esine, Paulle, meum lacrimis urgere sepulcrum: panditur ad nullas ianua nigra preces; cum semel infernas intrarunt funera leges, non exorato stant adamante uiae | O Paolo, smetti di gravare il mio sepolcro di lacrime: la nera porta non si apre per nessuna preghiera; quando una volta i morti entrano nelle le leggi infernali, si presentano le vie di acciaio inesorabile |
te licet orantem fuscae deus audiat aulae:[5] nempe tuas lacrimas litora surda bibent | Sia pure che il dio dell'oscura reggia ascolti te che preghi: [5] certamente sorde le rive berranno le tue lacrime |
uota mouent superos: ubi portitor aera recepit, obserat herbosos lurida porta rogos | Le preghiere commuovono gli dei: quando il nocchiero ha ricevuto la moneta, la tetra porta chiude le tombe erbose |
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Properzio, Elegie: Libro IV, Elegia II
Latino: dall'autore Properzio, opera Elegie parte Libro IV, Elegia II
sic maestae cecinere tubae, cum subdita nostrum detraheret lecto fax inimica caput | Così meste suonarono le tombe, quando la torcia crudele accesa sotto il letto consumava il mio corpo |
[10] quid mihi coniugium Paulli, quid currus auorum profuit aut famae pignora tanta meae | [10] Che mi giovò il matrimonio con Paolo, che i carri degli avi o i tanti pegni della mia fama |
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Properzio, Elegie: Libro II, Elegia VIII
Latino: dall'autore Properzio, opera Elegie parte Libro II, Elegia VIII
non minus immitis habuit Cornelia Parcas: et sum, quod digitis quinque legatur, onus | Cornelia non ebbe le Parche meno crudeli: e sono un peso che è preso con cinque dita |
damnatae noctes et uos, uada lenta, paludes,[15] et quaecumque meos implicat unda pedes, immatura licet, tamen huc non noxia ueni: det Pater hic umbrae mollia iura meae; aut si quis posita iudex sedet Aeacus urna, in mea sortita uindicet ossa pila:[20] assideant fratres, iuxta et Minoida sellam Eumenidum intento turba seuera foro: Sisyphe, mole uaces; taceant Ixionis orbes, fallax Tantaleus corripiare liquor; Cerberus et nullas hodie petat improbus umbras;[25] et iaceat tacita laxa catena sera | Tenebre maledette e voi, guadi stagnanti, paludi, [15] e qualunque onda trattiene i miei piedi, per quanto prematura, tuttavia qui non venni colpevole: il Padre dia a questa mia ombra lievi sentenze, o se qualche urna è posta, Eaco siede giudice, estratta la sfera, giudichi le mie ossa: [20] Assistano i fratelli, accanto alla sedia di Minosse la schiera severa delle Eumenidi nell'attento foro: Sisifo, liberati del masso, tacciano le ruote di Issione, Tantalo afferri l'acqua ingannevole; e il feroce Cerbero oggi non assalga alcuna ombra; [25] e rimanga allentata fino a tardi la muta catena |
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Properzio, Elegie: Libro IV, Elegia IV
Latino: dall'autore Properzio, opera Elegie parte Libro IV, Elegia IV
ipsa loquor pro me: si fallo, poena sororum infelix umeros urgeat urna meos | Io stessa parlo per me:se mento, l'infelice urna, pena della sorelle, opprima le mie spalle |
si cui fama fuit per auita tropaea decori, Afra Numantinos regna loquuntur auos:[30] altera maternos exaequat turba Libones, et domus est titulis utraque fulta suis | Se a qualcuno fu onore la fama degli aviti trofei, i regni Africani chiamano avi i Numantini: [30] l'altra schiera uguaglia i Liboni di materna discendenza, e l'una e l'altra casa è piena dei loro titoli |
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Properzio, Elegie: Libro II, Elegia XXVI
Latino: dall'autore Properzio, opera Elegie parte Libro II, Elegia XXVI
mox, ubi iam facibus cessit praetexta maritis, uinxit et acceptas altera uitta comas, iungor, Paulle, tuo sic discessura cubili:[35] in lapide hoc uni nupta fuisse legar | Poi, quando ormai la toga pretesta cedette alle fiaccole del marito, e un'altra benda legò le chiome raccolte, sono unita,Paolo, al tuo talamo per allontanarmene così: [35] su questa lapide sarò letta essere stata sposa di uno solo |