Quinque dies tibi pollicitus me rure futurum,Sextilem totum mendax desideror | Ti avevo promesso di rimanere quattro o cinque giorni in campagna e, bugiardo che sono, è ormai tutto l'agosto che mi faccio desiderare |
Atqui,si me uiuere uis sanum recteque ualentem,quam mihi das aegro, dabis aegrotare timenti,Maecenas, ueniam, dum ficus prima calorque dissignatorem decorat lictoribus atris,dum pueris omnis pater et matercula pallet; officiosaque sedulitas et opella forensisadducit febris et testamenta resignat | Eppure se tu, Mecenate, mi vuoi in forze e in buona salute, mi devi concedere venia, come quando sono ammalato, ora che io temo di diventarlo; finché almeno è il tempo dei fichi maturi, e l'afa aduna intorno ai cortei funebri i neri littori dell'impresario, finché i genitori in ansia palpitano per i loro ragazzi e lo zelo nel sbrigare i doveri e gli affari del foro recano febbri e fanno aprire testamenti |
Quodsi bruma niues Albanis inlinet agris, ad mare descendet uates tuus et sibi parcetcontractusque leget; te, dulcis amice, reuisetcum Zephyris, si concedes, et hirundine prima | Quando l'inverno stenderà la neve sui colli albani, il tuo poeta scenderà al mare, starà in riguardo rannicchiato a leggere; solo coi primi zefiri e le rondini, se lo permetterai, verrà a trovarti, dolce amico mio |
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Non quo more piris uesci Calaber iubet hospestu me fecisti locupletem | Tu molto mi hai donato, ma non come quell'ospite pugliese, che t'invita a mangiare pere |
Vescere, sodes | Mangia, ti prego |
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Iam satis est | Mi basta |
At tu, quantum uis, tolle | Ma prendine quante ne vuoi |
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Benigne | Grazie, no, grazie |
Non inuisa feres pueris munuscula paruis | Le porterai ai tuoi ragazzi, una sciocchezza, te ne saranno grati |
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Tam teneor dono quam si dimittar onustus | Davvero, come se avessi accettato, come ne fossi carico |