Livio, Ab urbe condita: Libro 42; 32 - 49

Livio, Ab urbe condita: Libro 42; 32 - 49

Latino: dall'autore Livio, opera Ab urbe condita parte Libro 42; 32 - 49
[32] Inter consules magis cavillatio quam magna contentio de provincia fuit

Cassius sine sorte se Macedoniam optaturum dicebat, nec posse collegam salvo iureiurando secum sortiri

Praetorem eum, ne in provinciam iret, in contione iurasse se stato loco statisque diebus sacrificia habere, quae absente se recte fieri non possent; quae non magis consule quam praetore absente recte fieri posse, si senatus non, quid velit in consulatu, potius quam, quid in praetura iuraverit P Licinius, animadvertendum esse censeat; se tamen futurum in senatus potestate

Consulti patres, cui consulatum populus Romanus non negasset, -ei- ab se provinciam negari, superbum rati, sortiri consules iusserunt
[32] Fra i consoli sorse una disputa sottile piuttosto che una vera e propria contesa a proposito della provincia

Cassio sosteneva il diritto di scegliere la Macedonia senza sorteggio, e l'impossibilità per il collega di estrarla a sorte con lui senza violare il precedente giuramento

Quand'era pretore, per non recarsi nella provincia, aveva giurato dinanzi all'assemblea del popolo di dover compiere in luoghi determinati e in giorni stabiliti tali sacrifici, che non potevano essere celebrati senza vizio di forma in sua assenza; ma così poco questi potevano esser celebrati senza vizio di forma in assenza di lui console come in assenza di lui pretore, anche se il senato giudicava di non dover entrare in merito all'aspirazione di P Licinio, ora che era console, piuttosto che al suo giuramento prestato da pretore; quanto a lui, si sarebbe rimesso al senato

I padri, consultati sulla questione, ritenendo oltraggioso non concedere la provincia -a persona-, a cui il popolo romano non aveva rifiutato il consolato, ordinarono ai consoli di procedere al sorteggio
P Licinio Macedonia, -C- Cassio Italia obvenit legiones inde sortiti sunt: prima et tertia -ut- in Macedoniam traicerentur, secunda et quarta ut in Italia remanerent

Dilectum consules multo intentiore, quam alias, cura habebant

Licinius veteres quoque scribebat milites centurionesque; et multi voluntate nomina dabant, quia locupletes videbant, qui priore Macedonico bello aut adversus Antiochum in Asia stipendia fecerant

Cum tribuni militum, qui centuriones * * , sed primum quemque citarent, tres et viginti centuriones, qui primos pilos duxerant, citati tribunos plebis appellarunt
A P Licinio toccò la Macedonia, a -G- Cassio l'Italia; poi estrassero a sorte le legioni: la prima e la terza dovevano passare in Macedonia, la seconda e la quarta rimanere in Italia

I consoli attendevano alle operazioni di leva con maggiore impegno di altre volte

Licinio arruolava anche anziani soldati e centurioni; e molti si presentavano spontaneamente, perché vedevano arricchiti quelli che avevano militato nella precedente campagna macedonica o in quella contro Antioco in Asia

Mentre i tribuni dei soldati, che arruolavano i centurioni, chiamavano quello che di volta in volta si presentava in condizioni più efficienti, ventitré centurioni primipilari, già chiamati si appellarono ai tribuni della plebe
Duo ex collegio, M Fulvius Nobilior et M Claudius Marcellus, ad consules -rem- reiciebant: eorum cognitionem esse debere, quibus dilectus quibusque bellum mandatum esset; ceteri cognituros se, de quo appellati essent, aiebant, et si iniuria fieret, auxilium civibus laturos

[33] Ad subsellia tribunorum res agebatur; eo M Popilius consularis, advocatus -centurionum, et- centuriones et consul venerunt

Consule inde postulante, ut in contione ea res ageretur, populus in contionem advocatus

Pro centurionibus M Popilius, qui biennio ante consul fuerat, ita verba fecit: militares homines et stipendia iusta et corpora et aetate et adsiduis laboribus confecta habere; nihil recusare tamen, quo minus operam rei publicae dent

Id tantum deprecari, ne inferiores iis ordines, quam quos, -cum- militassent, habuissent, adtribverentur
Due di questo collegio, M Fulvio Nobiliore e M Claudio Marcello, rimettevano -la protesta- ai consoli: era loro compito promuovere l'inchiesta, in quanto avevano l'incarico delle operazioni di leva e della guerra; mentre gli altri sostenevano che avrebbero svolto l'inchiesta sul fatto che aveva provocato il ricorso e in caso di sopruso avrebbero prestato soccorso ad essi, in quanto cittadini

[33] La discussione si svolgeva dinanzi ai seggi dei tribuni della plebe; vi convennero l'ex console M Popilio, in qualità di patrono -dei centurioni-, i centurioni e il console

Su richiesta del console che la discussione si portasse dinanzi al popolo, questo fu radunato

In difesa dei centurioni M Popilio, console due anni prima, parlò così: quegli uomini d'arme avevano fatto il prescritto numero di campagne ed erano nel corpo fiaccati dall'età e dai continui disagi; però non si rifiutavano di prestar l'opera loro alla repubblica

Soltanto scongiuravano che non si attribuisse loro un grado inferiore a quello raggiunto -quando- erano in carriera

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Livio, Ab urbe condita: Libro 02; 25 - 38
Livio, Ab urbe condita: Libro 02; 25 - 38

Latino: dall'autore Livio, opera Ab urbe condita parte Libro 02; 25 - 38

P Licinius consul senatus consulta recitari iussit, primum, quo bellum senatus Perseo iussisset, deinde, quo veteres centuriones quam plurimos ad id bellum scribi censuisset, nec ulli, qui non maior annis quinquaginta esset, vacationem militiae esse

Deprecatus est deinde, -ne- in novo bello, tam propinquo Italiae, adversus regem potentissimum, aut tribunos militum dilectum habentis inpedirent, aut prohiberent consulem, quem cuique ordinem adsignari e re publica esset, eum adsignare

Si quid in ea re dubium esset, ad senatum reicerent

[34] Postquam consul, quae volverat, dixit, Sp Ligustinus ex eo numero, qui tribunos plebis appellaverant, a consule et ab tribunis petit, ut sibi paucis ad populum agere liceret

Permissu omnium ita locutus fertur: 'Sp Ligustinus [tribus] Crustumina ex Sabinis sum oriundus, Quirites
Il console P Licinio fece leggere le deliberazioni del senato, dapprima quella relativa alla dichiarazione di guerra contro Perseo, poi l'altra con l'ordine di arruolare per quella guerra il maggior numero di centurioni in congedo e il divieto, per chi non avesse superati i cinquant'anni, di esenzione dal servizio militare

Li scongiurò poi che in occasione di così eccezionale guerra, tanto vicina all'Italia, contro un re potentissimo, -non- intralciassero i tribuni militari nelle operazioni di leva né impedissero al console di assegnare ciascuno a quel posto e a quel grado, che giudicasse utile alla repubblica

Nel caso che rimanesse qualche incertezza in proposito, rimettessero ogni decisione al senato

[34] Quando il console ebbe finito di dire ciò che voleva, Sp Ligustino, uno di quelli che si erano appellati ai tribuni della plebe, chiese al console e ai tribuni di concedergli di parlar brevemente al popolo

Col permesso di tutti si dice che parlò in questi termini: Io sono Sp Ligustino, o Ouiriti, della tribù Crustnmina, oriundo della Sabina
Pater mihi iugerum agri reliquit et parvom tugurium, in quo natus educatusque sum, hodieque ibi habito

Cum primum in aetatem veni, pater mihi uxorem fratris sui filiam dedit, quae secum nihil adtulit praeter libertatem pudicitiamque, et cum his fecunditatem, quanta vel in diti domo satis esset

Sex filii nobis, duae filiae sunt, utraeque iam nuptae

Filii quattuor togas viriles habent, duo praetextati sunt

Miles sum factus P Sulpicio C Aurelio consulibus

In eo exercitu, qui in Macedoniam est transportatus, biennium miles gregarius fui adversus Philippum regem; tertio anno virtutis causa mihi T Quinctius Flamininus decumum ordinem hastatum adsignavit

Devicto Philippo Macedonibusque cum in Italiam -re-portati ac dimissi essemus, continuo miles voluntarius cum M Porcio consule in Hispaniam sum profectus
Mio padre mi lasciò uno iugero di terra e una piccola capanna, dove sono nato e fui educato, ed ancor oggi vi abito

Appena giunto all'età di sposare, mio padre mi dette in moglie la figlia di suo fratello, che non portò con sé niente altro che la libertà, la pudicizia e insieme con queste doti la fecondità, in tale misura da essere assai anche per una ricca famiglia

Abbiamo sei figli maschi, due femmine, entrambe già sposate

Quattro figli hanno la toga virile, due la pretesta

Divenni soldato sotto i consoli P Sulpicio e G Aurelio

In quell'esercito, che fu trasportato in Macedonia, per due anni fui semplice gregario durante la campagna contro il re Filippo; nel terzo anno per il mio valore T Quinzio Flaminio mi destinò centurione alla decima centuria degli astati

Dopo la disfatta di Filippo e dei Macedoni rientrato in Italia e congedato con tutti gli altri, subito partii volontario con il console M Porcio per la Spagna

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Livio, Ab urbe condita: Libro 06, 11-15
Livio, Ab urbe condita: Libro 06, 11-15

Latino: dall'autore Livio, opera Ab urbe condita parte Libro 06, 11-15

Neminem omnium imperatorum, qui vivant, acriorem virtutis spectatorem ac iudicem fuisse sciunt, qui et illum et alios duces longa militia experti sunt

Hic me imperator dignum iudicavit, cui primum hastatum prioris centuriae adsignaret

Tertio iterum voluntarius miles factus sum in eum exercitum, qui adversus Aetolos et Antiochum regem est missus

A M' Acilio mihi primus princeps prioris centuriae est adsignatus

Expulso rege Antiocho, subactis Aetolis reportati sumus in Italiam; et deinceps bis, quae annua merebant legiones, stipendia feci

Bis deinde in Hispania militavi, semel Q Fulvio Flacco, iterum Ti Sempronio Graccho praetore

A Flacco inter ceteros, quos virtutis causa secum ex provincia ad triumphum deducebat, deductus sum; a Ti Graccho rogatus in provinciam ii
Che nessuno fra tutti i generali viventi sia stato più acuto osservatore e giudice del valor personale sanno bene quanti han fatto esperienza di lui e degli altri generali nel lungo servizio prestato

Questo generale mi giudicò degno d'assegnarmi come primo centurione al primo manipolo degli astati

Per la terza volta andai di nuovo volontario nell'esercito inviato contro gli Etoli e il re Antioco

Da M' Acilio fui assegnato come primo centurione al primo manipolo dei prìncipi

Ricacciato il re Antioco e sottomessi gli Etoli, fummo riportati in Italia; daccapo due volte militai in legioni, che venivano impiegate in campagne di un so'o anno

Due volte poi prestai servizio in Spagna,una volta agli ordini del pretore Q Fulvio Flacco, la seconda del pretore Ti Sempronio Gracco

Da Flacco fui portato a Roma insieme a quelli che per il loro valore egli condusse con sé dalla provincia per il trionfo; dietro richiesta di Ti Gracco ritornai nella provincia
Quater intra paucos annos primum pilum duxi; quater et tricies virtutis causa donatus ab imperatoribus sum; sex civicas coronas accepi

Viginti duo stipendia annua in exercitu emerita habeo, et maior annis sum quinquaginta

Quodsi mihi nec stipendia omnia emerita essent necdum aetas vacationem daret, tamen, cum quattuor milites pro me vobis dare, P Licini, possem, aecum erat me dimitti

Sed haec pro causa mea dicta accipiatis velim; ipse me, quoad quisquam, qui exercitus scribit, idoneum militem iudicabit, numquam sum excusaturus

Quo ordine me dignum iudicent tribuni militum, ipsorum est potestatis; ne quis me virtute in exercitu praestet, dabo operam; et semper ita fecisse me et imperatores mei et, qui una stipendia fecerunt, testes sunt
Quattro volte in pochi anni fui primo centurione del primo manipolo, trentaquattro volte ho ricevuto doni in premio del mio valore dai vari comandanti; sono stato insignito di sei corone civiche

Ho finito il mio servizio dopo aver ottenuto ventidue annualità di paga ed ora mi trovo con più di cinquant'anni

Ché se pur non avessi terminato gli anni di servizio e l'età non ancora mi concedesse l'esonero dalla lnilizia, tuttavia, potendovi offrire al posto mio quattro soldati nelle persone dei miei figli, o P Licinio, sarebbe giusto che fossi congedato

Ma queste mie parole vorrei che accoglieste come pronunciate a difesa della mia situazione; quanto a me, per tutto il tempo che uno qualsiasi, addetto all'arruolamento degli eserciti, mi giudicherà atto al servizio, non ho intenzione di andar mendicando pretesti

Di che grado mi giudichino degno i tribuni, è compito loro; che nell'esercito nessuno mi superi in valore provvederò da me; e che tale sempre sia stato il mio comportamento, possono attestare i miei superiori e i miei commilitoni

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Livio, Ab urbe condita: Libro 31; 06 - 11
Livio, Ab urbe condita: Libro 31; 06 - 11

Latino: dall'autore Livio, opera Ab urbe condita parte Libro 31; 06 - 11

Vos quoque aecum est, commilitones, etsi appellatione vostrum usurpatis ius, cum adulescentes nihil adversus magistratuum senatusque auctoritatem usquam feceritis, nunc quoque in potestate consulum ac senatus esse et omnia honesta loca ducere, quibus rem publicam defensuri sitis

' [35] Haec ubi dixit, conlaudatum multis verbis P -Licinius- consul ex contione in senatum duxit

Ibi quoque ei ex auctoritate senatus gratiae actae, tribunique militares in legione prima primum pilum virtutis causa ei adsignarunt

Ceteri centuriones remissa appellatione ad dilectum oboedienter responderunt

Quo maturius in provincias magistratus proficiscerentur, Latinae kalendis Iuniis fuere; eoque sollemni perfecto C Lucretius praetor omnibus, quae ad classem opus erant, praemissis Brundisium est profectus
Anche voi è giusto, o compagni, se pure nel caso del vostro ricorso vi siete valsi di un vostro diritto, dato che da giovani mai nulla avete fatto contro l'autorità dei magistrati e del senato, che ancora vi conformiate alla volontà dei consoli e del senato e riteniate decoroso ogni grado, nel quale vi troverete a difendere la repubblica

[35] Appena pronunciate queste parole il console P Licinio- pubblicamente lo colmò di lodi e dall'assemblea lo condusse in senato

Anche qui, per ordine del senato, gli furono resi solenni ringraziamenti e i tribuni militari in riconoscimento del suo valore gli assegnarono il grado di centurione primipilare nella prima legione

Tutti gli altri centurioni, lasciato cadere il ricorso, disciplinatamente risposero alla chiamata

Perché i magistrati si muovessero per tempo alla volta delle province, le ferie Latine furono celebrate nelle calende di Giugno; e dopo il compimento di questo solenne rito, il pretore C Lucrezio, fattosi precedere da tutto ciò che abbisognava alla flotta, partì per Brindisi
Praeter eos exercitus, quos consules comparabant, C Sulpicio Galbae praetori negotium datum, ut quattuor legiones scriberet urbanas, iusto numero peditum equitumque, iisque quattuor tribunos militum ex senatu legeret, qui praeessent; sociis Latini nominis imperaret quindecim milia peditum, mille et ducentos equites; is exercitus uti paratus esset, quo senatus censuisset

P Licinio consuli ad exercitum civilem socialemque petenti addita auxilia, Ligurum duo milia, Cretenses sagittariiincertus numerus, quantum rogati [auxilia] Cretenses misissent, Numidae item equites elephantique

In eam rem legati ad Masinissam Carthaginiensesque missi L Postumius Albinus Q Terentius Culleo C Aburius

In Cretam item legatos tres ire placuit, A Postumium Albinum C Decimium A Licinium Nervam

[36] Per idem tempus legati ab rege Perseo venerunt
In aggiunta agli eserciti, che i consoli stavano raccogliendo, fu dato incarico al pretore C Sulpicio Galba di arruolare quattro legioni urbane con regolare numero di fanti e cavalieri e per esse di scegliere dal senato quattro tribuni militari, che ne assumessero il comando; di imporre poi ai socii di nome latino quindicimila fanti, mille e duecento cavalieri; questo esercito doveva trovarsi pronto per spostarsi dove voleva il senato

Al console P Licinio che ne aveva fatto richiesta per i suoi eserciti di cittadini e di alleati furono concessi in aggiunta come truppe ausiliarie duemila Liguri, arcieri Cretesi - non si sa bene il numero del contingente inviato da essi su richiesta dei Romani - e insieme cavalieri numidi ed elefanti

A questo fine furono inviati a Massinissa ed ai Cartaginesi in qualità di legati L Postumio Albino, Q Terenzio Culleone, C Aburio

Ugualmente a Creta furono spediti tre legati A Postumio Albino, C Decimio, A Licinio Nerva

[36] Nello stesso periodo di tempo giunsero gli ambasciatori da parte del re Perseo

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Eos in oppidum intromitti non placuit, cum iam bellum regi eorum et Macedonibus et senatus decresset et populus iussisset

In aedem Bellonae in senatum introducti ita verba fecerunt: mirari Persea regem, quid in Macedoniam exercitus transportati essent; si impetrari a senatu posset, ut ii revocentur, regem de iniuriis, si quas sociis factas quererentur, arbitratu senatus satisfacturum esse

Sp Carvilius, ad eam ipsam rem ex Graecia remissus ab Cn Sicinio, in senatu erat

Is Perrhaebiam expugnatam armis, Thessaliae aliquot urbes captas, cetera, quae aut ageret aut pararet rex, cum argueret, respondere ad ea legati iussi
Di ammetterli dentro la città non si giudicò opportuno, una volta che il senato aveva già deciso ed il popolo approvato la guerra contro il loro re ed i Macedoni

Introdotti in senato presso il tempio di Bellona si espressero in questi termini: il re Perseo trovava sorprendente il motivo della traduzione degli eserciti in Macedonia; se avesse potuto ottenere dal senato il loro ritiro,era pronto a dare soddisfazione, secondo le richieste del senato, degli eventuali torti che gli alleati lamentavano d'aver subito

Per dare informazioni in proposito Sp Carvilio, rinviato dalla Grecia da parte di Cn Sicinio, si trovava presente in senato

Da lui incolpati della conquista della Perrebia con la forza, dell'occupazione di alcune città della Tessaglia e di tutte le altre azioni o preparativi del re, i legati furono invitati a rispondere a queste accuse

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