Cicerone, In Verrem: 02; 06-10

Cicerone, In Verrem: 02; 06-10

Latino: dall'autore Cicerone, opera In Verrem parte 02; 06-10
[VI, 15] Quapropter omnes in hoc iudicio conentur omnia; nihil est iam quod in hac causa peccare quisquam, iudices, nisi vestro periculo possit

Mea quidem ratio cum in praeteritis rebus est cognita, tum in reliquis explorata atque provisa est

Ego meum studium in rem publicam iam illo tempore ostendi cum longo intervallo veterem consuetudinem rettuli, et rogatu sociorum atque amicorum populi Romani, meorum autem necessariorum, nomen hominis audacissimi detuli

Quod meum factum lectissimi viri atque ornatissimi, quo in numero e vobis complures fuerunt, ita probaverunt ut ei qui istius quaestor fuisset, et ab isto laesus inimicitias iustas persequeretur, non modo deferendi nominis, sed ne subscribendi quidem, cum id postularet, facerent potestatem
[VI, 15] Tutti, perciò, facciano in questo processo tutto quello che è a loro possibile; ormai nessuno può più sbagliare in questa causa se non a vostro rischio e pericolo, signori giudici

Quanto a me, la mia condotta, come per il passato è nota, così per quel che mi resta da fare in futuro è sicura e ben meditata in anticipo

Io ho mostrato il mio vivo interessamento per lo stato fin da quando ho rimesso in vigore, dopo un lungo intervallo, unantica consuetudine denunziando alla giustizia, su preghiera di alleati e amici del popolo romano, legati per di più a me da stretti rapporti damicizia, un uomo rotto a tutto

Uniniziativa che ha meritato lapprovazione dei migliori e più illustri tra i nostri concittadini, tra i quali cerano molti di voi, fino al punto che non permisero a chi era stato suo questore e, gravemente offeso da costui, voleva dare sfogo al suo giusto risentimento, non solo di essere lui laccusatore, ma pure di essere, sebbene ne facesse richiesta, coaccusatore con me
[16] In Siciliam sum inquirendi causa profectus; quo in negotio industriam meam celeritas reditionis, diligentiam multitudo litterarum et testium declaravit, pudorem vero ac religionem quod, cum venissem senator ad socios populi Romani, qui in ea provincia fuissem, ad hospites meos ac necessarios causae communis defensor deverti potius quam ad eos qui a me auxilium petivissent

Nemini meus adventus labori aut sumptui neque publice neque privatim fuit: vim in inquirendo tantam habui quantam mihi lex dabat, non quantam habere poteram istorum studio quos iste vexarat
[16] Sono poi andato in Sicilia per fare la mia inchiesta , nellespletamento della quale la mia solerzia è stata comprovata dalla rapidità del ritorno, il mio zelo dal gran numero di documenti e di testimonianze raccolte, la mia riservatezza, poi, e la mia coscienziosità spinta fino allo scrupolo dal fatto che, giunto io senatore in terra alleata del popolo romano, io che per di più ero stato in quella provincia questore , preferii prendere alloggio in casa dei miei ospiti e amici piuttosto che in quella di chi si era rivolto a me per aiuto: eppure ero il difensore degli interessi di tutta lisola

Il mio arrivo non ha procurato né disturbo né spesa a nessuno, si trattasse di comunità o di privati:nella mia inchiesta ho usato tutto il rigore che la legge mi consentiva, senza mai giungere a quello che avrei potuto usare facendo leva sulla passione che vi ponevano queste vittime delle vessazioni dellimputato
[17] Romam ut ex Sicilia redii, cum iste atque istius amici, homines lauti et urbani, sermones eius modi dissipassent, quo animos testium retardarent, me magna pecunia a vera accusatione esse deductum, tametsi probabatur nemini, quod et ex Sicilia testes erant ii qui quaestorem me in provincia cognoverant, et hinc homines maxime inlustres, qui, ut ipsi noti sunt, sic nostrum unum quemque optime norunt, tamen usque eo timui ne quis de mea fide atque integritate dubitaret donec ad reiciundos iudices venimus

[VII]Sciebam in reiciundis iudicibus non nullos memoria nostra pactionis suspicionem non vitasse, cum in ipsa accusatione eorum industria ac diligentia probaretur
[17] Subito dopo il mio ritorno a Roma, Verre e i suoi amici con la loro raffinatezza e il loro garbo avevano già sparso delle dicerie intese a mitigare lardore dei testimoni, cioè che la mia accusa era stata comprata con una grossa somma di denaro, nessuno tuttavia vi prestava fede poichè, dalla parte della Sicilia, prestavano testimonianza delle persone che mavevano ben conosciuto nelle mie funzioni di questore, mentre qui, a Roma, erano pronti a deporre uomini molto illustri, altrettanto noti loro stessi quanto conoscono ciascuno di noi,tuttavia ho avuto paura fino al momento della recusazione dei giudici che ci potesse essere qualche dubbio sulla mia lealtà e sulla mia integrità

[VII] Sapevo che a proposito della recusazione dei giudici alcuni, che io ricordo bene, non avevano evitato il sospetto di essersi messi illecitamente daccordo con la controparte, pur mostrando poi un apprezzabile zelo nel loro ruolo di accusatori

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Cicerone, In Verrem: 02; 02-01-05
Cicerone, In Verrem: 02; 02-01-05

Latino: dall'autore Cicerone, opera In Verrem parte 02; 02-01-05

[18] Ita reieci iudices ut hoc constet, post hunc statum rei publicae quo nunc utimur simili splendore et dignitate consilium nullum fuisse

Quam iste laudem communem sibi ait esse mecum; qui cum P Galbam iudicem reiecisset, M Lucretium retinuit, et cum eius patronus ex eo quaereret cur suos familiarissimos, Sex Peducaeum, Q Considium, Q Iunium reici passus esset, respondit "quod eos in iudicando nimium sui iuris sententiaeque cognosset"

[19] Itaque iudicibus reiectis sperabam iam onus meum vobiscum esse commune; putabam non solum notis sed etiam ignotis probatam meam fidem esse et diligentiam
[18] Per parte mia, allatto della recusazione mi sono comportato in maniera tale che, come si può ben constatare, non sè mai avuta, a partire dal momento in cui è andata in vigore lattuale costituzione della nostra repubblica, una giuria simile alla nostra per notorietà e prestigio

Un vanto che Verre pretende di avere in comune con me; lui che escluse dalla giuria P Galba e vi lasciò M Lucrezio , e, domandandogli il suo difensore per quale motivo avesse lasciato escludere i suoi intimi amici Sex Peduceo, Q Considio e Q Giunio addusse a giustificazione il loro eccessivo attaccamento allindipendenza del proprio giudizio

[19] così che, dopo la recusazione dei giudici, speravo che il mio fardello fosse in comune con voi; ritenevo la mia lealtà e il mio zelo pienamente apprezzati non solo da coloro che mi conoscono, ma pure da quelli che non mi conoscono
Quod me non fefellit; nam comitiis meis, cum iste infinita largitione contra me uteretur, populus Romanus iudicavit istius pecuniam, quae apud me contra fidemmeam nihil potuisset, apud se contra honorem meum nihil posse debere

Quo quidem die primum, iudices, citati in hunc infinita largitione contra me uteretur, populus Romanus iudicavit istius pecuniam, quae apud me contra fidem meam nihil potuisset reum consedistis, quis tam iniquus huic ordini fuit, quis tam novarum rerum iudiciorum iudicumque cupidus qui non aspectu consessuque vestro commoveretur
E in questo non mi sono ingannato; ché al momento dellelezione alledilità dovero candidato, sebbene costui si mettesse a distribuire a piene mani denaro per farmi battere, il popolo romano ha giudicato che su di lui non dovesse avere nessuna influenza, a danno della mia elezione, quel denaro che non era riuscito a farmi venir meno alla mia lealtà

E il primo giorno nel quale, giudici, convocati per giudicare questo imputato, avete preso posto in questa corte, non cè stato nessuno al quale lavversione per lordine senatorio o il desiderio di una radicale riforma dellamministrazione della giustizia impedisse di sentirsi pieno demozione alla vista del vostro consesso

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Cicerone, In Verrem: 02; 03-91-95

Latino: dall'autore Cicerone, opera In Verrem parte 02; 03-91-95

[20] Cum in eo vestra dignitas mihi fructum diligentiae referret, id sum adsecutus, ut una hora qua coepi dicere reo audaci, pecunioso, profuso, perdito spem iudici corrumpendi praeciderem; ut primo die testium tanto numero citato populus Romanus iudicaret isto absoluto rem publicam stare non posse; ut alter dies amicis istius ac defensoribus non modo spem victoriae sed etiam voluntatem defensionis auferret, ut tertius dies sic hominem prosterneret ut morbo simulato non quid responderet, sed quem ad modum non responderet, deliberaret

Deinde reliquis diebus his criminibus, his testibus, et urbanis et provincialibus, sic obrutus atque oppressus est ut his ludorum diebus interpositis nemo istum comperendinatum, sed condemnatum iudicaret
[20] Permettendomi dunque la considerazione che meritate di raccogliere il frutto dello zelo da me posto nel preparare la causa, ho raggiunto questi risultati tali che in unora appena, quanto è durata la mia prima arringa , ho tolto a questaccusato pieno dimpudenza, di denaro, di dissipatezza e di depravazione, ogni speranza di corrompere i giudici; il primo giorno, lenorme numero di testimoni citati ha indotto il popolo romano a ritenere lassoluzione di costui inconciliabile con la stabilità dello stato; il secondo giorno tolse ai suoi amici e difensori non solo la speranza di vincere la causa, ma addirittura ogni intenzione di difenderlo; il terzo giorno abbatté a tal punto il nostro uomo che si finse malato, pensando non già alle risposte da dare ma al modo di non darle

Nei giorni successivi dai capi daccusa, dai testimoni qui presenti, sia romani che provinciali, fu schiacciato e sconfitto a tal punto che nessuno lo considerava, dopo lintervallo di questi giorni dedicati ai giochi, non tanto un accusato rinviato a nuovo giudizio, quanto uno già belle condannato
[VIII, 21] Quapropter ego quod ad me attinet, iudices, vici; non enim spolia C Verris, sed existimationem populi Romani concupivi

Meum fuit cum causa accedere ad accusandum: quae causa fuit honestior, quam a tam inlustri provincia defensorem constitui et deligi

Rei publicae consulere: quid tam e re publica quam in tanta invidia iudiciorum adducere hominem cuius damnatione totus ordo cum populo Romano et in laude et in gratia posset esse

Ostendere ac persuadere hominem nocentem adductum esse: quis est in populo Romano qui hoc non ex priore actione abstulerit, omnium ante damnatorum scelera, furta, flagitia, si unum in locum conferantur, vix cum huius parva parte aequari conferrique posse
[VIII, 21] per questo che io per parte mia ho vinto, signori giudici; bramavo non già delle spoglie di Vene, ma la stima del popolo romano

Era mio dovere intentare laccusa solo se ci fosse un ben preciso motivo a indurmi: e quale motivo più onorevole della scelta e della designazione a proprio difensore fatto da una si nobile provincia

Era mio dovere pensare al bene dello stato: e quale atto più utile allo stato, proprio mentre il potere giudiziario era loggetto di tanta ostilità, dellincriminazione di un uomo la cui condanna poteva restituire allintero ordine senatorio gli elogi e la simpatia del popolo romano

Era mio dovere far acquistare con prove la convinzione della colpevolezza dellaccusato: e quale cittadino romano non sè formato in seguito al primo dibattimento la convinzione che, se si riunissero insieme le scelleratezze, le ruberie e le infamie di tutti i criminali che fino a oggi sono stati condannati, a stento sarebbero uguali e paragonabili con una piccola parte di quelle di costui

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Latino: dall'autore Cicerone, opera In Verrem parte 02; 03-21-25

[22] Vos quod ad vestram famam existimationem salutemque communem pertinet, iudices, prospicite atque consulite: splendor vester facit ut peccare sine summo rei publicae detrimento ac periculo non possitis

Non enim potest sperare populus Romanus esse alios in senatu qui recte possint iudicare, vos si non potueritis: necesse est, cum de toto ordine desperarit, aliud genus hominum atque aliam rationem iudiciorum requirat
[22] Per parte vostra, giudici, badate con ogni cura alla vostra reputazione, allopinione pubblica e al benessere comune:laltezza del vostro rango non vi permette di sbagliare senza che lo stato corra gravissimi rischi e subisca immensi danni

Infatti il popolo romano non potrebbe pensare ad altri senatori capaci di ben giudicare qualora non lo siate stati voi; inevitabilmente, non avendo più alcuna speranza nellintera classe senatoria, reclamerà unaltra classe sociale e unaltra amministrazione della giustizia
Hoc si vobis ideo levius videtur quod putatis onus esse grave et incommodum iudicare, intellegere debetis primum interesse utrum id onus vosmet ipsi reieceritis, an, quod probare populo Romano fidem vestram et religionem non potueritis, eo vobis iudicandi potestas erepta sit; deinde etiam illud cogitare, quanto periculo venturi simus ad eos iudices quos propter odium nostri populus Romanus de nobis voluerit iudicare

[23] Verum vobis dicam id quod intellexi, iudices

Homines scitote esse quosdam quos tantum odium nostri ordinis teneat ut hoc palam iam dictitent, se istum, quem sciant esse hominem improbissimum, hoc uno nomine absolvi velle ut ab senatu iudicia per ignominiam turpitudinemque auferantur
E se vi sembra che tutto questo sia di così scarso rilievo per il fatto che giudicate un peso grave e fastidioso lesercizio della funzione giudiziaria, dovreste rendervi conto in primo luogo che cè differenza se voi stessi rinunciate a questo onere, oppure se vi è stato tolto il potere giudiziario poiché non siete stati in grado di riscuotere con la vostra lealtà e la scrupolosa osservanza dei vostri doveri lapprezzamento del popolo romano; in secondo luogo dovreste anche pensare al grave pericolo che correremo quando dovremo comparire davanti ai giudici incaricati dal popolo romano, per lodio nutrito contro di noi, di giudicarci

[23] Io da parte mia vi dirò, signori giudici, quello che sono riuscito a capire

Vi sono, sappiatelo bene, certe persone piene di tanto odio per la nostra classe, che vanno ormai ripetendo pubblicamente che essi sanno benissimo che limputato è un fior di mascalzone, ma che desiderano vivamente la sua assoluzione al solo scopo di far togliere al senato nella maniera più vergognosa il potere giudiziario

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Haec me pluribus verbis, iudices, vobiscum agere coegit non timor meus de vestra fide, sed spes illorum nova, quae cum Verrem a porta subito ad iudicium retraxisset, non nulli suspicati sunt non sine causa illius consilium tam repente esse mutatum

[IX, 24] Nunc ne novo querimoniae genere uti possit Hortensius et ea dicere, opprimi reum de quo nihil dicat accusator, nihil esse tam periculosum fortunis innocentium quam tacere adversarios; et ne aliter quam ego velim meum laudet ingenium, cum dicat me, si multa dixissem, sublevaturum fuisse eum quem contra dicerem, quia non dixerim, perdidisse: morem illi geram, utar oratione perpetua, non quo iam hoc sit necesse, verum ut experiar utrum ille ferat molestius me tunc tacuisse an nunc dicere
E, giudici,mi costringe a trattare con voi con tante parole questa questione, non la mia apprensione nei confronti della vostra lealtà, bensì le loro rinnovate speranze le quali avendo riportato Verre, già alle porte di Roma, allimprovviso in questaula, in alcuni hanno fatto sorgere il sospetto che allorigine di un così improvviso cambiamento del suo programma ci sia un motivo ben preciso

[IX, 24] Ora, per non consentire a Ortensio di fare sua una protesta davvero insolita affermando che limputato è belle spacciato se laccusa tace nei suoi riguardi, e che il nemico più pericoloso della sorte degli innocenti è il silenzio degli avversari;e per non consentirgli, inoltre, di fare del mio ingegno un elogio diverso da quello che io desidererei affermando che, se avessi parlato a lungo, avrei senzaltro migliorato la situazione dellaccusato, mentre col mio silenzio lho belle rovinato: farò come vuole lui e pronuncerò un discorso continuato, non già perché sia indispensabile, ma per vedere se gli spiacerà di più il silenzio di prima o il parlare di adesso

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