Seneca, Naturales Quaestiones: Libro 07; 21-25, pag 3

Seneca, Naturales Quaestiones: Libro 07; 21-25

Latino: dall'autore Seneca, opera Naturales Quaestiones parte Libro 07; 21-25
Minor enim esset ac maior, prout plenius aleretur aut malignius Sarebbe, infatti, più piccolo o più grande, se il suo cibo fosse abbondante o scarso
[23,3] Dicebam modo nihil diuturnum esse quod exarsit aeris vitio; nunc amplius adicio: morari ac stare nullo modo potest; nam et fax et fulmen et stella transcurrens et quisquis alius est ignis aere expressus in fuga est nec apparet, nisi dum cadit: cometes habet suam sedem et ideo non cito expellitur sed emetitur spatium suum, nec extinguitur sed excedit [23,3] Affermavo poco fa che nulla di ciò che si è infiammato a causa di unalterazione dellaria dura a lungo; ora aggiungo qualcosa di più: non può in nessun modo soffermarsi e sostare, infatti, sia la fiaccola sia il fulmine sia la stella filante e qualsiasi altro fuoco nato dallaria sono in fuga e non sono visibili, se non quando cadono; la cometa, al contrario, ha una sua sede e quindi non è gettata via subito ma percorre la sua traiettoria e non si estingue ma esce dal nostro orizzonte
[24,1] Si erratica, inquit, stella esset, in signifero esset [24,1] Se fosse un pianeta, si troverebbe nello zodiaco, afferma

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Seneca, Naturales Quaestiones: Libro 03; 11-15

Latino: dall'autore Seneca, opera Naturales Quaestiones parte Libro 03; 11-15

Quis unum stellis limitem ponit Chi impone ai pianeti una sola strada
Quis in angustum divina compellit Chi costringe in uno spazio angusto degli esseri divini

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Seneca, Naturales Quaestiones: Libro 01; 05-07

Latino: dall'autore Seneca, opera Naturales Quaestiones parte Libro 01; 05-07

Nempe haec ipsa sidera quae sola moveri creditis, alios et alios circulos habent; quare ergo non aliqua sint quae in proprium iter et ab istis remotum secesserint Quegli stessi astri che voi ritenete siano i soli dotati di movimento, possiedono ognuno unorbita diversa dallaltro: perché quindi non potrebbero esistere degli astri che si sono allontanati con lo scopo di seguire un cammino proprio distinto da quello dei pianeti
Quid est quare in aliqua parte caeli pervium non sit Perché qualche parte del cielo non dovrebbe essere percorribile

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Seneca, Naturales Quaestiones: Libro 04; 2,01-2,05

Latino: dall'autore Seneca, opera Naturales Quaestiones parte Libro 04; 2,01-2,05

[24,2] Quod si iudicas non posse ullam stellam, nisi signiferum attigit, vadere, cometes potest sic alium habere circulum ut in hunc tamen parte aliqua sui incidat, quod fieri non est necessarium sed potest [24,2] E se poi tu reputi che nessun pianeta può muoversi, se non tocca lo zodiaco, la cometa può possedere unorbita diversa e però tale da capitare in esso con qualche sua parte, cosa che non accade necessariamente ma può accadere
Vide ne hoc magis deceat magnitudinem mundi, ut in multa itinera divisus circumeat nec unam deterat semitam, ceteris partibus torpeat Guarda se non si addica maggiormente alla grandezza delluniverso che esprima la sua potenza suddiviso in molti percorsi, piuttosto che battere un solo sentiero rimanendo inerte nelle sue altre parti

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Seneca, Naturales Quaestiones: Libro 06; 11-15

Latino: dall'autore Seneca, opera Naturales Quaestiones parte Libro 06; 11-15

[24,3] Credis autem in hoc maximo et pulcherrimo corpore, inter innumerabiles stellas quae noctem decore vario distinguunt, quae minime vacuam et inertem esse patiuntur, quinque solas esse quibus exercere se liceat, ceteras stare fixum et immobilem populum [24,3] Stimi forse che in questo grandissimo e bellissimo corpo, fra le tantissime stelle che punteggiano la notte con la loro varia bellezza e non permettono che rimanga vuota e inattiva, ne esistano cinque a cui è permesso muoversi, mentre tutte le altre rimangono ferme, come una stella fissa e immobile
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