Pompei etiam probabilis uirtus, qui, dum legationis officio fungitur, a rege Gentio interceptus, cum senatus consilia prodere iuberetur, ardenti lucernae admotum digitum cremandum praebuit eaque patientia regi simul et desperationem tormentis quicquam ex se cognoscendi incussit et expetendae populi Romani amicitiae magnam cupiditatem ingenerauit ac ne plura huiusce generis exempla domi scrutando saepius ad ciuilium bellorum detestandam memoriam progredi cogar, duobus Romanis exemplis contentus, quae ut clarissimarum familiarum commendationem, ita nullum publicum maerorem continent, externa subnectam ext Vetusto Macedoniae more regi Alexandro nobilissimi pueri praesto erant sacrificanti e quibus unus turibulo arrepto ante ipsum adstitit in cuius brachium carbo ardens delapsus est |
() Degno di elogio è il coraggio dimostrato anche da Pompeo, quando nello svolgimento di una legazione, catturato dal re Genio, allordine di render note le decisioni dei Romani, rispose accostando un dito ad una lucerna accesa per farselo bruciare: facendo intendere con tale stoico gesto al re che invano avrebbe aspettato di sapere qualcosa da lui con la tortura e accendendolo di una gran voglia di stringere amicizia col popolo romano Ma ora, per non essere costretto, rovistando tra gli esempi di questo genere, a giungere troppo spesso fino al detestabile ricordo delle guerre civili, contento di averne citati due di romani che, se onorano altamente illustri famiglie, non comportano daltro canto alcun pubblico lutto ne aggiungerò altri stranieri Secondo unantichissima usanza in vigore presso i Macedoni , giovinetti di nobilissima famiglia assistevano il re Alessandro mentre sacrificava Uno di questi, dato di piglio al turibolo, si fermò vicino a lui ma un carbone acceso andò per caso a finirgli sul braccio |
quo etsi ita urebatur, ut adusti corporis eius odor ad circumstantium nares perueniret, tamen et dolorem silentio pressit et brachium inmobile tenuit, ne sacrificium Alexandri aut concusso turibulo impediret aut edito gemitu religione aspergeret rex, quo patientia pueri magis delectatus est, hoc certius perseuerantiae experimentum sumere uoluit: consulto enim sacrificauit diutius nec hac re eum proposito repulit si huic miraculo Dareus inseruisset oculos, scisset eius stirpis milites uinci non posse, cuius infirmam aetatem tanto robore praeditam animaduertisset Est et illa uehemens et constans animi militia, litteris pollens, uenerabilium doctrinae sacrorum antistes, philosophia |
Pur se ustionato così gravemente, che lodore del suo corpo bruciato giungeva alle narici dei circostanti, il giovane soffocò in silenzio il dolore e tenne il braccio immobile per non disturbare il sacrificio del re con lo scuotere il turibolo o col contaminarne latto religioso coi lamenti Alessandro, quanto più ebbe diletto di siffatta stoica sopportazione del giovane, tanto più volle sincerarsene e metterne alla prova la perseveranza: fece, infatti, deliberatamente durare più a lungo il sacrificio; ma neppure così poté rimuoverlo dalla sua determinazione Se Dario avesse potuto gettare lo sguardo su questo meraviglioso spettacolo di coraggio, avrebbe capito che erano semplicemente invincibili i soldati di una razza tale, di cui avesse visto essere così coraggiosi i giovinetti Potente e coraggiosa milizia dello spirito, fiorente matrice di opere letterarie, custode veneranda della santità del sapere, esercita il suo influsso anche la filosofia |
quae ubi pectore recepta est, omni inhonesto atque inutili adfectu dispulso, totum in solidae uirtutis munimento confirmat potentiusque metu facit ac dolore ext Incipiam autem a Zenone Eleate qui cum esset in dispicienda rerum natura maximae prudentiae inque excitandis ad uigorem iuuenum animis promptissimus, praeceptorum fidem exemplo uirtutis suae publicauit: patriam enim egressus, in qua frui secura libertate poterat, Agrigentum miserabili seruitute obrutum petiit, tanta fiducia ingenii ac morum suorum fretus, ut sperauerit et tyranno et Phalari uaesanae mentis feritatem a se deripi posse postquam deinde apud illum plus consuetudinem dominationis quam consilii salubritatem ualere animaduertit, nobilissimos eius ciuitatis adulescentes cupiditate liberandae patriae inflammauit |
che, una volta ricevuta nellanimo, ne scaccia ogni passione turpe ed inutile, tutto munisce del baluardo della virtù in ogni suo aspetto e rende più forti dei timori e delle sofferenze Incomincerò da Zenone di Elea Questo filosofo, profondamente versato nellosservazione della natura e sempre pronto nellesortare i giovani ad essere alacri, volle dare pubblica testimonianza di coerenza con i suoi principi offrendo un esempio personale di coraggio: allontanatosi dalla sua patria, dove sarebbe potuto vivere in tranquilla libertà, si recò ad Agrigento, allora oppressa da miserabile servitù, tanto fiducioso nelle possibilità della sua figura morale da sperar di ricondurre a mitezza un tiranno, e per di più un tiranno folle e crudele come Falaride Quando poi si accorse che in costui labitudine alla tirannide era più forte dei suoi salutari consigli, infiammò i più nobili giovani agrigentini del desiderio di liberare la patria |
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cuius rei cum indicium ad tyrannum manasset, conuocato in forum populo torquere eum uario cruciatus genere coepit subinde quaerens quosnam consilii participes haberet at ille neque eorum quemquam nominauit et proximum quemque ac fidissimum tyranno suspectum reddidit increpitansque Agrigentinis ignauiam ac timiditatem effecit ut subito mentis inpulsu concitati Phalarim lapidibus prosternerent senis ergo unius eculeo inpositi non supplex uox nec miserabilis eiulatus, sed fortis cohortatio totius urbis animum fortunamque mutauit |
Essendo però la notizia trapelata fino al tiranno, costui, convocato il popolo nel Foro, cominciò a seviziarlo in vari modi, chiedendogli ripetutamente i nomi dei complici Zenone, però, non solo non fece nomi, ma rese sospetti al tiranno tutti quelli che gli erano più vicini e riteneva fidati; e rimproverando agli Agrigentini la loro ignavia ed incertezza, fece in modo che improvvisamente si ribellassero e finissero a pietrate Falaride Dunque non la voce supplice ed i gemiti pietosi di un solo vecchio messo alla tortura, ma la sua coraggiosa esortazione mutò latmosfera e le sorti di tutta la città |
Ext Eiusdem nominis philosophus, cum a Nearcho tyranno, de cuius nece consilium inierat, torqueretur supplicii pariter atque indicandorum gratia consciorum, doloris uictor, sed ultionis cupidus, esse dixit quod secreto audire eum admodum expediret, laxatoque eculeo, postquam insidiis opportunum animaduertit, aurem eius morsu corripuit nec ante dimisit quam et ipse uita et ille parte corporis priuaretur Ext Talis patientiae aemulus Anaxarchus, cum a tyranno Cypriorum Nicocreonte torqueretur nec ulla ui inhiberi posset quo minus eum amarissimorum maledictorum uerberibus inuicem ipse torqueret, ad ultimum amputationem linguae minitanti non erit inquit, effeminate adulescens, haec quoque pars corporis mei tuae dicionis, protinusque dentibus abscisam et conmanducatam linguam in os eius ira patens expuit |
() Il filosofo suo omonimo, mentre veniva suppliziato dal tiranno Nearco, che aveva deciso di uccidere, a titolo di punizione e a un tempo perché svelasse i nomi dei congiurati, più forte del dolore, ma desideroso di vendetta, disse di avere qualcosa da dirgli che avrebbe udito con suo grande vantaggio in segreto, e liberato dal morso del cavalletto di tortura, appena si accorse di essere nella posizione buona per realizzare il suo inganno, gli morse un orecchio, né lo lasciò andare prima che il tiranno fosse privato dellorecchio e lui della vita () Emulo di tale spirito di sopportazione, Anassarco, mentre veniva torturato da Nicocreonte, tiranno di Cipro, non potendoglisi impedire a nessun costo di torturarlo a sua volta con le sferzate dei suoi amarissimi insulti, minacciato di vedersi strappata la lingua, giovane effeminato , gli disse, o nemmeno questa parte del mio corpo sarà in tuo potere, e tosto, strappatasi da sé la lingua a morsi, la sputò in faccia al tiranno manifestamente in preda allira |
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multorum aures illa lingua et in primis Alexandri regis admiratione sui adtonitas habuerat, dum terrae condicionem, habitum maris, siderum motus, totius denique mundi naturam prudentissime et facundissime expromit paene tamen occidit gloriosius quam uiguit, quia tam forti fine inlustrem professionis actum conprobauit, Anaxarchique non uitam modo deseruit, sed mortem reddidit clariorem ext In Theodoto quoque uiro grauissimo Hieronymus tyrannus tortorum manus frustra fatigauit: rupit enim uerbera, fidiculas laxauit, soluit eculeum, lamminas extinxit prius quam efficere potuit ut tyrannicidii conscios indicaret |
Quella lingua aveva sbalordito molti ascoltatori, e soprattutto il re Alessandro, nello svolgere con grande dottrina ed eleganza problemi di fisica, quali la forma della terra, le caratteristiche del mare, i movimenti stellari e, insomma, la cosmogonia Tuttavia Anassarco morì procurandosi quasi più gloria in questo modo che con la sua fama di naturalista, perché confortò con una fine così coraggiosa le sue teorie e di Anassarco non solo abbandonò la vita, ma ne rese più illustre la morte () Il tiranno Ieronimo stancò invano su Teodoto, anche lui persona autorevolissima, le mani dei suoi seviziatori: ai quali fece spezzare le fruste, rendere inutili le corde e il cavalletto di tortura e spegnere le lamine incandescenti prima di poter conoscere i nomi dei complici di un tentato tirannicidio |
quin etiam satellitem, in quo totius dominationis summa quasi quodam cardine uersabatur, falsa criminatione inquinando fidum lateri eius custodem eripuit beneficioque patientiae non solum quae occulta fuerunt texit, sed etiam tormenta sua ultus est quibus Hieronymus, dum inimicum cupide lacerat, amicum temere perdidit Ext Apud Indos uero patientiae meditatio tam obstinate usurpari creditur, ut sint qui omne uitae tempus nudi exigant, modo Caucasi montis gelido rigore corpora sua durantes, modo flammis sine ullo gemitu obicientes atque his haud parua gloria contemptu doloris adquiritur titulusque sapientiae datur ext Haec e pectoribus altis et eruditis orta sunt, illud tamen non minus admirabile seruilis animus cepit |
anzi Teodoto, accusando falsamente il più potente dei suoi satelliti, lanima nera della sua tirannide, gli tolse dal fianco il protettore e, mettendo a profitto la sua capacità di resistere al dolore, non solo non svelò nulla, ma anche si vendicò dei tormenti cui era stato sottoposto Così Ieronimo, mentre straziava crudelmente un suo nemico, perse inopinatamente un amico () Si crede che gli Indiani pratichino la resistenza ai disagi con unostinatezza tale, che ci sono di quelli che trascorrono tutta la vita nudi, ora irrobustendosi al clima gelido del Caucaso, ora lasciandosi bruciare dal fuoco senza mandare un lamento Pertanto costoro acquistano, col disprezzo del dolore, non piccola gloria e lappellativo di saggi Se le azioni cui sopra abbiamo accennato promanarono da animi grandi e colti, questa che segue, non meno meravigliosa, fu concepita e messa in atto da un semplice schiavo |
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seruus barbarus Hasdrubalem, quod dominum suum occidisset grauiter ferens, subito adgressus interemit, cumque conprehensus omni modo cruciaretur, laetitiam tamen, quam ex uindicta ceperat, in ore constantissime retinuit non ergo fastidioso aditu uirtus: excitata uiuida ingenia ad se penetrare patitur neque haustum sui cum aliquo personarum discrimine largum malignumue praebet, sed omnibus aequaliter exposita quid cupiditatis potius quam quid dignitatis attuleris aestimat inque captu bonorum suorum tibi ipsi pondus examinandum relinquit, ut quantum subire animo sustinueris, tantum tecum auferas init quo euenit ut et humili loco nati ad summam dignitatem consurgant et generosissimarum imaginum fetus in aliquod reuoluti dedecus acceptam a maioribus lucem in tenebras conuertant |
Costui, chera un barbaro, mal sopportando che Asdrubale gli avesse ucciso il padrone, lo assalì subito e luccise; e pur sottoposto, una volta catturato, ad ogni sorta di supplizi, conservò tuttavia in viso, con estremo coraggio, latteggiamento soddisfatto, assunto per essersi fatta vendetta La virtù, dunque, non rende difficile, mostrandosi superba, gli approcci che con essa si fanno, ma si lascia raggiungere, una volta risvegliata, dalle indoli ardite, né fa differenze da persona a persona nella misura in cui si offre; e per tutti ugualmente disponibile, commisura più il desiderio che la nobiltà di chi vuol conquistarla e gli lascia stimare il valore dei suoi beni, sì da concedergli tanto, quanto avrà meritato col suo coraggio Per questo avviene che persone di umili origini assurgano alla più alta dignità e rampolli di casate illustrissime, macchiandosi di qualche disonore, ottenebrino la fama loro trasmessa dagli antenati |
quae quidem planiora suis exemplis reddentur, ac prius de his ordiar, quorum in meliorem statum facta mutatio splendidam relatu praebet materiam Incunabula Tulli Hostili agreste tugurium cepit: eiusdem adulescentia in pecore pascendo fuit occupata: ualidior aetas imperium Romanum rexit et duplicauit: senectus excellentissimis decorata in altissimo maiestatis fastigio fulsit Verum Tullus etsi magnum admirabilis incrementi, domesticum tamen exemplum est: Tarquinium autem ad Romanum imperium occupandum fortuna in urbem nostram aduexit, alienum, quod exactu, alieniorem, quod ortum Corintho, fastidiendum, quod mercatore genitum, erubescendum, quod etiam exule Demarato natum patre |
Gli esempi che seguono serviranno a chiarire questo concetto: e per cominciare tratterò di quelli che, mutando in meglio la loro sorte, offrono splendida materia al mio racconto Una casupola di campagna contenne la culla di Tullo Ostilio: la sua adolescenza trascorse nellesercizio della pastura: ma nelletà più piena egli fu re di Roma e ne raddoppiò la potenza e il territorio: in vecchiaia la sua maestà rifulse sul più alto fastigio, adorna di eccellentissimi () Se Tullo rappresenta un grande esempio di straordinario incremento di potenza, lo è nellàmbito di Roma stessa: fu invece la fortuna che spinse Tarquinio ad impadronirsi del potere in Roma: straniero in quanto t, più straniero in quanto nato a Corinto, da rifiutare con disprezzo in quanto nato da un mercante da doversene vergognare in quanto nato da un padre anche sbandito dalla sua città |
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ceterum tam prosperum condicionis suae euentum industria sua pro inuidioso gloriosum reddidit: dilatauit enim fines, cultum deorum nouis sacerdotiis auxit, numerum senatus amplificauit, equestrem ordinem uberiorem reliquit, quaeque laudum eius consummatio est, praeclaris uirtutibus effecit ne haec ciuitas paenitentiam ageret, quod regem a finitimis potius mutuata esset quam de suis legisset In Tullio uero fortuna praecipue uires suas ostendit, uernam huic urbi natum regem dando cui quidem diutissime imperium obtinere, quater lustrum condere, ter triumphare contigit ad summam autem unde processerit et quo peruenerit statuae ipsius titulus abunde testatur seruili cognomine et regia appellationeperplexis Miro gradu Varro quoque ad consulatum macellaria patris taberna conscendit |
Ciononostante la sua laboriosità valse a rendere glorioso invece che malvisto un così felice mutamento della sua condizione: egli, infatti, ampliò i confini di Roma, istituì nuovi collegi sacerdotali, aumentò il numero dei senatori, lasciò dopo di sé più florido lordine equestre e lode la più alta che potesse toccargli con le sue preclare virtù fece in modo che Roma non si pentisse di avere scelto il suo re dai confinanti piuttosto che dai suoi cittadini () Ma la fortuna mostrò la sua potenza soprattutto in Tullio, dando a questa città un re chera nato da una schiava E proprio a lui toccò in sorte di tenere il regno per lunghissimi anni di fare per quattro volte il censimento, di celebrare il trionfo tre volte Donde, alfine, abbia cominciato e dove sia giunto, è ampiamente testimoniato dalliscrizione incisa sulla sua statua, dove sono citati il suo cognome da schiavo e il suo appellativo di re () Anche Varrone pervenne con meravigliosa progressione dalla bottega di suo padre macellaio al consolato |