Si intellegam posse ad summos pervenire, non solum hortabor, ut elaboret, sed etiam, si vir quoque bonus mihi videbitur esse, obsecrabo; tantum ego in excellenti oratore et eodem bono viro pono esse ornamenti universae civitati; sin videbitur, cum omnia summe fecerit, tamen ad mediocris oratores esse venturus, permittam ipsi quid velit; molestus magno opere non ero; sin plane abhorrebit et erit absurdus, ut se contineat aut ad aliud studium transferat, admonebo; [86] nam neque is, qui optime potest, deserendus ullo modo est a cohortatione nostra neque is, qui aliquid potest, deterrendus: quod alterum divinitatis mihi cuiusdam videtur, alterum, vel non facere quod non optime possis, vel facere quod non pessime facias, humanitatis, tertium vero illud, clamare contra quam deceat et quam possit, hominis est, ut tu, Catule, de quodam clamatore dixisti, stultitiae suae quam plurimos testis domestico praeconio conligentis |
Se capissi che egli potrebbe diventare un sommo oratore, non solo lo esorterei ad impegnarsi a fondo, ma lo supplicherei, qualora mi sembrasse che egli fosse anche un uomo onesto: tanto grande è la gloria che, a mio avviso, deriva allo Stato da un eccellente oratore, che sia anche un uomo dabbene; se fosse chiaro che egli, malgrado ogni sforzo, non potrebbe arrivare, in materia di eloquenza, al di là della mediocrità, lo lascerei libero di fare ciò che volesse, senza insistere per nulla; se poi fosse del tutto inadatto e incapace, lo esorterei a tenersene lontano o a dedicarsi ad altro studio;[86] infatti non dobbiamo in alcun modo trascurare di esortare colui che possiede un grande talento, né dobbiamo distogliere colui che ha qualche possibilità: il primo caso ha, a mio avviso, qualche cosa di divino, il secondo, cioè levitare di fare ciò che non raggiunge leccellenza o il fare ciò che rientra nella sfera della mediocrità, è proprio della comune umanità, quanto al terzo caso, il gridare in modo indecoroso e al di là delle proprie possibilità, è proprio di quello strillone di cui parlavi tu, o Catulo, cioè di un uomo che raccoglie con la propria tromba il maggior numero di testimoni della sua stupidità |