come accadeva spesso tra le classi agiate dell'epoca, Bardi si teneva in buoni rapporti con la chiesa e commissionò al pittore un ciclo di affreschi sulla vita di San Francesco. I sette affreschi raffigurano alcuni episodi cruciali, inclusa la rinuncia ai beni materiali, la visita al sultano d'Egitto, la morte e l'ascensione. La stigmatizzazione di Francesco, forse l'evento più significativo nella vita del santo, occupa una posizione dominante al di sopra dell'arco d'entrata.
Gli affreschi nella cappella Bardi non rivestono soltanto un altissimo valore estetico, ma sono anche tra i primi esempi di uso della prospettiva e capolavori di realismo. In ogni scena Giotto crea figure con sembianze ed emozioni chiaramente umane, dando forma, attraverso i gesti e i sentimenti, a un nuovo realismo simpatetico.
Tutti gli affreschi della Cappella Bardi sono il prodotto di questo nuovo stile naturalistico. La rinuncia agli averi, per esempio, è una straordinaria rappresentazione del momento in cui Francesco rinuncia pubblicamente alle ricchezze e all'eredità. L'affresco ritrae il giovane seminudo nell'atto della preghiera, coperto solo dal mantello del vescovo. I seguaci sono alle sue spalle mentre, di fronte, il padre furioso si protende verso Francesco, ma è fermato dai presenti. Due ragazzi alle estremità laterali del dipinto scagliano pietre contro il santo, trattenuti dalle rispettive madri.