Hi cum frequentes et ex Peloponneso et ex Boeotia et ex aliis Graeciae conciliis adessent, implevere aures decem legatorum: non eos tantum, qui se propalam per vanitatem iactassent tamquam hospites et amicos Persei, sed multo plures alios ex occulto favisse regi, qui per speciem tuendae libertatis in conciliis adversus Romanos omnia instruxissent, nec aliter eas mansuras in fide gentes, nisi fractis animis (adversarum) partium aleretur confirmareturque auctoritas eorum, qui nihil praeter imperium Romanorum spectarent Ab his editis nominibus evocati litteris imperatoris ex Aetolia Acarnaniaque et Epiro et Boeotia, qui Romam ad causam dicendam sequerentur; in Achaiam ex decem legatorum numero profecti duo, C Claudius et Cn Domitius, ut ipsi edicto evocarent |
Presentandosi numerosi alle assemblee dal Peloponneso, dalla Beozia e dalle altre parti della Grecia riempirono le orecchie dei dieci membri della commissione: non soltanto, dicevano, quelli che aperta mente, per semplice sconsideratezza, si vantavano ospiti e confidenti di Perseo, ma molti più altri in segreto avevano parteggiato per il re, nelle varie assemblee sotto il pretesto di difendere la libertà avendo armeggiato con ogni mezza contro i Romani, né ad altra condizione si sarebbero mantenute fedeli quelle popolazioni, se fiaccata l'albagia delle fazioni (,contrarie), non si alimentava e rafforzava il prestigio di quanti avevano gli occhi solo rivolti al dominio di Roma Costoro ne fecero i nomi ed essi furono convocati con ordinanza del comandante dall'Etolia e dal lAcarnania, dall'Epiro e dalla Beozia, perché lo seguissero a Roma per discolparsi; nell'Acaia si recarono due membri della commissione dei dieci, C Claudio e Cn Domizio, per convocarli di persona in base a un editto |
Id duabus de causis factum, una, quod fiduciae plus animorumque esse Achaeis ad non parendum credebant et forsitan etiam in periculo fore Callicraten et ceteros criminum auctores delatoresque; altera, cur praesentes evocarent, causa erat, quod ex aliis gentibus principum litteras deprensas in commentariis regiis habebant, in Achaeis caecum erat crimen nullis eorum litteris inventis Aetolis dimissis Acarnanum citata gens In his nihil novatum, nisi quod Leucas exempta est Acarnanum concilio |
Ciò avvenne per due ragioni, la prima perché si credeva che gli Achei avessero più fierezza e coraggio per non ubbidire e forse anche che Callicrate si sarebbe trovato in pericolo e con lui tutti gli altri accusatori e calunniatori; la seconda ragione, per cui quei due sul posto procedevano a convocarli, era che dei cittadini più ragguardevoli delle altre popolazioni si possedevano lettere, trovate negli archivii del re, mentre fra gli Achei le colpe non si potevano appurare, non essendosi scoperti documenti che li compromettessero Congedati gli Etoli fu chiamata la popolazione del lAcarnania Riguardo a questa non fu cambiato nulla, tranne che Leucade fu sottratta all'assemblea degli Acarnani |
Quaerendo deinde latius, qui publice aut privatim partium regis fuissent, in Asiam quoque cognitionem extendere et ad Antissam in Lesbo insula dirundam (ac) traducendos Methymnam Antissaeos Labeonem miserunt, quod Antenorem, regium praefectum, quo tempore cum lembis circa Lesbum esset vagatus, portu receptum commeatibus iuvissent Duo securi percussi viri insignes, Andronicus, Andronici filius, Aetolus, quod patrem secutus arma contra populum Romanum tulisset, et Neo Thebanus, quo auctore societatem cum Perseo iunxerant [32] His rerum externarum cognitionibus interpositis Macedonum rursus advocatum concilium; pronuntiatum, quod ad statum Macedoniae pertinebat, senatores, quos synhedros vocant, legendos esse, quorum consilio res publica administraretur |
Ampliando in seguito le investigazioni su chi pubblica mente o privatamente avesse parteggiato per il re, si estese l'inchiesta anche in Asia e si invio Labeone a distruggere Antissa nell'isola di Lesbo (e) a trasferirne a Metimna gli abitanti, colpevoli di aver accolto nel porto e rifornito di viveri Anteriore, comandante della flotta del re, quando col suo naviglio leggero incrociava intorno a Lesbo Due insigni cittadini furono decapitati, Andronico Etolo, figlio di Andronico, per aver preso le armi contro i Romani al seguito di suo padre, e Neone Tebano, per cui istigazione i suoi concittadini avevano stretto alleanza con Perseo [32] Dopo la parentesi di tali inchieste in territori non di sua competenza, di nuovo radunò l'assemblea dei Macedoni: fu annunziata, per quanto riguardava l'assetto della regione, la necessità di eleggere i sena- tori, che gli indigeni chiamano sinedri, dal cui senno po litico doveva esser governato lo stato |
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Nomina deinde sunt recitata principum Macedonum, quos cum liberis maioribus quam quindecim annos natis praecedere in Italiam placeret Id, prima specie saevom, mox apparuit multitudini Macedonum pro libertate sua esse factum Nominati sunt enim regis amici purpuratique, duces exercituum, praefecti navium aut praesidiorum, servire regi humiliter, aliis superbe imperare adsueti; praedivites alii, alii, quos fortuna non aequarent, his sumptibus pares; regius omnibus victus vestitusque, nulli civilis animus, neque legum neque libertatis aequae patiens Omnes igitur, qui in aliquis ministeriis regiis, etiam qui in legationibus fuerant, iussi Macedonia excedere atque in Italiam ire: qui non parvisset imperio, mors denuntiata |
Poi furono letti i nomi dei capi Macedoni, di cui si disponeva l'im mediata partenza per l'Italia insieme ai figli di più che quindici anni Questo provvedimento, a prima vista crudele, fu interpretato poi dalla massa dei Macedoni come necessario alla sua libertà Furono citati i nomi dei confidenti del re e dei più altolocati funzionari di corte, dei capi di esercito, dei comandanti della flotta o delle guarnigioni, gente tutta abituata a offrire i pro pri servizi al re con somma deferenza, a imporre la propria volontà agli altri con estrema tracotanza; al cuni ricchi all'eccesso, altri capaci di tener testa a questi nelle spese, pur senza eguagliarli nei mezzi di fortuna; tutti con tenor di vita ed abbigliamento da re, nessuno con animo di cittadino rispettoso delle leggi o della giusta libertà Dunque tutti quelli che avevano svolto servizi a corte, o che anche avevano partecipato a legazioni, rice vettero l'ordine di abbandonare la Macedonia e di andare in Italia: a chi non ubbidisse a quest'ordine veniva commi nata la morte |
Leges Macedoniae dedit cum tanta cura, ut non hostibus victis, sed sociis bene meritis dare videretur, et quas ne usus quidem longo tempore, qui unus est legum corrector, experiendo argueret Ab seriis rebus ludicrum, quod ex multo ante praeparato et in Asiae civitates et ad reges missis, qui denuntiarent, et, cum circumiret ipse Graeciae civitates, indixerat principibus, magno apparatu Amphipoli fecit |
Diede poi alla Macedonia leggi così buone da far l'impressione di concederle non a nemici vinti, bensì ad alleati fedeli, tali insomma che neppure il lungo uso, che è l'unico sano criterio per apportare modificazioni alle leggi, mettendole alla prova per ampio arco di tempo, ne denunciò difetti o carenze Dopo questa impegnativa attività, con grande sfarzo dette ad Amfipoli uno spettacolo di giuochi, pre parato da lungo tempo con l'invio di chi ne desse l'annuncio alle libere città dell'Asia e ai suoi stati monarchici, e quand'egli fece il giro delle varie città della Grecia da lui personalmente indetto ai capi delle singole comunità |
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Nam et artificum omnis generis, qui ludicram artem faciebant, ex toto orbe terrarum multitudo et athletarum et nobilium equorum convenit et legationes cum victimis et quidquid aliud deorum hominumque causa fieri magnis ludis in Graecia solet, ita factum est, ut non magnificentiam tantum, sed prudentiam in dandis spectaculis, ad quae rudes tum Romani erant, admirarentur Epulae quoque legationibus paratae et opulentia et cura eadem Vulgo dictum ipsius ferebant et convivium instruere et ludos parare eiusdem esse, qui vincere bello sciret |
Vi si dette convegno da tutta quanta la terra una folla di artisti d'ogni genere, che esercitavano l'arte dello spet tacolo, e di atleti e di famosi cavalli e ambascerie recanti vittime; ed ogni altra manifestazione che in Grecia si suole dare in onore degli dèi e degli uomini in occasione dei giuochi solenni vi ebbe luogo con sì grande proprietà, da provocare stupore non solo per la magnificenza, ma anche per la competenza dimostrata nell'allestire tali spettacoli, per i quali i Romani a quei tempi erano ancora senza esperienza Anche mense furono imbandite per le ambascerie con la stessa abbondanza e accuratezza E si diffuse un suo detto, che apprestare banchetti e preparare giuochi rientra nelle normali competenze di chi sa vincere in guerra |
[33] Edito ludicro [omnis generis] clupeisque aereis in naves inpositis cetera omnis generis arma cumulata (in) ingentem acervum, precatus Martem, Minervam Luamque matrem et ceteros deos, quibus spolia hostium dicare ius fasque est, ipse imperator face subdita succendit; deinde circumstantes tribuni militum pro se quisque ignes coniecerunt Notata est in illo conventu Europae Asiaeque, undique partim ad gratulationem, partim ad spectaculum contracta multitudine, tantis navalibus terrestribusque exercitibus, ea copia rerum, ea vilitas annonae, ut et privatis et civitatibus et gentibus dona data pleraque eius generis sint ab imperatore, non in usum modo praesentem, sed etiam quod domos aveherent |
[33] Dati i giuochi e caricati sulle navi gli scudi di bronzo, di tutte le altri armi d'ogni tipo fece un gran mucchio e dopo aver invocato Marte, Minerva e Lua madre e tutti gli altri dèi, cui è di rito dedicare le spoglie nemiche, accostandogli da sotto una fiaccola, con le sue mani il comandante lo accese; poi i tribuni militari, tutti intorno, ognuno per suo conto vi lanciarono il fuoco Fu os servata in quel raduno dell'Europa e dell'Asia, d'ogni parte provenendo la folla sia per congratularsi, sia per vedere, nonostante la presenza di così ingenti forze terrestri e na vali, una tale abbondanza dei viveri, una tale bassezza dei prezzi, che sia a singoli privati, sia a intere cit tà e popolazioni il comandante concesse in dono, gra tuitamente, la maggior parte di quei generi, ed in tale misura non solo da soddisfare il bisogno del momento, ma anche da essere portati a casa |
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Spectaculo fuit ei, quae venerat, turbae non scaenicum magis ludicrum, non certamina hominum aut curricula equorum, quam praeda Macedonica omnis, ut viseretur, exposita, statuarum tabularumque (et) textilium et vasorum ex auro et argento et aere et ebore factorum ingenti cura in ea regia, ut non in praesentem modo speciem, qualibus referta regia Alexandreae erat, sed in perpetuum usum fierent Haec in classem inposita devehenda Romam Cn Octavio data Paulus benigne legatis dimissis transgressus Strymonem mille passuum ab Amphipoli castra posuit; inde profectus Pellam quinto die pervenit |
Produsse grande stupore alla folla convenuta più che lo spettacolo dei giuochi, più delle gare di atleti o delle corse di cavalli, il bottino raccolto in Macedonia, tutto esposto, per essere ammirato: statue e dipinti, stoffe e vasi d'oro e d'argento, di bronzo e di avorio, lavorati con estrema raffinatezza, che si tro vavano in quella reggia, per servire non solo da momen taneo ornamento, come quelli di cui per esempio era ripiena la reggia di Alessandria, ma anche per soddisfare esigenze d'ogni tempo Tutto questo fu caricato sulla flotta e a Gn Ottavio fu dato incarico di trasportarlo a Roma Paolo, congedati con molta gentilezza i legati, passò lo Strimone e pose il campo ad un migliaio di passi da Am fipoli; partito di qui, dopo cinque giorni giunse a Pella |
Praetergressus urbem, ad Pellaeum, quod vocant, biduum moratus, P Nasicam et Q Maximum filium cum parte copiarum ad depopulandos Illyrios, qui Persea iuverant bello, misit iussos ad Oricum sibi occurrere; ipse Epirum petens quintis decimis castris Passaronem pervenit [34] Haud procul inde Anici castra aberant Ad quem litteris missis, ne quid ad ea, quae fierent, moveretur; senatum praedam Epiri civitatium, quae ad Persea defecissent, exercitui dedisse suo, missis centurionibus in singulas urbes, qui se dicerent ad praesidia deducenda venisse, ut liberi Epirotae sicut Macedones essent, denos principes ex singulis evocavit civitatibus; quibus cum denuntiasset, ut aurum atque argentum in publicum proferretur, per omnes civitates cohortes dimisit |
Oltrepassata la città, si fermò due giorni presso Pelleo, come si chiama quella località, ed invìò P Nasica e il figlio Q Massimo con una parte dell'esercito a devastare gli Illiri, che nella guerra avevano dato aiuti a Perseo, con l'ordine di venirgli incontro ad Orico: egli dirigendosi verso l'Epiro in quindici tappe raggiunse Passarone [34] Non molto distante di lì era il campo di Anicio E gli inviò una lettera con l'avvertenza di non prendere ini ziative in coincidenza con queste azioni di guerra; il senato aveva riservato il bottino delle città dell'Epiro, passate dalla parte di Perseo, alle sue truppe, mandati poi nelle varie città i centurioni ad annunziare che erano venuti a ritirare le guarnigioni, perché gli Epiroti fossero liberi come i Macedoni, convocò da ogni città i dieci cittadini più in vista; e dopo aver loro intimato di tirar fuori l'oro e l'argento, spedì reparti per tutte le città |
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Ante in ulteriores quam in propiores profecti, ut uno die in omnes perveniretur Edita tribunis centurionibusque erant, quae agerentur Mane omne aurum argentumque conlatum; hora quarta signum ad diripiendas urbes datum est militibus; tantaque praeda fuit, ut in equitem quadringeni denarii, peditibus duceni dividerentur, centum quinquaginta milia capitum humanorum abducerentur Muri deinde direptarum urbium diruti sunt; ea fuere oppida circa septuaginta Vendita praeda omnis, inde ea summa militi numerata est Paulus ad mare Oricum descendit nequaquam, ut ratus erat, expletis militum animis, qui, tamquam nullum in Macedonia gessissent bellum, expertis regiae praedae esse indignabantur Orici cum missas cum Scipione Nasica Maximoque filio copias iuvenisset, exercitu in naves inposito in Italiam traiecit |
Par tirono i distaccamenti inviati nelle città più lontane prima di quelli diretti alle città più vicine, per modo che in un sol giorno arrivassero in tutte Furono date istruzioni precise ai tribuni e ai centurioni su quello che dovevano fare Di buon mattino fu radunato tutto l'oro; all'ora quarta fu dato ai soldati il segnale del saccheggio; e tanta fu la preda che si distribuirono quattrocento denari a testa ai cavalieri e duecento ai fanti, e furono deportate cen tocinquantamila persone Poi furono abbattute le mura delle città saccheggiate; settanta circa, in tutto Tutta la preda fu venduta e con essa pagata in contanti ai soldati la somma predetta Paolo discese verso il mare ad Orico, senza avere affatto soddisfatti gli animi dei soldati, come aveva sperato: questi erano risentiti per non aver avuto parte al bottino del re, come se in Macedonia non aves sero combattuto alcuna guerra Ad Orico, dove trovò i reparti mandati al seguito di Scipione Nasica e di suo figlio Massimo, imbarcò l'esercito e passò in Italia |