hic catagrapha invenit, hoc est obliquas imagines, et varie formare voltus, respicientes suspicientesve vel despicientes; articulis membra distinxit, venas protulit, praeterque in vestibus rugas et sinus invenit [57] Panaenus quidem frater Phidiae etiam proelium Atheniensium adversus Persas apud Marathona factum pinxit adeo iam colorum usus increbuerat adeoque ars perfecta erat, ut in eo proelio iconicos duces pinxisse tradatur, Atheniensium Miltiadem, Callimachum, Cynaegirum, barbarorum Datim, Artaphernen [58] quin immo certamen etiam picturae florente eo institutum est Corinthi ac Delphis, primusque omnium certavit cum Timagora Chalcidense, superatus ab eo Pythiis, quod et ipsius Timagorae carmine vetusto apparet, chronicorum errore non dubio |
Costui inventò i catagrafi, cioè le immagini di scorcio, e disporre variamente i volti, mentre guardano indietro e mentre scrutano o mentre guardano in basso; distinse le membra con le articolazioni, riprodusse le vene, e inoltre inventò le pieghe e i panneggi sulle vesti [57] Certo Paneo fratello di Fidia dipinse anche la battaglia degli Aeniesi contro i Persiani presso Maratona Tanto si diffondeva ormai l'uso dei colori e tanto era perfetta l'arte, che in questa battaglia si tramanda aver dipinto i comandanti ritratti dal vivo, degli Ateniesi Milziade, Callimaco, Cinegiro, dei barbari Dati, Artaferne [58] Anzi fu istituita anche una gara di pittura a Corinto e a Delfi quando lui era affermato, e gareggiò primo di tutti con Timagora di Calcide, vinto da lui nei giochi Pitici, cosa che compare anche in un vecchio carme dello stesso Timagora, con sicuro errore delle cronologie |
Alii quoque post hos clari fuere ante LXXXX olympiadem, sicut Polygnotus Thasius, qui primus mulieres tralucida veste pinxit, capita earum mitris versicoloribus operuit plurimumque picturae primus contulit, siquidem instituit os adaperire, dentes ostendere, volutem ab antiquo rigore variare [59] huius est tabula in porticu Pompei, quae ante curiam eius fuerat, in qua dubitatur ascendentem cum clupeo pinxerit an descendentem hic Delphis aedem pinxit, hic et Athenis porticum, quae Poecile vocatur, gratuito, cum partem eius Micon mercede pingeret vel maior huic auctoritas, siquidem Amphictyones, quod est publicum Graeciae consilium, hospitia ei gratuita decrevere Fuit et alius Micon, qui minoris cognomine distinguitur, cuius filia Timarete et ipsa pinxit |
Dopo questi anche altri furono famosi prima della 90° olimpiade, come Polignoto di Taso, che per primo dipinse le donne con la veste trasparente, coprì le loro teste con fasce variopinte e per primo contribuì moltissimo alla pittura, se appunto iniziò ad aprire le bocche, a mostrare i denti, a variare l'espressione dall'antica rigidità [59] C'è un quadro di costui nel portico di Pompeo, che era stato davanti alla sua curia, su cui si dubita se avesse dipinto uno con lo scudo che saliva o scendeva Questo dipinse il tempio a Delfi, questo anche il portico ad Atene, che è detto Pecile, gratuitamente, mentre Micone dipingeva una parte di esso con compenso Ma prestigio maggiore per costui, se gli Anfizioni, che è il consiglio pubblico della Grecia, gli concessero ospitalità gratuita Ci fu anche un altro Micone, che viene distinto dal soprannome di giovane, la cui figlia Timarete dipinse anche lei |
[60] LXXXX autem olympiade fuere Aglaophon, Cephisodorus, Erillus, Euenor, pater Parrhasii et praeceptor maximi pictoris, de quo suis annis dicemus, omnes iam inlustres, non tamen in quibus haerere expositio debeat festinans ad lumina artis, in quibus primus refulsit Apollodorus Atheniensis LXXXXIII olympiade hic primus species exprimere instituit primusque gloriam penicillo iure contulit eius est sacerdos adorans et Aiax fulmine incensus, quae Pergami spectatur hodie neque ante eum tabula ullius ostenditur, quae teneat oculos [61] Ab hoc artis fores apertas Zeuxis Heracleotes intravit olympiadis LXXXXV anno quarto, audentemque iam aliquid penicillum, de hoc enim adhuc loquamur, ad magnam gloriam perduxit, a quibusdam falso in LXXXVIIII olympiade positus, cum fuisse necesse est Demophilum Himeraeum et Nesea Thasium, quoniam utrius eorum discipulus fuerit ambigitur |
[60] Nella 90° olimpiade poi ci furono Aglaofonte, Cefisodoro, Erillo, Evenore, padre e maestro di Parrasio un grandissimo pittore, di cui diremo a suo tempo, tutti ormai famosi, su cui tuttavia non debba indugiare la trattazione che s'affretta verso gli splendori dell'arte, in cui per primo brillò l'ateniese Apollodoro nella 93° olimpiade Costui per primo stabilì di esprimere i caratteri e per primo attribuì veramente gloria al pennello E' suo un sacerdote che prega e un Aiace bruciato dal fulmine, che si vede oggi a Pergamo Né prima di lui è esposto il quadro di nessuno, che attiri gli sguardi [61] Dopo costui Zeusi di Eraclea entrò nelle porte aperte dell'arte nel quarto anno della 95° olimpiade, e portò a grande gloria il pennello che già osava qualcosa, infatti su questo parleremo ancora, da alcuni collocato erroneamente nella 89° olimpiade, mentre è necessario che ci fossero Demofilo di Imera e Neseo di Taso, perché si discute di chi dei due sia stato discepolo |
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Latino: dall'autore Plinio il Vecchio, opera Naturalis Historia parte Libro 21, Paragrafi 31-35
[62] in eum Apollodorus supra scriptus versum fecit, artem ipsis ablatam Zeuxim ferre secum opes quoque tantas adquisivit, ut in ostentatione earum Olympiae aureis litteris in palliorum tesseris intextum nomen suum ostentaret postea donare opera sua instituit, quod nullo pretio satis digno permutari posse diceret, sicuti Alcmenam Agragantinis, Pana Archelao [63] fecit et Penelopen, in qua pinxisse mores videtur, et athletam adeoque in illo sibi placuit, ut versum subscriberet celebrem ex eo, invisurum aliquem facilius quam imitaturum magnificus est et Iuppiter eius in throno adstantibus diis et Hercules infans dracones II strangulans Alcmena matre coram pavente et Amphitryone |
[62] Apollodoro sopra riportato compose un verso su di lui, che Zeusi portava con sè l'arte tolta a loro stessi Accumulò anche tante ricchezze, che ostentava a loro dimostrazione ad Olimpia il suo nome ricamato con lettere d'oro nei riquadri dei mantelli Poi cominciò a donare i suoi lavori, perché diceva non poter essere scambiati a nessun prezzo sufficientemente adeguato, come un'Alcmena agli Agrigentini, un Pan ad Archelao [63] Fece anche una Penelope, su cui sembra aver dipinto le abitudini, e un atleta del quale si compiacque tanto, che sottoscriveva un celebre verso secondo cui, qualcuno l'avrebbe più facilmente invidiato che imitato E' magnifico anche un suo Giove sul trono con gli dei che stanno accanto e un Ercole bambino che strangola due serpenti davanti alla madre Alcmena che ha timore ed Anfitrione |
[64] reprehenditur tamen ceu grandior in capitibus articulisque, alioqui tantus diligentia, ut Agragantinis facturus tabulam, quam in templo Iunonis Laciniae publice dicarent, inspexerit virgines eorum nudas et quinque elegerit, ut quod in quaque laudatissimum esset pictura redderet pinxit et monochromata ex albo aequales eius et aemuli fuere Timanthes, Androcydes, Eupompus, Parrhasius [65] descendisse hic in certamen cum Zeuxide traditur et, cum ille detulisset uvas pictas tanto successu, ut in scaenam aves advolarent, ipse detulisse linteum pictum ita veritate repraesentata, ut Zeuxis alitum iudicio tumens flagitaret tandem remoto linteo ostendi picturam atque intellecto errore concederet palmam ingenuo pudore, quoniam ipse volucres fefellisset, Parrhasius autem se artificem |
[64] E' tuttavia criticato in quanto più grande nelle teste e negli arti, per il resto tanto grande per diligenza, che sul punto di fare per gli Agrigentini un quadro, che dedicassero pubblicamente nel tempio di Giunone Licina, esaminò le loro fanciulle nude e scelse cinque, per riprodurre con la pittura ciò che era molto pregevole in ciascuna Dipinse anche opere monocromatiche col bianco Suoi contemporanei e rivali furono Timante, Androcide, Eupompo, Parrasio [65] Costui è tramandato essere sceso in gara con Zeusi e, avendo quello raffigurato uve dipinte con tanto successo, che gli uccelli volavano verso il teatro, aver portato egli stesso una tenda dipinta con la realtà rappresentata in modo tale, che Zeusi che s'inorgogliva per il giudizio degli uccelli sollecitava tuttavia che, tolta la tenda, fosse mostrata la pittura e compreso l'errore concedeva la vittoria con sincera vergogna, perché lui aveva ingannato gli uccelli, ma Parrasio lui stesso un artista |
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[66] fertur et postea Zeuxis pinxisse puerum uvas ferentem, ad quas cum advolassent aves, eadem ingenuitate processit iratus operi et dixit: uvas melius pinxi quam puerum, nam si et hoc consumassem, aves timere debuerant fecit et figlina opera, quae sola in Ambracia relicta sunt, cum inde Musas Fulvius Nobilior Romam transferret Zeuxidis manu Romae Helena est in Philippi porticibus, et in Concordiae delubro Marsyas religatus [67] Parrhasius Ephesi natus et ipse multa contulit primus symmetrian picturae dedit, primus argutias voltus, elegantiam capilli, venustatem oris, confessione artificum in liniis extremis palmam adeptus haec est picturae summa suptilitas |
[66] Zeusi è detto anche aver dipinto dopo un fanciullo che porta le uve, verso cui essendo volati gli uccelli, scontento dell'opera s'espresse con la stessa sincerità e disse: ho dipinto meglio le uve che il fanciullo, infatti se avessi perfezionato anche questo, gli uccelli avrebbero dovuto spaventarsi Fece anche lavori in argilla, le uniche che furono lasciate ad Ambracia, trasferendo poi Fulvio Nobiliore le Muse a Roma Della mano di Zeusi c'è a Roma un'Elena nei portici di Filippo, e nel tempio della Concordia un Marsia legato [67] Parrasio nato ad Efeso ed egli stesso introdusse molte cose Per primo dette alla pittura la simmetria, per primo le espressioni del volto, l'eleganza del capello, la bellezza della bocca, che aveva meritato la vittoria nelle linee per i contorni per ammissione degli artisti Questa è la massima perfezione della pittura |
corpora enim pingere et media rerum est quidem magni operis, sed in quo multi gloriam tulerint; extrema corporum facere et desinentis picturae modum includere rarum in successu artis invenitur [68] ambire enim se ipsa debet extremitas et sic desinere, ut promittat alia et post se ostendatque etiam quae occultat hanc ei gloriam concessere Antigonus et Xenocrates, qui de pictura scripsere, praedicantes quoque, non solum confitentes; et alias multa graphidis vestigia exstant in tabulis ac membranis eius, ex quibus proficere dicuntur artifices minor tamen videtur sibi comparatus in mediis corporibus exprimendis [69] pinxit demon Atheniensium argumento quoque ingenioso ostendebat namque varium: iracundum iniustum inconstantem, eundem exorabilem clementem misericordem; gloriosum, excelsum humilem, ferocem fugacemque et omnia pariter |
Infatti dipingere i corpi e il centro delle cose è certo di grande abilità, ma molti in questo conseguirono la fama; riprodurre i contorni dei corpi e racchiudere la misura del limite della pittura si riscontra cosa rara nel successo dell'arte [68] Infatti lo stesso contorno deve limitare e definire in modo, che prometta altro anche dopo di sè e mostri anche quello che nasconde Antigono e Senocrate, che scrissero sulla pittura, gli concessero questo merito, esaltandolo anche, non solo ammettendolo; ed esistono del resto molti schizzi di matita su suoi quadri e pergamene, di cui sono detti giovarsi gli artisti Tuttavia sembra inferiore paragonato a sé nell'esprimere i corpi nelle parti interne [69] Dipinse il popolo degli Ateniesi con dimostrazione anche ingegnosa Lo mostrava infatti vario: iracondo ingiusto volubile, contemporaneamente pietoso clemente misericordioso; vanitoso, altero umile, crudele e codardo e tutte le cose insieme |
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idem pinxit et Thesea, quae Romae in Capitolio fuit, et nauarchum thoracatum, et in una tabula, quae est Rhodi, Meleagrum, Herculem, Persea; haec ibi ter fulmine ambusta neque obliterata hoc ipso miraculum auget [70] pinxit et archigallum, quam picturam amavit Tiberius princeps atque, ut auctor est Deculo, HS |LX| aestimatam cubiculo suo inclusit pinxit et Thressam nutricem infantemque in manibus eius et Philiscum et Liberum patrem adstante Virtute, et pueros duos, in quibus spectatur securitas aetatis et simplicitas, item sacerdotem adstante puero cum acerra et corona [71] sunt et duae picturae eius nobilissimae, hoplites in certamine ita decurrens, ut sudare videatur, alter arma deponens, ut anhelare sentiatur laudantur et Aeneas Castorque ac Pollux in eadem tabula, item Telephus, Achilles, Agamemnon, Ulixes |
Lo stesso dipinse anche un Teseo, che fu a Roma nel Campidoglio, e un navarco con corazza, e su un quadro, che si trova a Rodi, Meleagro, Ercole, Perseo; questo bruciato lì tre volte dal fulmine eppure non dimenticato aumenta la meraviglia per questo fatto stesso [70] Dipinse anche un sommo sacerdote, pittura che il principe Tiberio amò e, come è testimone Deculone, pagata 6 milioni di sesterzi collocò nella sua camera da letto Dipinse anche una nutrice trace e un bambino fra le sue braccia e Filisco e il padre Bacco con la Virtù che sta accanto, e due fanciulli, su cui si manifesta la tranquillità dell'età e la semplicità, anche un sacerdote con un fanciullo che sta accanto con l'incensiere e una corona [71] Ci sono anche due sue pitture famosissime, un oplita in gara che corre in modo, che sembra sudare, un altro che depone le armi, cosicché sembra ansimare Sono apprezzati anche un Enea e Castore e Polluce sullo stesso quadro, anche Telefo, Achille, Agamennone, Ulisse |
fecundus artifex, sed quo nemo insolentius usus sit gloria artis, namque et cognomina usurpavit habrodiaetum se appellando aliisque versibus principem artis et eam ab se consummatam, super omnia Apollinis se radice ortum et Herculem, qui est Lindi, talem a se pictum, qualem sese in quiete vidisset, | Artista prolifico, ma del quale nessuno usò più superbamente la gloria dell'arte, infatti usurpò anche i titoli definendosi effeminato e in altri versi principe dell'arte e che questa perfezionata da lui, soprattutto che egli era nato dalla stirpe di Apollo e che da lui era stato dipinto l'Ercole, che si trova a Lindo, tale quale se l'era visto in sogno, |