuor aut tribus mensibus, secundum vero paucissimis horis |
A vent'anni si impadronì del consolato facendo marciare minacciosamente le sue legioni verso Roma e inviando soldati che lo richiedessero per lui a nome dell'esercito; quando il Senato si mostrò esitante, il centurione Cornelio, capo della delegazione, gettando indietro il suo mantello e mostrando l'impugnatura della sua spada, non esitò a dire in Curia: 'Se non lo farete console voi, se ne incaricherà questa Esercitò un secondo consolato nove anni più tardi, un terzo con l'intervallo di un anno, i successivi, senza interruzione, fino all'undicesimo In seguito, dopo averne rifiutati molti che gli venivano offerti, lui stesso ne chiese un dodicesimo, quando ormai erano passati diciassette anni, e poi, due anni più tardi, di nuovo un tredicesimo, perché voleva essere in possesso della carica suprema per presentare al foro i suoi figli Caio e Lucio, ciascuno a suo turno, quando fecero il loro debutto Cinque dei suoi consolati, quelli che vanno dal sesto al decimo, durarono un anno, tutti gli altri o nove o sei o quattro o tre mesi, mentre il secondo pochissime ore |
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Nam die Kal Ian cum mane pro aede Capitolini Iovis paululum curuli sella praesedisset, honore abiit suffecto alio in locum suum Nec omnes Romae, sed quartum consulatum in Asia, quintum in insula Samo, octavum et nonum Tarracone iniit [27] Triumviratum rei P constituendae per decem annos administravit; in quo restitit quidem aliquandiu collegis ne qua fieret proscriptio, sed inceptam utroque acerbius exercuit Namque illis in multorum saepe personam per gratiam et preces exorabilibus, solus magnopere contendit ne cui parceretur, proscripsitque etiam C Toranium tutorem suum, eudem collegam patris sui Octavi in aedilitate |
Infatti si sedette sulla sedia curule davanti al tempio di Giove Capitolino, al mattino delle Calende di gennaio, poi si dimise quando si fu offerto chi lo sostituisse E non sempre entrò in carica a Roma: inaugurò il quarto consolato in Asia, il quinto nell'isola di Samo, l'ottavo e il nono a Tarragona 27 Per dieci anni fece parte del triumvirato istituito per riorganizzare la Repubblica: come suo membro per un po' di tempo cercò di impedire che si aprissero le proscrizioni, ma quando esse cominciarono si mostrò più spietato degli altri due Spesso infatti, in considerazione della qualità delle persone, quelli si sarebbero piegati alle raccomandazioni e alle preghiere, ma lui solo si batté ostinatamente perché non fosse risparmiato nessuno e arrivò a proscrivere anche C Toranio, suo tutore, che, per di più, era stato collega di suo padre come edile |