Terenzio, Phormio: Prologus

Terenzio, Phormio: Prologus

Latino: dall'autore Terenzio, opera Phormio parte Prologus
Postquam poeta vetu' poetam non potest retrahere a studio et transdere hominem in otium, maledictis deterrere ne scribat parat; qui ita dictitat, quas ante hic fecit fabulas tenui esse oratione et scriptura levi:[5] quia nusquam insanum scripsit adulescentulum cervam videre fugere et sectari canes et eam plorare, orare ut subveniat sibi Il vecchio poeta, visto che non riesce ad allontanare il nostro poeta dalla sua attività e a farlo ammuffire inoperoso, cerca di indurlo a non scrivere col deterrente delle critiche negative; e va blaterando che le commedie da lui composte finora sono deboli nel dialogo e fragili nello stile: [5] perché non ha mai descritto un giovane impazzito che vede una cerva fuggire inseguita dai cani e piangere e chiedere aiuto
quod si intellegeret, quom stetit olim nova, actoris opera mage stetisse quam sua, [10] minu' multo audacter quam nunc laedit laederet (et mage placerent quas fecisset fabulas) Ma se capisce che quando la sua commedia tenne la scena al debutto, fu piuttosto per la bravura del capocomico [10] che per la sua, sarebbe molto meno arrogante nell'offendere (e le sue commedie incontrerebbero assai di più)
[11a] nunc siquis est qui hoc dicat aut sic cogitet: "vetu' si poeta non lacessisset prior, nullum invenire prologum potuisset novos quem diceret, nisi haberet cui male diceret," [15] is sibi responsum hoc habeat, in medio omnibus palmam esse positam qui artem tractent musicam [11a] Ora se uno dicesse o pensasse: «Se il poeta vecchio non l'avesse provocato per primo, il giovane non avrebbe potuto escogitare la recita di alcun prologo, non avendo di [15] chi parlar male», si becchi questa risposta: «La palma del primato è lì in mezzo, accessibile a tutti coloro che si occupano di poesia

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ille ad famem hunc a studio studuit reicere: hic respondere voluit, non lacessere Ma quello si è incaponito di allontanare questo dalla sua attività e di ridurlo alla fame: il nostro allora ha inteso replicare, non provocare
benedictis si certasset, audisset bene: [20] quod ab illo adlatumst, sibi esse rellatum putet Se si fosse gareggiato in cortesie si sarebbe sentito lodare: pensi che ha ricevuto [20] quel che ha dato»
de illo iam finem faciam dicundi mihi, peccandi quom ipse de se finem non facit Ma ora smetterò di parlare di lui, benché egli non smetta di sbagliare a suo danno
nunc quid velim animum attendite: adporto novam Epidicazomenon quam vocant comoediam [25] Graeci, Latini Phormionem nominant quia primas partis qui aget is erit Phormio parasitu', per quem res geretur maxume voluntas vostra si ad poetam accesserit Ora prestate attenzione a quanto vorrei da voi: vi prometto una nuova commedia, che in greco si intitola Epidicazómenos, [25] e in latino Formione, perché protagonista ne sarà soprattutto il parassita Formione, che darà vita all'azione scenica, se mostrerete il vostro favore al poeta
date operam, adeste aequo animo per silentium, [30] ne simili utamur fortuna atque usi sumus quom per tumultum noster grex motus locost: quem actori' virtus nobis restituit locum bonitasque vostra adiutans atque aequanimitas Fate attenzione dunque, prestate benevolo ascolto in [30] silenzio, perché non ci capiti come quando la nostra compagnia fu costretta a sloggiare dalla gazzarra: questo posto ce lo ha riconquistato la bravura del capocomico e l'aiuto della vostra generosità e benevolenza
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