et quidem fortuna parum duxit sordidissimae mercis capturis alito duodecim fasces largiri, nisi etiam L Aemilium Paulum dedisset collegam atque ita se in eius sinum infudit ut, cum apud Cannas culpa sua uires populi Romani exhausisset, Paulum, qui proelium committere noluerat, occidere pateretur, illum in urbem incolumem reduceret quin etiam senatum gratias ei agentem, quod redire uoluisset, ante portas eduxit extuditque ut grauissimae cladis auctori dictatura deferretur |
E senza alcun dubbio la fortuna non stimò gran cosa offrire dodici fasci a chi era stato allevato con proventi di vilissima marca, se non gli avesse dato come collega Lucio Emilio Paolo Ma essa tanto gli si legò, da permettere che Paolo, il quale non aveva voluto attaccare battaglia, ricevesse per punizione la morte, mentre era stato Varrone il responsabile della totale distruzione delle forze romane a Canne, e da far tornare invece lui incolume a Roma Ché anzi essa fortuna fece uscire davanti le porte il senato a ringraziarlo per essere voluto tornare e gli procurò, per quanto responsabile della gravissima sconfitta, la nomina a dittatore |
Non paruus consulatus rubor M Perpenna est, utpote quam consul ante quam ciuis, sed in bello gerendo utilior aliquanto rei publicae Varrone imperator: regem enim Aristonicum cepit Crassianaeque stragis punitor extitit, cum interim, cuius uita trium phauit, mors Papia lege damnata est: namque patrem illius, nihil ad se pertinentia ciuis Romani iura conplexum Sabelli iudicio petitum redire in pristinas sedes coegerunt ita M Perpennae nomen adumbratum, falsus consulatus, caliginis simile imperium, caducus triumphus, aliena in urbe inprobe peregrinatus est |
() Non piccolo motivo di rossore nella storia del consolato è costituito da quello che dovette subire Marco Perpenna, in quanto console prima che cittadino, ma rivelatosi alla repubblica alquanto più utile di quel che non fosse stato Varrone da generale: egli catturò, infatti il re Aristonico e si erse a vendicatore della strage di Crasso: ma dopo morto, pur se aveva celebrato un trionfo in vita, egli fu condannato in forza della legge Papia: giacché suo padre, perseguito in giudizio da Sabellio con laccusa di essersi arrogato un diritto di cittadinanza che non gli competeva, fu costretto a ritornare nella primitiva condizione civile Così il nome di Marco Perpenna perse il suo fulgore, il suo consolato fu considerato indebito, il suo potere sfumò come nebbia, caduco ne fu il trionfo e ingiustamente soggiornò in Roma come un forestiero in una città non sua |
M uero Porci Catonis incrementa publicis uotis expetenda fuerunt, qui nomen suum Tusculi ignobile Romae nobilissimum reddidit: ornata sunt enim ab eo litterarum Latinarum monumenta, adiuta disciplina militaris, aucta maiestas senatus, prorogata familia, in qua maximum decus posterior ortus est Cato ext Sed ut Romanis externa iungamus, Socrates, non solum hominum consensu, uerum etiam Apollinis oraculo sapientissimus iudicatus, Phaenarete matre obstetrice et Sophronisco patre marmorario genitus ad clarissimum gloriae lumen excessit |
Con pubblici voti ci si sarebbero dovuti augurare i progressi fatti da Marco Porcio Catone, che rese notissimo in Roma il suo nome chera sconosciuto a Tusculo: egli diede lustro con i suoi scritti alle lettere latine, rinsaldò la disciplina dellesercito, accrebbe lautorità del senato, propagò la famiglia, di cui lerede più grande sarebbe stato Catone il Giovane per fare ora seguire a quelli romani esempi stranieri, Socrate, giudicato non solo dalla pubblica opinione, ma anche dalloracolo di Apollo il più saggio degli uomini, pur nato dalla levatrice Fenarete e dal marmista Sofronisco, giunse alla gloria più luminosa |
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neque immerito: nam cum eruditissimorum uirorum ingenia in disputatione caeca uagarentur mensurasque solis ac lunae et ceterorum siderum loquacibus magis quam certis argumentis explicare conarentur, totius etiam mundi habitum conplecti auderent, primus ab his indoctis erroribus abductum animum suum intima condicionis humanae et in secessu pectoris repositos adfectus scrutari coegit, si uirtus per se ipsa aestimetur, uitae magister optimus ext Quem patrem Euripides aut quam matrem Demosthenes habuerit ipsorum quoque saeculo ignotum fuit; alterius autem matrem holera, alterius patrem cultellos uenditasse omnium paene doctorum litterae locuntur |
E non a torto: perché, mentre gli uomini più dotti si sperdevano in vane discussioni e tentavano di spiegare le misure della luna, del sole e delle altre stelle con vaniloqui più che con argomenti sicuri ed osavano persino dare una loro arbitraria spiegazione del cosmo, per primo costrinse la sua mente ad allontanarsi da codeste banali elucubrazioni e a scrutare nellintimo della condizione umana, riuscendo se si vuol considerare la virtù per sé stessa il migliore maestro di vita Chi fosse il padre di Euripide , chi la madre di Demostene, non si sapeva nemmeno ai loro tempi: ma quasi tutti gli studiosi dicono che la madre del primo fosse unerbivendola, il padre del secondo un rivendugliolo di coltelli |