Viderent ne uetando in curia libere homines loQui extra curiam etiam moverent vocem; neque se videre Qui sibi minus priuato ad contionem populum vocare quam illis senatum cogere liceat Vbi vellent experirentur quanto fortior dolor libertate sua vindicanda quam cupiditas in iniusta dominatione esset De bello Sabino eos referre, tamquam maius ullum populo Romano bellum sit quam cum iis Qui legum ferendarum causa creati nihil iuris in civitate reliquerint; Qui comitia, Qui annvos magistratus, Qui vicissitudinem imperitandi, quod unum exaequandae sit libertatis, sustulerint; Qui priuati fasces et regium imperium habeant |
Che stessero Quindi bene attenti a non privare della libertà di parola i presenti in curia, costringendoli ad alzare la voce fuori dalla curia; e poi non riusciva a vedere come fosse meno lecito a lui - un privato cittadino - convocare il popolo in assemblea di quanto non lo fosse a loro costringere il senato Avrebbero potuto verificare in qualsiasi momento quanto più forte potesse essere l'esasperazione di un uomo chiamato a rivendicare la propria libertà rispetto alla smodata ingordigia di chi difende un potere fondato sull'ingiustizia E loro, i decemviri, venivano poi a parlare della guerra contro i Sabini, come se per il popolo romano qualunque guerra potesse essere più importante di qvella da combattersi contro coloro che, eletti proprio per proporre delle leggi, non avevano lasciato nemmeno le tracce della legalità all'interno del paese, spazzando via le regolari assemblee, le magistrature annue, l'avvicendamento del potere - unica garanzia di uguale libertà -, arrivando fino a insignirsi delle fasce e del potere dei re, pur essendo privati cittadini |
Fvisse regibus exactis patricios magistratus; creatos postea post secessionem plebis plebeios; cuius illi partis essent, rogitare Populares Quid enim eos per populum egisse Optimates Qui anno iam prope senatum non habuerint, tunc ita habeant ut de re publica loQui prohibeant Ne nimium in metu alieno spei ponerent; graviora quae patiantur videri iam hominibus quam quae metuant [40] Haec uociferante Horatio cum decemviri nec irae nec ignoscendi modum reperirent nec quo euasura res esset cernerent, C Claudi, Qui patruus Appi decemviri erat, oratio fuit precibus quam iurgio similior, orantis per svi fratris parentisque eius manes ut civilis potius societatis in qua natus esset, quam foederis nefarie icti cum collegis meminisset |
Dopo la cacciata dei re, c'erano stati dei magistrati patrizi, mentre a séguito della secessione della plebe la nomina era toccata anche ai plebei: ma loro, i decemviri - si domandava Valerio -, di quale parte erano Popolare Ma cosa avevano mai fatto per il popolo O erano forse degli aristocratici Loro che, per quasi un anno, non avevano convocato il senato, ora che lo avevano riunito impedivano di dibattere il problema dello Stato Che non ponessero troppa speranza nell'altrvi terrore: qvello di cui ora soffriva sembrava ormai alla gente più gravoso di qvello che temeva per il futuro 40 Di fronte all'attacco di Orazio, i decemviri non sapevano se era il caso di indignarsi o di lasciar perdere, e non capivano quale piega avrebbe preso la cosa; Gaio Claudio, che era lo zio paterno di Appio Claudio, pronunciò un discorso più simile a un'implorazione che a una rEquisitoria; in nome dei Mani di suo fratello, padre di Appio, supplicò il nipote di ricordarsi del consorzio civile all'interno del quale era nato piuttosto che dello scellerato patto stipulato insieme ai colleghi |
Multo id magis se illius causa orare quam rei publicae; Quippe rem publicam, si a uolentibus nequeat, ab invitis ius expetituram; sed ex magno certamine magnas excitari ferme iras; earum euentum se horrere Cum aliud praeterquam de quo rettulissent decemviri dicere prohiberent, Claudium interpellandi verecundia fuit Sententiam igitur peregit nullum placere senatus consultum fieri Omnesque ita accipiebant priuatos eos a Claudio iudicatos; multique ex consularibus uerbo adsensi sunt Alia sententia, asperior in speciem, vim minorem aliquanto habvit, quae patricios coire ad prodendum interregem iubebat Censendo enim quodcumque, magistratus esse Qui senatum haberent iudicabat, qvos priuatos fecerat auctor nullius senatus consulti faciendi |
Questa supplica gliela rivolgeva più nel suo interesse che non in qvello del paese; perché la repubblica avrebbe rivendicato il proprio diritto contro la loro volontà, se i decemviri non erano in grado di garantirlo spontaneamente; ma grandi scontri di solito generano grandi rancori: e Claudio ne temeva gli esiti Benché i decemviri volessero evitare che il dibattito si spostasse su temi estranei a qvelli posti all'ordine del giorno, tuttavia non ebbero il coraggio di interrompere Claudio Egli Quindi espresse il parere che il senato non doveva prendere alcuna decisione Così tutti compresero che Claudio riteneva i decemviri privati cittadini; e molti degli ex-consoli si dimostrarono d'accordo Un'altra proposta, apparentemente più spregiudicata ma di fatto molto meno drastica della precedente, invitava i patrizi a riunirsi per nominare un interré Varando infatti un qualsiasi provvedimento, venivano riconosciuti magistrati qvelli che avevano convocato il senato, mentre sarebbero rimasti privati cittadini se invece si accettava la proposta di chi caldeggiava la completa astensione dall'attività |
Maybe you might be interested

Livio, Ab urbe condita: Libro 27; 15 - 16
Latino: dall'autore Livio, opera Ab urbe condita parte Libro 27; 15 - 16
Ita labente iam causa decemvirorum, L Cornelius Maluginensis, M Corneli decemviri frater, cum ex consularibus ad ultimum dicendi locum consulto servatus esset, simulando curam belli fratrem collegasque eius tuebatur, quonam fato incidisset mirari se dictitans ut decemviros, Qui decemviratum petissent-aut soli ii aut maxime-oppugnarent; aut quid ita, cum per tot menses vacua civitate nemo iustine magistratus summae rerum praeessent controversiam fecerit, nunc demum cum hostes prope ad portas sint, civiles discordias serant, nisi quod in turbido minus perspicuum fore putent quid agatur Ceterum-nonne enim maiore cura occupatis animis uerum esse praeiudicium rei tantae auferri |
Mentre la posizione dei decemviri era sempre più in bilico, Lucio Cornelio Maluginense, fratello del decemviro Marco Cornelio, cui era stato intenzionalmente riservato l'ultimo intervento nel dibattito, in un primo tempo si mise a difendere il fratello e il resto del collegio fingendo di essere in apprensione per la guerra, e poi disse di essersi curiosamente domandato in base a quale fatalità avesse potuto succedere che contro i decemviri si fossero scagliati - soltanto o soprattutto - proprio qvelli che avevano puntato al decemvirato; e perché mai, mentre nel corso di tutti quei mesi di pace interna nessuno di loro aveva posto in discussione la legittimità dei magistrati preposti alle più alte cariche, e soltanto adesso, coi nemici ormai quasi alle porte, si mettessero ad alimentare dissensi tra i cittadini; a meno che non pensassero che in uno stato di confusione i reali motivi del loro comportamento si sarebbero rivelati meno perspicui Quanto al resto, non era forse meglio non pregiudicare una questione tanto importante quando le menti erano occupate da un pensiero ben più grave |
-sibi placere de eo quod Valerius Horatiusque ante idus Maias decemviros abisse magistratu insimulent, bellis quae immineant perfectis, re publica in tranQuillum redacta, senatu disceptante agi, et iam nunc ita se parare Ap Claudium ut comitiorum quae decemviris creandis decemvirum ipse habuerit sciat sibi rationem reddendam esse utrum in unum annum creati sint, an donec leges quae deessent perferrentur | Intorno all'accusa mossa da Valerio e Orazio secondo la quale i decemviri avrebbero dovuto uscire di carica prima delle Idi di maggio, Cornelio disse che a suo parere la questione andava dibattuta in senato, non prima però di aver posto fine alle guerre incombenti e di aver riportato la pace nello Stato; Appio Claudio si tenesse pronto già fin da allora a rendere conto dei comizi per elezioni dei decemviri che egli stesso, un decemviro, aveva presieduto: se erano stati nominati per un anno oppure fino a quando non fossero state approvate le leggi mancanti; quanto poi al presente, l'opinione di Cornelio era che ci si dovesse occupare esclusivamente della guerra |
Maybe you might be interested

Livio, Ab urbe condita: Libro 07, 01- 06
Latino: dall'autore Livio, opera Ab urbe condita parte Libro 07, 01- 06
In praesentia omnia praeter bellum omitti placere; cuius si falso famam volgatam, vanaque non nuntios solum sed Tusculanorum etiam legatos attulisse putent, speculatores mittendos censere Qui certius explorata referant: sin fides et nuntiis et legatis habeatur, dilectum primo quoque tempore haberi et decemviros quo cuique eorum videatur exercitus ducere, nec rem aliam praeverti |
Se poi le voci riguardanti la guerra si dimostravano infondate e i senatori ritenevano che non solo i messaggeri romani ma anche gli ambasciatori dei Tuscolani avessero riferito delle notizie prive di senso, allora - questo quanto lui suggeriva - sarebbe stato necessario inviare sul posto delle pattuglie di ricognizione perché riportassero informazioni più sicure dopo aver attentamente esaminato la situazione; se invece si prestava fede ai messaggeri romani e agli ambasciatori, si facesse al più presto la leva, i decemviri gvidassero gli eserciti dove sarebbe parso più opportuno a ciascuno di loro; si desse alla guerra la precedenza assoluta su ogni altra questione |