a Versailles, la vita è straordinariamente cara. Per vivere nel lusso si consumano ogni giorno somme enormi: bisogna possedere servitù, carrozze, cavalli, abiti alla moda, tanto fastosi quanto vari. Un gentiluomo vestito male è screditato.
La ricchezza della nobiltà è essenzialmente terriera. quasi tutte le sue vendite sono fornite dalla terra. Finché gli aristocratici sono vissuti nel castello di famiglia hanno potuto sorvegliare le coltivazioni agricole e vi hanno trovato risorse sufficienti. Ma l'allontanamento ha avuto effetti deplorevoli. I proprietari hanno affidato la gestione del loro patrimonio a uomini d'affari che non sono tutti onesti, e versano con molta irregolarità gli affitti dei fondi e le rendite.
C'è sempre una tempesta che ha devastato i raccolti, un inondazione che ha rovinato le vigne. Gli amministratori si accordano con i contadini per derubare un padrone lontano. Solamente la presenza effettiva del castellano consente un'opportunità sorveglianza ed evita gli sprechi. La marchesa di Sévigné esclama: Ah, se soltanto mi si pagasse quanto mi è dovuto in Bretagna in Borbona. E ammette di poter contare soltanto su un quarto delle sue vendite.
L'uomo di corte, ridotto ad accontentarsi delle magre somme che gli vengono mandate con estrema parsimonia, deve cercarsi altri mezzi di sussistenza. I cortigiani cercano quindi di trafficare con la loro influenza e di far valere abilmente la loro posizione presso il re e i suoi ministri.
Uno dei procedimenti più comuni del segretario di stato alle finanze, per procacciarsi risorse, consiste nel domandare al re di creare incarichi o uffici nuovi, che sono poi venduti. Queste cariche costano molto care. Forniscono un reddito mediocre, ma danno a coloro che le acquistano dei privilegi onorifici, prestigio, esenzione dall'imposta feudale, e qualche volta il mezzo di arrivare alla nobiltà di toga e di contrarre un ricco matrimonio.
Ecco perché il re trova sempre qualche gentiluomo disposto a diventare governatore delle carte di sua maestà, capo del bicchiere della regina, capitano dei Menus Plaisirs.
Non appena un cortigiano ha sentore di una nuova creazione, si affretta a informarne coloro che possono essere interessati all'incarico. L'ufficio è assegnato. Il titolare riconoscente, non trascura di dimostrare la propria gratitudine con una elargizione che sarebbe più sincero chiamare una bustarella. Il cortigiano che è servito da intermediario intasca con la somma pattuita. Si potrebbero citare dozzine di esempi.
Si cerca di far denaro con tutto. Certe gran dame si intromettono per la buona riuscita di un matrimonio, e prendono una provvigione sulla dote della futura sposa. Altre promettono un biglietto di invito per una festa reale in cambio di una bella sommetta.