invenio et calce adulterari, ac simili ratione ferri candentis lamina, si non sit aurum, deprehendi [122] inlito solis atque lunae contactus inimicus remedium, ut pariete siccato cera Punica cum oleo liquefacta candens saetis inducatur iterumque admotis gallae carbonibus inuratur ad sudorem usque, postea candelis subigatur ac deinde linteis puris, sicut et marmora nitescunt qui minium in officinis poliunt, faciem laxis vesicis inligant, ne in respirando pernicialem pulverem trahant et tamen super illas spectent minium in voluminum quoque scriptura usurpatur clarioresque litteras vel in muro vel in marmore, etiam in sepulchris, facit |
Trovo anche essere contraffatto con la calce, ed essere riconosciuta con lo stesso sistema con una lamina rovente di ferro, se non c'è oro [122] Dannoso il contatto del sole e della luna per quello spalmato Il rimedio, che asciugato il muro sia passata con le setole cera punica calda sciolta con olio e avvicinati carboni di galla si scaldi di nuovo fino all'essudorazione, dopo si passi con candele e quindi con panni puliti, come lucidano anche i marmi Quelli che lucidano il minio nelle officine, legano il viso con vesciche morbide, per non assorbire col respirare la polvere dannosa e tuttavia vedere al di sopra di quelle Il minio si adopera anche nel rotolo con la scrittura e rende le lettere più chiare o sul muro o sul marmo, anche sui sepolcri |