Beneficia gratuita esse populi Romani; pretium eorum malle relinquere in accipientium animis quam praesens exigere Legati tres nominati, T Quinctius Flamininus, C Licinius Nerva, M Caninius Rebilus, qui obsides in Thraciam reducerent; et Thracibus munera data in singulos binum milium aeris Bithys cum ceteris obsidibus a Carseolis accersitus ad patrem cum legatis missus Naves regiae captae de Macedonibus invisitatae ante magnitudinis in campo Martio subductae sunt [43] Haerente adhuc non in animis modo, sed paene in oculis memoria Macedonici triumphi L Anicius Quirinalibus triumphavit de rege Gentio Illyriisque |
I bene fici del popolo Romano erano concessi senza contropartita; il prezzo del loro riscatto preferiva lasciarlo depositato nel l'animo dei beneficati piuttosto che esigerlo immediatamente in contanti Furono nominati tre legati, T Quinzio Flaminino, C Licinio Nerva, M Caninio Rebilo, per accom pagnare gli ostaggi in Tracia; ed ai Traci furono assegnati doni di duemila assi a testa Biti fu richiamato da Car seoli con gli altri ostaggi e rinviato al padre insieme con i legati Le navi del re catturate ai Macedoni, vascelli di grandezza mai prima vista, furono tirate in secco nel campo Marzio [43] Mentre ancora restava fisso non solo negli animi, ma quasi negli occhi il ricordo del trionfo macedonico, L Anicio durante le feste Quirinali trionfò del re Gen zio e degli Illiri |
Similia omnia magis visa hominibus quam paria: minor ipse imperator, et nobilitate Anicius cum Aemilio et iure imperii praetor cum consule conlatus; non Gentius Perseo, non Illyrii Macedonibus, non spolia spoliis, non pecunia pecuniae, non dona donis conparari poterant Itaque sicut praefulgebat huic triumphus recens, ita apparebat ipsum per se intuentibus nequaquam esse contemnendum Perdomverat intra paucos dies terra marique ferocem, locis munimentisque fretam gentem Illyriorum; regem regiaeque omnes stirpis ceperat Transtulit in triumpho multa militaria signa spoliaque alia et supellectilem regiam, auri pondo viginti et septem, argenti decem et novem pondo, denarium decem tria milia et centum viginti milia Illyrici argenti |
Tutto l'apparato parve agli uomi ni piuttosto simile che pari: inferiore da un lato il comandante, a confrontare Anicio con Emilio per nobiltà o per autorità di comando un pretore con un console; né dall'altro erano commisurabili Genzio con Perseo, gli Illiri coi Macedoni, né fra loro le spoglie, il denaro, le ricom pense Pertanto come il recente trionfo avanzava in splendore questo di Anicio, così a chi lo considerava senza fare confronti, questo stesso non doveva sembrare da poco Aveva ridotto all'obbedienza in pochi giorni la stirpe illirica fiera nel combattere per terra e per mare e che sapeva trarre profitto dall'assoluta sicurezza del territorio; aveva catturato il suo re con tutta la famiglia reale Tra sportò nel trionfo molte insegne militari e altre spoglie e li prezioso corredo del re, ventisette libbre d'oro e di ciannove libbre d'argento, tredicimila denari e centoventimila monete illiriche d'argento |
Ante currum ducti Gentius rex cum coniuge et liberis et Caravantius, frater regis, et aliquot nobiles Illyrii De praeda militibus in singulos quadragenos quinos denarios, duplex centurioni, triplex equiti, sociis nominis Latini quantum civibus, et sociis navalibus dedit quantum militibus Laetior hunc triumphum est secutus miles, multisque dux ipse carminibus celebratus Sestertium ducentiens ex ea praeda redactum esse auctor est Antias, praeter aurum argentumque, quod in aerarium sit latum; quod quia unde redigi potverit non apparebat, auctorem pro re posui Rex Gentius cum liberis et coniuge et fratre Spoletium in custodiam ex senatus consulto ductus, ceteri captivi Romae in carcerem coniecti; recusantibusque custodiam Spoletinis Iguvium reges traducti |
Avanti al cocchio sfila rono il re Genzio con la moglie e i figli e il fratello del re, Caravanzio, e alcuni nobili Illiri Del bottino assegnò ai soldati quarantacinque denari a testa, il doppio ai cen turioni, il triplo ai cavalieri, ai socii di nome latino la stessa somma dei cittadini, ai socii navali quanto ai sol dati Con più entusiasmo i soldati seguirono questo trionfo e lo stesso comandante vi fu celebrato con molti canti Venti milioni di sesterzi, secondo lAnziate, si ricavarono da quel bottino, senza contare l'oro e l'argento versati all'erario; ma poiché non risultava come fosse calcolata quella somma, ho preferito nominare la fonte di questa notizia invece di appurarne l'attendibilità Il re Genzio con i figli, la moglie, il fratello, per decisione del senato fu mandato a Spoleto in speciale sorveglianza, tutti gli altri prigionieri furono buttati in prigione a Roma; ma poiché gli Spoletini non ne gradivano la custodia, la famiglia reale fu trasferita a Gubbio |
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Livio, Ab urbe condita: Libro 02 ; 11 - 24
Latino: dall'autore Livio, opera Ab urbe condita parte Libro 02 ; 11 - 24
Relicum ex Illyrico praedae ducenti viginti lembi erant; de Gentio rege captos eos Corcyraeis et Apolloniatibus et Dyrrhachinis Q Cassius ex senatus consulto tribuit [44] Consules eo anno agro tantum Ligurum populato, cum hostes exercitus numquam eduxissent, nulla re memorabili gesta Romam ad magistratus subrogandos redierunt et primo comitiali die consules crearunt M Claudium Marcellum, C Sulpicium Gallum, deinde praetores postero die L Iulium, L Apuleium Saturninum, A Licinium Nervam, P Rutilium Calvum, P Quinctilium Varum, M Fonteium His praetoribus duae urbanae provinciae sunt decretae, duae Hispaniae, Sicilia ac Sardinia Intercalatum eo anno; postridie Terminalia (kal) intercalariae fuerunt Augur eo anno mortuus est C Claudius; in eius locum augures legerunt T Quinctium Flamininum Et flamen Quirinalis mortuus Q Fabius Pictor |
Il resto del bottino d'Illiria era costituito da duecentoventi navi leggere; quelle catturate al re Genzio su parere del senato Q Cassio le assegnò agli abitanti di Corcira, Apollonia e Durazzo [44] I consoli di quell'anno, limitatisi a devastare il territorio dei Liguri, poiché i nemici non impiegarono mai i loro eserciti, senza aver compiuto nessun'impresa degna di ricordo tornarono a Roma per sostituire i magi strati e nel primo giorno dei comizi crearono consoli M Clau dio Marcello e G Sulpicio Gallo, successivamente, il giorno di poi, i pretori L Giulio, L Apuleio Saturnino, A Licinio Nerva, P Rutilio Calvo, P Quintilio Varo, M Fonteio A questi pretori furono assegnate le due province urbane, le due di Spagna, la Sicilia e la Sardegna Quell'anno fu intercalare e all'indomani delle feste Ter minali caddero (le calende) intercalari Morì in quell'anno l'augure C Claudio e al suo posto gli auguri scelsero T Quin zio Flaminino Morì anche il flamine Quirinale Q Fabio Pittore |
Eo anno rex Prusia venit Romam cum filio Nicomede Is magno comitatu urbem ingressus ad forum a porta tribunalque (Q) Cassi praetoris perrexit concursuque undique facto deos, qui urbem Romam incolerent, senatumque et populum Romanum salutatum se dixit venisse et gratulatum, quod Persea Gentiumque reges vicissent, Macedonibusque et Illyriis in dicionem redactis auxissent imperium Cum praetor senatum ei, si vellet, eo die daturum dixisset, biduum petit, quo templa deum urbemque et hospites amicosque viseret Datus, qui circumduceret eum, (L) Cornelius Scipio quaestor, qui et Capuam ei obviam missus fuerat; et aedes, quae ipsum comitesque eius benigne reciperent, conductae |
In quell'anno giunse a Roma il re Prusia con il figlio Nicomede Entrato nella città con gran seguito, dalla porta si diresse al foro e al tribunale del pretore (Q) Cassio e radunatasi gran folla da ogni parte disse di esser venuto a render omaggio agli dèi della città e al senato e al popolo Romano e a congratularsi perché avevano vinto i re Perseo e Genzio, e ridotto in loro potere Macedonia ed Illiria, avevano accresciuto l'impero Avendogli detto il pretore che, se voleva, gli avrebbe accordato udienza in senato quel giorno, ne richiese due per recarsi a far visita ai templi degli dèi, alla città e ad alcuni ospiti e amici Per accompagnarlo in queste visite gli fu messo a disposizione il questore (L) Cornelio Scipione, che anche gli era stato inviato incontro a Capua; e fu presa in affitto una casa, che offrisse a lui e al suo seguito ampio spazio |
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Latino: dall'autore Livio, opera Ab urbe condita parte Libro 40; 11 - 15
Tertio post die senatum adit; gratulatus victoriam est; merita sua in eo bello commemoravit; petiit, ut votum sibi solvere, Romae in Capitolio decem maiores hostias et Praeneste unam Fortunae, liceret ea vota pro victoria populi Romani esse, et ut societas secum renovaretur agerque sibi de rege Antiocho captus, quem nulli datum (a) populo Romano Galli possiderent, daretur Filium postremo Nicomedem senatui commendavit Omnium, qui in Macedonia imperatores fuerant, favore est adiutus |
Il terzo giorno fece ingresso in senato; si congratulò per la vittoria; ricordò i suoi meriti durante quella guerra e richiese che gli fosse permesso di sciogliere il voto di sa crificare a Roma in Campidoglio dieci vittime maggiori ed una a Preneste in onore della Fortuna - questi voti erano per la vittoria del popolo Romano - e di rinnova re l'alleanza coi Romani e di ottenere il territorio conqui stato al re Antioco, non assegnato ad alcuno (dal) popolo Romano e goduto dai Galli Infine raccomandò il figlio Nicodemo al senato Ebbe l'appoggio di tutti i comandanti che avevano militato in Macedonia |
Itaque cetera, quae petebat, concessa; de agro responsum est legatos ad rem inspiciendam missuros; (si) is ager populi Romani fuisset nec cuiquam datus esset, dignissimum eo dono Prusiam habituros esse: si autem Antiochi non fuisse et eo ne populi quidem Romani factum appareret aut datum Gallis esse, ignoscere Prusiam debere, si ex nullius iniuria quidquam ei datum vellet populus Romanus Ne cui detur quidem, gratum esse donum posse, quod eum, qui det, ubi velit, ablaturum esse sciat Filii Nicomedis commendationem accipere Quanta cura regum amicorum liberos tueatur populus Romanus, documento Ptolemaeum, Aegypti regem, esse Cum hoc responso Prusias est dimissus Munera ei ex * * sestertiis iussa dari et vasorum argenteorum pondo quinquaginta |
E così tutte le sue richieste furono accolte; salvo quella della conces sione del territorio, per la quale gli fu risposto che avreb bero inviato una missione ad esaminare la situazione; (se ) quel territorio fosse appartenuto al popolo Romano e non fosse stato assegnato ad alcuno, avrebbero considerato Prusia del tutto meritevole di quel dono: se fosse invece risultato che non era appartenuto ad Antioco e quindi non era venuto in possesso del popolo Romano che era stato assegnato già ai Galli, Prusia doveva scusare se il popolo Rornano si rifiutava di concedergli qualcosa con danno dei terzi Neppure a chi lo riceve può esser gra dito quel dono, che il donatore sa di potersi riprendere quando vuole Accoglievano la raccomandazione del figlio Nicomede Con quanto impegno il popolo Romano si assumeva la protezione dei figli di re amici era una prova Ptolemeo, re di Egitto Con tale risposta si accomiatò Prusia Fu dato ordine di assegnargli doni sino alla concorrenza di ** sesterzi e vasi d'argento del peso di cinquanta libbre |
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Latino: dall'autore Livio, opera Ab urbe condita parte Libro 43; 01 - 23
Et filio regis Nicomedi ex ea summa munera dari censuerunt, ex qua Masgabae, filio regis Masinissae, data essent; et ut victimae aliaque, quae ad sacrificium pertinerent, seu Romae seu Praeneste immolare vellet, regi ex publico sicut magistratibus Romanis praeberentur; et ut ex classe, quae Brundisi esset, naves longae viginti adsignarentur, quibus uteretur; donec ad classem dono datam ei rex pervenisset, L Cornelius Scipio ne ab eo abscederet sumptumque ipsi et comitibus praeberet, donec navem conscendisset Mire laetum ea benignitate in se populi Romani regem fuisse ferunt; munera sibi ipsi emi non sisse, filium iussisse donum populi Romani accipere Haec de Prusia nostri scriptores |
Anche al figlio del re, Nico mede, stabilirono di concedere doni della stessa entità di quelli assegnati a Masgaba, figlio del re Massinissa; e di fornire al re le vittime e tutto il necessario per il sacrificio, volesse celebrarlo a Roma o a Preneste, a spese dello stato come si faceva con i magistrati Romani; e della flotta che stazionava a Brindisi di mettergli a disposizione venti navi da guerra; fin tanto che il re non fosse giunto presso la flotta datagli in dono, L Cornelio Scipione do veva restare al suo fianco e provvedere alle spese di lui e del suo seguito fino al momento dell'imbarco Si racconta che il re fosse straordinariamente lieto della gene rosità dimostratagli dal popolo Romano; non permise che fos sero acquistati doni per lui, ma invitò il figlio ad accettare quelli offertigli dal popolo Romano I nostri storici danno questi particolari della visita di Prusia |
Polybius eum regem indignum maiestate nominis tanti tradit; pilleatum, capite raso, obviam (ire) legatis solitum libertumque se populi Romani ferre: ideo insignia ordinis eius gerere; Romae quoque, cum veniret in curiam, summisisse se et osculo limen curiae contigisse et deos servatores suos senatum appellasse aliamque orationem non tam honorificam audientibus quam sibi deformem habuisse Moratus circa urbem triginta haud amplius dies in regnum est profectus, actumque in Asia bellum inter Eumenen et Gallos in ***it |
Invece Po libio racconta che quel re si comportò in maniera indegna del suo titolo; con il berretto in capo e la testa rasata soleva (andare) incontro ai legati e si presentava come liberto del popolo Romano: per questo portava l'abbiglia mento caratteristico di quella classe; anche a Roma, quando entrò nella curia, si chinò per baciarne la soglia e chiamò il senato i suoi dèi salvatori e il resto del discorso, che vi tenne, pareva non tanto rendere onore ai padri che lo ascoltavano, quanto esser sconveniente al suo rango Rimasto a Roma e nei dintorni trenta giorni e non più, partì alla volta del regno e di poi cominciò a rinfocolarsi la guerra combattuta in Asia fra Eumene e i Galli *** |