sobrius ad lites: at cum est imposta corona, clamabis capiti vina subisse meo | Restio alle liti: ma quando è imposta la corona, esclamerai che il vino era giunto alla mia testa |
[30] cinge caput mitra, speciem furabor Iacchi; furabor Phoebi, si modo plectra dabis | [30] Cingi il capo con la mitra, ruberò a Bacco l'aspetto; ruberò a Febo, se almeno darai i plettri |
cassibus impositis venor: sed harundine sumpta fautor plumoso sum deus aucupio | Caccerò con i lacci posti in spalla: ma presa la rondine, sono dio fautore della caccia agli uccelli |
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Properzio, Elegie: Libro II, Elegia I
Latino: dall'autore Properzio, opera Elegie parte Libro II, Elegia I
est etiam aurigae species Vertumnus et eius[35] traicit alterno qui leve pondus equo | Vertumno è anche figura di auriga e [35] colui che sposta il suo lieve peso su cavalli alterni |
suppetat hic, piscis calamo praedabor, et ibo mundus demissis institor in tunicis | Basta ciò, catturerò i pesci con la canna, e andrò mercante elegante con le tuniche lunghe |
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Properzio, Elegie: Libro II, Elegia VII
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pastorem ad baculum possum curvare vel idem sirpiculis medio pulvere ferre rosam | Posso curvarmi come un pastore sul bastone o anche portare la rosa in mezzo alla polvere del sentiero |
[40] nam quid ego adiciam, de quo mihi maxima fama est, hortorum in manibus dona probata meis | [40] Infatti cosa aggiungerò, per cui la mia fama è maggiore, i doni degli orti affidati fra le mie mani |
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caeruleus cucumis tumidoque cucurbita ventre me notat et iunco brassica vincta levi; nec flos ullus hiat pratis, quin ille decenter[45] impositus fronti langueat ante meae | Il cocomero verdastro e la zucca dal ventre gonfio mi distinguono e il cavolo legato da un giunco sottile; né alcun fiore sboccia nei prati, se non quello che posto elegantemente[45] appassisca sulla mia fronte |
at mihi, quod formas unus vertebar in omnis, nomen ab eventu patria lingua dedit; et tu, Roma, meis tribuisti praemia Tuscis, (unde hodie Vicus nomina Tuscus habet),[50] tempore quo sociis venit Lycomedius armis atque Sabina feri contudit arma Tati; vidi ego labentis acies et tela caduca, atque hostis turpi terga dedisse fugae | Ma per me, poiché solo mi trasformavo in ogni forma, la lingua dei padri mi dette il nome dall'evento; e tu, Roma, offristi premi ai miei Toschi, (da cui oggi Vico Tusco prende nome), [50] nel tempo in cui Licomede giunse con armi amiche e combattè le armi sabine del feroce Tazio, io vidi gli eserciti vacillanti e i dardi cadenti, e il nemico aver dato le spalle in fuga vergognosa |
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sed facias, divum Sator, ut Romana per aevum[55] transeat ante meos turba togata pedes | Ma concederai, o Creatore degli dei, che per sempre [55] scorra davanti ai miei piedi la schiera romana togata |