Il treno del caudillo arrivò in ritardo, fatto che i tedeschi registrarono già con un certo malanimo. Ma fu l'andamento del colloquio a mettere Hitler ancora più di malumore. Benché impiegasse tutte le sue arti di persuasione, lo statista spagnolo si mostrò inaccessibile.
Hitler dipinse a tinte rosee la situazione militare tedesca, per poi puntare dritto allo scopo dell'incontro: "Se riuscissimo a concretizzare un fronte molto ampio contro l'Inghilterra" disse "il conflitto potrebbe concludersi in modo più facile e veloce per tutte le parti coinvolte".
Il dittatore si decise a esternare la vera e propria richiesta a cui mirava: propose a Franco di stipulare un'alleanza e lo esortò a entrare in guerra nel gennaio 1941. Quello stesso mese, le truppe speciali tedesche, che avevano appena preso i forti belgi di Liegi, avrebbero conquistato Gibilterra accedendo alla Spagna. Il caudillo rispose in modo evasivo: accennò alla difficoltà di approvvigionamento di generi alimentari nel suo paese e di rimando, chiese alla Germania ingenti rifornimenti di grano, oltre a moderne armi e materiale bellico, fra cui una grande quantità di pezzi di artiglieria pesante e contraerea.
Con ogni evidenza Franco diffidava dal giudizio ottimistico espresso da Hitler sulla situazione bellica, così che l'irritazione di Hitler si fece crescente, ma cercò invano di far cambiare idea a quel suo ospite irremovibile. Hitler non nascose la sua delusione.
Goebbels ne fu male informato, oppure si ingannava, allorchè annotò nel suo diario che tutto era "andato molto liscio": "la Spagna è decisamente con noi. brutti tempi per Churchill"