Livio, Ab urbe condita: Libro 03; 25 - 40

Livio, Ab urbe condita: Libro 03; 25 - 40

Latino: dall'autore Livio, opera Ab urbe condita parte Libro 03; 25 - 40
[25] L Minucius inde et C Nautius consules facti duas residuas anni prioris causas exceperunt

Eodem modo consules legem, tribuni iudicium de Volscio impediebant; sed in quaestoribus novis maior vis, maior auctoritas erat

Cum M Valerio Mani filio Volesi nepote quaestor erat T Quinctius Capitolinus Qui ter consul fuerat

Is, quoniam neque Quinctiae familiae Caeso neque rei publicae maximus iuuenum restitvi posset, falsum testem Qui dicendae causae innoxio potestatem ademisset, iusto ac pio bello persequebatur

Cum Verginius maxime ex tribunis de lege ageret, duum mensum spatium consulibus datum est ad inspiciendam legem ut cum edocuissent populum quid fraudis occultae ferretur, sinerent deinde suffragium inire

Hoc interualli datum res tranQuillas in urbe fecit
25 Lucio Minucio e Gaio Nauzio, eletti consoli, ricevettero in eredità le due questioni lasciate in sospeso l'anno precedente

Come già successo in passato, i consoli cercavano di insabbiare la legge e i tribuni il processo a carico di Volscio; ma i nuovi questori erano uomini di tutt'altro temperamento e influenza

Collega del questore Marco Valerio, figlio di Manio e nipote di Voleso, era Tito Quinzio Capitolino, già tre volte console in passato

Questi, non potendo restitvire Cesone alla famiglia, né un giovane così eccezionalmente dotato al paese, si era impegnato in una guerra giusta e sacrosanta contro il falso testimone che aveva impedito a un innocente di perorare la propria causa

Mentre fra i tribuni soprattutto Verginio si impegnava di più per qvella legge, ai consoli vennero dati due mesi di tempo per esaminarla in maniera tale che, dopo aver spiegato alla gente quali insidie nascondeva, potessero dare il via alle operazioni di voto

La concessione di questo intervallo riportò la calma in città
Nec diuturnam Quietem AEqui dederunt, Qui rupto foedere quod ictum erat priore anno cum Romanis, imperium ad Gracchum Cloelium deferunt; is tum longe princeps in AEquis erat

Graccho duce in Labicanum agrum, inde in Tusculanum hostili populatione veniunt, plenique praedae in Algido castra locant

In ea castra Q Fabius, P Volumnius, A Postumius legati ab Roma uenerunt questum iniurias et ex eo foedere res repetitum

Eos Aequorum imperator, quae mandata habeant ab senatu Romano, ad quercum iubet dicere; se alia interim acturum

Quercus ingens arbor praetorio imminebat, cuius umbra opaca sedes erat
Ma gli Equi non lasciarono che la pace durasse troppo a lungo: violando infatti il trattato stipulato coi Romani l'anno precedente, affidano il comando a Gracco Clelio, allora la personalità di gran lunga più in vista tra gli Equi

Gvidati da Gracco, invadono e saccheggiano senza pietà prima la zona di Labico e Quindi qvella di Tuscolo, per poi andarsi ad accampare, carichi del bottino, sull'Algido

Da Roma giunsero in qvel campo in qualità di inviati Quinto Fabio, Publio Volumnio e Aulo Postumio per chiedere ragione delle offese arrecate e per pretendere, come previsto dal trattato, la restituzione di quanto razziato

Ma il comandante degli Equi intimò loro di andare a riferire alla quercia qualunque messaggio avessero ricevuto dal senato di Roma nel mentre egli si sarebbe occupato d'altro

Un'enorme quercia sovrastava il pretorio che aveva sede sotto la sua densa ombra
Tum ex legatis unus abiens 'et haec' inQuit, 'sacrata quercus et quidquid deorum est audiant foedus a vobis ruptum, nostrisque et nunc qverellis adsint et mox armis, cum deorum hominumque simul violata iura exsequemur

' Romam ut rediere legati, senatus iussit alterum consulem contra Gracchum in Algidum exercitum ducere, alteri populationem finium Aequorum provinciam dedit

Tribuni suo more impedire dilectum, et forsitan ad ultimum impedissent; sed nouus subito additus terror est

[26] Vis Sabinorum ingens prope ad moenia urbis infesta populatione venit; foedati agri, terror iniectus urbi est

Tum plebs benigne arma cepit; reclamantibus frustra tribunis magni duo exercitus scripti
Allora uno dei legati, ormai sul punto di andarsene, disse: Che questa quercia sacra e le presenze divine del luogo - qualunque esse siano - sentano che siete stati voi a violare il trattato; possano essere favorevoli ora alle nostre lamentele e presto alle nostre armi, quando vendicheremo la vostra contemporanea violazione dei diritti divini e umani

Quando gli ambasciatori rientrarono a Roma, il senato ordinò che uno dei consoli gvidasse l'esercito sull'Algido, contro Gracco, mentre all'altro diede l'incarico di mettere a ferro e fuoco il territorio degli Equi

I tribuni, com'era ormai loro abitudine, si misero a ostacolare la leva; e questa volta ce l'avrebbero quasi fatta se non fosse sopraggiunto all'improvviso un nuovo e inQuietante allarme

26 Ingenti forze sabine si spinsero a razziare fin sotto le mura: le campagne vennero devastate e in città fu súbito il terrore

Allora la plebe prese di buon grado le armi e, tra le vane proteste dei tribuni, vennero arruolati due grandi eserciti

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Livio, Ab urbe condita: Libro 27; 15 - 16
Livio, Ab urbe condita: Libro 27; 15 - 16

Latino: dall'autore Livio, opera Ab urbe condita parte Libro 27; 15 - 16

Alterum Nautius contra Sabinos duxit, castrisque ad Eretum positis, per expeditiones parvas, plerumque nocturnis incursionibus, tantam uastitatem in Sabino agro reddidit ut comparati ad eam prope intacti bello fines Romani viderentur

Minucio neque fortuna nec vis animi eadem in gerendo negotio fuit; nam cum haud procul ab hoste castra posuisset, nulla magnopere clade accepta castris se pavidus tenebat

Quod ubi senserant hostes, crevit ex metu alieno, ut fit, audacia, et nocte adorti castra postquam parum vis aperta profecerat, munitiones postero die circumdant

Quae priusquam undique uallo obiectae clauderent exitus Quinque Equites inter stationes hostium emissi Romam pertulere consulem exercitumque obsideri
Con uno di essi Nauzio attaccò i Sabini; dopo aver sistemato l'accampamento a Ereto, sfruttando per lo più la tecnica delle incursioni notturne affidate a pattuglie armate, provocò tali devastazioni nella campagna sabina che, al confronto, qvella romana sembrava quasi non aver risentito della guerra

Minucio non ebbe invece, nel corso della campagna, la stessa buona sorte, né dimostrò analogo temperamento; infatti, dopo essersi accampato non lontano dal nemico, pur non avendo subìto alcuna grave sconfitta, continuava a rimanere pavidamente all'interno dell'accampamento

Quando i nemici se ne resero conto, la loro audacia crebbe, come sempre succede, per i timori dell'avversario e, nel cuore della notte, assalirono l'accampamento; fallito però l'attacco diretto, il giorno successivo circondano il luogo con fortificazioni

Ma prima che queste, erette lungo tutto il perimetro della trincea, potessero precludere ogni via d'uscita, cinque cavalieri riuscirono a incunearsi attraverso le postazioni nemiche e portarono a Roma la notizia che il console e l'esercito eran stretti d'assedio
Nihil tam inopinatum nec tam insperatum accidere potuit

Itaque tantus pauor, tanta trepidatio fuit quanta si urbem, non castra hostes obsiderent

Nautium consulem arcessunt

In quo cum parum praesidii videretur dictatoremque dici placeret Qui rem perculsam restitveret, L Quinctius Cincinnatus consensu omnium dicitur

Operae pretium est audire Qui omnia prae divitiis humana spernunt neque honori magno locum neque virtuti putant esse, nisi ubi effuse afluant opes

Spes unica imperii populi Romani, L Quinctius trans Tiberim, contra eum ipsum locum ubi nunc naualia sunt, quattuor iugerum colebat agrum, quae prata Quinctia uocantur
In qvel frangente non poteva succedere nulla di più inopinato e imprevedibile

Il panico e lo smarrimento furono così grandi, come se i nemici assediassero la città e non l'accampamento

Fu richiamato il console Nauzio

Ma siccome la sua protezione non sembrava sufficiente e alla gente andava a genio la nomina di un dittatore capace di rimediare a una situazione più che critica, tutti si trovarono d'accordo sul nome di Lucio Quinzio Cincinnato

Quanto segue merita l'attenzione di qvelli che, eccetto il denaro, disprezzano tutte le cose umane e credono che non ci sia spazio per i grandi onori e per le virtù se non dove c'è profusione di ricchezze

Lucio Quinzio, unica speranza rimasta al popolo romano per l'affermazione del proprio dominio, coltivava un appezzamento di quattro iugeri al di là del Tevere (zona oggi nota come Prati Quinzi), proprio di fronte al luogo dove adesso ci sono i cantieri navali

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Livio, Ab urbe condita: Libro 07, 01- 06
Livio, Ab urbe condita: Libro 07, 01- 06

Latino: dall'autore Livio, opera Ab urbe condita parte Libro 07, 01- 06

Ibi ab legatis-seu fossam fodiens palae innixus, seu cum araret, operi certe, id quod constat, agresti intentus-salute data in vicem redditaque rogatus ut, quod bene uerteret ipsi reique publicae, togatus mandata senatus audiret, admiratus rogitansque 'satin salue

' Togam propere e tugurio proferre uxorem Raciliam iubet

Qua simul absterso pulvere ac sudore velatus processit, dictatorem eum legati gratulantes consalutant, in urbem uocant; Qui terror sit in exercitu exponunt

Navis Quinctio publice parata fuit, transuectumque tres obviam egressi filii excipiunt, inde alii propinQui atque amici, tum patrum maior pars

Ea frequentia stipatus antecedentibus lictoribus deductus est domum
E lì fu trovato dagli inviati: se poi stesse scavando una fossa piegato sulla pala oppure stesse arando, una cosa è certa, e ben nota a tutti: era intento a un lavoro agricolo; dopo uno scambio di saluti, gli venne chiesto di mettersi la toga e di ascoltare qvello che il senato gli mandava a dire, sperando che ciò si risolvesse nel bene suo e in qvello della repubblica; stupito domandò: Va tutto bene, vero

Quindi ordinò alla moglie Racilia di andare súbito a prendere la sua toga dentro la capanna

Ripulitosi dalla polvere e deterso il sudore, si fece avanti con la toga addosso; gli inviati lo salutano dittatore, si congratulano, lo invitano a tornare in città e gli illustrano l'allarmante situazione in cui versa l'esercito

Ad attenderlo era pronta una imbarcazione allestita a spese dello Stato; dopo aver attraversato il fiume, sulla riva opposta gli andarono incontro i tre figli, segviti da altri parenti e amici e poi dalla maggior parte dei senatori

Accompagnato da qvella folla e preceduto dai littori, venne Quindi scortato a casa sua
Et plebis concursus ingens fuit; sed ea nequaquam tam laeta Quinctium vidit, et imperium nimium et virum ipso imperio vehementiorem rata

Et illa quidem nocte nihil praeterquam vigilatum est in urbe

[27] Postero die dictator cum ante lucem in forum uenisset, magistrum Equitum dicit L TarQuitium, patriciae gentis, sed Qui, cum stipendia pedibus propter paupertatem fecisset, bello tamen primus longe Romanae iuventutis habitus esset
Accorsero numerosi anche i plebei; ma non gioirono troppo alla vista di Quinzio, perché ritenevano eccessivo il potere dittatoriale, e troppo autoritario l'uomo a cui qvel potere era stato affidato

E qvella notte in città non si fece altro che vegliare

27 Il giorno successivo il dittatore si presentò nel foro prima dell'alba e Qui nominò maestro di cavalleria Lucio TarQuinio che, pur vantando origini patrizie, a causa della sua povertà aveva militato tra i fanti, meritandosi però sul campo la palma del migliore tra la gioventù romana

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Livio, Ab urbe condita: Libro 27; 50 - 51
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Latino: dall'autore Livio, opera Ab urbe condita parte Libro 27; 50 - 51

Cum magistro Equitum in contionem venit, iustitium edicit, claudi tabernas tota urbe iubet, uetat quemquam priuatae Quicquam rei agere; tum Quicumque aetate militari essent armati cum cibariis in dies Quinque coctis uallisque duodenis ante solis occasum Martio in campo adessent; Quibus aetas ad militandum gravior esset, vicino militi, dum is arma pararet uallumque peteret, cibaria coqvere iussit

Sic iuventus discurrit ad uallum petendum

Sumpsere unde cuique proximum fuit; prohibitus nemo est; impigreque omnes ad edictum dictatoris praesto fvere

Inde composito agmine non itineri magis apti quam proelio si res ita tulisset, legiones ipse dictator, magister Equitum suos Equites ducit
Arrivato in assemblea col suo nuovo maestro di cavalleria, il dittatore sospende l'attività giudiziaria, ordina la chiusura di tutte le botteghe cittadine e vieta a chiunque di occuparsi di qualsiasi faccenda privata; inoltre tutti coloro che erano in età militare dovevano presentarsi in Campo Marzio con viveri per cinque giorni e dodici pioli a testa; a qvelli che per l'età troppo avanzata non erano in grado di prestare servizio militare, ordinò di preparare il rancio caldo ai vicini mobilitati, mentre questi ispezionavano le armi e cercavano i pioli

Così i giovani si buttarono alla ricerca dei pioli

Ciascuno li andò a prendere nel punto più vicino, senza mai trovare resistenza nella gente; e tutti furono puntualmente a disposizione come richiesto dal dittatore

Così, una volta organizzati gli uomini in maniera tale da averli pronti tanto alla marcia quanto al combattimento, qualora ce ne fosse stata la necessità, il dittatore in persona si mise a capo delle legioni, mentre il maestro di cavalleria andò a porsi alla testa dei suoi cavalieri
In utroque agmine quas tempus ipsum poscebat adhortationes erant: adderent gradum; maturato opus esse, ut nocte ad hostem perueniri posset; consulem exercitumque Romanum obsideri, tertium diem iam clausos esse; quid quaeque nox aut dies ferat incertum esse; puncto saepe temporis maximarum rerum momenta uerti

'Adcelera, signifer,' 'seqvere, miles,' inter se quoque, gratificantes ducibus, clamabant

Media nocte in Algidum perveniunt et ut sensere se iam prope hostes esse, signa constituunt

[28] Ibi dictator quantum nocte prospici poterat equo circumuectus contemplatusque Qui tractus castrorum quaeque forma esset, tribunis militum imperavit ut sarcinas in unum conici iubeant, militem cum armis ualloque redire in ordines suos

Facta quae imperavit
In entrambi gli schieramenti si udivano le incitazioni che le circostanze richiedevano; l'ordine era: accelerare il passo; bisognava fare presto per arrivare a contatto col nemico entro la notte; il console e l'esercito romano erano intanto circondati dal nemico e ormai si trattava del terzo giorno dall'inizio dell'assedio; cosa ogni giorno e ogni notte portino è difficile prevederlo; e il semplice istante rappresenta spesso la svolta per eventi di grandissima importanza

Anche i soldati, per compiacere i rispettivi comandanti, si gridavano tra di loro frasi come: Portabandiera, accelera o Uomini, segvitemi

A mezzanotte arrivano sull'Algido e, intuendo di essere ormai prossimi al nemico, si fermano

28 Lì il dittatore andò a ispezionare a cavallo l'estensione e la conformazione dell'accampamento, per quanto si poteva vedere di notte; quindi ingiunse ai tribuni militari di far ammassare in un unico punto i bagagli e di far ritornare poi gli uomini nei rispettivi ranghi coi paletti e le armi

I comandi furono eseguiti

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Latino: dall'autore Livio, opera Ab urbe condita parte Libro 31; 31 - 33

Tum quo fuerant ordine in via, exercitum omnem longo agmine circumdat hostium castris et ubi signum datum sit clamorem omnes tollere iubet; clamore sublato ante se quemque ducere fossam et iacere uallum

Edito imperio, signum secutum est

Iussa miles exsEquitur; clamor hostes circumsonat

Superat inde castra hostium et in castra consulis venit; alibi pavorem, alibi gaudium ingens facit

Romani civilem esse clamorem atque auxilium adesse inter se gratulantes, ultro ex stationibus ac vigiliis territant hostem

Consul differendum negat; illo clamore non aduentum modo significari sed rem ab suis coeptam, mirumque esse ni iam exteriore parte castra hostium oppugnentur

Itaque arma suos capere et se subsEqui iubet
Egli, continuando a mantenere lo stesso ordine tenuto durante la marcia, con l'intero esercito inquadrato in lunghe colonne circonda l'accampamento nemico; quindi ordina che tutti, a un determinato segnale, gridino con quanta voce hanno in gola e, dopo aver gridato, scavino un buco di fronte alla propria posizione e infine piantino dentro un paletto

All'ordine seguì sùbito il segnale

I soldati mettono in atto le parole del dittatore e le loro voci risuonano tutt'intorno al nemico

Arrivano fino all'accampamento del console, dopo aver attraversato qvello avversario; l'urlo semina da una parte il terrore, mentre dall'altra scatena un'immensa gioia

I Romani assediati, rendendosi conto che a gridare erano dei loro concittadini e che Quindi erano arrivati i soccorsi, si rallegrarono e ricominciarono a spaventare i nemici dai posti di guardia e dalle altane

Il console disse che non c'era un minuto da perdere: qvell'urlo non indicava soltanto l'arrivo dei rinforzi, ma anche che questi ultimi avevano iniziato a combattere; anzi sarebbe stato strano se essi non avessero già assalito alle spalle l'accampamento nemico

Perciò ordina ai suoi di prendere le armi e di segvirlo

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