Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 12, Paragrafi 22-50

Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 12, Paragrafi 22-50

Latino: dall'autore Plinio il Vecchio, opera Naturalis Historia parte Libro 12, Paragrafi 22-50
[22]Ficus ibi eximia pomo, se ipsa semper serens

vastis diffunditur ramis, quorum imi in terram adeo curvantur, ut annuo spatio infigantur novamque sibi progeniem faciant circa parentem in orbem quodam opere topiario

intra saepem eam aestivant pastores, opacam pariter et munitam vallo arboris, decora specie subter intuenti proculve fornicato ambitu

[23]superiores eiusdem rami in excelsum emicant silvosa multitudine, vasto matris corpore, ut LX passus pleraeque orbe colligant, umbra vero bina stadia operiant

foliorum latitudo peltae effigiem Amazonicae habet; ea causa fructum integens crescere prohibet

rarus * * * que nec fabae magnitudinem excedens, sed per folia solibus coctus praedulcis sapore et dignus miraculo arboris

gignitur circa Acesinen maxime amnem
[22] Qui un fico notevole per il frutto, che si riproduce sempre da se stesso

Si allarga con fitti rami, di cui i più bassi sono curvati fino a terra, cosicché nello spazio di un anno s'impiantano e realizzano da sé una nuova produzione in cerchio intorno alla (pianta) madre come per un'arte giardiniera

In estate riposano i pastori dentro questa siepe ombrosa e insieme difesa dal riparo dell'albero, ornata da un'ampiezza arcuata per chi la guarda nell'aspetto da sotto o da lontano

[23] I rami più alti di questo svettano in alto con una quantità fitta, col vasto corpo della(pianta) madre, così che la maggior parte misurano 60 passi in circonferenza, inoltre con l'ombra coprono due stadi

La larghezza delle foglie ha la forma dello scudo delle Amazzoni; per questo motivo coprendo il frutto impedisce di crescere

Raro*** e che non supera la grandezza di una fava, ma maturato dai raggi attraverso le foglie, di sapore dolcissimo e degno della straordinarietà dell'albero

Nasce soprattutto presso il fiume Acesine
[24]Maior alia pomo et suavitate praecellentior, quo sapientes Indorum vivunt

folium alas avium imitatur, longitudine trium cubitorum, latitudine duum

fructum cortice emittit admirabilem suci dulcedine, ut uno quaternos satiet

arbori nomen palae, pomo arierae

plurima est in Sydracis, expeditionum Alexandri termino

est et alia similis huic, dulcior pomo, sed interaneorum valetudini infesta

edixerat Alexander ne quis agminis sui id pomum attingeret

[25]Genera arborum Macedones narravere maiore ex parte sine nominibus

est et terebintho similis cetera, pomo amygdalis, minore tantum magnitudine, praecipuae suavitatis, in Bactris utique

hanc aliqui terebinthon esse proprii generis potius quam similem ei putaverunt

sed unde vestes lineas faciunt, foliis moro similis, calyce pomi cynorrhodo
[24] Un altro più grande per il frutto e più eccellente per il sapore, di cui vivono i saggi Indiani

La foglia imita le ali degli uccelli, con una lunghezza di tre cubiti, una larghezza di due

Il frutto spunta dalla corteccia straordinario per la dolcezza del succo, cosicché con uno sazia quattro persone

Il nome di banano per l'albero, di banana per il frutto

Grandissima quantità c'è fra i Sidraci, termine delle spedizioni di Alessandro

Esiste anche un altro simile a questo, più dolce nel frutto, ma dannoso alla salute delle viscere

Alessandro aveva ordinato che nessuno del suo esercito toccasse quel frutto

[25] I Macedoni hanno descritto i tipi degli alberi per la maggior parte senza il nome

C'è anche un altro simile al terebinto, per il frutto ai mandorli, inferiore solo per grandezza, di particolare dolcezza, soprattutto fra i Battri

Alcuni ritennero che questa fosse di un genere particolare di terebinto piuttosto che simile ad esso

Ma da dove ricavano le vesti di lino, simile nelle foglie al gelso, nella buccia del frutto alla rosa canina
serunt eam in campis, neque est gratior vinearum prospectus

[26]Oliva Indiae sterilis praeterquam oleastri fructus

passim vero quae piper gignunt iunipiris nostris similes, quamquam in fronte Caucasi solibus opposita gigni tantum eas aliqui tradidere

semina a iunipiro distant parvulis siliquis, quales in phasiolis videmus

hae prius quam dehiscant decerptae tostaeque sole faciunt quod vocatur piper longum, paulatim vero dehiscentes maturitate ostendunt candidum piper, quod deinde tostum solibus colore rugisque mutatur

[27]verum et his sua iniuria est, atque caeli intemperie carbunculant fiuntque semina cassa et inania, quod vocant bregma, sic Indorum lingua significante mortuum

hoc ex omni genere asperrimum est levissimumque et pallidum, gratius nigrum, lenius utroque candidum
La seminano nei campi, e la vista delle vigne non è più gradevole

[26] Sterile l'olivo dell'India tranne il frutto dell'oleastro

Poi qua e là quelle che producono il pepe simili ai nostri ginepri, sebbene alcuni tramandarono che queste crescono solo sul versante del Caucaso esposto ai raggi

I semi si differenziano dal ginepro per i piccoli baccelli, come vediamo nei fagioli

Questi raccolti e tostati al sole prima che si aprano ricavano quello che è chiamato pepe lungo, invece procedendo man mano con la maturazione mostrano il pepe bianco, che poi seccato ai raggi cambia di colore e di screpolature

[27] certo anche per queste c'è il proprio danno, e per l'avversità del cielo bruciano e i seni diventano vuoti e inutili, chiamano questo bregma, sì che nella lingua degli Indi significa morto

Fra ogni tipo questo è il più aspro e il più leggero e incolore, il nero più gradevole, più dolce di entrambi il bianco

Maybe you might be interested

Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 35, Paragrafi 01-71
Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 35, Paragrafi 01-71

Latino: dall'autore Plinio il Vecchio, opera Naturalis Historia parte Libro 35, Paragrafi 01-71

[28]non est huius arboris radix, ut aliqui existimavere, quod vocant zingiberi, alii vero zimpiberi, quamquam sapore simili

id enim in Arabia atque Trogodytica in villis nascitur, parva herba, radice candida

celeriter ea cariem sentit, quamvis in tanta amaritudine

pretium eius in libras Ж VI

piper longum facillime adulteratur Alexandrino sinapi

emitur in libras Ж XV, album Ж VII, nigrum Ж IIII

[29]usum eius adeo placuisse mirum est; in aliis quippe suavitas cepit, in aliis species invitavit: huic nec pomi nec bacae commendatio est aliqua

sola placere amaritudine, et hanc in Indos peti

quis ille primus experiri cibis voluit aut cui in appetenda aviditate esurire non fuit satis

utrumque silvestre gentibus suis est et tamen pondere emitur ut aurum vel argentum
[28] Non è la radice di questo albero, come alcuni pensarono, quella che chiamano zingiberi, altri invece zimpiberi, sebbene dello stesso sapore

Infatti questa nasce in Arabia e nella Trogloditica nelle campagne, un'erba piccola, con una radice bianca

Questa subito subisce la putrefazione, sebbene di tanta asprezza

Il suo prezzo di sei denari a libbra

Il pepe lungo viene adulterato molto facilmente con la senape di Alessandria

Si compre a 15 denari la libbra, il bianco a 7, il nero a 4

[29] E' straordinario che il suo uso sia tanto piaciuto; in alcune cose certo ha attirato la dolcezza, in altre ha attratto l'aspetto: per questo non c'è alcun pregio né del frutto né della bacca

Il piacere per la sola amarezza, ed essere ricercata questa fra gli Indi

Chi quello che per primo volle provarlo con i cibi o a cui non fu sufficiente accontentarsi nell'avidità da sollecitare

Entrambe le specie esistono spontanee nei loro paesi e tuttavia si comprano come oro o argento
Piperis arborem iam et Italia habet, maiorem myrto nec absimilem

amaritudo grano eadem quae piperi musteo credatur esse: deest tosta illa maturitas ideoque et rugarum colorisque similitudo

adulteratur iunipiri bacis mire vim trahentibus; in pondere quidem multis modis

[30]Est etiamnum in India piperis granis simile quod vocatur caryophyllon, grandius fragiliusque

tradunt in Indica loto id gigni

advehitur odoris gratia

fert et spina piperis similitudinem praecipua amaritudine, foliis parvis densisque cypri modo, ramis trium cubitorum, cortice pallido, radice lata lignosaque, buxei coloris

hac in aqua cum semine excocta in aereo vase medicamentum fit, quod vocatur lycion

[31]ea spina et in Pelio monte nascitur adulteratque medicamentum, item asphodeli radix aut fel bubulum aut apsinthium vel rhus vel amurca
Ormai anche l'Italia ha l'albero del pepe, più grande del mirto e non diverso

L'amarezza nel seme si pensa essere la stessa che per il pepe fresco: manca quella maturazione essiccata e perciò anche la somiglianza delle screpolature e del colore

Viene adulterato con le bacche del ginepro che riproducono mirabilmente l'energia; sul peso poi (s'inganna) in molti modi

[30] Inoltre in India c'è una cosa simile ai grani del pepe che è chiamata cariofillon, più grande e più delicata

Dicono che questo nasca dal loto indiano

E' importato per l'odore

Anche una pianta spinosa presenta la somiglianza nella particolare amarezza, con foglie piccole e fitte al modo del ligustro, con rami di tre cubiti, corteccia incolore, con una radice larga e legnosa, del colore del busso

Con questa cotta in acqua col seme in un vaso di rame si fa un medicamento, che è chiamato licio

[31] Questa pianta spinosa nasce anche sul monte Pelio e adultera il medicinale, così la radice dell'asfodelo o il fiele dei buoi o l'assenzio o il sommacco o la morchia

Maybe you might be interested

Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 36, Paragrafi 117-136
Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 36, Paragrafi 117-136

Latino: dall'autore Plinio il Vecchio, opera Naturalis Historia parte Libro 36, Paragrafi 117-136

aptissimum medicinae quod est spumosum

Indi in utribus camelorum aut rhinocerotum id mittunt

spinam ipsam in Graecia quidam pyxacanthum Chironium vocant

[32]Et macir ex India advehitur, cortex rubens radicis magnae, nomine arboris suae

qualis sit ea incompertum habeo

corticis melle decocti usus in medicina ad dysintericos praecipuus habetur

Saccaron et Arabia fert, sed laudatius India

est autem mel in harundinibus collectum, cummium modo candidum, dentibus fragile, amplissimum nucis abellanae magnitudine, ad medicinae tantum usum

[33]Contermina Indis gens Ariana appellatur, cui spina lacrima pretiosa murrae simili, difficili accessu propter aculeos adnexos

ibi et frutex pestilens, * * * raphani, folio lauri, odore equos invitans, qui paene equitatu orbavit Alexandrum primo introitu
Il più adatto alla medicina quello che è schiumoso

Gli Indi lo esportano in otri di pelli di cammello o di rinoceronti

Alcuni in Grecia chiamano la stessa pianta spinosa cespuglio di Chirone

[32] Dall'India è portato anche il macir, corteccia rossastra di una grande radice, col nome del suo albero

Non ho scoperto quale sia questo

L'uso del decotto della corteccia col miele è considerato specifico in medicina per chi soffre di dissenteria

Anche lo zucchero produce l'Arabia, ma più pregiato l'India

E' infatti un miele raccolto dalle rondini, bianco come gomma, fragile per i denti, il più grande con la grandezza di una noce avellana, usato solo per la medicina

[33] Il popolo confinante con gli Indi è chiamato Ariano, per il quale (c'è) una pianta spinosa dalla secrezione preziosa simile alla mirra, difficile da avvicinare a causa delle spine annesse

Qui anche il cespuglio repellente,***del rafano, con la foglia dell'alloro, l'odore che attira i cavalli, che quasi privò Alessandro della cavalleria al primo incontro
quod et in Gedrosis accidit item laureo folio

[34]et ibi spina tradita est, cuius liquor adspersus oculis caecitatem inferret omnibus animalibus, nec non et herba praecipui odoris, referta minutis serpentibus, quarum ictu protinus moriendum esset

Onesicritus tradit in Hyrcaniae convallibus fico similes esse arbores quae vocentur occhi, ex quibus defluat mel horis matutinis duabus

[35]Vicina est Bactriana, in qua bdellium laudatissimum

arbor nigra, magnitudine oleae, folio roboris, fructu caprifici; ipsi natura quae cummi

alii brochon appellant, alii malacham, alii maldacon, nigrum vero et in offas convolutum hadrobolon

esse autem debet tralucidae simile cerae, odoratum et, cum frietur, pingue, gustu amarum citra acorem

in sacris vino perfusum odoratius

nascitur et in Arabia Indiaque et Media ac Babylone
Questo accadde anche in Gedrosia ugualmente con la foglia di lauro

[34] Anche qui fu tramandata una pianta spinosa, il cui succo sparso sugli occhi porterebbe la cecità a tutti gli esseri animati, ed anche un'erba di odore caratteristico, piena di piccoli serpenti, col cui morso si morirebbe subito

Onesicrito tramanda che nelle convalli dell'Ircania ci sono alberi simili al fico che sono detti occhi, da cui scorre miele in due ore del mattino

[35] Vicino c'è la Battriana, in cui il pregiatissimo bdellio

Un albero nero, della grandezza dell'ulivo, con la foglia della quercia, col frutto del fico selvatico

Gli stessi con la natura che (ha l'albero) della gomma

Alcuni lo chiamano brochon, altri malacca, altri maldacon, hadrobolon invece nero e raccolto in pallottole

Dev'essere poi simile alla cera translucida, profumato anche, quando è spezzato, grasso, amaro nel gusto ma non acido

Nei riti sacri più profumato mescolato al vino

Maybe you might be interested

Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 02, Paragrafi 140-168
Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 02, Paragrafi 140-168

Latino: dall'autore Plinio il Vecchio, opera Naturalis Historia parte Libro 02, Paragrafi 140-168

aliqui peraticum vocant ex Media advectum

[36]fragilius hoc et crustosius amariusque, at Indicum umidius et cumminosum

adulteratur amygdala nuce, cetera eius genera cortice et scordasti ita vocatur arbor aemulo cummi , sed deprehenduntur, semel quod dixisse et in ceteros odores satis sit, odore, colore, pondere, gustu, igne

Bactrio nitor siccus multique candidi ungues, praeterea suum pondus, quo gravius esse aut levius non debeat

pretium sincero in libras Ж III

[37]Gentes supra dictas Persis attingit

Rubro mari, quod ibi Persicum vocavimus, longe in terram aestus agente, mira arborum natura

namque erosae sale, invectis derelictisque similes, sicco litore radicibus nudis polyporum modo amplexae steriles harenas spectantur
Nasce anche in Arabia e in India e nella Media e a Babilonia, alcuni chiamano peratico quello importato dalla Media

[36] Questo più delicato e più spesso e più amaro, ma più umido l'indiano e gommoso

Viene adulterato dalla mandorla, le altre sue specie anche dalla corteccia del scordasto - è chiamato così l'albero con la somiglianza della gomma - ma vengono scoperte, sia sufficiente aver detto ciò una volta sola anche riguardo agli altri odori, dall'odore, dal colore, dal peso, dal gusto, col fuoco

Uno splendore secco in quello della Battriana e molte scaglie bianche, inoltre il suo peso, per cui non deve essere più pesante o più leggero

Il prezzo per il genuino di 3 denari a libbra

[37] La Persia confina con i popoli sopra citati

Nel mar Rosso, che qui abbiamo chiamato Persico, che spinge lontano verso la terra la marea, straordinaria la natura degli alberi

Infatti erosi dal sale, simili a quelli trasportati e abbandonati, sul lido arido con radici nude al modo dei polipi sono visti abbracciati alle sterili sabbie
eaedem mari adveniente fluctibus pulsatae resistunt inmobiles; quin et pleno aestu operiuntur totae, adparetque rerum argumentis asperitate aquarum illas ali

magnitudo miranda est, species similis unedoni, pomum amygdalis extra, intus contortis nucleis

[38]Tylos insula in eodem sinu est, repleta silvis qua spectat orientem quaque et ipsa aestu maris perfunditur

magnitudo singulis arboribus fici, flos suavitate inenarrabili, pomum lupino simile, propter asperitatem intactum omnibus animalibus

eiusdem insulae excelsiore suggestu lanigerae arbores, alio modo quam Serum: his folia infecunda, quae ni minora essent, vitium poterant videri

ferunt mali cotonei amplitudine cucurbitas, quae maturitate ruptae ostendunt lanuginis pilas, ex quibus vestes pretioso linteo faciunt
Queste stesse (piante) con la marea che giunge resistono immobili colpite dalle onde; anzi anche nel pieno della marea sono tutte ricoperte, e dalle esperienze emerge che quelle sono alimentate dall'asprezza delle acque

E' da ammirare la grandezza, l'aspetto simile al corbezzolo, il frutto all'esterno alle mandorle, all'interno ai noccioli contorti

[38] Nello stesso golfo c'è l'isola di Tilo, piena di boschi dove guarda ad oriente e dove la stessa è bagnata dal flutto del mare

Per gli alberi una singola grandezza del fico, il fiore di una delicatezza indicibile, il frutto simile al lupino, non toccato da nessun animale a causa dell'asprezza

Nel rialzo più elevato di quest'isola alberi lanuginosi, non diversamente che (quelli) dei Seri: su questi foglie sterili, che se non fossero minori, potevano sembrare delle viti

Producono zucche della grandezza di una mela cotogna, che con la maturazione aperte mostrano palle di lanugine, da cui ricavano vesti di prezioso lino

Maybe you might be interested

Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 32, Paragrafi 89-113
Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 32, Paragrafi 89-113

Latino: dall'autore Plinio il Vecchio, opera Naturalis Historia parte Libro 32, Paragrafi 89-113

[39]arborem vocant gossypinum, fertiliore etiam Tylo minore, quae distat X p

Iuba circa fruticem lanugines esse tradit linteaque ea Indicis praestantiora, Arabiae autem arborem, ex qua vestes faciant, cynas vocari, folio palmae simili

sic Indos suae arbores vestiunt

in Tylis autem et alia arbor floret albae violae specie, sed magnitudine quadriplici, sine odore, quod miremur in eo tractu

[40]est et alia similis, foliosior tamen roseique floris, quem noctu conprimens aperire incipit solis exortu, meridie expandit; incolae dormire eum dicunt

fert eadem insula et palmas oleasque ac vites et cum reliquo pomorum genere ficos

nulli arborum folia ibi decidunt, rigaturque gelidis fontibus et imbres accipit
[39] Chiamano l'albero pianta del cotone, anche più produttiva a Tilo minore, che dista 10

000 passi

Giuba dice che ci sono lanugini intorno ad un cespuglio e che i tessuti (fatti) con questo (sono) più pregevoli di quelli indiani, che un albero poi dell'Arabia, da cui ricavano vesti, essere chiamato cynas, con una foglia simile alla palma; così i loro alberi vestono gli Indi

Nelle Tilo poi fiorisce anche un altro albero con l'aspetto di viola bianca, ma di quadruplice grandezza, senza odore, il che guardiamo con stupore in quel territorio

[40] C'è anche un'altra simile, tuttavia più ricca di foglie e con fiori rosei, che chiudendosi di notte comincia ad aprirsi al sorgere del sole, si espande a mezzogiorno; gli abitanti dicono che questa dorme

La stessa isola produce anche palme e ulivi e viti e fichi col restante genere di frutti

A nessun albero qui cadono le foglie, ed è irrigata da fresche fonti e riceve le piogge
Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 18, Paragrafi 1-55

Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 34, Paragrafi 19-65

Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 30, Paragrafi 42-115

Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 36, Paragrafi 12-24

Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 36, Paragrafi 191-204


Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 14, Paragrafi 112-137