l'azione è ambientata in una sala di rappresentanza del palazzo reale, forse quella del trono. Alla forte teatralità della composizione contribuiscono le pesanti cortine di stoffa, molto simile a un sipario, ora scostate per mostrare l'accesso misterioso; l'illuminazione che giunge da sinistra e crea suggestivi effetti chiaroscurali, è artificiale.
A sinistra, il faraone si adagia mollemente sul seggio affiancato da un dignitario e da due consiglieri; al centro stanno i maghi, uno dei quali reca un vaso nelle mani a riprova della sua funzione sacerdotale; a destra si raccolgono Mosè, Aronne e i compagni ebrei. Tutti in quest'ambiente vestono all'antica, con tuniche, mantelli e serti di foggia romana; l'ibis dell'insegna è l'unico elemento che alluda all'Egitto e contestualizzi propriamente l'evento.
Il Faraone invita Mosè a mostrargli un prodigio; Aronne, che Dio gli ha dato come portavoce, ripete specularmente le sue movenze in un eco che ne amplifica il valore e la portata. Le verghe dei maghi egizi si trasformano in serpenti ma per finire tutte nelle fauci della Verga di Aronne.
Il dipinto è databile tra il 1645 e il 1648