Est, fatebor, aliquid tamen; ut, cum in sole ambulem, etiam si ego aliam ob causam ambulem, fieri natura tamen, ut colorer, sic, cum istos libros ad Misenum - nam Romae vix licet - studiosius legerim, sentio illorum tactu orationem meam quasi colorari | Un certo profitto lo traggo,indubbiamente; come quando mi metto a passeggiare al sole, anche se passeggio per un altro motivo, sento che lamia pelle diventa scura per legge di natura, così quando leggo attentamente queste opere presso il capo Miseno a Roma ciò non mi è possibile , mi accorgo che al loro contatto il mio stile acquista, per dir così, colorito |
Sed ne latius hoc vobis patere videatur, haec dumtaxat in Graecis intellego, quae ipsi, qui scripserunt, voluerunt vulgo intellegi: [61] in philosophos vestros si quando incidi, deceptus indicibus librorum, qui sunt fere inscripti de rebus notis et inlustribus, de virtute, de iustitia, de honestate, de voluptate, verbum prorsus nullum intellego; ita sunt angustis et concisis disputationibus inligati; poetas omnino quasi alia quadam lingua locutos non conor attingere | Ma perché non crediate che il campo delle mie letture sia molto ampio, delle opere greche io comprendo solo quelle che i loro autori vollero che fossero comprese da tutti: [61] se mi imbatto nei vostri filosofi, attratto dai titoli dei libri che riguardano per lo più temi noti e dibattutissimi, come la virtù, la giustizia, lonestà, il piacere, non ci capisco una parola mente sono minute e sottili le questioni trattate in queste opere ; in quanto ai poeti, non tento neppure di toccarli, come se essi parlassero unaltra lingua |
Cum eis me, ut dixi, oblecto, qui res gestas aut orationes scripserunt suas aut qui ita loquuntur, ut videantur voluisse esse nobis, qui non sumus eruditissimi, familiares | Come già vi ho detto, a me piacciono solo quegli autori che ci hanno tramandato dei fatti storìci o hanno scritto i discorsi da loro stessi pronunziati, quegli autori insomma che si esprimono in modo da fare apparire che volevano essere letti da noi, che possiamo contare una profonda cultura |
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Latino: dall'autore Cicerone, opera De Oratore parte Libro 01; 16-20
[XV] [62] Sed illuc redeo: videtisne, quantum munus sit oratoris historia | [XV] [62] Ma torniamo al nostro argomento: non vedete quale parte importante delleloquenza sia la storia |
Haud scio an flumine orationis et varietate maximum; neque eam reperio usquam separatim instructam rhetorum praeceptis; sita sunt enim ante oculos | Direi che, per ciò che concerne labbondanza e la varietà dello stile, sia la parte più importante ; e non mi risulta che i maestri di retorica abbiano dettato per essa norme particolari: queste norme infatti le conosciamo tutti |
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Nam quis nescit primam esse historiae legem, ne quid falsi dicere audeat | Chi non sa che il primo requisito dello storico consista nel non dire il falso |
Deinde ne quid veri non audeat | E il secondo nel non temere di dire tutta la verità |
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Ne quae suspicio gratiae sit in scribendo | E che vi sia nellopera nessun sospetto di favoritismo |
Ne quae simultatis | Nessun sospetto di malevolenza |
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[63] Haec scilicet fundamenta nota sunt omnibus, ipsa autem exaedificatio posita est in rebus et verbis: rerum ratio ordinem temporum desiderat, regionum descriptionem; vult etiam, quoniam in rebus magnis memoriaque dignis consilia primum, deinde acta, postea eventus exspectentur, et de consiliis significari quid scriptor probet et in rebus gestis declarari non solum quid actum aut dictum sit, sed etiam quo modo | [63] Questi principi generali sono noti a tutti: in quanto alla ricostruzione storica, essa poggia sui fatti e sulle parole: lesposizione metodica dei fatti richiede conoscenze cronologiche e geografiche; e siccome nelle imprese grandi e nobili, si vogliono conoscere innanzi tutto i disegni generali, poi gli avvenimenti reali e i i ultimo i risultati, qtnri ro deve, pci quanto riguarda i disegni, esprimere il suo schietto pensiero, per quanto riguarda gli avvenimenti, dire non solo ciò che è stato fatto o detto, ma anche in che maniera |