Exempla enim se ipsosinutilis disciplinae circumferunt, nulli non vitio quod insequuntur obnoxii Non magis mihi potest quisquam talis prodesse praeceptor quam gubernatorin tempestate nauseabundus Tenendum rapiente fluctu gubernaculum, luctandumcum ipso mari, eripienda sunt vento vela: quid me potest adiuvare rectornavigii attonitus et vomitans Quanto maiore putas vitam tempestate iactariquam ullam ratem Non est loquendum sed gubernandum Omnia quae dicunt,quae turba audiente iactant, aliena sunt: dixit illa Platon, dixit Zenon,dixit Chrysippus et Posidonius et ingens agmen nominum tot ac talium Quomodoprobare possint sua esse monstrabo: faciant quae dixerint Quoniam quae volueram ad te perferre iam dixi, nunc desideriotuo satis faciam et in alteram epistulam integrum quod exegeras transferam,ne ad rem spinosam et auribus erectis curiosisque audiendam lassus accedas |
Diventano loro stessi esempio di una disciplina inutile, schiavi come sono di tutti i vizi che condannano Un simile maestro mi è utile quanto un timoniere che vomita in piena tempesta Bisogna tener saldo il timone contro la violenza delle onde, lottare col mare, sottrarre le vele alla furia del vento: come può essermi di aiuto un timoniere stordito e in preda al vomito Non pensi che la nostra vita sia sconvolta da tempeste più violente che una nave C'è bisogno di una guida sicura, non di parole Tutti i princìp che espongono, che vanno ripetendo alla folla in ascolto, sono di altri: di Platone, Zenone, Crisippo, Posidonio e di un vasto gruppo di tanti insigni filosofi Ecco come possono dimostrare che questi princìp sono i loro: agiscano come parlano Ti ho ormai detto quanto volevo; soddisfarò ora il tuo desiderio e ti scriverò tutte le spiegazioni che hai richiesto, ma in un'altra lettera: non voglio che affronti stanco una questione spinosa che va ascoltata con molta attenzione |
Vale An sapiens sapienti prosit scire desideras Dicimus plenum omnibono esse sapientem et summa adeptum: quomodo prodesse aliqui possit summumhabenti bonum quaeritur Prosunt inter se boni Exercent enim virtuteset sapientiam in suo statu continent; desiderat uterque aliquem cum quoconferat, cum quo quaerat Peritos luctandi usus exercet; musicum quiparia didicit movet Opus est et sapienti agitatione virtutum; ita quemadmodumipse se movet, sic movetur ab alio sapiente Quid sapiens sapientiproderit Impetum illi dabit, occasiones actionum honestarum commonstrabit Praeter haec aliquas cogitationes suas exprimet; docebit quae invenerit Semper enim etiam sapienti restabit quod inveniat et quo animus eius excurrat |
Stammi bene Tu vuoi sapere se un saggio può essere utile a un altro saggio Noi diciamo che il saggio ha in sé ogni bene e ha raggiunto la perfezione: come può dunque qualcuno essere utile a chi possiede il sommo bene Eppure i buoni si giovano vicendevolmente, poiché praticano le virtù e mantengono costante la loro saggezza ognuno di loro sente il bisogno di un altro con cui comunicare, con cui discutere I lottatori esperti si tengono in esercizio con combattimenti continui; il musicista viene stimolato da un collega abile quanto lui Anche il saggio deve esercitare le sue virtù; e come è di sprone a se stesso, così è spronato da un altro saggio Come potrà un saggio essere utile a un altro saggio Gli darà slancio, gli indicherà le occasioni per agire virtuosamente Gli manifesterà inoltre certi suoi pensieri gli comunicherà le sue scoperte, poiché anche al saggio rimarrà sempre qualcosa da scoprire e in cui il suo spirito possa spaziare |
Malus malo nocet facitque peiorem, iram eius incitando, tristitiaeadsentiendo, voluptates laudando; et tunc maxime laborant mali ubi plurimumvitia miscuere et in unum conlata nequitia est Ergo ex contrario bonusbono proderit 'Quomodo ' inquis Gaudium illi adferet, fiduciam confirmabit;ex conspectu mutuae tranquillitatis crescet utriusque laetitia Praetereaquarumdam illi rerum scientiam tradet; non enim omnia sapiens scit; etiamsi sciret, breviores vias rerum aliqui excogitare posset et has indicareper quas facilius totum opus circumfertur Proderit sapienti sapiens,non scilicet tantum suis viribus sed ipsius quem adiuvabit Potest quidemille etiam relictus sibi explicare partes suas: utetur propria velocitate,sed nihilominus adiuvat etiam currentem hortator 'Non prodest sapienti sapiens sed sibi ipse |
Il malvagio nuoce al malvagio, lo rende peggiore eccitandone l'ira, secondandone la durezza, approvandone i piaceri; i malvagi si trovano a mal partito soprattutto quando uniscono i loro vizi e la loro cattiveria forma un tutt'uno Quindi all'opposto il buono sarà utile al buono Come tu chiedi Gli porterà gioia, consoliderà il suo coraggio Alla vista della reciproca serenità, crescerà in entrambi la contentezza Gli trasmetterà inoltre la conoscenza di certe nozioni: il saggio non conosce tutto, e quand'anche conoscesse tutto, qualcun altro potrebbe escogitare e indicargli vie più brevi per divulgare più facilmente tutta la sua opera Il saggio sarà utile al saggio, non soltanto con le proprie forze, ma anche con quelle di chi viene aiutato Certamente anche se è lasciato a se stesso il saggio può svolgere i propri compiti: lo farà procedendo alla sua velocità; anche un corridore, però, è aiutato da uno che lo sprona Il saggio non giova al saggio, ma a se stesso |
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Latino: dall'autore Seneca, opera Lettere a Lucilio parte Libro 01
Hoc ut scias, detraheilli vim propriam et ille nihil aget ' Isto modo dicas licet non essein melle dulcedinem; nam ipse ille qui esse debeat nisi ita aptatuslingua palatoque est ad eiusmodi gustum ut illum talis sapor capiat, offendetur;sunt enim quidam quibus morbi vitio mel amarum videatur Oportet utrumquevalere ut et ille prodesse possit et hic profuturo idonea materia sit Ut in summum' inquit 'perducto calorem calefieri supervacuumest, et in summum perducto bonum supervacuum est si qui prosit Numquidinstructus omnibus rebus agricola ab alio instrui quaerit numquid armatusmiles quantum in aciem exituro satis est ulla amplius arma desiderat Ergonec sapiens; satis enim vitae instructus, satis armatus est ' Ad haecrespondeo: et qui in summum perductus est calorem>opus est caloreadiecto ut summum teneat 'Sed ipse se' inquit 'calor continet |
Ne vuoi una prova Sottraigli la forza e non potrà fare più nulla Con questo criterio potresti dire che il miele non è dolce; infatti, se chi deve mangiarlo non ha lingua e palato conformati in modo da apprezzare un sapore simile, ne rimarrà nauseato; ci sono certe persone che per una malattia sentono amaro il miele I saggi devono essere entrambi in pieno vigore, cosi che l'uno sia in grado di giovare, e l'altro gli offra materia adatta Ma, si ribatte, come è inutile riscaldare un corpo che ha raggiunto il massimo calore, così è inutile dare aiuto a chi ha raggiunto il sommo bene L'agricoltore fornito di tutti gli attrezzi chiede forse di riceverne da un altro Un soldato armato sufficientemente per scendere in campo, sente forse il bisogno di altre armi Quindi neppure il saggio: ha attrezzi e armi sufficienti per affrontare la vita Rispondo: anche un corpo che ha raggiunto il massimo calore ha bisogno di calore aggiuntivo per mantenere costante la temperatura Ma, si obietta, il calore si conserva da sé |
' Primummultum interest inter ista quae comparas Calor enim unus est, prodessevarium est Deinde calor non adiuvatur adiectione caloris ut caleat: sapiensnon potest in habitu mentis suae stare nisi amicos aliquos similes suiadmisit cum quibus virtutes suas communicet Adice nunc quod omnibusinter se virtutibus amicitia est; itaque prodest qui virtutes alicuiusparis sui amat amandasque invicem praestat Similia delectant, utique ubihonesta sunt et probare ac probari sciunt Etiamnunc sapientis animumperite movere nemo alius potest quam sapiens, sicut hominem movere rationaliternon potest nisi homo Quomodo ergo ad rationem movendam ratione opus est,sic ut moveatur ratio perfecta opus est ratione perfecta |
Prima di tutto c'è una grande differenza tra gli elementi del confronto il calore è unico, l'aiuto vario E poi, perché il calore sia tale, non serve un'aggiunta di calore: il saggio invece non può mantenere il suo stato spirituale se non si crea amici simili a lui da rendere partecipi delle proprie virtù Tutte le virtù sono, inoltre, in amicizia tra loro; perciò giova chi ama le virtù di qualcuno a lui simile e gli offre a sua volta virtù da amare Le somiglianze sono gradite, soprattutto quando si tratta di persone oneste che sanno apprezzare e farsi apprezzare E poi nessun altro, se non il saggio, può influire con perizia sull'animo del saggio, come solo l'uomo può influire razionalmente sull'uomo Per influire sulla ragione, occorre dunque la ragione, così per influire su una ragione perfetta occorre una ragione perfetta |
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Prodessedicuntur et qui media nobis largiuntur, pecuniam, gratiam, incolumitatem,alia in usus vitae cara aut necessaria; in his dicetur etiam stultus prodessesapienti Prodesse autem est animum secundum naturam movere virtute sua Ut eius qui movebitur, hoc non sine ipsius quoque qui proderit bono fiet;necessest enim alienam virtutem exercendo exerceat et suam Sed utremoveas ista quae aut summa bona sunt aut summorum efficientia, nihilominusprodesse inter se sapientes possunt Invenire enim sapientem sapienti perse res expetenda est, quia natura bonum omne carum est bono et sic quisqueconciliatur bono quemadmodum sibi Necesse est ex hac quaestione argumenti causa in alteram transeam Quaeritur enim an deliberaturus sit sapiens, an in consilium aliquem advocaturus |
Generalmente si definiscono utili persone che ci elargiscono beni indifferenti: denaro, favori, incolumità e altri ancòra graditi onecessari ai bisogni della vita; in questo, si dirà, anche lo stolto può essere utile al saggio Ma essere utili, significa indirizzare un'aníma secondo natura con la propria virtù Ciò si tradurrà in un bene sia dell'oggetto che del soggetto di questa azione perché chi esercita lavirtù altrui necessariamente esercita anche la propria Ma pur lasciando da parte i beni sommi o le loro cause, i saggi possono lo stesso giovarsi a vicenda Per il saggio, infatti, trovare un altro saggio è di per sé desiderabde, poiché per natura ogni bene è caro a chi è buono e così ognuno va d'accordo con chi è buono come con se stesso L'argomento richiede che da questo problema io passi a un altro Si discute se il saggio debba decidere da solo o domandare consiglio ad altri |
Quod facere illi necessarium est cum ad haec civilia et domestica venituret, ut ita dicam, mortalia; in his sic illi opus est alieno consilio quomodomedico, quomodo gubernatori, quomodo advocato et litis ordinatori Proderitergo sapiens aliquando sapienti; suadebit enim Sed in illis quoque magnisac divinis, ut diximus, communiter honesta tractando et animos cogitationesquemiscendo utilis erit Praeterea secundum naturam est et amicos conplectiet amicorum auctu ut suo proprioque laetari; nam nisi hoc fecerimus, nevirtus quidem nobis permanebit, quae exercendo sensu valet Virtus autemsuadet praesentia bene conlocare, in futurum consulere, deliberare et intendereanimum: facilius intendet explicabitque qui aliquem sibi adsumpserit Quaeretitaque aut perfectum virum aut proficientem vicinumque perfecto Proderitautem ille perfectus, si consilium communi prudentia iuverit |
Questo deve farlo quando si tratta di questioni civili, familiari e, per così dire, mortali; per esse ha bisogno di essere consigliato come ha bisogno del medico, del timoniere, dell'avvocato, del giudice Talvolta il saggio appare al saggio;infatti, lo convincerà Come si è detto, gli potrà essere utile nel compiere insieme il bene, in comunione di anime e di pensieri Inoltre è secondo natura sia essere uniti agli amici, sia rallegrarsi dei loro progressi come dei propri; se non agiremo così, non manterremo viva in noi la virtù che trae la sua forza dall'esercizio del pensiero La virtù ci esorta a disporre bene il presente, a provvedere per il futuro, a meditare e a elevare l'anima; questa elevazione e questo sviluppo spirituale saranno più facili per chi si sarà preso un compagno Cercherà pertanto o un uomo perfetto o in via di progredire e vicino alla perfezione E quest'uomo perfetto sarà utile se alle decisioni darà l'apporto della comune saggezza |
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Aiunthomines plus in alieno negotio videre initio Hoc illis evenit quos amorsui excaecat quibusque dispectum utilitatis timor in periculis excutit:incipiet sapere securior et extra metum positus Sed nihilominus quaedamsunt quae etiam sapientes in alio quam in se diligentius vident Praetereaillud dulcissimum et honestissimum 'idem velle atque idem nolle' sapienssapienti praestabit; egregium opus pari iugo ducet Persolvi quod exegeras, quamquam in ordine rerum erat quas moralisphilosophiae voluminibus conplectimur Cogita quod soleo frequenter tibidicere, in istis nos nihil aliud quam acumen exercere Totiens enim illorevertor: quid ista me res iuvat fortiorem fac me, iustiorem, temperantiorem Nondum exerceri vacat: adhuc medico mihi opus est Quid me poscisscientiam inutilem |
Si dice che gli uomini vedano più chiaro nelle faccende altrui Questo accade a chi è accecato dall'amore di sé, oppure a chi nei pericoli si lascia prendere dal panico e perde di vista ciò che è utile: incomincerà a mostrarsi assennato quando è ormai tranquillo e libero dalla paura Ci sono, tuttavia, faccende in cui anche i saggi vedono con più chiarezza per gli altri che per se stessi Il saggio inoltre offrirà al saggio quel volere e non volere le stesse cose, così ricco di dolcezza e di virtù, e insieme sotto lo stesso giogo compiranno la loro nobile opera Ho pagato il mio debito come chiedevi, sebbene tutto questo si trovasse tra gli argomenti trattati nei miei libri di filosofia morale Rifletti su quello che spesso ti ripeto: con simili questioni noi esercitiamo solo la nostra intelligenza Tante volte torno a chiedermi: a che mi serve questo genere di speculazioni Rendimi, invece, più forte, più giusto, più temperante Non ho tempo per questi esercizi mentali: ho ancora bisogno del medico Perché mi è richiesta una conoscenza inutile |
Magna promisisti: exhibe fidem Dicebas intrepidumfore etiam si circa me gladii micarent, etiam si mucro tangeret iugulum;dicebas securum fore etiam si circa me flagrarent incendia, etiam si subitusturbo toto navem meam mari raperet: hanc mihi praesta curam, ut voluptatem,ut gloriam contemnam Postea docebis inplicta solvere, ambigua distinguere,obscura perspicere: nunc doce quod necesse est Vale |
Mi sono state fatte grandi promesse: che vengano mantenute Mi dicevi che sarei rimasto imperterrito anche in mezzo al balenare delle spade, anche col pugnale alla gola; che non avrei avuto paura neanche tra il divampare di un incendio, neanche se un'improvvisa tempesta avesse trascinato la mia nave per tutti i mari: aiutami a disprezzare il piacere, a disprezzare la gloria Mi insegnerai dopo a sciogliere i nodi, a distinguere le ambiguità, a capire concetti oscuri: per ora insegnami quello che è necessario Stammi bene |