Risus eram positis inter convivia mensis et de me poterat quilibet esse loquax | Ero oggetto di riso nelle tavole imbandite tra i conviti e il pettegolo poteva dire di me ciò che voleva |
quinque tibi potui servire fideliter annos: ungue meam morso saepe querere fidem | Per cinque anni potei servirti fedelmente: spesso rimpiangerai la mia fedeltà mordendoti le unghie |
nil moveor lacrimis: ista sum captus ab arte;[5] semper ab insidiis, Cynthia, flere soles | Non mi commuovo per niente alle lacrime: fui catturato da questa arte; [5] sei solita, Cinzia, piangere sempre per inganno |
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Latino: dall'autore Properzio, opera Elegie parte Libro 01, Elegia 01
flebo ego discedens, sed fletum iniuria vincit: tu bene conveniens non sinis ire iugum | Io piangerò allontanandomi, ma l'offesa supera il pianto: tu non permetti di procedere col giogo che si addice |
limina iam nostris valeant lacrimantia verbis, nec tamen irata ianua fracta manu | Già le soglie che lacrimano danno l'addio alle nostre parole, né tuttavia la porta fu colpita dalla mano irata |
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[10] at te celatis aetas gravis urgeat annis, et veniat formae ruga sinistra tuae | [10] L'età incomba grave su di te con gli anni nascosti, e una ruga funesta venga alla tua bellezza |
vellere tum cupias albos a stirpe capillos, iam speculo rugas increpitante tibi, exclusa inque vicem fastus patiare superbos,[15] et quae fecisti facta queraris anus | Allora voglia tu strappare i capelli bianchi dalla radice, ormai con lo specchio implacabile, rughe per te, e respinta soffra in cambio gli orgogliosi disdegni, [15] e da vecchia lamenti le cose che facesti |
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Latino: dall'autore Properzio, opera Elegie parte Libro III, Elegia XIII
has tibi fatalis cecinit mea pagina diras: eventum formae disce timere tuae | La mia pagina cantò per te queste fatali imprecazioni: impara a temere la fine della tua bellezza |