Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 34, Paragrafi 19-65

Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 34, Paragrafi 19-65

Latino: dall'autore Plinio il Vecchio, opera Naturalis Historia parte Libro 34, Paragrafi 19-65
[19] notatum ab auctoribus et L

Accium poetam in Camenarum aede maxima forma statuam sibi posuisse, cum brevis admodum fuisset

equestres utique statuae Romanam celebrationem habent, orto sine dubio a Graecis exemplo

sed illi celetes tantum dicabant in sacris victores, postea vero et qui bigis vel quadrigis vicissent; unde et nostri currus nati in iis, qui triumphavissent

serum hoc, et in iis non nisi a divo Augusto seiuges, sicut elephanti

20] Non vetus et bigarum celebratio in iis, qui praetura functi curru vecti essent per circum; antiquior columnarum, sicuti C

Maenio, qui devicerat priscos Latinos, quibus ex foedere tertias praedae populus Romanus praestabat, eodemque in consulatu in suggestu rostra devictis Antiatibus fixerat anno urbis CCCCXVI, item C
[19] Notato da alcuni autori anche che il poeta L

Accio aveva collocato per sé nel tempio delle Carmene una statua di grandissima dimensione, pur essendo stato alquanto basso

Le statue equestri comunque riscuotono il successo romano, esempio nato senza dubbio dai Greci

Ma quelli dedicavano solo cavalli da corsa vincitori nei giochi sacri, poi invece anche quelli che avevano vinto con le bighe o le quadrighe; da cui originati anche i nostri carri per quelli, che avevano trionfato

Tardivo questo, e per essi se non a partire dal divino Augusto carri a sei cavalli, come gli elefanti

20] Non antico anche l'onore delle bighe per quelli, che utilizzati nella pretura erano stati trasportati sul carro attraverso il circo; più antico (l'onore) delle colonne, come per C

Menio, che aveva vinto gli antichi latini, a cui il popolo Romano concedeva per trattato le terze parti del bottino, e nello stesso consolato nell'anno 416 della città sconfitti gli abitanti di Anzio aveva fissato i rostri nella tribuna, anche per C
Duilio, qui primus navalem triumphum egit de Poenis, quae est etiam nunc in foro, [21] item L

Minucio praefecto annonae extra portam Trigeminam unciaria stipe conlata, nescio an primo honore tali a populo, antea enim a senatu erat, praeclara res, ni frivolis coepisset initiis

namque et Atti Navi statua fuit ante curiam, basis eius conflagravit curia incensa P

Clodii funere; fuit et Hermodori Ephesii in comitio, legum, quas decemviri scribebant, interpretis, publice dicata

[22] alia causa, alia auctoritas M

Horati Coclitis statuae, quae durat hodieque, cum hostes a ponte sublicio solus arcuisset

equidem et Sibyllae iuxta rostra esse non miror, tres sint licet: una quam Sextus Pacuius Taurus aed pl restituit; duae quas M

Messalla
Duilio, che per primo celebrò un trionfo navale sui Cartaginesi, che c'è anche ora nel foro, [21] anche per L

Minucio prefetto dell'annona fuori porta Trigemina ricavata con la contribuzione di un dodicesimo, non so se per la prima volta con un tale onore da parte del popolo, infatti prima dipendeva dal senato, cosa eccezionale, se non fosse cominciata con inizi frivoli

Infatti ci fu anche la statua di Atto Navio davanti alla curia, la sua base bruciò per la curia incendiata durante il funerale di P

Clodio; nel comizio dedicata pubblicamente ci fu anche (quella) di Ermodoro di Efeso, interprete delle leggi, che scrivevano i decemviri

[22] Diversa la causa, diverso il prestigio della statua di M

Orazio Coclite, che perdura ancora, avendo respinto da solo i nemici dal ponte Sublicio

Certo non mi stupisco che presso i rostri ci siano anche della Sibilla, addirittura siano tre: una che restaurò Sesto Pacuvio Tauro edile della plebe; due che restaurò M

Messalla
primas putarem has et Atti Navi, positas aetate Tarquinii Prisci, ni regum antecedentium essent in Capitolio, [23] ex his Romuli et Tatii sine tunica, sicut et Camilli in rostris

et ante aedem Castorum fuit Q

Marci Tremuli equestris togata, qui Samnites bis devicerat captaque Anagnia populum stipendio liberaverat

inter antiquissimas sunt et Tulli Cloeli, L

Rosci, Sp

Nauti, C

Fulcini in rostris, a Fidenatibus in legatione interfectorum

[24] hoc a re p

tribui solebat iniuria caesis, sicut aliis et P

Iunio, Ti

Coruncanio, qui ab Teuta Illyriorum regina interfecti erant

non omittendum videtur, quod annales adnotavere, tripedaneas iis statuas in foro statutas; haec videlicet mensura honorata tunc erat

non praeteribo et Cn
Considererei le prime queste e (quella) di Atto Navio, messe nell'epoca di Tarquinio Prisco, se sul Campidoglio non ci fossero dei re precedenti, [23] tra queste (quelle) di Romolo e di Tazio senza tunica, come anche di Camillo sui rostri

Anche davanti al tempio dei Castori ci fu quella equestre togata di Q

Marcio Tremulo, che aveva vinto due volte i Sanniti e presa Anagni aveva liberato dal tributo il popolo

Fra le più antiche sui rostri ci sono anche (quelle) di Tullio Clelio, L

Roscio, Sp

Nauzio, C

Fulcinio, uccisi dai Fidenati durante un'ambasceria

[24] Questo soleva essere tributato dallo stato per l'offesa di un'uccisione, come per altri anche a P

Giunio, T

Coruncanio, che erano stati uccisi da Teuta regina degli Illiri

Non sembra sia da tralasciare, cosa che gli annali annotarono, le statue di tre piedi messe per essi nel foro; certo allora questa misura era onorevole

Non tralascerò anche Gn

Ottavio per una formula del senatoconsulto

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Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 08, Paragrafi 66 - 128
Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 08, Paragrafi 66 - 128

Latino: dall'autore Plinio il Vecchio, opera Naturalis Historia parte Libro 08, Paragrafi 66 - 128

Octavium ob unum SC verbum hic regem Antiochum daturum se responsum dicentem virga, quam tenebat forte, circumscripsit priusque, quam egrederetur circulo illo, responsum dare coegit

in qua legatione interfecto senatus statuam poni iussit quam oculatissimo loco, eaque est in rostris

[25] invenitur statua decreta et Taraciae Gaiae sive Fufetiae virgini Vestali, ut poneretur ubi vellet, quod adiectum non minus honoris habet quam feminae esse decretam

meritum eius ipsis ponam annalium verbis: quod campum Tiberinum gratificata esset ea populo

[26] Invenio et Pythagorae et Alcibiadi in cornibus comitii positas, cum bello Samniti Apollo Pythius iussisset fortissimo Graiae gentis et alteri sapientissimo simulacra celebri loco dicari

eae stetere, donec Sulla dictator ibi curiam faceret
Costui con una verga, che per caso teneva, descrisse un cerchio intorno al re Antioco che diceva che gli avrebbe dato una risposta, costrinse a dare la risposta prima che uscisse da quel cerchio

Per lui ucciso in questa missione il senato ordinò che fosse posta una statua nel luogo quanto più in vista, ed essa è sui rostri

[25] Si trova una statua dedicata anche alla vergine vestale Taracia Gaia o Fufezia, affinchè si mettesse dove voleva, quest'aggiunta non ha meno pregio che essere dedicata ad una donna

Esporrò la sua motivazione con le stesse parole degli annali: poiché ella avrebbe concesso al popolo il campo Tiberino

[26] Trovo anche quelle innalzate a Pitagora e Alcibiade negli angoli del comizio, quando Apollo Pizio nella guerra sannitica aveva ordinato che fossero dedicate in un luogo famoso statue al più forte della popolazione della Grecia e a un altro il più sapiente

Queste rimasero, finché il dittatore Silla non faceva qui la curia
mirumque est, illos patres Socrati cunctis ab eodem deo sapientia praelato Pythagoran praetulisse aut tot aliis virtute Alcibiaden et quemquam utroque Themistocli

[27] Columnarum ratio erat attolli super ceteros mortales, quod et arcus significant novicio invento

primus tamen honos coepit a Graecis, nullique arbitror plures statuas dicatas quam Phalereo Demetrio Athenis, siquidem CCCLX statuere, nondum anno hunc numerum dierum excedente, quas mox laceravere

statuerunt et Romae omnibus vicis tribus Mario Gratidiano, ut diximus, easdemque subvertere Sullae introitu
E'strano, che quei senatori preferissero a tutti quanti Pitagora a Socrate prescelto dallo stesso dio per la sapienza o Alcibiade a tanti altri per valore e qualcuno a Temistocle per entrambe le qualità

[27] Il senso delle colonne era l'essere elevati sopra gli altri mortali, significano questo anche gli archi con recente invenzione

Ma il primo onore cominciò dai Greci, e penso a nessuno dedicate più statue che a Falereo Demetrio ad Atene, se certo ne innalzarono 360, quando l'anno non superava ancora questo numero dei giorni, che poi distrussero

Anche a Roma le tribù ne stabilirono in tutti i quartieri per Marco Gratidiano, come abbiamo detto, e distrussero le stesse con l'arrivo di Silla

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Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 10, Paragrafi 76-80
Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 10, Paragrafi 76-80

Latino: dall'autore Plinio il Vecchio, opera Naturalis Historia parte Libro 10, Paragrafi 76-80

[28] Pedestres sine dubio Romae fuere in auctoritate longo tempore; et equestrium tamen origo perquam vetus est, cum feminis etiam honore communicato Cloeliae statua equestri, ceu parum esset toga eam cingi, cum Lucretiae ac Bruto, qui expulerant reges, propter quos Cloelia inter obsides fuerat, non decernerentur

[29] hanc primam cum Coclitis publice dicatam crediderim, Atto enim ac Sibyllae Tarquinium, ac reges sibi ipsos posuisse verisimile est, nisi Cloeliae quoque Piso traderet ab iis positam, qui una opsides fuissent, redditis a Porsina in honorem eius

e diverso Annius Fetialis equestrem, quae fuerit contra Iovis Statoris aedem in vestibulo Superbi domus, Valeriae fuisse, Publicolae consulis filiae, eamque solam refugisse Tiberimque transnatavisse ceteris opsidibus, qui Porsinae mittebantur, interemptis Tarquinii insidiis
[28] Senza dubbio a Roma per lungo tempo furono in pregio statue pedestri; tuttavia anche l'origine di quelle equestri è molto antica, anche per le donne con l'onore attribuito a Clelia con una statua equestre, come essendo poco che essa fosse cinta dalla toga, mentre non erano assegnate a Lucrezia e a Bruto, che avevano cacciato i re, a causa dei quali Clelia era stata fra gli ostaggi

[29] Potrei ritenere questa la prima con (quella) di Coclite dedicata pubblicamente, infatti è verosimile che Tarquinio l'avesse messa per Atto e la Sibilla, e i re per se stessi, se Pisone non tramandasse che anche per Clelia posta da quelli, che erano stati insieme ostaggi, liberati da Posrenna in suo onore

Al contrario Annio Feziale (dice) che quella equestre, che era stata davanti al tempio di Giove Statore nel vestibolo della casa del Superbo, sia stata per Valeria, figlia del console Publicola, e che lei sola era fuggita e aveva nuotato attraverso il Tevere mentre gli altri ostaggi, che erano inviati a Porsenna, uccisi dalle imboscate di Tarquinio
[30] L

Piso prodidit, M

Aemilio C

Popilio iterum cos a censoribus, P

Cornelio Scipione M

Popilio statuas circa forum eorum, qui magistratum gesserant, sublatas omnes praeter eas, quae populi aut senatus sententia statutae essent, eam vero, quam apud aedem Telluris statuisset sibi Sp

Cassius, qui regnum adfectaverat, etiam conflatam a censoribus

nimirum in ea quoque re ambitionem providebant illi viri

[31] exstant Catonis in censura vociferationes mulieribus statuas Romanis in provinciis poni; nec tamen potuit inhibere, quo minus Romae quoque ponerentur, sicuti Corneliae Gracchorum matri, quae fuit Africani prioris filia

sedens huic posita soleisque sine ammento insignis in Metelli publica porticu, quae statua nunc est in Octavia operibus

[32] Publice autem ab exteris posita est Romae C
[30] L

Pisone tramandò che, consoli M

Emilio e C

Popilio per la seconda volta, tolte dai censori P

Cornelio Scipione e M

Popilio le statue intorno al foro di quelli, che avevano gestito la magistratura, eliminate tutte tranne quelle, che erano state decretate dal parere del popolo e del senato, anche quella, che aveva collocato per sè presso il tempio della Terra Sp

Cassio, che aveva desiderato il regno, anche fusa dai censori

Certamente anche in questa cosa quegli uomini prevenivano l'ambizione

[31] Rimangono le proteste di Catone durante la censura che fossero poste statue per le donne nelle province romane; e tuttavia non potè evitare, che si mettessero quanto meno anche a Roma, come per Cornelia madre dei Gracchi, che fu figlia del primo Africano

A costei messa nel portico pubblico di Metello mentre sedeva maestosa con sandali senza laccio, questa statua ora si trova negli edifici di Ottavia

[32] Pubblicamente poi a Roma fu posta da stranieri per C

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Latino: dall'autore Plinio il Vecchio, opera Naturalis Historia parte Libro 15, Paragrafi 01-20

Aelio tr pl lege perlata in Sthennium Stallium Lucanum, qui Thurinos bis infestaverat

ob id Aelium Thurini statua et corona aurea donarunt

iidem postea Fabricium donavere statua liberati obsidione, passimque gentes in clientelas ita receptae, et adeo discrimen omne sublatum, ut Hannibalis etiam statuae tribus locis visantur in ea urbe, cuius intra muros solus hostium emisit hastam

[33] Fuisse autem statuariam artem familiarem Italiae quoque et vetustam, indicant Hercules ab Euandro sacratus, ut produnt, in foro boario, qui triumphalis vocatur atque per triumphos vestitur habitu triumphali, praeterea Ianus geminus a Numa rege dicatus, qui pacis bellique argumento colitur digitis ita figuratis, ut CCCLXV dierum nota [aut per significationem anni temporis] et aevi esse deum indicent
Elio tribuno della plebe per una legge introdotta contro Stennio Stallio Lucano, che aveva attaccato due volte gli abitanti di Turi

Per questo gli abitanti di Turi donarono ad Elio la statua e una corona d'oro

Gli stessi poi liberati da un assedio donarono a Fabrizio una statua, a poco a poco i popoli accolti così nelle clientele, e perciò eliminata ogni discriminazione, cosicché si vedono anche statue di Annibale in tre luoghi in questa città, entro le cui mura unico dei nemici scagliò una lancia

[33] Confermano poi che la statuaria fosse un'arte comune ed antica anche in Italia l'Ercole dedicato da Evandro, come tramandano, nel foro boario, che è detto trionfale ed è vestito durante i trionfi con un abito trionfale, inoltre Giano bifronte dedicato dal re Numa, che è venerato in segno di pace e di guerra con le dita disposte così, che con l'indicazione dei 365 giorni [o attraverso il significato del periodo dell'anno] indichino anche essere il dio del tempo
[34] signa quoque Tuscanica per terras dispersa quin in Etruria factitata sint, non est dubium

deorum tantum putarem ea fuisse, ni Metrodorus Scepsius, cui cognomen a Romani nominis odio inditum est, propter MM staturarum Volsinios expugnatos obiceret

mirumque mihi videtur, cum statuarum origo tam vetus Italiae sit, lignea potius aut fictilia deorum simulacra in delubris dicata usque ad devicatam Asiam, unde luxuria

[35] Similitudines exprimendi quae prima fuerit origo, in ea, quam plasticen Graeci vocant, dici convenientius erit; etenim prior quam statuaria fuit

sed haec ad infinitum effloruit, multorum voluminum opere, si quis plura persequi velit; omnia enim quis possit

[36] M

Scauri aedilitate signorum MMM in scaena tantum fuere temporario theatro
[34] Anche le statue tuscaniche sparse attraverso le terre non c'è dubbio siano state fatte quindi in Etruria

Penserei che esse fossero solo di divinità, se Metrodoro di Scepsi, a cui il soprannome fu ricavato dall'odio del nome romano, non rinfacciasse che i Volsini furono sconfitti a causa di 2000 statue

E mi sembra strano, essendo tanto antica l'origine delle statue in Italia, dedicati nei templi simulacri degli dei lignei più che di terracotta fino alla conquista dell'Asia, da dove lo sfarzo

[35] Quale sia stata la prima origine del ritrarre le somiglianze, sarà più opportuno essere trattata in quella parte, che i Greci chiamano plastica; infatti fu anteriore alla statuaria

Ma questa fiorì all'infinito, con un lavoro di molti volumi, se qualcuno volesse che fossero trattate più cose; infatti chi può tutto

[36] Durante l'edilità di M

Scauro ci furono in un teatro provvisorio appena 3000 statue sulla scena

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Latino: dall'autore Plinio il Vecchio, opera Naturalis Historia parte Libro 21, Paragrafi 68-70

Mummius Achaia devicta replevit urbem, non relicturus filiae dotem; cur enim non cum excusatione ponatur

multa et Luculli invexere

Rhodi etiamnum III signorum esse Mucianus ter cos prodidit, nec pauciora Athenis, Olympiae, Delphis superesse creduntur

[37] quis ista mortalium persequi possit aut quis usus noscendi intellegatur

insignia maxime et aliqua de causa notata voluptarium sit attigisse artificesque celebratos nominavisse, singulorum quoque inexplicabili multitudine, cum Lysippus MD opera fecisse prodatur, tantae omnia artis, ut claritatem possent dare vel singula: numerum apparuit defuncto eo, cum thesaurum effregisset heres; solitum enim ex manipretio cuiusque signi denarios seponere aureos singulos

[38] Evecta supra humanam fidem ars est successu, mox et audacia
Mummio vinta l'Acaia riempì la città, destinato a non lasciare la dote alla figlia: infatti perché non è considerato con giustificazione

Anche i Luculli ne introdussero molte

Muciano tre volte console ha tramandato che a Rodi ci sono ancora 3000 statue, e non meno si ritengono esserci ad Atene, Olimpia, Delfi

[37] Chi dei mortali può individuare queste o quale uso del saperlo viene considerato

Sia soprattutto piacevole aver trattato quelle famose e quelle indicate per qualche motivo e aver citato gli artefici illustri, anche in una schiera infinita di ognuno, poiché Lisippo è tramandato aver fatto 1500 opere, tutte di un'arte tale, che anche singole potevano dare la fama: morto lui, apparve la quantità, avendo l'erede forzato lo scrigno; infatti solito accantonare singoli denari d'oro dal compenso di ogni statua

[38] L'arte fu portata al successo prima dalla scrupolosità umana, poi anche per l'audacia

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Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 35, Paragrafi 01-71

Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 07, Paragrafi 01 - 16

Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Prefazione

Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 18, Paragrafi 1-55

Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 30, Paragrafi 42-115

Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 02, Paragrafi 14-29