quibus allatis ultima senectute confectum et paene dilapsum corpus induit spiculoque innixus ante fores curiae constitit ac paruulis et extremis spiritus reliquiis ne res publica expiraret effecit: praesentia enim animi sui senatum et equestrem ordinem ad uindictam exigendam inpulit Sed ut armorum togaeque prius, nunc etiam siderum clarum decus, diuum Iulium, certissimam uerae uirtutis effigiem, repraesentemus, cum innumerabili multitudine et feroci impetu Neruiorum inclinari aciem suam uideret, timidius pugnanti militi scutum detraxit eoque tectus acerrime proeliari coepit quo facto fortitudinem per totum exercitum diffudit labentemque belli fortunam diuino animi ardore restituit |
Già vecchio e cadente, quando gli furono portate se ne rivestì e si pose ad aspettare davanti alla porta della Curia, appoggiato ad un giavellotto e, pur presso a morire, fece in modo che la repubblica non morisse: ché, col suo coraggio, costrinse il senato e i cavalieri a prender vendetta () Ma, come abbiamo prima rappresentato la gloria delle armi e della toga, così facciamo ora per lastro che splende tra gli altri, il divo Giulio, immagine esemplare di autentica virtù, che, vedendo la sua linea ripiegare di fronte allassalto impetuoso degli straripanti Nervii, strappò lo scudo ad un soldato che combatteva con scarso coraggio e con esso coprendosi si gettò nella mischia, combattendo con fiera determinazione Questo suo coraggioso e divino intervento ridiede coraggio a tutto lesercito e ristabilì le vacillanti sorti di quella campagna |
idem alio proelio legionis Martiae aquiliferum ineundae fugae gratia iam conuersum faucibus conprehensum in contrariam partem detraxit dexteramque ad hostem tendens corsum tu inquit abis illic sunt cum quibus dimicamus et manibus quidem unum militem, adhortatione uero tam acri omnium legionum trepidationem correxit uincique paratas uincere docuit Ceterum ut humanae uirtutis actum exequamur, cum Hannibal Capuam, in qua Romanus exercitus erat, obsideret, Vibius Accaus Paelignae cohortis praefectus uexillum trans Punicum uallum proiecit, se ipsum suosque conmilitones, si signo hostes potiti essent, execratus, et ad id petendum subsequente cohorte primus impetum fecit |
Ancora lui, nel corso di unaltra battaglia, visto lalfiere della legione Marzia che già si volgeva per fuggire, lo afferrò per la gola e lo trascinò t verso la parte contraria; quindi, tendendo la destra verso il nemico: Dove vai tu, gli gridò e il nemico contro il quale combattiamo è lì E se con le mani fece cambiar direzione ad un solo soldato, con quellesortazione così pressante riuscì a vincere il panico generale, insegnando alle legioni già rassegnate alla sconfitta la via della vittoria Per passare ora ad un episodio di valore umano, quando Annibale assediava lesercito romano di Capua, Vibio Accao, comandante di una coorte peligna, scagliò il vessillo oltre la palizzata cartaginese, augurando ogni maledizione per sé e per i suoi commilitoni, se i nemici si fossero impadroniti di quella insegna; e si slanciò, seguito dalla coorte, per riconquistarla |
quod ut Valerius Flaccus tribunus tertiae legionis aspexit, conuersus ad suos spectatores inquit, ut uideo, alienae uirtutis huc uenimus, sed absit istud dedecus a sanguine nostro, ut Romani gloria cedere Latinis uelimus ego certe aut speciosam optans mortem aut felicem audaciae exitum uel solus procurrere paratus sum his auditis Pedanius centurio conuulsum signum dextra retinens iam hoc inquit intra hostile uallum mecum erit: proinde sequantur qui id capi nolunt, et cum eo in castra Poenorum inrupit totamque secum traxit legionem ita trium hominum fortis temeritas Hannibalem, paulo ante spe sua Capuae potitorem, ne castrorum quidem suorum potentem esse passa est |
Accortosi di ciò, il tribuno della terza legione, Valerio Fiacco, disse rivolto ai suoi: r Come vedo, siamo venuti qui a far da spettatori dellaltrui valore; ma sia lungi dal nostro sangue la vergogna di voler cedere, noi Romani, in gloria ai Latini Per quel che mi riguarda, sono pronto a correre anche da solo allassalto: voglio morire gloriosamente o portare a termine felicemente la mia audace impresa Ciò udito, il centurione Pedanio, strappata da terra linsegna e impugnandola con la destra: Ora , disse, questa sarà con me entro la palizzata nemica: perciò mi segnano quanti non vogliono che mi sia catturata , e con essa irruppe nel campo cartaginese, trascinandosi dietro tutta la legione Così il coraggio e laudacia di tre uomini non permisero che Annibale, poco prima speranzoso dimpadronirsi di Capua, restasse padrone nemmeno del suo accampamento |
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Quorum uirtuti nihil cedit Q Occius, qui propter fortitudinem Achilles cognominatus est: nam ut reliqua eius opera non exequar, abunde tamen duobus factis, quae relaturus sum, quantus bellator fuerit cognoscetur Q Metello consuli legatus in Hispaniam profectus, Celtibericum sub eo bellum gerens, postquam cognouit a quodam gentis huius iuuene se ad dimicandum prouocari erat autem illi forte prandendi gratia posita mensa , relicta ea arma sua extra uallum deferri equumque educi clam iussit, ne a Metello inpediretur, et illum Celtiberum insolentissime obequitantem consectatus interemit detractasque corpori eius exuuias ouans laetitia in castra retulit idem Pyrresum nobilitate ac uirtute omnes Celtiberos praestantem, cum ab eo in certamen pugnae deuocatus esset, succumbere sibi coegit |
() Non resta inferiore a costoro in virtù Quinto Occio, soprannominato Achille per il suo coraggio: difatti, anche se tralascerò le altre sue imprese, basteranno i due episodi che riferirò a far conoscere che tempra di combattente egli fosse Partito per la Spagna come legato del console Quinto Metello, mentre ai suoi ordini partecipava alla campagna contro i Celtiberi, venuto a sapere che un giovane nemico lo sfidava a singolar tenzone in quel momento egli si accingeva per caso al rancio , abbandonata la mensa si fece subito portare armi e cavallo fuori della palizzata di nascosto, ad evitare che Metelloglielo impedisse, e inseguito il Celtibero che tronfio ed insolente volteggiava a cavallo lo uccise; poi, spogliatolo delle armi, se ne tornò lietamente al campo tra le ovazioni generali Lo stesso fece, dopo esserne stato sfidato a duello, con Pirreso, uro dei più nobili e valorosi Celtiberi, che costrinse alla resa |
nec erubuit flagrantissimi pectoris iuuenis gladium ei suum et sagulum utroque exercitu spectante tradere ille uero etiam petiit ut hospitii iure inter se iuncti essent, quando inter Romanos et Celtiberos pax foret restituta Ne Acilium quidem praeterire possumus, qui, cum decumae legionis miles pro C Caesaris partibus maritima pugna proeliaretur, abscisa dextra, quam Massiliensium naui iniecerat, laeua puppim adprehendit nec ante dimicare destitit quam captam profundo mergeret quod factum parum iusta notitia patet at Cynaegirum Atheniensem simili pertinacia in consectandis hostibus usum uerbosa cantu laudum suarum Graecia omnium saeculorum memoriae litterarum praeconio inculcauit |
quel coraggiosissimo giovane non si vergognò, tuttavia, di consegnare al Celtibero, in presenza delluno e dellaltro esercito, la sua spada e il suo mantelletto militare al che quello gli chiese di unirsi a lui nel vincolo dellospitalità, quando tra Romani e Celtiberi si fosse ristabilita la pace () Non possiamo passare sotto silenzio nemmeno Acilio, il quale, combattendo da soldato della decima legione nellesercito di Caio Cesare in una battaglia navale tra Romani e Marsigliesi, vistasi troncata la mano con la quale si era afferrato ad una nave nemica, si attaccò con la sinistra alla poppa, né smise di combattere finché la nave fu catturata ed affondata unimpresa, questa, che meriterebbe desser meglio e più conosciuta quando si pensi che il nome dellateniese Cinegiro, per unimpresa a questa simile, fu tramandato al ricordo dei posteri dalla poesia dei Greci, la cui letteratura non è avara di lodi per i suoi eroi |
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Classicam Acilii gloriam terrestri laude M Caesius Scaeua eiusdem imperatoris centurio subsecutus est: cum pro castello enim, cui praepositus erat, dimicaret, Gnaeique Pompei praefectus Iustuleius summo studio et magno militum numero ad eum capiendum niteretur, omnes, qui propius accesserant, interemit ac sine ullo regressu pedis pugnans super ingentem stragem, quam ipse fecerat, conruit cuius capite, umero, femine saucio, oculo eruto, scutum c et xx ictibus perfossum apparuit talis in ca stris diui Iuli disciplina milites aluit, quorum alter dextera, alter oculo amisso hostibus inhaesit, ille post hanc iacturam uictor, hic ne hac quidem iactura uictus |
() La gloria ottenuta sul mare da Acilio fu pareggiata da Marco Cesio Sceva, centurione dello stesso generale: mentre, infatti, combatteva in difesa di una posizione fortificata, cui era stato preposto, e Iustuleio, prefetto di Creo Pompeo, faceva ogni tentativo e impiegava ingenti forze t per catturarlo, uccise tutti quelli che gli si erano avvicinati, e senza fare un passo indietro cadde combattendo sopra i cumuli dei nemici uccisi La sua testa, le spalle e le cosce apparvero ferite, un occhio gli era stato strappato, il suo scudo aveva ricevuto centoventi colpi Tale fu la disciplina nel campo di Cesare, che educava i soldati: se di essi uno si aggrappò al nemico con la mano destra, laltro lo fece dopo aver perduto un occhio: il primo vincitore dopo questa perdita, il secondo nemmeno vinto da questa perdita |
Tuum uero, Scaeui, inexuperabilem spiritum in utra parte rerum naturae admiratione prosequar nescio, quoniam excellenti uirtute dubium reliquisti inter undasne pugnam fortiorem edideris an in terra uocem miseris: bello namque, quo C Caesar non contentus opera sua litoribus Oceani claudere Britannicae insulae caelestis iniecit manus, cum quattuor conmilitonibus rate transuectus in scopulum uicinum insulae, quam hostium ingentes copiae obtinebant, postquam aestus regressu suo spatium, quo scopulus et insula diuidebantur, in uadum transitu facile redegit, ingenti multitudine barbarorum adfluente, ceteris rate ad litus regressis solus immobilem stationis gradum retinens, undique ruentibus telis et ab omni parte acri studio ad te inuadendum nitentibus, quinque militum diurno proelio suffectura pila una dextera hostium corporibus adegisti | Ma io non so, o Sceva, in quale dei due ambienti della natura io debba ammirare i saggi dinsuperabile valore da te dati, poiché hai lasciato dubbio se più coraggio mostrasti in mare o più coraggioso grido lanciasti sulla terraferma: giacché nella guerra in cui Caio Cesare, non contento di far coincidere i confini delle sue conquiste con le spiagge dellOceano, stese le sue mani divine sullisola dei Britanni, approdato con quattro commilitoni su uno scoglio vicino allisola presidiata da ingenti forze nemiche, quando la bassa marea rese facile il guado tra lo scoglio e lisola, tra il sopraggiungere di numerosi barbari, rimanesti solo i tuoi compagni se nerano già tornati al litorale, mantenendo la posizione in mezzo ad una pioggia di proiettili e tra lincalzare dei Britanni che fieramente assalivano da ogni parte, e con la tua sola destra scagliasti contro il nemico tanti giavellotti, quanti ce ne sarebbero voluti per cinque soldati nel corso di una battaglia che fosse durata un giorno intero |
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ad ultimum destricto gladio audacissimum quemque modo umbonis inpulsu, modo mucronis ictu depellens hinc Romanis, illinc Britannicis oculis incredibili, nisi cernereris, spectaculo fuisti postquam deinde ira ac pudor cuncta conari fessos coegit, tragula femur traiectus saxique pondere ora contusus, galea iam ictibus discussa et scuto crebris foraminibus absumpto, profundo te credidisti ac duabus loricis onustus inter undas, quas hostili cruore infe ceras, enasti, uisoque imperatore armis non amissis, sed bene inpensis, cum laudem merereris, ueniam petisti, quod sine scuto redisses, magnus proelio, sed maior disciplinae militaris memoria itaque ab optimo uirtutis aestimatore cum facta tum etiam uerba tua centurionatus honore donata sunt |
Alla fine, respingendo i più audaci ora con lo scudo ora con la spada, fosti il protagonista di unimpresa, offerta da una parte ai Romani, dallaltra ai Britanni, assolutamente incredibile, se non ci fossero stati gli uni e gli altri a far da spettatori Quindi, dopo che i nemici, pur stanchi, furono spinti dallira e dalla vergogna a fare ogni tentativo, trafitto alla coscia da un giavellotto e ferito al viso da un pesante sasso, con lelmo già rotto dai colpi e lo scudo crivellato, ti affidasti allalto mare e, pur appesantito da due corazze, riuscisti a nuotare tra le onde arrossate dal sangue nemico e in cospetto di Cesare, dopo avere non perduto, ma bene impiegato le armi, mentre avresti dovuto meritare ogni elogio, chiedesti venia per aver abbandonato lo scudo: splendido in combattimento, ancor più splendido quale esempio di disciplina militare E così quelleccezionale conoscitore di coraggio fece dono sia alle tue parole sia alle tue gesta del grado di centurione |
Sed quod ad proeliatorum excellentem fortitudinem adtinet, merito L Sicci Dentati commemoratio omnia Romana exempla finierit, cuius opera honoresque operum ultra fidem ueri excedere iudicari possent, nisi ea certi auctores, inter quos M Varro, monumentis suis testata esse uoluissent | () Ma per quanto riguarda lesimia forza danimo dei combattenti, ben a ragione potrebbe chiuderne la serie di esempi romani il ricordo di Lucio Siccio Dentato, le cui imprese e relativi onori valicherebbero i limiti dellattendibilità, se autori fededegni, tra i quali Marco Varrone, non avessero voluto darcene testimonianza con i loro scritti |
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quem centies et uicies in aciem descendisse tradunt, eo robore animi atque corporis utentem, ut maiorem semper uictoriae partem traxisse uideretur: sex et xxx spolia ex hoste retulisse, quorum in numero octo fuisse eorum, cum quibus inspectante utroque exercitu ex prouocatione dimicasset, xiiii ciues ex media morte raptos seruasse, v et xl uulnera pectore excepisse, tergo cicatricibus uacuo: nouem triumphales imperatorum currus secutum, totius ciuitatis oculos in se numerosa donorum pompa conuertentem: praeferebantur enim aureae coronae octo, ciuicae xiiii, murales iii, obsidionalis i, torques lxxxiii, armillae clx, hastae xviii, phalerae xxv, ornamenta etiam legioni, nedum militi satis multa ext Ille quoque ex pluribus corporibus in unum magna cum admiratione Calibus cruor confusus est |
Si racconta, dunque, chegli partecipò a centoventi combattimenti e con una tale vigoria danimo e di corpo da sembrare che ne fosse sempre uscito con una parte maggiore di vittoria: trentasei volte tornò con le spoglie tolte al nemico in questo numero sono comprese quelle degli otto nemici con i quali si era battuto in duello alla presenza di ambedue gli eserciti, quattordici commilitoni già sul punto di soccombere salvò da sicura morte, quarantacinque ferite riportò nel petto é nessuna alle spalle: nove volte seguì il cocchio trionfale di altrettanti generali, attirando lattenzione degli spettatori per lalto numero di onorificenze militari che lo precedevano: otto corone doro, quattordici di quercia, tre murali, una dassedio, ottantatré collane, centosessanta bracciali, diciotto aste, venticinque borchie: un bel numero, certo, che basterebbe ad unintera legione, e figuriamoci a un solo soldato Grande è anche lo stupore suscitato dal sangue che, versato da più corpi, confluì in ununica pozza |