Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 28, Paragrafo 187-216

Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 28, Paragrafo 187-216

Latino: dall'autore Plinio il Vecchio, opera Naturalis Historia parte Libro 28, Paragrafo 187-216
[187] similis effectus et in taurino vitulinove felle cum semine cunilae, cinere e cornu cervino, si canicula exoriente conburatur

asinino sebo cicatricibus, a lichene leprisque maxime, color redditur

hirci fel et lentigines tollit admixto caseo cum vivo sulpure spongeaque cinere, ut sit mellis crassitudo

[188] aliqui inveterato felle maluere uti, mixtis calidis furfuribus pondere oboli unius IIIIque mellis, prius defricatis maculis

efficax eiusdem et sebum cum melanthio et sulpure et iride, labrorum fissuris cum anserino adipe ac medulla cervina resinaque et calce

Invenio apud auctores iis, qui lentigines habeant, negari magices sacrificiorum usus

[189] Lacte bubulo aut caprino tonsillae et arteriae exulceratae aut calefactum gargarizatur tepidum, ut est usus, expressum aut calefactum

caprinum utilius cum malva decoctum et sale exiguo
[187] Effetto simile anche nel fiele di toro o di vitello con seme di origano, cenere e corno di cervo, se è bruciato al sorgere della canicola

Col sebo di asino è restituito il colore alle cicatrici, soprattutto dopo l'impetigine della lebbra

Il fiele di caprone toglie anche le lentiggini con cacio mescolato con zolfo vivo e cenere di spugna, affinché ci sia la densità del miele

[188] Alcuni preferirono usare fiele invecchiato, con crusche riscaldate mescolate nella dose di un obolo e con 4 di miele, essendo state strofinate prima le macchie

Efficace dello stesso anche il sebo con nigella e zolfo e iris, per le screpolature delle labbra con grasso d'oca e midollo di cervo e resina e calce

Trovo presso gli autori che a quelli, che hanno le lentiggini, sono negate le pratiche magiche dei sacrifici

[189] Per la tonsilla e l'arteria ulcerata, con latte bovino o caprino o riscaldato viene gargarizzato tiepido, come è abitudine, munto o riscaldato

Più utile il caprino bollito con malva e con poco sale
linguae exulcerationi et arteriarum prodest ius omasi gargarizatum, tonsillis autem privatim renes vulpium aridi cum melle triti inlitique, anginae fel taurinum vel caprinum cum melle, iocur melis ex aqua

[190] oris gravitatem ulceraque butyrum emendat

spinam aliudve quid faucibus adhaerens felis extrinsecus fimo perfricatis aut reddi aut delabi tradunt

strumas discutit fel aprunum vel bubulum tepidum inlitum, nam coagulum leporis e vino in linteolo exulceratis dumtaxat inponitur, [191] discutit et ungulae asini vel equi cinis ex oleo vel aqua inlitus et urina calefacta et bovis ungulae cinis ex aqua, fimum quoque fervens ex aceto, item sebum caprinum cum calce aut fimum ex aceto decoctum, testes volpini

prodest et sapo, Galliarum hoc inventum rutilandis capillis
Giova anche all'ulcerazione della lingua e delle arterie il brodo di trippa gargarizzato, per le tonsille poi particolarmente i reni secchi delle volpi tritati e spalmati col miele, per l'angina il fiele di toro o di capra con miele, il fegato di martora con acqua

[190] Il burro toglie la pesantezza dell'alito

Tramandano che una spina o un'altra cosa che aderisce alla gola o viene estratta o viene ingoiata dopo essere stata strofinata dall'esterno con sterco di gatto

Il fiele di cinghiale o bovino spalmato tiepido toglie i gonfiori, infatti il caglio della lepre viene applicato col vino in un panno di lino solo per le parti ulcerate, [191] anche la cenere dello zoccolo dell'asino o del cavallo elimina spalmata con olio o acqua e urina riscaldata e la cenere dello zoccolo di bue con l'acqua, anche il letame caldo con aceto, ugualmente il sebo di capra con la calce o il letame decotto con l'aceto, i testicoli di volpe

Giova anche il sapone, invenzione questa dei Galli per far rossi i capelli
fit ex sebo et cinere, optimus fagino et caprino, duobus modis, spissus ac liquidus, uterque apud Germanos maiore in usu viris quam feminis

[192] Cervicium dolores butyro aut adipe ursino perfricentur, rigores bubulo sebo, quod et strumis prodest cum oleo

dolorem inflexibilem, opisthotonum vocant, levat urina caprae auribus infusa aut fimum cum bulbis inlitum; ungues contusos fel cuiuscumque animalis circumligatum; pterygia digitorum fel tauri aridum aqua calida dissolutum

quidam adiciunt sulpur et alumen pari pondere omnium

[193] Tussim iocur lupi ex vino tepido sanat, ursinum fel admixto melle aut ex cornus bubuli summis partibus cinis vel saliva equi triduo pota, equum mori tradunt, pulmo cervinus cum gula sua arefactus in fumo, dein tusus ex melle cotidiano ecligmate; efficacior ad id subulo cervorum generis
Si fa dal sebo e dalla cenere, ottimo con quello di faggio e di capra, in due modi, denso e liquido, entrambi presso i Germani in uso maggiore per gli uomini che per le donne

[192] I dolori delle nuche sono frizionati con burro o grasso d'orso, le rigidità con sebo bovino, che con l'olio giova anche alle scrofole

L'urina di capra immessa nelle orecchie o lo sterco spalmato con le cipolle toglie il dolore che non fa piegare, lo chiamano opistotono; il fiele di qualsiasi animale messo intorno alle unghie contuse; il fiele di toro secco sciolto con acqua calda le escrescenze delle dita

Alcuni aggiungono zolfo ed allume in pari dose di tutto

[193] Il fegato del lupo col vino tiepido cura la tosse, il fiele di orso con miele mescolato o la cenere alle estremità del corno bovino o la saliva del cavallo bevuta per tre giorni, tramandano che il cavallo muoia, il polmone del cervo affumicato con la sua gola nel fumo, poi pestato col miele in elettuario quotidiano; più efficace per questo il fusone del genere dei cervi

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Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 16, Paragrafi 152-202
Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 16, Paragrafi 152-202

Latino: dall'autore Plinio il Vecchio, opera Naturalis Historia parte Libro 16, Paragrafi 152-202

[194] sanguinem expuentes cervini cornus cinis, coagulum leporis tertia parte denarii cum terra Samia et vino myrteo potum sanat; eiusdem fimi cinis in vino vesperi potus nocturnas tussis, pili quoque leporis suffiti extrahunt pulmonibus difficiles excreationes

purulentas autem exulcerationes pectoris pulmonisque et a pulmone graveolentiam halitus butyrum efficacissime iuvat cum pari modo mellis Attici decoctum, donec rufescat, et matutinis sumptum ad mensuram lingulae; quidam pro melle laricis resinam addere maluere

[195] si sanguis reiciatur, efficacem tradunt bubulum sanguinem, modice et cum aceto sumptum

nam de taurino credere temerarium est; sed glutinum taurinum III obolis cum calida aqua bibitur in vetere sanguinis excreatione
[194] La cenere del corno di cervo, il caglio di lepre con un terzo di denario con terra di Samo e vino di mirto bevuto cura quelli che sputano sangue; la cenere dello sterco dello stesso bevuta nel vino al tramonto le tossi notturne, anche i suffumigi di pelo di lepre estraggono i catarri difficili dai polmoni

Aiuta poi molto efficacemente le ulcerazioni purulente del petto e del polmone e la pesantezza dell'alito dal polmone il burro cotto con pari quantità di miele attico, finché imbiondisce, e preso al mattino alla dose di un cucchiaio; alcuni preferirono aggiungere resina di larice al posto del miele

[195] Se viene emesso sangue, tramandano efficace il sangue bovino, preso moderatamente anche con aceto

Infatti è incerto contare su quello di toro; ma la colla di toro si beve in tre oboli si con acqua calda nell'emissione stagnante del sangue
[196] Stomachum exulceratum lactis asinini potus reficit, item bubuli; rosiones eius caro bubula mixto aceto et vino cocta; rheumatismos cornus cervini cinis; sanguinis excreationes haedinus sanguis recens ad cyathos ternos cum aceto acri pari modo fervens potus, coagulum tertia parte ex aceto potum; [197] iocineris dolores lupi iocur aridum ex mulso, asini iocur aridum cum petroselini partibus II ac nucibus III ex melle tritum et in cibo sumptum, sanguis hircinus cibo aptatus

suspiriosis ante omnia efficax est potus equiferorum sanguinis, proxime lactis asinini tepidi, bubuli decocti ita, ut serum ex eo bibatur, addito in III heminas cyatho nasturtii albi perfusi aqua, dein melle diluti

iocur quoque vulpinum aut pulmo in vino nigro aut fel ursinum in aqua laxat meatus spirandi
[196] Ristora lo stomaco infiammato la bevanda di latte d'asina, anche di vacca; le erosioni dello stesso la carne bovina cotta con aceto mescolato e vino; i reumatismi la cenere del corno di cervo, le emissioni di sangue il sangue fresco di capretto in tre bicchieri con aceto aspro in pari dose bevuto caldo, il caglio bevuto con l'aceto per un terzo; [197] il fegato secco di lupo con vino mielato i dolori del fegato, il fegato secco d'asino tritato con due parti di prezzemolo e tre noci con miele e preso nel cibo, il sangue di caprone preparato per pietanza

E' efficace innanzitutto per gli asmatici la pozione di sangue di cavallo selvatico, quindi di latte d'asina tiepido, di vacca cotto così, che si beva il siero da esso, con un bicchiere di nasturzio bianco cosparso con acqua aggiunto in 3 emine, poi diluito col miele

Anche il fegato di volpe o il polmone nel vino nero o il fiele d'orso nell'acqua facilita i soffi del respirare

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Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 15, Paragrafi 21-36
Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 15, Paragrafi 21-36

Latino: dall'autore Plinio il Vecchio, opera Naturalis Historia parte Libro 15, Paragrafi 21-36

[198] Lumborum dolores et quaecumque alia molliri opus sit ursino adipe perfricari convenit, cinerem apruni aut suilli fimi inveterati aspergi potioni vini

(Adferunt et Magi sua commenta: primum omnium rabiem hircorum, si mulceatur barba, mitigari, eadem praecisa non abire eos in alienum gregem)

* ischiadicis fimum bubulum inponunt calfactum in foliis cinere ferventi

* huic admiscent fimum caprinum et subdito linteolo uncto cava manu, quantum pati possit, fervens sustineri iubent ita, ut si laeva pars doleat, haec medicina in dextera manu fiat aut e contrario, fimumque ad eum usum acus aereae punctu tolli iubent

[199] modus est curationis, donec vapor ad lumbos pervenisse sentiatur; postea manum porro tuso inlinunt, item lumbos ipso fimo cum melle

suadent in eo dolore et testes leporis devorare
[198] Conviene che siano frizionati con grasso d'orso i dolori dei fianchi e qualsiasi altra cosa sia necessario essere calmata, che la cenere di sterco vecchio di cinghiale o di suino sia aggiunta alla pozione di vino

(I maghi apportano anche i propri suggerimenti: innanzitutto che la rabbia dei caproni si placa se viene accarezzata la barba, tagliata la stessa, che essi non vanno nel gregge altrui)

Ai malati di sciatica applicano su foglie sterco bovino riscaldato con cenere calda

A questo mescolano sterco di capra e messo sotto un lino unto consigliano essere tenuto con la mano concava caldo, per quanto si possa sopportare, così che se duole la parte sinistra, questa cura avvenga sulla mano destra o al contrario, e consigliano che lo sterco per quest'uso sia preso con la punta di un ago di rame

[199] La durata della cura avviene, finché il vapore si sente essere arrivato ai lombi; poi spalmano la mano con porro pestato, anche i lombi con lo sterco stesso col miele

Consigliano in questo dolore anche di mangiare i testicoli di lepre
* in renium dolore leporis renes crudos devorari iubent aut certe coctos ita, ne dente contingantur

ventris quidem dolore temptari negant talum leporis habentes

[200] Lienem sedat fel apri vel suis potum, cervini cornus cinis in aceto, efficacissime tamen inveteratus lien asini ita, ut in triduo sentiatur utilitas

asinini pulli fimum, quod primum edidit, poleam vocant

Syri dant in aceto mulso datur et equi lingua inveterata ex vino praesentaneo medicamento, ut didicisse se ex barbaris Caecilius Bion tradidit, et lien bubulus simili modo, recens autem assus vel elixus in cibo

in vesica quoque bovis alii capita XX tusa cum aceti sextario inponuntur ad lienis dolores
Nel dolore dei reni suggeriscono che siano mangiati i reni crudi di lepre o certamente cotti così, che non siano toccati dal dente

Alcuni dicono che quelli che hanno il tallone di una lepre non sono toccati dal male del ventre

[200] Il fiele di cinghiale o di maiale bevuto, la cenere del corno di cervo nell'aceto calma la milza, ma molto efficacemente la milza invecchiata dell'asino così, che il beneficio si avverte in tre giorni

I Siriani danno nell'aceto mielato lo sterco del piccolo dell'asino, quello che ha emesso per la prima volta, lo chiamano polea

Si dà anche la lingua invecchiata del cavallo col vino per una cura immediata, come ha tramandato aver imparato dai barbari Cecilio Bione, e la milza bovina nello stesso modo, fresca inoltre arrostita o lessata nel cibo

Contro i dolori della milza si applicano anche in una vescica di bue 20 teste di aglio pestate con un sestario di aceto

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Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 36, Paragrafi 139-147
Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 36, Paragrafi 139-147

Latino: dall'autore Plinio il Vecchio, opera Naturalis Historia parte Libro 36, Paragrafi 139-147

[201] eadem ex causa emi lienem vituli, quanti indicatus sit, iubent Magi nulla pretii cunctatione, quoniam hoc quoque religiose pertineat, divisumque per longitudinem adnecti tunicae utrimque et induentem pati decidere ad pedes, dein collectum arefacere in umbra

cum hoc fiat, simul residere lienem aegri vitiatum liberarique eum morbo dicitur

prodest et pulmo vulpium cinere siccatus atque in aqua potus, item haedorum lien impositus
[201] Per lo stesso motivo i maghi consigliano che sia comprata la milza del vitello, a quanto sia stato richiesto, con nessuna contrattazione di prezzo, perché anche questo interessa religiosamente, e divisa in lunghezza essere attaccata alla tunica da entrambe le parti e indossandola lasciarla pendere ai piedi, poi raccolta seccarla all'ombra

Quando si fa ciò, si dice che la milza intaccata del malato contemporaneamente si assesta e che egli viene liberato dal male

Giova anche il polmone delle volpi seccato con la cenere e bevuto nell'acqua, anche la milza dei capretti applicata sopra
[202] Alvum sistit cervi sanguis, item cornus cinis, iocur aprunum ex vino potum citra salem recensque, item assum, vel suillum, hircinum decoctum ad quintashemina in vino, coagulum leporis in vino ciceris magnitudine aut, si febris sit, ex aqua, aliqui et gallam adiciunt, alii per se leporis sanguine contenti sunt, lac coctum, equini fimi cinis in aquae potu, taurini cornus veteris e parte ima cinis inspersus potioni aquae, sanguis hircinus carbone decoctus, corium caprinum cum suo pilo decocto suco epoto, [203] coagulum equi et sanguis caprinus vel medulla vel iocur [202] Il sangue del cervo ferma l'intestino, anche la cenere del corno, il fegato di cinghiale bevuto col vino senza sale e fresco, anche arrostito, o di maiale, di caprone decotto fino a cinque emine nel vino, il caglio di lepre nel vino con la grandezza di un cece o, se c'è febbre, con acqua, alcuni aggiungono anche galla, altri sono soddisfatti col sangue di lepre da solo, latte bollito, la cenere di sterco di cavallo da bere in acqua, la cenere della parte bassa di un corno vecchio di toro aspersa con una pozione di acqua, il sangue di caprone cotto col carbone, la pelle di capra col suo pelo cotto col succo imbevuto, [203] il caglio di cavallo e il sangue di capra o il midollo o il fegato
Alvum solvit fel lupi cum elaterio umbilico inlitum vel lactis equini potus, item caprini cum sale et melle, caprae fel cum cyclamini suco et aluminis momento, aliqui et nitrum et aquam adiecisse malunt, fel tauri cum absinthio tritum ac subditum pastillo, butyrum largius sumptum

[204] Coeliacis et dysintericis medetur iocur vaccinum, cornus cervini cinis III digitis captus in potione aquae, coagulum leporis subactum in pane, si vero sanguinem detrahant, in polenta, apruni vel suilli vel leporini fimi cinis inspersus potioni tepidi vini

vituli quoque ius vulgariter dari inter auxilia coeliacorum et dysintericorum tradunt
Rilassa l'intestino il fiele del lupo spalmato sull'ombelico con purgante di cocomero o pozione di latte equino, anche di capra con sale e miele, fiele di capra con succo di ciclamino e una particella di allume, alcuni preferiscono aver aggiunto anche salnitro ed acqua, il fiele del toro tritato con assenzio e ridotto a pastiglia, burro preso più abbondante

[204] Il fegato vaccino cura celiaci e dissenterici, la cenere del corno di cervo presa in tre dita nella pozione di acqua, il caglio di lepre impastato nel pane, se invece estraggono il sangue, nella polenta, la cenere dello sterco del cinghiale o del maiale o della lepre versata in una pozione di vino tiepido

Tramandano che anche il brodo di vitello viene dato comunemente fra i rimedi dei celiaci e dei dissenterici
Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 28, Paragrafi 01-14

Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 02, Paragrafi 57-70

Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 18, Paragrafi 56-69

Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 35, Paragrafi 01-71

Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 07, Paragrafi 01 - 16

Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Prefazione