Svetonio, Vite dei dodici cesari: Libro 02, Par 21 - 40, pag 3

Svetonio, Vite dei dodici cesari: Libro 02, Par 21 - 40

Latino: dall'autore Svetonio, opera Vite dei dodici cesari parte Libro 02, Par 21 - 40
[32] Pleraque pessimi exempli in perniciem publicam aut ex consuetudine licentiaque bellorum civilium duraverant aut per pacem etiam exstiterant

Nam et grassatorum plurimi palam se ferebant succincti ferro, quasi tuendi sui causa, et rapti per agros viatores sine discrimine liberi servique ergastulis possessorum supprimebantur, et plurimae factiones titulo collegi novi ad nullius non facinoris societatem coibant

Igitur grassaturas dispositis per opportuna loca stationibus inhibuit, ergastula recognovit, collegia praeter antiqua et legitima dissolvit
32 Molti abusi, particolarmente deprecabili e pericolosi per l'ordine pubblico, sussistevano ancora, o perché divenuti abitudine in seguito ai disordini delle guerre civili, o perché si erano introdotti durante la pace

Così un gran numero di briganti si mostrava in pubblico con un pugnale alla cintura, con il pretesto di difendersi; nella campagna si sequestravano i viaggiatori e si tenevano prigionieri, senza fare distinzione fra liberi e schiavi, nelle celle dei proprietari; si formavano, sotto il titolo di nuovi collegi, moltissime associazioni pronte a compiere insieme ogni sorta di azione criminosa

Augusto represse il brigantaggio collocando posti di guardia nei luoghi opportuni, fece ispezionare tutte le celle e disciolse tutte le associazioni, ad eccezione di quelle legittime e antiche
Tabulas veterum aerari debitorum, vel praecipuam calumniandi materiam, exussit; loca in urbe publica iuris ambigui possessoribus adiudicavit; diuturnorum reorum et ex quorum sordibus nihil aliud quam voluptas inimicis quaereretur nomina abolevit condicione proposita, ut si quem quis repetere vellet, par periculum poenae subiret

Ne quod autem maleficium negotiumve in punitate vel mora elaberetur, triginta amplius dies, qui honoraris ludis occupabantur, actui rerum accommodavit

Ad tris iudicum decurias quartam addidit ex inferiore censu, quae ducenariorum vocaretur iudicaretque de levioribus summis

Iudices a tricensimo aetatis anno adlegit, id est quinquennio maturius quam solebant
Fece bruciare le liste dei vecchi debitori dell'erario, fonte principale delle accuse calunniose; in Roma aggiudicò ai proprietari del momento i terreni che, con un diritto discutibile, lo Stato riteneva suoi; soppresse i nomi di coloro che erano perennemente tenuti nella condizione di accusati e dei quali nessuno si lamentava se non i loro nemici con un certo qual sadismo; pose inoltre questa condizione, che se qualcuno avesse voluto nuovamente perseguitare uno di costoro, andasse incontro al rischio di subire la stessa pena

Per fare in modo che nessun delitto restasse impunito e che nessun affare venisse archiviato a furia di ritardi, accordò agli atti forensi più di trenta giorni, che erano consacrati ai giochi onorari

Alle tre decurie di giudici ne aggiunse una quarta, di censo inferiore, chiamata 'dei ducenari', con il compito di giudicare intorno a somme inferiori

Mise a ruolo i giudici a trent'anni, vale a dire cinque anni prima del solito
Ac plerisque iudicandi munus detractantibus vix concessit, ut singulis decuriis per vices annua vacatio esset et ut solitae agi Novembri ac Decembri mense res omitterentur

[33] Ipse ius dixit assidue et in noctem nonnumquam, si parum corpore valeret lectica pro tribunali collocata, vel etiam domi cubans

Dixit autem ius non diligentia modo summa sed et lenitate, siquidem manifesti parricidii reum, ne culleo insueretur, quod non nisi confessi adficiuntur hac poena, ita fertur interrogasse: 'Certe patrem tuum non occidisti
Ma poiché la maggior parte dei cittadini cercava di sottrarsi alle funzioni giudiziarie, concesse che ciascuna decuria, a turno, facesse vacanza per un anno e permise che, contrariamente all'usanza, si interrompessero i lavori in novembre e in dicembre

33 Per quanto lo riguardava, rese giustizia con assiduità e talvolta anche di notte, e se si sentiva poco bene faceva portare la sua lettiga davanti al tribunale oppure riceveva in casa stando sdraiato sul suo letto

Pronunciò sentenze non solo con il massimo scrupolo, ma anche con estrema indulgenza Così, giudicando un uomo accusato di parricidio e volendo evitare che venisse chiuso in un sacco, pena riservata ai colpevoli di questo crimine, si dice che l'interrogasse in questi termini: 'Certamente non hai ucciso tuo padre

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Svetonio, Vite dei dodici cesari: Libro 03, Par 01 - 30
Svetonio, Vite dei dodici cesari: Libro 03, Par 01 - 30

Latino: dall'autore Svetonio, opera Vite dei dodici cesari parte Libro 03, Par 01 - 30

' Et cum de falso testamento ageretur omnesque signatores lege Cornelia tenerentur, non tantum duas tabellas, damnatoriam et absolutoriam, simul cognoscentibus dedit, sed tertiam quoque, qua ignosceretur iis, quos fraude ad signandum vel errore inductos constitisset

Appellationes quotannis urbanorum quidem litigatorum praetori delegabat urbano, at provincialium consularibus viris, quos singulos cuiusque provinciae negotiis praeposuisset

[34] Leges retractavit et quasdam ex integro sanxit, ut sumptuariam et de adulteriis et de pudicitia, de ambitu, de maritandis ordinibus

Hanc cum aliquanto severius quam ceteras emendasset, prae tumultu recusantium perferre non potuit nisi adempta demum lenitave parte poenarum et vacatione trienni data auctisque praemiis
' In una questione di falso testamento, benché tutti i firmatari fossero punibili ai sensi della legge Cornelia, egli fece consegnare ai giudici che con lui istruivano la causa, non soltanto due tavolette, una per la condanna e l'altra per l'assoluzione, ma anche una terza per segnarvi i nomi di coloro che volevano assolvere in quanto chiaramente vittime di un inganno o di un errore

I processi di appello in città li affidava ogni anno ad un pretore urbano, quelli di provincia invece ad anziani consoli che egli aveva preposto al regolamento degli affari

34 Ritoccò le leggi, ed alcune le rifece totalmente, come la legge sulle spese e quelle sugli adulteri, la sodomia, il broglio e il matrimonio tra gli ordini sociali

Poiché aveva emendato quest'ultima con molta più severità delle altre, si levarono violente proteste ed allora fu obbligato, per farla passare, a sopprimere o almeno attenuare una parte delle sanzioni, ad accordare una dilazione di tre anni e ad aumentare le ricompense
Sic quoque abolitionem eius publico spectaculo pertinaciter postulante equite, accitos Germanici liberos receptosque partim ad se partim in patris gremium ostentavit, manu vultuque significans ne gravarentur imitari iuvenis exemplum

Cumque etiam inmaturitate sponsarum et matrimoniorum crebra mutatione vim legis eludi sentiret, tempus sponsas habendi coartavit, divortiis modum imposuit
Vedendo che anche dopo queste concessioni, l'ordine dei cavalieri reclamava la sua abolizione, durante uno spettacolo pubblico, fece venire presso di sé i figli di Germanico e presentandoli tenendone alcuni nelle sue braccia, altri nelle braccia dei padre loro, fece comprendere, con il gesto e con lo sguardo, che non dovevano aver paura di imitare l'esempio di quel giovane

Quando si accorse che si eludeva la legge sia prendendo fidanzate troppo giovani, sia cambiando frequentemente la moglie, ridusse i tempi del fidanzamento e regolò i divorzi

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Svetonio, Vite dei dodici cesari: Libro 01, Par 41 - 61
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[35] Senatorum affluentem numerum deformi et incondita turba-erant enim super mille, et quidam indignissimi et post necem Caesaris per gratiam et praemium adlecti, quos orcinos vulgus vocabat-ad modum pristinum et splendorem redegit duabus lectionibus: prima ipsorum arbitratu, quo vir virum legit, secunda suo et Agrippae; quo tempore existimatur lorica sub veste munitus ferroque cinctus praesedisse decem valentissimis senatorii ordinis amicis sellam suam circumstantibus

Cordus Cremutius scribit ne admissum quidem tunc quem quam senatorum nisi solum et praetemptato sinu

Quosdam ad excusandi se verecundiam compulit servavitque etiam excusantibus insigne vestis et spectandi in orchestra epulandique publice ius
35 Il numero dei senatori era costituito da una folla indecorosa e senza prestigio (erano più di mille e alcuni assolutamente indegni, che vi erano entrati, con i favori e la corruzione, dopo la morte di Cesare e che il popolo definiva 'senatori d'oltretomba') Augusto lo ridusse alla cifra di un tempo e gli restituì la sua antica dignità per mezzo di due selezioni, la prima operata dai senatori stessi, perché ognuno si sceglieva un collega, la seconda da lui personalmente e da Agrippa Si dice che in questa circostanza, per presiedere le sedute, indossasse una corazza e tenesse alla cintura un pugnale, mentre dieci senatori, suoi amici, scelti fra i più robusti, circondavano il suo seggio

Cremuzio Cordo scrive che in questo periodo nessun senatore fu ricevuto, se non da solo e dopo essere stato perquisito

Convinse alcuni a dimettersi per convenienza e lasciò anche ai dimissionari il privilegio di indossare il laticlavio, il diritto di prendere posto nell'orchestra durante gli spettacoli e la facoltà di partecipare ai pubblici banchetti
Quo autem lecti probatique et religiosius et minore molestia senatoria munera fungerentur, sanxit, ut prius quam consideret quisque ture ac mero supplicaret apud aram eius dei, in cuius templo coiretur, et ne plus quam bis in mense legitimus senatus ageretur, Kalendis et Idibus, neve Septembri Octobrive mense ullos adesse alios necesse esset quam sorte ductos, per quorum numerum decreta confici possent; sibique instituit consilia sortiri semenstria, cum quibus de negotiis ad frequentem senatum referendis ante tractaret

Sententias de maiore negotio non more atque ordine sed prout libuisset perrogabat, ut perinde quisque animum intenderet ac si censendum magis quam adsentiendum esset
Infine per fare in modo che i senatori, scelti e aggregati, svolgessero le loro funzioni con più coscienza e minor insofl`erenza, decretò che ciascuno di loro, prima di prendere posto a sedere, bruciasse incenso e facesse una libagione davanti all'altare del dio nel cui tempio ci si riuniva; stabilì inoltre che non si tenessero più di due sedute regolari al mese, una alle Calende e l'altra alle Idi, e che nei mesi di settembre e di ottobre fossero presenti soltanto quelli estratti a sorte, che garantissero il numero sufficiente per l'approvazione dei decreti del Senato Decise poi di procurarsi, mediante estrazione a sorte semestrale, un gruppo di consiglieri con i quali studiare in anticipo le questioni da sottoporre al Senato, riunito in seduta plenaria

Sulle questioni importanti egli non chiedeva i pareri secondo l'ordine tradizionale, ma a suo piacere, in modo che ciascuno facesse attenzione come se dovesse esprimere un'opinione invece di dare un'approvazione

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[36] Auctor et aliarum rerum fuit, in quis: ne acta senatus publicarentur, ne magistratus deposito honore statim in provincias mitterentur, ut proconsulibus ad mulos et tabernacula, quae publice locari solebant, certa pecunia constitueretur, ut cura aerari a quaestoribus urbanis ad praetorios praetoresve transiret, ut centumviralem hastam quam quaesturam Tluncti consuerant cogere decemviri cogerent

[37] Quoque plures partem administrandae rei Publice caperent, nova officia excogitavit: curam operum publicorum, viarum, aquarum, alvei Tiberis, frumenti populo dividundi, praefecturam urbis, triumviratum legendi senatus et alterum recognoscendi turmas equitum, quotiensque opus esset

Censores creari desitos longo intervallo creavit

Numerum praetorum auxit
36 Fu anche promotore di altre iniziative: eccone alcune Vietò di rendere pubblici gli atti del Senato, proibì che si inviassero magistrati nelle province subito dopo che avevano deposto il loro incarico; stabilì che si assegnasse un'indennità fissa ai proconsoli per i loro muli e le loro tende, che venivano solitamente aggiudicati pubblicamente; che il tesoro non fosse più amministrato dai questori urbani, ma da pretori anziani o ancora in carica; che i centumviri, fino a quel momento convocati da questori onorari, venissero convocati dai decemviri

37 Per fare in modo che molti cittadini prendessero parte all'amministrazione dello Stato, creò nuovi uffici: l'intendenza dei lavori pubblici, delle strade, delle acque, del letto del Tevere, della distribuzione del grano al popolo Istituì la prefettura di Roma, un triumvirato per reclutare i senatori ed un altro per passare in rivista gli squadroni dei cavalieri, ogni volta che fosse necessario

Nominò i censori, cosa che ormai da tempo si era cessato di fare

Aumentò il numero dei pretori
Exegit etiam, ut quotiens consulatus sibi daretur, binos pro singulis collegas haberet, nec optinuit, reclamantibus cunctis satis maiestatem eius imminui, quod honorem eum non solus sed cum altero gereret

[38] Nec parcior in bellica virtute honoranda, super triginta ducibus iustos triumphos et aliquanto pluribus triumphalia ornamenta decernenda curavit

Liberis senatorum, quo celerius rei P assuescerent, protinus a virili toga latum clavum induere et curiae interesse permisit militiamque auspicantibus non tribunatum modo legionum, sed et praefecturas alarum dedit; ac ne qui expers castrorum esset, binos plerumque laticlavios praeposuit singulis alis

Equitum turmas frequenter recognovit, post longam intercapedinem reducto more travectionis
Volle anche che, tutte le volte che gli veniva assegnato il consolato, gli venissero dati due colleghi, invece di uno, ma non l'ottenne perché tutti i senatori gli fecero capire che sminuiva già abbastanza la sua autorità dividendo questa magistratura con un altro, anziché esercitarla da solo

38 Non meno generoso fu nel rendere onore al valore militare: decretò il trionfo completo a più di trenta generali e a molti di più assegnò le insegne trionfali

Permise ai figli dei senatori, perché più rapidamente prendessero confidenza con gli affari dello Stato, di rivestire il laticlavio, subito dopo aver indossato la toga virile e di assistere alle sedute del Senato; a quelli poi che seguivano la carriera militare non solo assegnò il grado di tribuno della legione, ma anche il comando di un'ala della cavalleria E perché nessuno fosse digiuno della vita di accampamento, pose normalmente due ufficiali con il laticlavio alla testa di ciascuna ala

Frequentemente passò in rassegna gli squadroni di cavalleria e ripristinò le loro sfilate tradizionali, da tempo cadute in disuso

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Sed neque detrahi quemquam in travehendo ab accusatore passus est, quod fieri solebat, et senio vel aliqua corporis labe insignibus permisit, praemisso in ordine equo, ad respondendum quotiens citarentur pedibus venire; mox reddendi equi gratiam fecit eis, qui maiores annorum quinque et triginta retinere eum nollent

[39] Impetratisque a senatu decem adiutoribus unum quemque equitum rationem vitae reddere coegit atque ex improbatis alios poena, alios ignominia notavit, plures admonitione, sed varia

Lenissimum genus admonitionis fuit traditio coram pugillarium, quos taciti et ibidem statim legerent; notavitque aliquos, quod pecunias levioribus usuris mutuati graviore faenore collocassent
Ma non tollerò che, durante le sfilate, un accusatore qualsiasi arrestasse uno dei cavalieri, come avveniva di solito, e concesse a quelli che facevano presente l'età avanzata o lamentavano qualche malanno fisico, di lasciare il loro cavallo da solo nella formazione di parata e di venire a piedi per rispondere a tutti gli appelli In seguito concesse a coloro che, superati i trentacinque anni, non volevano più tenere il cavallo, l'autorizzazione di restituirlo

39 Con la collaborazione di dieci aiutanti, che si era fatti dare dal Senato, obbligò ciascun cavaliere a rendergli conto della sua condotta e ai colpevoli inflisse ora una pena, ora una nota di biasimo, ma per lo più una ammonizione, presentata in varie maniere

Il tipo più lieve di ammonizione consisteva nella consegna diretta di una nota che essi dovevano leggere a bassa voce e subito sul posto Ad alcuni inviò note d'infamia perché avevano prestato a tasso d'usura somme che avevano avuto a basso interesse

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