[25,1] Si quis hoc loco me interrogaverit: Quare ergo non, quemadmodum quinque stellarum, ita harum observatus est cursus | [25,1] Se a questo punto qualcuno mi chiedesse : Perché quindi non è stato studiato il corso delle comete così come è stato fatto per quello dei cinque pianeti |
Huic ego respondebo: multa sunt quae esse concedimus, qualia sint ignoramus | Gli risponderei: esistono molte cose di cui ammettiamo lesistenza senza conoscerne lessenza |
[25,2] Habere nos animum, cuius imperio et impellimur et revocamur, omnes fatebuntur; quid tamen sit animus ille rector dominusque nostri, non magis tibi quisquam expediet quam ubi sit: alius illum dicet spiritum esse, alius concentum quendam, alius vim divinam et dei partem, alius tenuissimum animae, alius incorporalem potentiam; non deerit qui sanguinem dicat, qui calorem: adeo anime, non potest liquere de ceteris rebus ut adhuc ipse se quaerat | [25,2] Tutti dovremmo ammettere che noi possediamo unanima, sotto al guida della quale agiamo o ci asteniamo dallagire; nessuno, però, ti chiarirà che cosa sia questanima, che ci dirige e ci comanda, così come non ti spiegherà quale sia la sua sede: uno affermerà che è un soffio di vita, un altro che è una specie di armonia, un altro che è unenergia divina e proviene da Dio, un altro che è lelemento più sottile del principio di vita, un altro che è una potenza priva di corpo; e non mancherà chi affermerà che è sangue o che è calore: a questo punto lanima non può raggiungere la chiarezza sulle altre realtà, che è ancora alla ricerca di se stessa |
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Seneca, Naturales Quaestiones: Libro 03; 11-15
Latino: dall'autore Seneca, opera Naturales Quaestiones parte Libro 03; 11-15
[25,3] Quid ergo miramur cometas, tam rarum mundi spectaculum, nondum teneri legibus certis nec initia illorum finesque notescere, quorum ex ingentibus intervallis recursus est | [25,3]Perché, quindi, ci meravigliamo che le comete, spettacolo che il mondo ci dona così raramente, non siano riportate a leggi fisse e che non conosciamo ancora il corso di questi fenomeni che ritornano a distanza di moltissimo tempo |
Nondum sunt anni mille quingenti, ex quo Graecia "stellis numeros et nomina fecit", multaeque hodie sunt gentes quae facie tantum noverunt caelum, quae nondum sciunt cur luna deficiat, quare obumbretur: haec apud nos quoque nuper ratio ad certum perduxit | Non sono ancora trascorsi millecinquecento anni da quando la Grecia enumerò e diede un nome alle stelle e ancora oggi esistono molti popoli che conoscono il cielo solamente nel suo aspetto, che non sanno spiegarsi perché la luna si eclissi, perché si oscuri: anche presso di noi solo di recente la scienza ha ottenuto delle certezze su questi argomenti |
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Latino: dall'autore Seneca, opera Naturales Quaestiones parte Libro 01; 05-07
[25,4] Veniet tempus quo ista quae nunc latent in lucem dies extrahat et longioris aevi diligentia; ad inquisitionem tantorum aetas una non sufficit, ut tota caelo vacet: quid, quod tam paucos annos inter studia ac vitia non aequa portione dividimus | [25,4] Arriverà il giorno in cui il tempo e lo studio attento da parte di tante generazioni evidenzieranno queste conoscenze che per adesso restano nascoste; una sola vita, anche se dedicata completamente allo studio del cielo, non basterebbe a completare una ricerca così vasta: che dire del fatto che noi dividiamo in parti diverse fra lo studio e il vizio quei pochi anni che possediamo |
Itaque per successiones ista longas explicabuntur | Quindi questi fenomeni saranno spiegati mediante lunghe successioni di studiosi |
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Seneca, Naturales Quaestiones: Libro 04; 2,01-2,05
Latino: dall'autore Seneca, opera Naturales Quaestiones parte Libro 04; 2,01-2,05
[25,5] Veniet tempus quo posteri nostri tam aperta nos nescisse mirentur | [25,5] Arriverà il giorno in cui i nostri discendenti si stupiranno che noi abbiamo ignorato cose così evidenti |
Harum quinque stellarum, quae se ingerunt nobis, quae alio atque alio occurrentes loco curiosos nos esse cogunt, qui matutini vespertinique ortus sint, quae stationes, quando in rectum ferantur, quare agantur retro, modo coepimus scire; utrum mergeretur Iupiter an occideret an retrogradus esset (nam hoc illi nomen imposuere cedenti), ante paucos annos didicimus | Per ciò che riguarda i pianeti che attirano il nostro interesse, che pungolano la nostra curiosità apparendo adesso in quel punto ora in un altro, abbiamo da poco iniziato a sapere come sorgono al mattino e alla sera, dove si arrestano, quando procedono in avanti, perché ritornano indietro; se Giove si immerga o tramonti o sia retrogrado ( tale è infatti il nome che gli è stato dato quando si ritira), labbiamo saputo pochissimi anni fa |
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Latino: dall'autore Seneca, opera Naturales Quaestiones parte Libro 06; 11-15
[25,6] Inventi sunt qui nobis dicerent: "Erratis, quod ullam stellam aut supprimere cursum iudicatis aut vertere | [25,6] Abbiamo trovato degli studiosi che ci hanno spiegato: Sbagliate a credere che un pianeta si fermi o inverta la rotta |