[1] Iam cum oratio tris habeat virtutes, ut emendata, ut dilucida, ut ornata sit (quia dicere apte, quod est praecipuum, plerique ornatui subiciunt), totidem vitia, quae sunt supra dictis contraria: emendate loquendi regulam, quae grammatices prior pars est, examine | [1] Avendo dunque l'orazione tre pregi, cosicché sia corretta, chiara, elegante (perché molti attribuiscono all'eleganza parlare convenientemente, che è l'essenziale), altrettanti sono i difetti, che sono opposti alle cose dette sopra: considera la norma del parlare correttamente, che è la prima parte della grammatica |
[2] Haec exigitur verbis aut singulis aut pluribus | [2] Questa sia richiesta per i verbi o singoli o più numerosi |
Verba nunc generaliter accipi volo: nam duplex eorum intellectus est, alter qui omnia per quae sermo nectitur significat, ut apud Horatium: "verbaque provisam rem non invita sequentur"; alter in quo est una pars orationis: "lego" "scribo"; quam vitantes ambiguitatem quidam dicere maluerunt voces, locutiones, dictiones | Ora voglio che i verbi siano intesi in senso generale: infatti il loro significato è duplice, uno che indica tutte le forme attraverso cui si lega un periodo, come in Orazio: "e le parole seguiranno non richieste l'argomento previsto"; un altro in cui si trova una sola parte del periodo: "leggo" "scrivo"; alcuni che evitano quest'ambiguità preferirono definire voci, locuzioni, dizioni |
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Quintiliano, Institutio oratoria: Liber 1, 2
Latino: dall'autore Quintiliano, opera Institutio oratoria parte Liber 1, 2
[3] Singula sunt aut nostra aut peregrina, aut simplicia aut composita, aut propria aut tralata, aut usitata aut ficta | [3] Le parole singole sono o nostre o straniere, o semplici o composte, o proprie o figurate, o comuni o inventate |
Vni verbo vitium saepius quam virtus inest | Per una singola parola c'è più spesso un difetto che un pregio |
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Quintiliano, Institutio oratoria: Liber 1, 10, 1-16
Latino: dall'autore Quintiliano, opera Institutio oratoria parte Liber 1, 10, 1-16
Licet enim dicamus aliquod proprium, speciosum, sublime, nihil tamen horum nisi in complexu loquendi serieque contingit: laudamus enim verba rebus bene accommodata | Infatti ammesso che diciamo qualcosa appropriata, elegante, nobile, nulla però di queste risulta se non nel contesto e nella continuità del parlare: infatti lodiamo le parole adattate bene agli argomenti |
[4] Sola est quae notari possit velut vocalitas, quae euphonia dicitur: cuius in eo dilectus est ut inter duo quae idem significant ac tantundem valent quod melius sonet malis | [4] C'è una sola che possa essere considerata come vocalità, che è detta eufonia: il suo valore consiste in ciò affinché fra due che significano la stessa cosa e valgono altrettanto tu preferisca quella che suona meglio |
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Quintiliano, Institutio oratoria: Liber 1, 10, 17-33
Latino: dall'autore Quintiliano, opera Institutio oratoria parte Liber 1, 10, 17-33
[5] Prima barbarismi ac soloecismi foeditas absit | [5]Si eviti il primo difetto del barbarismo e del solecismo |
Sed quia interim excusantur haec vitia aut consuetudine aut auctoritate aut vetustate aut denique vicinitate virtutum (nam saepe a figuris ea separare difficile est): ne qua tam lubrica observatio fallat, acriter se in illud tenue discrimen grammaticus intendat, de quo nos latius ibi loquemur ubi de figuris orationis tractandum erit | Ma poiché talvolta questi difetti sono scusati o per abitudine o per prestigio o per antichità o infine per la somiglianza dei pregi (infatti spesso è difficile distinguerli dalle figure): affinché qualche osservazione tanto sfuggente non manchi, il grammatico si dedichi seriamente a quella sottile differenza, di cui discuteremo qui più ampiamente laddove bisognerà trattare delle forme del discorso |
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Quintiliano, Institutio oratoria: Liber 1, 4, 16-29
Latino: dall'autore Quintiliano, opera Institutio oratoria parte Liber 1, 4, 16-29
[6] Interim vitium quod fit in singulis verbis sit barbarismus | [6] Intanto il difetto che capita nelle singole parole sia il barbarismo |